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Autore: ielma    16/01/2014    5 recensioni
Questa storia si è classificata terza al contest "Another Family" di B e l l e
E se Silente invece che ai Dursley avesse affidato Harry a qualcun altro? Qualcuno che gli abbia fatto conoscere il mondo magico fin da piccolo, magari. Qualcuno che l'abbia amato più di quanto non abbia amato se stesso. Chi?
Dal testo:
«E quella cos'è?»
Chiese il primo uomo indicando la cesta che Albus Silente reggeva fra le mani.
«Ogni cosa a suo tempo, prima devo parlarti»
«Da questa parte»
Gli fece strada ed entrarono nel salone discretamente ampio. Silente si sedette con veemenza sulla prima poltrona che gli capitò a tiro e incontrò lo sguardo dell'altro, accomodato su una seggiola di legno.
«Lily e James Potter sono morti»
La sedia dell'uomo si ruppe e lui cadde a terra con un tonfo.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Questa storia partecipa al contest "Another Family" di B e l l e : http://freeforumzone.leonardo.it/d/10780210/Another-Family/discussione.aspx

 

"Nessuno aveva bisogno d'amore quanto lui"



Elephant & Castle, London, 31 Ottobre 1981
Il suono del campanello echeggiò tra le grosse mura dell'appartamento. Un uomo sulla trentina andò al portone e aprì al visitatore.
«Cosa ci fa qui a quest'ora della notte?» chiese in uno sbadiglio.
L'altro irruppe nell'abitazione senza rispondere, si guardò attorno frettoloso.
«Dove possiamo parlare?»
«E quella cos'è?»
Chiese il primo uomo indicando la cesta che Albus Silente reggeva fra le mani.
«Ogni cosa a suo tempo, prima devo parlarti»
«Da questa parte»
Gli fece strada ed entrarono nel salone discretamente ampio. Silente si sedette con veemenza sulla prima poltrona che gli capitò a tiro e incontrò lo sguardo dell'altro, accomodato su una seggiola di legno.
«Lily e James Potter sono morti»
La sedia dell'uomo si ruppe e lui cadde a terra con un tonfo.


2 ore dopo...
«No, sa benissimo che non si può fare»
«Tu sei l'unico che può...»
Lui sostenne lo sguardo del preside di Hogwarts poi si portò le mani al viso segnato dal recente pianto.
«Silente, per l'amor di Dio, si è bevuto il cervello per caso? Chi mai affiderebbe un neonato a me? Lily e James non avrebbero voluto»
«Certo che l'avrebbero voluto»
«Ma... Lei si è dimenticato cosa sono io?!»
«Oh, per quello non ha importanza. Basterà trovare una tata, o forse è ora che ti trovi una compagna»
«Con quali soldi? Sono povero»
«I genitori hanno lasciato in eredità al piccolo Harry una grossa somma di denaro, ti basterà recarti alla Gringott quando ne avrete bisogno»
«E' un'assurdità. Non solo non saprei come comportarmi con un bambino, per di più sono un lupo mannaro e non ho nemmeno un lavoro. Lo sai che per quelli come me è impossibile trovare un lavoro»
«Be' penso che quando Harry sarà più grande e inizierà a frequentare Hogwarts potrei assumerti come insegnante»
«Ma perché proprio io? Non ha altri parenti?»
«Sì, ne ha di altri parenti. Il suo padrino è ricercato e nel giro di poche ore verrà sbattuto in una cella ad Azkaban; i suoi zii babbani li ho tenuti d'occhio e sono disumani, non affiderei a loro nemmeno la vita di un povero randagio raccolto sul ciglio della strada. Ho visto il loro bambino prendere a calci la madre per tutta Privet Drive perché voleva delle caramelle. Converrai con me che tu sei l'unico che può allevare Harry Potter»
«Non ne sono in grado»
«Tutti sono in grado di amare, Remus»
Detto questo Albus Silente si alzò e torno al tavolo dove aveva poggiato la cesta, scansò di poco la copertina di lana e ne affiorò una manina che afferrò il suo dito. Lupin si mantenne distante e si asciugò col dorso del pollice una lacrima che gli aveva appena rigato il viso.
«Questo piccino diventerà famoso, non ci sarà bambino nel nostro mondo che non conoscerà il suo nome»
Silente sorrise per poi smaterializzarsi.


