Capitolo
1: non può piacermi un
teppista!
Mi sono sempre
chiesta cosa si provasse a fumare…sia chiaro non
è che voglia iniziare a
fumare!, però ogni volta che sono al bar aspettando che
suoni la campanella per
entrare a scuola, mentre ripasso la materia della prima ora vedo tutti
quei
ragazzi con in bocca o tra le mani le loro inseparabili sigarette, e
spesso mi
chiedo che cosa provano a fumare…per quale motivo non
riescono a farne a meno…
-Sissy!-
alzò
lo sguardo per capire chi mi stesse chiamando, davanti a me una ragazza
alta,
capelli rossi pettinati tipo anni 60 tutti cotonati e tirati indietro
da una
fascia rosso fuoco, pantaloni jeans a vita ultra bassa con
rigorosamente l’elastico
delle mutande in vista maglietta bianca a pois neri con cappuccio
integrato e
zaino della Lonsdaile sulla spalla destra
-ciao Lisa,
già
qui?- faccio io salutandola con un gesto della mano, Lisa è
una delle mie
migliori amiche, ci conosciamo da quando siamo piccole, ancora oggi mi
chiedo
come facciamo a essere amiche: lei è alta, fisico da
capogiro, veste bene e
alla moda, è popolare e non ha problemi a fare amicizie. Io
invece sono bassa,
timida e non vesto certo alla moda!. Eppure siamo inseparabili, dove ci
sono io
c’è lei, e dove va lei vado io.
-e si, oggi ho
l’interrogazione di storia, in prima ora. Sono venuta prima
cosi posso
ripassare- mi risponde mentre mastica una Big Booble.
-hai visto Joe
e Marion?- domando dato che tutte le mattine ci incontriamo al solito
tavolino
prima di entrare a scuola, siamo tutte in classi diverse, o meglio io
sto in
classe con Marion e Lisa con Joe, ma ci vediamo sempre a ricreazione o
a mensa
dove sediamo allo stesso tavolo.
-Joe mi ha
chiamato e ha detto che era salita da poco sull’autobus ma
che dovrebbe riuscire
ad arrivare in tempo, con lei c’era anche Marion-
Joe e Marion
abitano nello stesso palazzo, esattamente quello di fronte al mio,
conosco
anche loro da quando sono piccola. Joe è la tipica ragazza
maschiaccio, coda
alta, mai un filo di trucco, tuta e scarpe da ginnastica che se potesse
metterebbe anche per dormire, amante degli sport e dei videogiochi,
eppure
riesce ad avere successo con i ragazzi, qualche mese fa si è
fidanzata con il
capoclasse della sezione 5° A, che ironia della sorte
è il ragazzo meno
sportivo di tutta la scuola, ma come dice lei “ci completiamo
a vicenda”.
Marion invece
è
semplicemente adorabile! Una bambolina, con quei riccioli biondi e gli
occhioni
verdi! E poi è dolcissima!, come me è anche molto
timida, e a volte le capita
di balbettare quando è in imbarazzo, è molto
ricca ma non lo vuole ammettere,
suo padre è un grande imprenditore e sta sempre via per
lavoro, Marion ci
soffre per questo io Lisa e Joe andiamo spesso a casa sua, a volte
rimaniamo
anche a dormire da lei per non farle pesare troppo la solitudine, la
madre di
Marion infatti è morta cinque anni fa di tumore e lei
è figlia unica.
-eccole sono
scese ora dall’auto!- esclama Lisa indicandomi due ragazze
sul marciapiede
opposto. Una indossa dei jeans e una felpa verde mela, i capelli come
sempre
sono legati in una coda questa volta però laterale, zaino
della Pickquik…senza
dubbio quella è Joe. Accanto a lei Marion, gonna a balze
bianca e camicetta con
golfino stile “college inglese” borsa della Pinko,
e come sempre la sua
molletta preferita tra i capelli quella che gli regalai io per il suo
14°
compleanno.
-scusate il
ritardo! Ma l’autobus non ne voleva sapere di partire!-
esclamò Joe quando ci
raggiunsero
-non importa,
ma adesso entriamo che è suonata cinque minuti fa- dico
alzandomi e rimettendo
il libro che stavo leggendo nella borsa.
-cosa?!...ma…ci
metteranno una nota!- esclama Marion sconvolta, noi la guardiamo e
ridiamo come
matte.
-non la mettono
a persone che entrano con un ritardo di 15 minuti, e dovrebbero
metterla a
noi?- fa Lisa mentre si asciuga gli occhi
-p…pot…potrebbe
capitare!- esclama Marion con le gote infiammate per
l’imbarazzo, io allora me
la prendo sottobraccio -basta ciance e andiamo in classe!-.
Le nostre
classi sono sullo stesso piano, Joe e Lisa sono in 3°D mentre
io e Marion siamo
in 3° E. Mentre saliamo le scale fino al 4° piano, ci
passa accanto un gruppo
di ragazzi, sembrano i tipici bulletti della scuola, tutti piercing e
tatuaggi
con quello sguardo che sembra voler dire “cerchi
rogna?”. Sospiro mentre passo
accanto a loro, quelli si fermano e mi fissano, anche io e le altre ci
fermiamo, sento Marion stringersi al mio braccio.
-beh?- faccio
io visto che nessuno parlava
-perché
hai
sospirato?- mi chiede uno di loro, io lo guardo senza capire che cosa
ci fosse
di sbagliato nel gesto di sospirare
-perché
mi
andava?- provo a dire visto che ero a corto di idee
-hai sospirato
come se ti desse fastidio vederci- continua quello portando le mani in
tasca
-che centra
scusa? Una adesso non può sospirare?- a parlare questa volta
è Joe che come
sempre in queste situazioni si infervora
-ragazzi
lasciate perdere e andiamo- una voce giunge alle mie orecchie, non ho
idea di
chi sia però è stato uno di quei ragazzi a
parlare. Gli altri aprono un varco e
lo vedo…capelli neri scalati con un ciuffo più
lungo da un lato, occhi castani,
alto, fisico scolpito fasciato da quei jeans marcati Armani e quella
maglietta
nera smanicata di D & G. Semplicemente perfetto! Mi stupisco io
stessa dei
miei pensieri, insomma non può piacermi uno di quei
teppistelli!
-ma Nick vuoi
davvero lasciar perdere?-
-ma
si…inutile
perdere tempo con queste qui- dice con un leggero ghigno sul volto, si
volta e
gli altri fanno lo stesso e poi si allontanano.
Infatti, non
può piacermi uno di quei teppistelli!. Scuoto la testa e
continuo a salire le
scale, seguita da Lisa, Joe e Marion che per tutto il tempo era rimasta
attacca
al mio braccio, cosi forte da rischiare seriamente di bloccarmi la
circolazione. Ci salutiamo davanti le porte dell’aula e poi
entriamo Joe pronta
alla sua interrogazione di storia, Lisa che quel giorno a deciso di
dichiararsi
a Luke , suo compagno di classe di cui è innamorata da 2
anni, Marion che come
sempre risponderà a tutte le domande che la professoressa di
inglese farà alla
classe, e io…beh pronta ad affrontare un’ordinaria
giornata di scuola come
sempre…o forse no?.