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Autore: ladyvampiretta    15/01/2014    6 recensioni
"Tutto cosa, poi? Tra noi c'è stato solo un bacio" pensò e, istintivamente, si portò una mano sulle labbra e se le sfiorò con delicatezza. Erano passati anni, il sapore di quel bacio rubato non c'era più. Eppure, ricordava tutto come se fosse passato solo un giorno.
[Stagione 9 - Spoiler!]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Meg, Master
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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MY UNICORN

                      

Era una mattina di Marzo. L'aria era frizzante e il sole splendeva alto nel cielo.

Era un giorno tranquillo, uno come tanti... ma non per tutti.

Una macchina bianca si fermò sul ciglio della strada. Ne scese una ragazza. Aveva i capelli castani scuri lisci che il vento le faceva vorticare. Indossava dei jeans attillati e un giubbotto di pelle scuro lasciava intravedere sotto una maglietta viola.

Si appoggiò allo sportello della sua auto e guardò dritta davanti a se'. Dall'altra parte della strada, c'era il negozio Gas-N-Sip. La vetrina trasparente lasciava ben intravedere il commesso che armeggiava per dare il resto ad un'anziana signora.

La ragazza fece una mezza risata.

"Castiel, sei sempre il solito imbranato" pensò, tirandosi sopra la testa gli occhiali da sole scuri che portava. Le lenti lasciarono il posto a due iridi castane chiare e calde.

Rimase ad osservare il buffo ex angelo che litigava con il cassetto della cassa, per nulla intenzionato a chiudersi.

Il completo da commesso (poteva vedere una camicia bianca con sopra un gilet blu) gli stava davvero bene.

Castiel non era più un angelo da diverso tempo, eppure per lei era sempre lo stesso. L'umanità gli donava, ma non gli era mai sembrato così fragile. Infondo, però, il suo unicorno non era cambiato.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per entrare in quel negozio e presentarsi proprio davanti a lui.

"Chissà che faccia farebbe". Un sorriso amaro le raggiunse le labbra.

No, non poteva farlo, lo sapeva bene. Sicuramente lui si era lasciato tutto alle spalle.

"Tutto cosa, poi? Tra noi c'è stato solo un bacio" pensò e, istintivamente, si portò una mano sulle labbra e se le sfiorò con delicatezza. Erano passati anni, il sapore di quel bacio rubato non c'era più. Eppure, ricordava tutto come se fosse passato solo un giorno. Ricordava il contatto con le labbra dell'angelo, così morbide e invitanti, la scarica di piacere che aveva provato quando le loro lingue si erano sfiorate... Ricordava le mani di Castiel che le sfioravano i capelli, mentre le sue gli cingevano i fianchi.

In quel momento si era sentita viva come non le capitava da tempo. Probabilmente, neanche da umana si era sentita in quel modo. Nessuno l'aveva mai baciata così.

Nessuno... solo lui.

Si era sentita attratta da quell'angelo non appena i loro occhi si erano incrociati. Quei zaffiri erano di un'intensità pazzesca. Un brivido le aveva attraversato tutto il corpo. Quello, solo uno sguardo, era bastato per farla fremere in modo piacevole.

Ma niente dura per sempre...

Quando Crowley l'aveva pugnalata, si era sentita persa. Il suo unico, ultimo pensiero, mentre la vita le sfuggiva dalle dita, era stato "Castiel, scappa".

Un ordine... una richiesta... una supplica.

Avrebbe sacrificato la sua vita un altro milione di volte, se significava far sì che lui vivesse.

L'aveva cambiata senza rendersene conto.

A lei stava bene così, morire immaginando il sorriso dell'angelo.

E poi, inspiegabilmente, era ritornata in vita. Sembrava che qualcuno l'avesse rimessa nel corpo di quell'attricetta senza chiederle nulla in cambio. Non sapevo come... non sapeva chi. Non le interessava.

Sarebbe voluta correre subito da Castiel, dirle che era viva, ma c'era una parte di lei che si ostinava ad impedirglielo.

"Lascialo vivere, è meglio così" le ripeteva.

Una morsa le attanagliò il cuore, rendendolo pesante.

"Sono un demone, non dovrei provare queste cose" si disse, mentre si portava una mano al petto.

Sentii gli occhi iniziare a bruciarle. Lo sentiva, presto sarebbero arrivate le lacrime.

"Sono Meg, sono un demone, non devo piangere" si disse, mentre faceva calare nuovamente gli occhiali scuri sul viso. Abbozzò una risata strafottente. Non poteva fare altro.

Restò ancora qualche secondo a fissare il ragazzo che ora stava avendo problemi con la macchina delle granite.

Due lacrime le rigarono il viso, picchiettando sull'asfalto.

"Un demone che si innamora di un angelo... questa non si era mai sentita" pensò ironica. Avrebbe voluto che Cass si girasse per guardare fuori dal negozio. L'avrebbe vista di sicuro. Ma lei? Cosa avrebbe fatto? Lo avrebbe lasciato avvicinare o se ne sarebbe scappata via? Non era poi così certa delle risposte.

Cercò di ricacciare indentro le lacrime, prima di tornare nella sua macchina.

Poggiò le mani sul volante e lanciò l'ultima, intensa occhiata a Castiel. Malgrado tutto, per lei sarebbe stato per sempre un angelo.

Era arrivato il momento di andare.

« Addio mio unicorno, addio angelo mio » sussurrò, prima di ingranare la marcia e sgommare via.

 

Il suono delle gomme che raschiavano l'asfalto fece voltare l'ex angelo. Lanciò un'occhiata fuori dalla vetrina del negozio, ma dall'altra parte non c'era nessuno.

Per un brevissimo istante, aveva avuto la sensazione che qualcuno lo avesse chiamato.

"Devo essermelo immaginato" si disse, mentre si recava sul retro per prendere uno straccio e sistemare il casino causato dalle granite.

 

-FINE-

 

  
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