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Autore: Nocturnia    16/01/2014    7 recensioni
Ziio non capisce cosa ci sia di così difficile.
Osserva Haytham perdere la presa e scivolare sul ramo sottostante, atterrando malamente e imprecando nella sua lingua madre.
"Corri sui tetti e non sei capace di scalare un albero, inglese?"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haytham Kenway, Kaniehtì:io (Ziio)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ama
Disclaimer: Haytham KenwayKaniehtí:io e tutti gli altri personaggi appartengono alla Ubisoft e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto


"Il sentimento non si frantuma, ma si concentra."

- Fëdor Dostoevskij  -


Ama il tuo nemico

1.

La prima volta Ziio è incerta - ma non ha paura, no, quella mai.
Gli sfiora il polso e poi lo stringe, perché tra le sue cosce Haytham è impietoso, un guerriero e un predatore.
Si inarca contro il suo petto, le unghie incidere piccoli solchi lungo la schiena e sulle spalle, dove cicatrici e ferite raccontano altre storie e altri dolori.
Haytham lascia che lei lo cerchi - lo esplori, lo tocchi sulla pelle e nel cuore - e reclina la testa all'indietro, portandosela in grembo.
"Farà male?" ed è curiosa Ziio mentre glielo chiede, labbra umide e occhi asciutti.
"No." le mormora tra i capelli "Te lo prometto."
E credergli non è mai stato più facile.

2.

Haytham sorride, perché la seconda volta Ziio è più sicura, selvatica come una fiera bellissima e indomabile.
Graffia e morde e lo domina come si farebbe con una bestia riottosa e testarda, una risata intrappolata tra le sue mani e uno sguardo curioso - affascinato.
"Sei rimasto."
"Così avevo detto."
Ziio sembra quasi sul punto di aggiungere qualcosa, ma sceglie invece di studiare il suo corpo con un'intensità quasi dolorosa.
Percorre una ferita nuova con dita leggere e tiepide, un taglio che scende dall'ombelico fino al pube.
"Non è così grave." si giustifica "Danni collaterali, possono succedere quando..."
La sua lingua gli strappa ogni altra replica.

3.

Sono passati tre giorni dalla morte di Braddock e il tempo comincia a pesargli, sebbene la notte nella foresta sia tranquilla e silenziosa.
Ziio si è addormentata raggomitolata contro il suo addome, una gamba tra le sue e un'espressione serena sul viso.
Fuori dalla tenda il vento continua a soffiare, un debole lamento che porta con sé l'odore dei pini e della terra.
"Cosa ti preoccupa?"
Lo voce di Ziio lo coglie di sorpresa, riportandolo alla realtà.
"Niente." ma Kaniehtí:io è una femmina intelligente - tenace - e si alza sui gomiti, fissandolo.
"È per la caverna?"
Haytham non risponde, soffocando i suoi dubbi in un bacio umido e implorante.
Ziio comprende - sa che c'è dell'altro e che una mattina non lo troverà più al suo fianco - ma in quel momento non ha importanza.
Lo accetta - lo accoglie e geme sulle sue labbra - e prega gli spiriti che quella non sia la loro ultima notte.

4.

Kaniehtí:io non ha pianto, perché le lacrime appartengono ai deboli e agli illusi.
L'ha sentito sfilarsi da sotto le pellicce e cercare i suoi vestiti, la luna una spettatrice pallida e indifferente.
Avrebbe voluto fare finta di dormire - perché il cuore gridava stringeva uccideva - ma non c'è riuscita e gli ha invece allungato il suo mantello.
Haytham è rimasto in silenzio, consapevole di come le parole non potessero bastare.
"Tornerò." era stata l'unica replica "Non ti lascerò sola."
Ma le promesse non hanno mai guarito alcun dolore.

5.

