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Autore: Drunk on Love    16/01/2014    5 recensioni
Il cane corse via, in direzione dell'ospedale. Solo allora, si accorse che la piccola piangeva. Kakashi andò di fronte al tavolo, osservando con il suo occhio attento la bambina. Aveva la carnagione molto scura, i capelli ricci e degli occhi verdi che contrastavano con la sua pelle. Notò un piccolo graffio sulla guancia. Si decise a prenderla in braccio.
Questa ff parla di Kakashi, che da un giorno all'altro si ritrova padre di una bambina di cui sa solo il nome. Spero che vi piaccia ;)
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Team 7, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1.



Era notte fonda, la neve invernale copriva i tetti di Konoha, e Kakashi dormiva beato nel suo letto caldo, quando fu svegliato da un rumore.
Toc Toc.
Le palpebre si schiusero piano, mentre le orecchie si tesero.
Toc Toc.
Non lo aveva immaginato, dunque. Qualcuno bussava alla sua porta. Sentendo quel rumore sommesso continuare, sbuffando, si decise ad alzarsi. Era scalzo, ma aveva ancora addosso la sua divisa. Era evidentemente pigro e la sera prima era talmente stanco che si era buttato nel letto senza pensarci.
Toc Toc.
«Arrivo!» brontolò. Aprì la porta.
Una donna incappucciata e alquanto agitata gli si parò davanti. Piangeva e si guardava intorno, come se avesse paura che qualcuno potesse vederla.
«E lei sarebbe...?» esordì Kakashi, aggrottando le sopracciglia. La osservò meglio: aveva in mano un fagotto che sembrava pesante, mentre la lunga tunica scura che portava addosso era inzuppata di acqua. L'Hatake guardò i suoi piedi. Sotto la donna si spargeva un'ampia macchia di sangue.
«La prego, mi aiuti. La scongiuro.. La supplico..» farfugliò la donna tra i singhiozzi. Kakashi, in genere sempre molto lucido e calmo, non seppe che fare.
Al diavolo. Sono un jonin di un certo livello, mi saprò difendere da una donna che piange. Pensò mentre si lasciava libero l'uscio per farla entrare in casa.
«Lei chi è?» ripeté Kakashi, mentre l'ospite inaspettata continuava a guardarsi in giro allarmata.
«I-Io non sono nessuno.» disse la donna, guardandolo per la prima volta in faccia. Rimase sorpresa nel vedere i capelli scintillanti e argentei del ragazzo. Kakashi rimase calmo.
«Se lei non è nessuno, mi spiega perché è così agitata? E mi dice perché sta sanguinando?»
La donna sembrava essersi accorta solo ora della scia di gocce di sangue che aveva lasciato sul pavimento di Kakashi. Finalmente la donna si tolse il cappuccio, liberando lunghi capelli biondi e un paio d'occhi scuri.
«Mi deve fare una promessa.» disse seria rivolta al ragazzo dai capelli d'argento.
«Senta, non sono un ninja medico, se vuole...» cominciò a dire, ma la frase gli morì in gola non appena vide che la donna stava scoprendo il suo fagotto.
Un urlo, uno solo, acuto e squillante, quello di un neonato.
«Cosa..» Kakashi studiò meglio la sua ospite. Lei aveva uno sguardo serio e pieno di dolore, come se stesse per fare qualcosa di cui si sarebbe pentita.
«Lei è mia figlia.» disse con una punta di rammarico. Una testolina tutta nera spuntò dalle braccia della donna.
«Che significa?» Kakashi non era uno stupido; se una donna spaurita e singhiozzante si imbucava in casa di uno sconosciuto piena di sangue e con una bambina tra le braccia, non era per bersi un the. Tuttavia, lui avrebbe preferito offrirle un the, piuttosto che sentirsi dire ciò che si aspettava e temeva.
«Promettimi che la crescerai..» cominciò la bionda, prima di essere colta da una fitta al torace. Kakashi le si avvicinò e poggiò la mano fredda sulla ferita appena sotto il seno della donna, per darle un po' di sollievo. Stava morendo.
«Promettimi che non la abbandonerai.» continuò con un filo di voce. L'Hatake rifletté su quelle parole. Aveva ventisette anni, un figlio non era nelle sue aspettative, per di più era un ninja da quando era nato e non aveva molta esperienza in campo.
«Come si chiama?» chiese con voce fredda, ma gentile.
«Sukai.» sussurrò la sconosciuta con un uno spasimo d'agonia, prima di accasciarsi al suolo.
«Sukai...» ripetè Kakashi. Cielo. Gli venne quasi da ridere: una donna gli era appena morta di fronte, gli aveva lasciato una bambina ed una grandissima responsabilità, eppure era rimasto lucido, calmo, come se stesse osservando la scena dall'esterno. Dopo qualche secondo, si alzò in piedi, si moriscò la mano e invocò Buru, il suo cane più grosso.
«Portala da Tsunade, anche se non c'è molto da fare.» ordinò mentre sistemava la donna sul dorso del suo fedele compagno.
Il cane corse via, in direzione dell'ospedale. Solo allora, si accorse che la piccola piangeva. Kakashi andò di fronte al tavolo, osservando con il suo occhio attento la bambina. Aveva la carnagione molto scura, i capelli ricci e degli occhi verdi che contrastavano con la sua pelle. Notò un piccolo graffio sulla guancia. Si decise a prenderla in braccio.
«Bene, Sukai, pare che d'ora in poi sarò il tuo papà.» disse guardandola con una faccia che fece ridere la bambina. Scoprì improvvisamente di essere spaventato e insicuro, ma il sorriso allegro e innocente di Sukai lo calmò.
«Non so chi era tua madre, ma sono sicuro che era molto coraggiosa.» disse abbassandosi la maschera per scoccare un bacio sulla fronte della neonata.
 
