Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    16/01/2014    6 recensioni
E' passata una settimana da quando le Yoroi sono tornate a far parte delle loro vite, e riuscire a cedere al sonno sembra diventata un'impresa. Eppure la risposta è molto semplice.
Ed è sempre la stessa.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tonfo del libro buttato malamente a terra, vicino al futon, fu coperto dal frusciare della stoffa. Touma si alzò senza grazia, spazientito.
Era già l'una di notte, e aveva passato le ultime due ore a cercare, senza risultato, di prendere sonno.
Aveva provato a leggere – tre volte – fatto uno spuntino, girato e rigirato in tutte le posizioni possibili, e tutto quello che aveva ottenuto era stato di raggiungere il filo dell'esasperazione.
E dire che era stanchissimo. Era in piedi da molte ore, era stata una giornata pesante e piena di pensieri.
Avrebbe voluto crollare addormentato in pochi minuti, e invece il suo cervello si rifiutava di fermarsi.
Il ritorno delle Yoroi – improvviso, temuto e contemporaneamente inaspettato – era stato come un cuneo che si era conficcato nella loro esistenza, scombinando di nuovo ogni cosa.
La sua unica consolazione, in tutta quella storia, era che anche prima non andava troppo bene; se non altro, le Yoroi non avevano rovinato nulla di particolarmente perfetto. Soltanto una monotona ed irrequieta serie di mesi in cui la mancanza – delle armature, dei suoi Nakama, di una risposta – li aveva logorati senza che riuscissero davvero a rendersene conto.
E adesso era ormai una settimana che sentiva di nuovo la Yoroi dentro di sé, e ancora non aveva trovato un equilibrio.
Quelli erano i momenti in cui desiderava tanto poter essere come Seiji. Di certo il suo nakama aveva già raggiunto una nuova pace interiore, e in quel momento dormiva profondamente, sereno come un bambino.
Touma si sedette di nuovo sul futon, incuriosito. Già il solo immaginare Seiji che dormiva lo aveva fatto sentire un po' meno irrequieto. Chissà se, lasciando un po' aperto quel sottile spiraglio che lo collegava ai suoi nakama, poteva entrare in contatto con Seiji e rubargli un po' della sua imperturbabile calma...
Si stese di nuovo, chiuse gli occhi e cercò invece di aprire gli altri sensi, concentrandosi su Kourin e sul cuore che la possedeva.
Prima ancora di poter valutare se il suo tentativo potesse funzionare, crollò addormentato.

 

Shin si avvicinò alla finestra della sua camera. Si chiese se salendo sul tetto della casa e rimanendo per un po' a guardare il mare, sarebbe riuscito a calmarsi abbastanza da riuscire a prendere sonno.
Sua madre, che aveva il sonno leggerissimo, si era già alzata una volta per chiedergli cosa ci fosse che non andava, e lui aveva dovuto fare uno sforzo per non metterla in allarme.
Si chiese per quanto tempo sarebbe riuscito a nasconderle che c'era di nuovo una Yoroi affondata nel suo petto.
E quanto sarebbe passato prima che qualche nuovo nemico li trascinasse in battaglia. E quanto altro avrebbero dovuto combattere, e soffrire, e rotolarsi nell'incertezza e sacrificare tutto in nome di qualcosa che a volte gli appariva sfuggente e indistinguibile.
E si chiese perchè mai a diciotto anni dovessero essere quelli i motivi che lo tenevano sveglio a quell'ora, invece che una cotta impetuosa, o la vigilia di un esame o l'attesa di una gara sportiva.
Chissà i suoi nakama come stavano.
Erano in preda all'ansia come lui, o si erano fatti una ragione di quella loro nuova condizione? Tornò a stendersi, pensando a loro. Aprì il cuore al loro legame, giusto per sentire come se la stessero cavando.
Quello che provò fu uno strano senso di sdoppiamento. Da un lato, dalla parte del suo cuore abitata da Ryo e Shu, provenivano rabbia, eccitazione, sconforto e irrequietezza.
Dall'altra, da Seiji e da Touma, sentiva espandersi un senso di pace e serenità che lo attirava con grande forza.
Se ne lasciò rapire ed avvolgere, mentre sentiva la mente annebbiarsi lentamente e cedere al sonno.