Era davvero tornato, una nuova cicatrice sul volto e i primi fili grigi tra i capelli.
Ziio gli aveva sorriso, resistendo allo sciocco impulso di corrergli incontro, perché lei non era certo una donzella in pericolo.
"Ti hanno colpito proprio bene, eh?"
"Solo una distrazione, nulla più."
"Non sarà che stai diventando troppo vecchio, inglese?"
Il grugnito di disapprovazione che le riserva è tutto quello che le serve per scendere dall'albero e baciarlo.

6.

Ziio non capisce cosa ci sia di così difficile.
Osserva Haytham perdere la presa e scivolare sul ramo sottostante, atterrando malamente e imprecando nella sua lingua madre.
"Corri sui tetti e non sei capace di scalare un albero, inglese?"
"Questi non sono come quelli di Londra." lo sente berciare "Questi sono... sono... ah, niente." e torna ad arrampicarsi, un cipiglio contrariato sul volto.
"Continua pure a lamentarti." lo schernisce ridendo "Quando riuscirai a prendermi, allora, e solo allora, potrai dire d'essere capace di sopravvivere alla foresta."
L'imprecazione di Haytham è l'ultima cosa che sente prima di ricominciare a saltare.

7.

È passata quasi un'ora e il cielo va tingendosi di rosso, un tramonto che illumina l'intera valle.
Ziio aggrotta le sopracciglia e la preoccupazione comincia a farsi spazio, lasciandola smarrita e irritata.
Non può essergli successo niente pensa è un guerriero, un vero guerriero. Sa come cavarsela.
Un lupo ulula in lontananza e Ziio comincia ad accendere il fuoco, un pugno rossastro nel nero d'una notte che sta calando sempre più velocemente.
Si massaggia le spalle, guardandosi intorno e...

Tump.

"Ti avevo detto che ti avrei trovato."

8.

Due mesi.
Due mesi e Haytham la cattura sempre ormai, godendosi appieno la conquista.
Due mesi e Ziio ha imparato che l'amore è il tepore della sua pelle contro la propria e l'orgasmo di un momento che porta via ogni dubbio - ogni incertezza.
Anche adesso, mentre si lascia rovesciare sotto di lui, le mani a sfiorarle il seno e una voglia indecente tra le cosce, Ziio non si pente di niente, perché non c'è nulla di cui essere colpevoli.
Nulla che non sia valso la pena di vivere.

9.

Ziio si sveglia che l'alba è ancora un puntolino rosato all'orizzonte.
Ritira un piede sotto le coperte e sospira debolmente quando il freddo d'un posto vuoto le avvolge le schiena.
Si volta, sicura di non trovare più nessuno al suo fianco e...
"Ero solo uscito un attimo."
Sa che sta mentendo, perché indossa già la sua lama celata e il mantello, l'odore della neve sui vestiti e tra i capelli.
"Il fuoco si stava spegnendo."
Ziio non abbassa lo sguardo, allungandogli una mano e invitandolo a rientrare.
Haytham le sfiora i polpastrelli, incerto come non l'ha mai visto, ma poi chiude i bordi della tenda e se la porta al petto, in una stretta che parla di tutto.
Kaniehtí:io rabbrividisce a quel contatto e soffoca un gemito quando le sue dita la trovano già umida sotto di lui.
"Devi tornare a Boston, non è vero?"
Haytham le strofina il naso nella piega del collo, il suo respiro un tepore rassicurante contro la pelle.
"Sì." ammette "ma i miei uomini possono gestire il tutto ancora per un po'."
Ziio stira le labbra in un sorriso triste, perché verrà il momento in cui il destino li reclamerà entrambi e non lascerà altro che ossa e polvere.
Verrà il momento in cui ci saranno solo rimpianti e rimorsi - lontananze che sanguinano e parole dette troppo tardi - ma per adesso la bocca di Haytham mormora l'unica risposta di cui abbia bisogno.
Quella di un sentimento strappato all'oblio del tempo.


   
 
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