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Autore: SamLee_    15/01/2014    0 recensioni
La gente era solita dire che, poco prima di morire, una persona iniziasse a rivivere tutta la sua vita, fotogramma dopo fotogramma, come in un veloce rewind.
Per lei, però, non fu così.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Londra; 23 Ottobre 1981.
 
Aveva salutato Aaron la sera prima.
I suoi grandi occhi verdi –quegli occhi che conosceva meglio di qualsiasi altri, quegli occhi che sapeva leggere facilmente, come se fossero le pagine del suo manuale di Quidditch- erano ancora impressi nella sua memoria.
Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a sentire le sue parole, la sua voce, così dolce e scherzosa.
 
“Ci vediamo domani, Frannie!”, aveva detto. “E portale tu le Api Frizzole questa volta! E, ah!, devi parlarmi di Sirius, sappilo! Non ti permetterò di eludere questo discorso un’altra volta!”
 
La gente era solita dire che, poco prima di morire, una persona iniziasse a rivivere tutta la sua vita, fotogramma dopo fotogramma, come in un veloce rewind.
 
Per lei, però, non fu così: le uniche cose a cui Marlene McKinnon riusciva a pensare, mentre combatteva contro Karkaroff e Travers, erano gli occhi di Aaron Cohen e i baci di Sirius Black.
Quello stesso Aaron Cohen che l’aveva sopportata per cinque lunghi anni, a Hogwarts; quello stesso Aaron Cohen che non l’aveva abbandonata, dopo il diploma, che l’aveva medicata dopo ogni scontro, tra un sorriso e un Ferula sussurrato a tradimento.
E che dire di Sirius? Sirius Black, colui che era stato in grado di rubarle il cuore, colui che, dopo una serie di tira e molla, era riuscito a spiazzarla con un semplice Ti amo, gridato tra uno Schiantesimo e l’altro; Sirius Black, colui che aveva scelto di combattere al suo fianco, colui che aveva deciso di prendersi cura di lei, di assicurarsi che non le accadesse nulla di male.
 
Marlene McKinnon era sempre stata brava, con gli Incantesimi.
A detta di James Potter, aveva la bacchetta più veloce di Londra.
Quella sera, però, non fu abbastanza: i sorrisi di Sirius e Aaron erano ancora vividi nella sua mente, quando una luce verde la colpì.
 
***
 
Londra; 23 Ottobre 2020.
 
Dopo giorni di pioggia incessante, a Londra sembrava essere stata concessa una tregua; il pallido sole autunnale era stato in grado di riscaldare gli animi dei cittadini inglesi, di infondere nei loro cuori un’inaspettata e insolita allegria.
 
Se tutti –persino i meteorologi- trovavano strano quel repentino cambio di clima, Aaron Cohen non sembrava esserne stupito.
 
« Sai, Frannie? » iniziò, posando un mazzo di gigli sopra una tomba bianca. « Marlene ha compiuto la sua prima magia accidentale… È riuscita a strapparmi di mano un pacchetto di Api Frizzole! »
 
Senza volerlo -e senza nemmeno che lui se ne accorgesse- una calda lacrima scivolò lungo la sua guancia, solcando la sua pelle; il suo sguardo, in quel momento, trasmetteva talmente tante emozioni che nemmeno la sua Lene sarebbe riuscita a coglierle: i suoi occhi erano rossi e gonfi, nascosti da una patina di malinconia, ma accesi da una sorta di vago orgoglio.
Era possibile?
 
« So che sembra strano, ma-… Ti assomiglia in maniera incredibile. Sai?, ho sempre creduto nel destino, nel fato, ma mai in cose come la reincarnazione. Eppure-… Eppure riesco a riconoscere il tuo sguardo, in lei, riesco a percepire la tua vitalità, in lei. »
 
Erano trascorsi trentanove anni dalla morte di Marlene e non passava giorno che Aaron non pensasse a lei.
Non erano stati fidanzati, non avevano progettato nessun matrimonio e nessun figlio, insieme, ma c’era qualcosa di speciale, tra di loro.
Non avevano bisogno di parole, per capirsi: a loro bastava uno sguardo, un pacchetto di Api Frizzole e la finestra del corridoio del Quarto Piano; potevano ridere e scherzare per ore, costringendo Aaron a dimenticarsi dei suoi doveri da Prefetto e Marlene dei suoi allenamenti di Quidditch.
La loro intesa andava oltre ogni cosa e non era spiegabile con delle semplici parole, in quanto l’avrebbero sicuramente limitata.
 
Ed era quell’intesa che ad Aaron mancava.
Quell’intesa che non era più riuscito a trovare con nessun altro.
 
« Mi manchi, Frannie. »
  
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