Il Genio
si lanciò
nello spazio senza alcuna protezione: grazie al suo enorme potere
magico l’oscurità
interdimensionale non aveva effetto su di lui. Sebbene non ci fosse mai
stato
prima, non poté proprio fare a meno di notare che lo spazio
esistente tra i
mondi era piuttosto strano: fra ogni astro c’era un
affascinante collegamento,
costituito da diverse scie dorate,
che parevano espandersi progressivamente. In particolare fu attratto da
un
fenomeno non del tutto definito che stava in qualche modo fondendo
insieme due
mondi. Uno era un mondo composto quasi completamente da acqua, lo
riconobbe
subito come Atlantica; l’altro, invece, non lo conosceva: era
una terra
costituita da un palazzo e da una piccola città, che
terminava in modo brusco
con un’alta scogliera, sotto al quale, però, non
c’era traccia di acqua. I due
mondi, in effetti, sembravano completarsi. Probabilmente,
rifletté, quando molto
tempo prima esisteva un unico mondo, la scogliera e la città
si affacciavano
sul mare di Atlantica. Stavano in qualche modo tornando a essere un
unico
mondo, proprio com’era successo in altri casi straordinari:
Londra e l’Isola
Che Non C’è, ad esempio, condividevano
un’unica Serratura.
Era comunque una reazione anomala,
alla quale le barriere
opponevano una fitta resistenza…
Probabilmente la terra stava tremando e il mare era molto
agitato, per
via di quello strano fenomeno… Sarebbe potuto essere
pericoloso. Senza esitare
ulteriormente si tuffò nel mondo acquatico.
Si ritrovò nella zona all’ingresso del palazzo di
Atlantica e si imbatté in un
tritone dall’aspetto autoritario, con lunghi capelli bianchi
sui quali poggiava
una corona e una barba altrettanto candida. Pareva molto agitato mentre
osservava le rocce tremare e la sabbia innalzarsi a teneva in mano il
Tridente e
appena lo vide si acciglio.
“Chi sei tu?” chiese bruscamente.
“Oh, Nessuno… Solo un curioso
viaggiatore… Venendo qui ho notato che le cose non
vanno proprio benissimo e quindi ho pensato che forse vi serviva
dell’aiuto…”
“Oh, e come potresti aiutarmi? Il mio potere non mi consente
di fermare ciò…”
disse il Tritone sconsolato.
“Neanche il mio purtroppo,” ammise il genio.
“Be’, da soli non possiamo fare
niente, ma se uniamo le forze potremmo farcela!”
esclamò il Genio entusiasta.
“Tu credi? Be’, non esitiamo allora, sbrighiamoci,
il popolo è terrorizzato…
Seguimi…”
Salirono fino alla superficie, dove un impressionante spettacolo li
attendeva:
la barriera non era più invisibile: il cielo era coperto da
nuvole gialle e
marroni, quasi dorate... Il mare era agitatissimo…. Fulmini
violacei si
abbattevano sulla superficie tanto irregolare.
“Forza, viaggiatore! Verso l’alto!”
urlò il tritone, cercando di sovrastare il
rumore della tempesta e puntando il Tridente verso il cielo…
Il Genio a sua
volta fece volteggiare il dito verso l’alto. I due, insieme,
crearono un raggio
d’argento che si innalzò e sovrastò
tutto, fino a raggiungere l’esterno della
barriera…
Tutto divenne buio e il Genio si sentì soffocare, ma tutto
cessò com’era
iniziato.
Ringraziò distrattamente e comunicò infine: “Scusa, devo andare!” poi s’immerse nuovamente.
Il Genio, soddisfatto, volò via.