Jiraiya era ancora in piedi, quando  Kakashi bussò alla sua porta.
«Chi diavolo è a quest’ora?» si avviò ad aprire la porta principale.
Grande fu la sorpresa quando si ritrovò Kakashi a due palmi dal naso, per di più con in braccio un pacco che l’eremita identificò come bambino.
«Qual buon vento?» chiese Jiraiya all’amico.
Kakashi si limitò a far scorrere l’occhio nero sulla bambina ben coperta.
L’eremita sospirò e lo fece entrare in casa. Si sedettero su un piccolo divano, mentre il ragazzo dai capelli argentei scopriva la bambina.
«Jiraiya, ti presento Sukai, Sukai, lui è Jiraiya.» disse calmo e gentile.
«Ti è venuta voglia di fare il papà?» chiese Jiraiya ironico, prendendo una mano della bimba e giocando con le sue dita.
Kakashi scostò un ciuffetto di capelli dalla fronte di Sukai e si decise a raccontare tutta la storia.
«Cioè, in poche parole, una donna ti è morta tre le braccia, lasciandoti sua figlia e chiedendoti di crescerla.» riassunse l’eremita, dopo averci pensato un po’.
Kakashi annuì.
«Bel pasticcio… Manterrai la promessa?» chiese serio, guardandolo nell’unico occhio visibile.
«Non lo so Jiraiya. Un po’ sono preoccupato. Se decido di mantenere la promessa dovrò smettere di andare in missione per un po’ e lascerei i miei allievi allo sbaraglio, senza contare che cambiare maestro è impegnativo. D’altra parte, se decidessi di non farlo, chissà che fine farebbe questa povera bambina.» si interruppe guardando con pietà Sukai.
«In definitiva, vorrei un tuo consiglio.» concluse.
«Kakashi il copia ninja viene a chiedere aiuto all’eremita pervertito? Sei messo male.» ridacchiò Jiraiya, dandogli una pacca sulla spalla.
Kakashi sospirò, piegando di lato la testa e facendo ridere Sukai.
«Pare proprio di sì.» rispose rassegnato.
«Dormiamoci su; domattina vedremo cosa fare.» propose l’eremita.
«D’accordo. Oh, a proposito…» cominciò a dire Kakashi, portandosi una mano dietro la testa e sorridendo d’imbarazzo.
«Si?»
«Sai far addormentare una bambina?» chiese con la sua risatina a mezza voce.
Jiraiya rise a sua volta.
«Ci penso io, tu vai a dormire.» rispose.
 