Elephant & Castle, London, 25 Dicembre 1985
«Papà?»
Harry corse fuori dalla sua camera e si precipitò in quella di Remus, vuota.
«Papà?» chiamò più forte.
«Sono in cucina, Harry»
«Papà!»
Il bambino lo raggiunse e tirò la manica del suo pigiama di flanella.
«E' Natale, papà!»
«Oh si, ci sono un mucchio di regali sotto l'albero quest'anno»
Lupin chinò il capo per baciargli la fronte poi prese la teglia con l'arrosto per il pranzo e la infornò.
«E sono tutti per me?»
«Proprio così, andiamo a scartarli?»
Harry si precipitò ai piedi dell'albero decorato di palline rosse e dorate e afferrò un pacco, il più grande.
«E questo chi me l'ha fatto?»
«Io»
«E tutti gli altri allora?»
«Be' Silente te ne ha mandato uno, anche Hagrid e un altro è da parte dei tuoi zii»
Il bambino sorrise eccitato e prese a scartare il regalo di Remus.
«Ma è una scopa! Una scopa vera, non un giocattolo! Come quelle dei Cannoni di Chudley!»
A Harry luccicavano gli occhi, corse verso l'uomo e lo abbracciò stretto.


Elephant & Castle, London, 31 Luglio 1991
«Caro Signor Potter, siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie»
«E' fantastico, Harry, sono emozionato quasi quanto te»
«Non vedo l'ora»
«Hogwarts ti piacerà, vedrai»


Diagon Alley, London, 31 Agosto 1991
«Cosa ti manca?»
«L'uniforme e... una bacchetta»
«Bene, tu avviati da Olivander. Io devo prima fare una cosa»
«D'accordo»
Il ragazzo arrivò davanti al negozio che recava un'insegna a lettere d'oro scortecciate sopra la porta con su scritto: Olivander, Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C. Bacchette magiche... Non vedeva l'ora di possederne una. Entrò.
«Buon pomeriggio» disse una voce sommessa.
«Salve» rispose lui con imbarazzo.
«Ah sì» disse l'uomo da dietro il bancone «Sì, sì, sì. Ero sicuro che l'avrei conosciuto presto, Harry Potter. Ha gli occhi di sua madre, sembra ieri che è venuta qui a comperare la sua prima bacchetta magica. Lunga dieci pollici e un quarto, sibilante, di salice. Una bella bacchetta per un lavoro d'incanto» il signor Olivander si fece più vicino. «Suo padre, invece, preferì una bacchetta di mogano. Undici pollici, flessibile. Un po' più potente e ottima per la trasfigurazione. Be' ho detto che suo padre l'aveva preferita... ma in realtà è la bacchetta a scegliere il mago, naturalmente»
I due rimasero a fissarsi in un silenzio che venne poi interrotto dall'ingresso di Lupin. Lui agitava un'ingombrante gabbia in cui era rinchiusa una civetta dal manto bianco come la neve.
«Regalo!» esclamò euforico l'uomo porgendo con delicatezza la gabbia a Harry.


King's Cross Station, London, 1 Settembre 1991
«Harry, ti presento Molly e Arthur Weasley, sono dei miei amici di vecchia data. Uno dei loro figli comincerà il suo primo anno ad Hogwarts quest'anno, proprio come te»
Harry strinse goffamente la mano ai signori Weasley.
«Molto piacere, caro» disse la donna con dolcezza.
Da dietro di loro emerse un ragazzo pieno di lentiggini dai capelli rossi come il fuoco.
«Io sono Ron»
«Piacere Ron, mi chiamo Harry»
«Anche tu tieni per i Cannoni di Chudley?» domandò Ronald indicando la spilla che portava Harry sul maglione.
«Oh si, sono i migliori»
I due stavano per salire sul treno quando Remus afferrò Harry per il il polso e lo tirò a sé per abbracciarlo.
«Buona fortuna, Harry, per qualsiasi cosa scrivimi»
«Ti voglio bene, papà»
«Te ne voglio anche io, tesoro»
Lo lasciò andare e lui salì sull'espresso per Hogwarts. Tutti gli sforzi che Remus aveva fatto negli ultimi undici anni, per crescere Harry da solo, per tenere il suo pericoloso segreto lontano dalla portata del bambino, gli erano stati ripagati con qualcosa che temeva non avrebbe più potuto ricevere ora che due dei suoi migliori amici erano morti e l'altro si trovava ad Azkaban: l'affetto. In quel momento capì perché Silente avesse scelto proprio lui come tutore del bambino, nessuno aveva bisogno d'amore quanto lui.
  
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