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Autore: B r o K e n    02/06/2008    4 recensioni
Lui, l’essere più insulso che abbia mai conosciuto, l’essere più sfrontato, stupido e buono a nulla che possa esistere sulla faccia della terra, Faron Wood, nonché fratello della mia migliore amica Cassie Wood, così diversi, e così uguali allo stesso tempo...
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che bello leggere le vostre recensioni

Che bello leggere le vostre recensioni!!

Mi fanno enormemente piacere, spero continuiate a leggere ^^

Ego di me stesso, quando avrò un po’ di tempo libero, prometto che vengo a leggere qualcosa di tuo^^

Adesso vi lascio la nuovo capitolo, scusate se non vi è chiaro il comportamento di Faron, ma è un personaggio un po’ lunatico!

Buona lettura…

Rose xoxo

4.

Era sera.

Le numerosi luci degli altri yacht, illuminavano il posto, che lo rendevano ancora più affascinante e meraviglioso.

Avevamo appena finito di mangiare, Lise e Faron, li perdemmo di vista, e sullo yacht rimanemmo in quattro, io, Cassie, Aretha e suo fratello Hale a chiacchierare animamene, ricordando le vicende delle nostre vite passate

-ti ricordi quando siamo andate a Parigi con la scuola?- ci domandò Cassie – lo ricordate Adrien?- disse con aria sognante, si era infatuata di questo francese e gli andò dietro per tutta la durata del viaggio, che ridere al solo pensiero!

-si che me lo ricordo, poverino, praticamente gli stavi sempre dietro!- dissi scoppiando a ridere e si unirono in coro tutti gli altri.

Non appena si fecero le due di notte, andammo a letto, perché Aretha e Cassie, dovevano alzarsi presto, motivo? Beh, semplice, dovevano prendere il sole, scontata la risposta!

Non avevo assolutamente sonno, ma tuttavia decisi di seguirle perché mi imbarazzava rimanere sola con Hale di notte.

Ero a letto e non riuscivo e prendere sonno, quando il mio cellulare prese a vibrare, il numero non lo conoscevo, ero indecisa se rispondere o meno, alla fine risposi, dopo una serie infinita di squilli

-pronto?- dissi andando verso il bagno per non svegliare le altre

-Bee!- riconobbi subito la sua voce…

-Faron?- dissi stranita del fatto che fosse lui

-chi, altrimenti? Stavi dormendo? Scusa se ti ho svegliata, ma non so a chi rivolgermi- il tono della sua voce era strano, ma cosa gli era successo?

-che sta succedendo?-

-devi aiutarmi!-

-cosa???-

-si, per favore- chiese disperato, non l’avevo mai sentito così

-e Lise?-

-non so dove sia, poi ci siamo separati!-

-dove sei?-

-vicino il supermarket di questa mattina, esattamente accanto la panchina-

-arrivo- chiusi la chiamata, mi vestii di fretta, bussai in camera di Hale, ma non rispose nessuno, evidentemente era uscito, indossai le scarpe ed uscii anch’io, camminai svelta, non mi piace andare in giro da sola, a quel ora della notte, anche se tuttavia la piazza era piena di gente nonostante l’orario, non appena fui davanti il supermarket, vidi la sua ombra seduta su quella panchina, gli andai incontro.

-che succede? Perché mi chiami a quest’ora della notte? Spero sia qualcosa di serio, altrimenti non te la perdono- aveva lo sguardo rivolto per terra – e guardami in faccia quando ti parlo!!- alzò lo sguardo, e grazie alla luce del lampione, notai nell’occhio destro un livido –oddio, ma cosa ti sei fatto?- dissi non appena capii

-nulla, una sciocchezza!-

-io non la chiamerei così… cos’è successo? Perché devi sempre cacciarti nei guai? Non riesci a starne lontano? E Lise? dov’è? Non è la tua ragazza? Perché ti ha lasciato da solo?-

-Lei non è la mia ragazza- si limitò a rispondere, lasciai cadere li il discorso

-dai torniamo a casa-

-non posso!-

-cosa?-

-non riesco ad alzarmi, ho male al ginocchio!-

-prova ad alzarti, non possiamo rimanere tutta la notte qui!-

-perché no?-

-come?- ma era impazzito? Gli stavo dando una mano, ma adesso non doveva immaginarsi chissà cosa da parte mia, è sempre il mio nemico number one, cosa pretendeva da me?