 
«KAKASHI HATAKE!» un urlo di rabbia fece svegliare di colpo Kakashi e Jiraiya.
Una ragazza dai capelli rosa e gli occhi verdi ma furenti si intrufolò in casa dell’eremita, saltando da una finestra.
Jiraiya ci mise un po’ a destarsi del tutto, mentre invece Kakashi era già in piedi, sull’attenti, a sorbirsi il rimprovero da parte della sua allieva.
«Ma è mai possibile che faccia sempre tardi? Poi ci credo che Naruto se la prende comoda, se il suo maestro è il primo! Ma dove avete la testa?» continuò Sakura.
«Ma aspetta, Sakura, posso spieg…» uno strillo acuto seguito da un pianto lagnoso interruppe Kakashi.
«Che cosa è stato?» chiese allarmata la ragazza, portando un kunai alla mano.
Kakashi posò l’occhio sull’arma di Sakura.
«Tranquilla: a meno che tu non abbia paura dei neonati, quello non ti serve.» la tranquillizzò, andando a prendere in braccio la piccola Sukai.
«Ben svegliata, piccola. Lei è Sakura. Salura, lei è Sukai.» le presentò.
Sakura, per la prima volta in vita sua, si fece scivolare il kunai dalle mani, lasciandolo cadere a terra. Aveva gli occhi sgranati e farfugliava qualcosa di incomprensibile.
«Ti spiegherò tutto più tardi, con Naruto e Saskue.» disse l’albino, mentre la bambina gli tirava il coprifronte mirando a scoprire l’occhio sinistro.
Sakura, ancora stupita, guardava interrogativa il suo maestro.
«Andiamo, Sakura, lascia respirare il povero Kakashi. Si è già messo in un bel guaio, non stare appiccicata a lui!» si intromise, con un sorrisetto ironico sulle labbra, l’eremita dei rospi.
Sakura preferiva girare i tacchi e aspettare con i suoi compagni, piuttosto che mettersi a parlare con quel pervertito di Jiraiya.
E così fece.
«Ma cosa ho detto?» si chiese l’eremita, mentre Kakashi sorrideva in silenzio e la bambina strepitava.
«Direi che ha fame. Intuì Kakashi.»
Dopo un po’, Jiraiya si accorse di avere lo sguardo dell’albino puntato addosso.
«Perché guardi me?»
«Chi dovrei guardare, scusa? Ieri sono venuto a chiederti aiuto, adesso aiutami.» rispose calmo.
Jiraiya sbuffò passandosi una mano sul volto.
«Andiamo da Tsunade. Magari lei saprà dirci che fare.» propose infine.
Kakashi annuì.
Usciti di casa, trovarono Sakura, Naruto e Sasuke ad aspettarli.
Alla vista del loro maestro con una bambina in braccio, spalancarono le mascelle fino a terra.
Perfino Sasuke ebbe la stessa reazione.
«D’accordo, ora venite con noi, ma non una parola fino a che non lo dico io, chiaro? Andremo da Tsunade, per cui guai a chi fiata.» li ammonì Kakashi.
I ragazzi annuirono e si avviarono.
 
 
«KAKASHI HATAKE!» Sakura si meravigliò di come somigliasse al Quinto Hokage.
Jiraiya si rizzò sull’attenti, sperando che Tsunade non urlasse anche il suo nome.
«JIRAIYA GOKESTU!» Come non detto.
Kakashi strinse la piccola a sé in un abbraccio protettivo, cercando di ovattarle le orecchie.
«Che diavolo vi è saltato in mente? Vi rendete conto di chi state nascondendo?» tuonò Tsunade.
Kakashi e Jiraiya si guardarono interrogativi, aggrottando le sopracciglia.
«Noi non stiamo nascondendo nesusno.» azzardò Kakashi.
«Ne sei proprio sicuro?» la voce del Quinto Hokage era severa, per niente rassicurante.
Kakashi si sentì come quando, da ragazzino, Minato lo rimproverava per aver sbagliato qualcosa.
«Di che stai parlando?» chiese. Era preoccupato, ma era molto bravo a non darlo a vedere.
Tsunade sospirò e si immerse nello schienale della sua poltronda, chiudendo gli occhi.
«La donna che mi ha portato ieri Buru, oltre che morta, era… » si fermò, poi riaprì gli occhi e guardò i due a metà fra l’arrabbiato e il preoccupato.
«…un’evasa dalle carceri del Villaggio della Nebbia.» concluse.



Spazio autrice
Devo ammettere che non mi fa impazzire, ma non sono riuscita a fare di meglio. Comunque ho già scritto altri capitoli e spero di riuscire ad aggiornare presto.
Se avete qualche consiglio da darmi o qualunque altra cosa, per favore, recensite e fatemi sapere se vi è piaciuta.
Grazie a chi leggerà e un granzie in più a chi recensirà ;)

-Drunk on Love-

 
  
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