 

Shu cercò di concentrarsi su qualcosa di bello. Qualcosa di divertente, un progetto interessante da sviluppare per i giorni successivi. Magari qualcosa da fare con i suoi fratelli, che in quegli ultimi giorni aveva trascurato vergognosamente.
Il problema era che non gli veniva nemmeno una mezza idea.
O meglio, di idee e pensieri in mente ne aveva una marea, tutti affollati e sovrapposti. Ma troppi avevano a che fare con quello che era successo a Tokyo, e nessuno era in grado di farlo uscire da quello stato di grande agitazione che lo aveva preso e che non lo lasciava dormire.
Se non fosse stata notte fonda, avrebbe telefonato a Shin e avrebbero fatto quattro chiacchiere, giusto per distrarsi un po'.
Ma non era possibile, non fino alla mattina dopo, e Shu pensò che – di quel passo – sarebbe arrivato a quell'ora ancora sveglio.
Però... se non potevano parlare - non fisicamente – potevano almeno provare ad entrare in contatto in quel modo che ancora faticava a capire, ma gli riusciva ormai sempre più facile e naturale.
Si girò sulla schiena e si concentrò. Sentì scorrere Suiko, e dopo poco anche Tenku e Kourin riverberarono nel suo cuore. Rekka palpitava nell'angolo opposto, nervosa e irregolare, ma il calore degli altri tre elementi lo trascinò verso un fondale silenzioso e pacifico, e in pochi istanti si addormentò.

 

Ryo balzò giù dal ramo su cui aveva trascorso l'ultima mezz'ora, in cerca di qualcosa che lo calmasse un po'. Rekka ruggiva, crepitava e rombava insistentemente dentro di lui, e non gli dava tregua.
Il suo elemento, se si trattava di restare calmi, era di sicuro il più sfavorevole.
Era ormai una settimana che non trovava pace, e quella sera stava toccando punte di irrequietezza che lo rendevano insopportabile anche a sé stesso.
Aveva passato la giornata combattuto tra il desiderio di chiamare i suoi nakama - riuscire a parlare un po', non necessariamente delle Yoroi, sentire come stavano – e l'istinto incontrollabile di starsene da solo e risolvere la questione con le proprie forze, senza trasmettere anche a loro tutta quella agitazione.
Entrò in camera dal piccolo terrazzo. Chiuse la finestra e si mise a letto.
Il desiderio di sentirli con sé si riaffacciò ancora più forte, e stavolta cedette, nonostante la paura di esporli alle proprie fiamme.
Non appena ebbe lasciato libero il flusso di pensieri e sensazioni che lo collegava a loro, si rese conto d quanto fosse stato stupido a tenerli lontani da sé.
La voce pulsante di Rekka sembrava nulla in confronto all'ondata di silenzio e pace che aveva sentito entrare, in una sorta di flusso lento ma inarrestabile, e ben presto sentì che altri quattro cuori stavano mettendo a tacere il suo.
Sentì gli occhi pesanti e la mente sgombra, e dopo poco non sentì più niente.

 

Seiji aprì gli occhi di soprassalto, senza sapere il perchè.
Guardò l'orologio: era da poco passata l'una di notte. Stava dormendo da appena un'ora, ed era riuscito ad addormentarsi solo con un grande sforzo di concentrazione e volontà.
Da una settimana era costretto a ricorrere alla meditazione per poter riposare almeno un po', ed ora era di nuovo sveglio, e si chiese come mai.
Era come se un rumore improvviso lo avesse svegliato, ma non riusciva capire cosa fosse.
Tese le orecchie, il cuore che accelerava appena un po'. Dopo poco, però, si rese conto che non vi era nulla. Non fuori da sé, almeno.
Capì che era stato qualcosa – qualcuno – che silenziosamente si era intrufolato nel suo cuore, e lo stava abitando senza aver chiesto permesso.
Ancora intorpidito dal sonno, si rese conto che nonostante i suoi sforzi non riusciva a sentirsi lucido quanto voleva.
Era una strana sensazione, come galleggiare a mezz'aria. O scendere lentamente a fondo, accompagnato da tiepida acqua. E insieme sentire la carezza di mille fili d'erba richiudersi attorno a lui, mentre il calore si allargava lentamente dal suo centro per raggiungere ogni fibra del suo corpo.
Non sapeva cosa fosse successo esattamente, ma non gli importava. Era qualcosa di sicuro e giusto, e lo stava lentamente portando a cedere di nuovo al sonno.
Un attimo prima di addormentarsi del tutto, Seiji sentì che quella notte avrebbe riposato decisamente meglio di tutte quelle precedenti. Sentì gli angoli della bocca piegarsi in un sorriso involontario, poi tutto sbiadì nel bianco tiepido di Kourin.

 

  
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