-resta con te, per favore-

-perché hai chiamato me? Perché non chiamavi tua sorella?-

-non posso?-

-vuoi spiegarti meglio? Non ti capisco-

-ed è meglio così, fidati. Promettimi che non dirai nulla di stasera a Cassie?-

-e perché dovrei farlo? Lei è la mia migliore amica- ribattei

-accontentami, per una volta, solo questa volta-

-soltanto se mi prometti che poi mi spieghi-

-te lo prometto!-

-e adesso?- dissi guardandomi intorno

-rimani qui con me, non ho voglia di stare solo- mi sedetti in quella panchina, il più lontana da lui possibile, non ci eravamo avvicinati quasi mai, c’era sempre stato almeno un metro di distanza tra di noi

-sei che sei strano?-

-mai quanto te- disse sorridendo, cosa? Stava sorridendo? A me? Ero convinta che stesse male per davvero

-mi dispiace, ma sei tu la stranezza fatta per eccellenza!-

-forse questa volta devo darti ragione- sorrise di nuovo, era strano, era gentile e mi dava anche ragione, secondo me si era semplicemente drogato.

-come si chiama?-

-cosa?-

-come si chiama? Dai su me lo puoi dire!-

-Bee non riesco a capire! Spiegati meglio!-

-extasi, eroina, cocaina, marijuana, cos’hai assunto?- l’espressione del suo viso cambiò totalmente, mi guardò in una maniera indecifrabile, il volto si tese, si morse le labbra e gli occhi si fecero più scuri

-ma che diavolo dici?- sbottò –ma dove le trovi certe sparate? Sei assurda, semplicemente assurda, ragiona quando dici le cose, diamine!!-

-Hey, guarda che stavo solo scherzando! Mamma mia, non prendertela così tanto!- dissi spostandomi un po’ più lontana

-si, però io non mi drogo, non voglio che ti metti strane idee in testa!- disse assumendo la medesima espressione

-chi ti capisce è bravo!- non avevo intenzione di rimanere un minuto in più con lui, feci per alzarmi, quando mi sentii afferrare per il polso, mi voltai –ma si può sapere che vuoi? Tra le tante persone che ci sono chiami me, mi svegli a quest’ora della notte, mi fai venire fino a qui, ti trovo con occhio nero e un ginocchio slogato, e non mi spieghi cosa ti è successo, l’attimo prima sei gentile e quello dopo sgarbato, ma cosa vuoi da me?- sospirai imbronciata, mi ero veramente stufata del suo atteggiamento enigmatico.

-scusa- mi lasciò il polso e alzò lo sguardo, i suoi occhi alla luce del lampione sembravano umidi e particolarmente malinconici, imploravano aiuto di questo ne ero sicura, ma come avrei mai potuto aiutarlo? Non conoscevo nulla di lui…

-vuoi spiegarmi il tuo problema? Per una volta posso mettere da parte l’antipatia che provo nei tuoi confronti e chiuderla dentro un cassetto!- mi sforzai di sorridergli, cercai in qualche modo di sembrare spontanea, anche se non lo ero per niente, era troppo stravagante per me quella situazione.

-vorrei, ma non posso- e di nuovo quel dolore che riuscivo a leggere nei suoi occhi

-perché?-

-non potresti capire-

-chi lo dice?-

-fidati- rispose secco

-beh devo proprio dirti che di me, probabilmente non hai mai capito nulla!-

-probabilmente hai ragione- lasciai cadere il discorso, tanto non avrebbe aperto bocca, bene o male avevo imparato a conoscerlo in questi otto anni.

-hai intenzione di rimanere qui tutta la notte?-

-e perché no?-

-dai dico seriamente-

-anche io-

-ma io non ho intenzione di rimanere qui da sola con te, tutta la notte!-

-hai paura che ti violenti? Hai paura che ci possa provare con te? Non preoccuparti non corri il rischio- disse con aria sdegnata

-ah tante grazie, adesso si che mi sento più sicura!- scoppiò a ridere, io lo ignorai, era tornato esattamente quello di sempre – beh, vado per davvero-

-non lo farai-

-scommettiamo?- dissi alzandomi

-perché altrimenti cosa fai?-

-Hale!- quel nome mi fece paralizzare, aveva colto il mio punto debole, sarebbe stato capace di fare qualsiasi cosa, pur di farmela pagare –colpita e affondata, su siediti!- disse ridendosela di gusto, quanto mi provocava fastidio quella sua risata così acuta e squillante!

-ti odio- dissi sedendomi

-no, non mi odi, ma qualunque cosa sia io di più!- disse facendo quel suo sorriso beffardo.

  
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