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Autore: misslegolas86    16/01/2014    4 recensioni
“Tu dici? Io dovrei togliere il pane al mio popolo per aiutare te? Questa è una questione che non mi riguarda. Eri tu e i tuoi discendenti che dovevate pensare al loro benessere. Ma vedo che non sapete provvedere neanche al vostro stesso bene. Questo è tuo nipote giusto?” continuò rivolgendo lo sguardo su Thorin e osservando con disgusto prima la tunica e i calzoni bruciati e macchiati di sangue e cenere poi i capelli e la barba arruffati e a tratti inceneriti “Anche il miglior mendicante della razza degli uomini sarebbe conciato meglio.”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Thorin avanzava a fatica arrancando sui sentieri di quella foresta che sembrava non finire mai. Il reame degli Elfi era profondamente immerso nelle propagini del Bosco Atro e lontano miglia e miglia da Erebor.
Il giovane principe dei Nani ormai riusciva a spingere un passo dopo l’altro solo facendo appello alla sua enorme forza di volontà. Aveva dolori e bruciature in tutto il corpo e il cuore più pesante di un macigno.
Le fiamme nel cielo e il fumo nelle grandi sale di Erebor, le grida di dolore e spavento della sua gente erano ormai indelebilmente impresse nella sua mente. L’acre sapore dell’impotenza davanti a tanta distruzione era ancora lì a bagnare la sua bocca. Lui nipote e figlio di re aveva dovuto vedere il suo regno, la sua casa, il suo popolo annientati in un vortice di fuoco improvviso. Nulla aveva potuto fare. Il suo esercito che aveva schierato in difesa delle enormi porte di Erebor era stato spazzato ancora prima di poter combattere. Il resto era stata una fuga precipitosa senza la possibilità di prendere niente. Thorin era entrato e uscito da Erebor cercando di salvare quanti più nani possibile, aiutando i feriti e portando a spalla i bambini terrorizzati, loro il futuro di un popolo ormai prostrato.
Dopo giorni di marcia interminabile il popolo di Durin finalmente raggiunse il Reame Boscoso. Ma il sollievo di essere riusciti a raggiungere quella metà durò poco. I cancelli erano sprangati e le guardie in allerta.
Thor avanzò e cominciò a parlare “Siamo i nani della Montagna. Chiediamo asilo e udienza al vostro Re.”
“Sappiamo da molto chi siete” lo interruppe una delle sentinelle “Vi teniamo d’occhio da molto. Siete arrivati incolumi fin qui solo perché così è stato voluto dal nostro Signore. Noi non lasciamo che estranei entrino nel nostro territorio.” Concluse sprezzante.
“In ogni caso non oltrepasserete i cancelli” disse il suo compagno, un elfo dai capelli d’oro come il sole “Verrà ricevuto solo il vostro capo.”
“Io sono Thor, Re sotto la Montagna” ribattè il vecchio nano sottolineando il titolo che gli spettava in risposta alla dicitura sprezzante di capo “ Ed entrerò accompagnato dai miei eredi” concluse cercando di domare la collera.
“Sia come vuoi ma il tuo popolo resterà qui.”
Fu così che Thor seguito da suo figlio e suo nipote fu condotto nella Sala del Trono.
Thranduill, splendido nelle sue vesti e cinto di una corona boschiva, non si alzò neanche dal trono al loro arrivo ma cominciò subito a parlare.
“Vedo che non mi ero sbagliato Thor quando ti misi in guardia dall’avarizia. Ora è giunta la rovina che tu stesso hai chiamato su di te.” Le parole erano sferzanti e fredde.
Thorin osservò stupito il nonno sotterrare l’orgoglio per il bene del suo popolo ormai prostrato dal bisogno e invece di rispondere a tono il vecchio nano disse “Thranduill non sono qui per me o per i miei discendenti ma per il mio popolo. Aiuta i figli di Durin, dai loro ospitalità finchè saranno in grado di riprendere il viaggio e per l’eternità non avrai a pentirtene.”
Thranduill li osservò con occhi gelidi, due pozzi di limpida acqua azzurra privi di qualsiasi calore o umana comprensione e poi incredibilmente sorrise, un riso sarcastico e freddo seguito da parole taglienti.
“Tu dici? Io dovrei togliere il pane al mio popolo per aiutare te? Questa è una questione che non mi riguarda. Eri tu e i tuoi discendenti che dovevate pensare al loro benessere. Ma vedo che non sapete provvedere neanche al vostro stesso bene. Questo è tuo nipote giusto?” continuò rivolgendo lo sguardo su Thorin e osservando con disgusto prima la tunica e i calzoni bruciati e macchiati di sangue e cenere poi i capelli e la barba arruffati e a tratti inceneriti “Anche il  miglior mendicante della razza degli uomini sarebbe conciato meglio.”
Come impresse da una lama arroventata quelle parole bruciarono nella mente del giovane nano. Thorin aveva lasciato Erebor solo con la tunica che indossava al momento dell’arrivo di Smaug e fumo e fiamme avevano lasciato il loro segno sull’indumento. Quanto al mantello lo aveva ceduto ad un nano che cercava di proteggere dal freddo suo figlio durante il viaggio. Quella scena tornò nitida alla sua mente mentre lanciava uno sguardo di puro odio al saccente re degli Elfi.

L’immenso accampamento del popolo di Durin approntato per trascorrere la notte era più silenzioso di una veglia funebre. Tutto taceva a parte qualche gemito dei feriti e il pianto disperato di qualche piccolo nano. Il freddo era pungente e crudele neanche i fuochi riuscivano a dare tepore e sollievo. Non si era mai avuto un inverno così gelido e il reame degli Elfi era ancora lontano.
Le notti erano  il momento peggiore per Thorin. Ogni volta che chiudeva gli occhi l’orrore della distruzione di Smaug gli si riversava addosso. Non era più riuscito a riposare da quando era arrivato il drago. Pur sentendosi stanco e addolorato più che mai gli era impossibile dormire, era come se avesse lasciato il sonno così come il cuore ad Erebor.
E così ogni notte vagava per il campo cercando di dare conforto alla sua gente. Un conforto che non sentiva neanche per se stesso.
“Papà ho freddo.” La voce affranta di un piccolo nano arrivò alle sue orecchie.
“Lo so Nail, lo so. Ma non ho nulla da poterti dare, figliolo.” Rispose il padre. Thorin si fermò. Il nano corpulento dalla barba folta ma bruciacchiata non aveva che una leggera tunica e neanche un mantello per poter coprire il suo bambino che teneva in braccio per dargli un po’ del suo calore.
Thorin immediatamente si tolse il manto foderato di pelliccia e lo donò al piccolo. Il padre riconoscente si inchinò ma Thorin gli pose una mano sulla spalla e disse “Non ce n’è bisogno, fratello. Siamo tutti figli di Durin.”
“Ma principe” ribattè l’altro.
“No principe. Thorin, solo Thorin” concluse allontanandosi. Avrebbe continuato a guidare il suo popolo ma non perché quel diritto gli spettava per nascita. Quella notte Thorin aveva capito che essere l’erede di un trono ormai scomparso avrebbe significato sacrificare tutto se stesso per ridonare alla sua gente una vita prospera e dignitosa.

Thorin perso nei suoi pensieri fu riscosso dalle parole irate di suo padre e suo nonno che in khuzdul imprecavano contro il re degli elfi. Guardie elfiche li circondarono e li trascinarono alla porta. Ma Thorin prima di essere condotto fuori lanciò un ultimo sguardo a Thranduill assiso impassibile sul suo trono. Lui lasciando Erebor non aveva preso nulla per sé. Salvare la sua gente era stato l’unico suo pensiero come principe ereditario e come guerriero era questo il suo dovere e lo aveva adempiuto senza alcuna esitazione pur essendo solo un ragazzo. Le sue azioni sarebbero state degne di lode e la sua gente gli aveva riconosciuto rispetto e ammirazione. Eppure un elfo spocchioso si sentiva autorizzato a sbeffeggiare lui e il suo popolo. Tremando di rabbia giurò a se stesso che mai avrebbe dimenticato e mai avrebbe perdonato le offese arrecate ai figli di Durin. Mai.

SPAZIO AUTRICE
Esordisco in questo fandom ma dopo la visione della Desolazione di Smaug non sono riuscita a domare tutte le emozioni. Il mio rimedio in questo caso è uno solo: scrivere. Se non si è capito dalla storia amo Thorin. Un personaggio complesso, intrigante e fiero che ho imparato ad apprezzare sempre di più fin dal primo film. Ho adorato lo sfogo di Thorin nel Reame Boscoso. Non poteva mantenere la calma in quella situazione era logico ;) Da qui l’ispirazione di scrivere la scena della prima visita dei nani al Reame Boscoso dopo l’arrivo di Smaug.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e ancora di più coloro che lasceranno un loro commento. Ci tengo davvero tanto a sapere cosa ne pensate.
A presto    
   

 

  
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