Di zuffe e bizzarre metafore disneyane
«’Suke aspetta!»
Esclamò
Naruto irrompendo con malagrazia nella camera che per
quella notte avrebbe condiviso con l’amico.
«Kami, Dobe, sei una persecuzione.
Che cavolo vuoi?»
«Teme!
Ma la smetti di insultarmi?! Io volevo- ehi! Perché c’è un letto solo?»
Naruto, suo malgrado, non era in grado di collegare la bocca con il cervello, e
quindi tutto quello che gli passava per la mente veniva espulso, senza filtro
alcuno. Quindi un’uscita del genere, con tutte le implicazioni che comportava
in una situazione simile, spinse le sue belle guance glabre sull’orlo dell’autocombustione
e mise tra lui e il suo interlocutore un pesante silenzio carico d’imbarazzo.
«No,
cioè, volevo dire…» cominciò grattandosi la nuca con una mano in chiaro segno
di disagio «credevo che dopo Shika e Cho assegnassero solo alle ragazze letti matrimoniali» terminò
con una risatina vagamente isterica.
«Beh,
Usuratonkachi, spero vivamente che tu non voglia
essere molesto come Akimichi, perché in tal caso
posso assicurarti che non sarò io a dormire sul pavimento»
«No
no, ma io non volevo dire questo! Mi faccio piccolo piccolo
se voglio » chiarì Naruto tentando di sdrammatizzare
la situazione e alleggerire un po’ la tensione, per poi aggiungere «lo sai…»
con un filo di voce, alludendo alle innumerevoli notti in cui da bambini
avevano condiviso lo stesso letto. A volte Sasuke si
faceva abbracciare e dormivano tutta la notte con le gambe intrecciate e la
testa sullo stesso cuscino, altre volte invece il moro rivendicava la propria
virilità di ometto asserendo che le
femminucce dormono abbracciate e allora Naruto
stava tutto attento a non sfiorarlo nemmeno, accontentandosi di avvertire il
suo calore sotto le coperte.
«Beh
comunque non importa. Dubito che tu voglia restare qui stanotte. Sbaglio?»
«E
dove dovrei andare scusa?»
«Mi
sembra che Suigetsu e Sai siano stati piuttosto chiari nel farti capire che gradirebbero
la tua presenza nel loro letto. E non mi sembra che tu abbia disdegnato» asserì
velenoso, gelando il sorriso carico di tenerezza che era affiorato sul volto di
Naruto a quei ricordi.
«Teme
ma che accidenti stai dicendo?»
«Quello
che ho detto. Sei un po’ lento eh»
«Sai
una cosa, Sasuke? Sei proprio un coglione»
E
così dicendo spense definitivamente il cervello, raggiungendo l’Uchiha superando il letto che li divideva, afferrandogli il
bavero della camicia e premendoselo contro con forza stampandogli sulle labbra
un bacio decisamente maldestro.
«Aja! Sei un… un… dobe! maledizione!»
Imprecò
l’Uchica, quando avvertì i denti del compagno cozzare
dolorosamente contro il proprio labbro inferiore.
«Teme
vaffanculo! Doveva essere una cosa ad effetto perché devi rovinare sempre
tutto?!»
«La
dentata in effetti è stata decisamente ad effetto, imbecille!»
«Non
era una dentata! Era un bacio! È tutta colpa tua che sei un… frigido!»
«Frigido? Chi sarebbe il frigido,
scusami?» indagò Sasuke rosso di rabbia con un
pericolosissimo tic all’occhio sinistro.
«TU!
Dovevi farti baciare non startene lì come un pezzo di legno!»
«Ma
se da come sei partito sembrava che volessi darmi una testata!»
«E
invece no! Io volevo darti un bacio! Di quelli che ti fanno capire tutto, no?!
Come nei film! E tu dovevi abbracciarmi e dirmi “Ti amo anch’io Naru!” e poi vissero per sempre felici e contenti!»
concluse il nostro eroe biondo e scemo, perdendo completamente il senno.
«Ma
che cavolo stai dicendo? Ma che è Cenerentola??!! E poi cosa avrei dovuto risponderti
io??! Tu mica hai detto- Un momento… mi ami,
dobe?» terminò con un sorrisetto sghembo a stirargli
le labbra, da vero bastardo qual era, divertendosi a punzecchiare il biondo e
la sua lingua troppo lunga.
Se
le guance di Naruto precedentemente erano sull’orlo
della combustione, ora Sasuke poteva distintamente
sentirle sfrigolare, come se stessero sulla brace.
Si
prese un secondo, un attimo appena, per scrutare il proprio migliore amico
boccheggiante e con gli occhio lucidi e maledettamente troppo azzurri, per poi
tirarlo via da quella dannata graticola e baciargli le labbra piene e rosse,
come le fragole.
Ci
aveva riflettuto Sasuke, prima di fare quello che
aveva fatto. Un po’ perché lui era una di quelle persone avvedute al limite del
maniacale che pensano mille volte prima di fare le cose, un po’ perché il
proprio migliore amico non si bacia alla leggera. Di questo Sasuke,
il quale non si era mai preoccupato di ferire qualcuno prima, era maledettamente sicuro.
Lo
sentì immediatamente rilassarsi tra le proprie braccia, mentre gli leccava il
labbro inferiore, morbidissimo, e si sorprendeva di quanto le loro bocche
sembrassero fatte per incontrarsi, succhiarsi, leccarsi, combaciare come due
pezzi contigui di un puzzle. Non si capacitava, Sasuke,
del perché il suo cuore battesse così dannatamente forte, del perché le mani
gli formicolassero e del perché avesse il desiderio assurdo di stringere Naruto così forte da entrargli sotto la pelle e
sistemarglisi tra le costole, vicino al cuore. Per la prima volta in vita sua
però decise di prendere esempio da quel biondo impossibile (ma guai a farglielo
sapere!) e spegnere il cervello.
«Sei
veramente un idiota colossale, lo sai?» gli chiese con un sorrisetto
irriverente, appena ebbe il coraggio di staccarsi dalle sue labbra.
Naruto
era una persona romantica e zuccherosa e sognava da sempre il grande amore,
quello da colazione a letto la domenica mattina e messaggini tutto il giorno,
ma era realista. Non si sarebbe aspettato nulla del genere da Sasuke, per questo, quando l’aveva baciato quel modo, aveva rischiato che gli
venisse un accidente. Quando poi aveva ascoltato le prime parole dell’altro dopo il loro primo bacio, di cui aveva ancora il sapore tra le papille
gustative, il suo cuore aveva evitato di tirare le cuoia.
«Sasuke sei veramente… veramente… senza cuore!» aveva
sentenziato per poi colpirlo su un braccio, senza la convinzione che avrebbe
voluto metterci, rompendo il delicatissimo equilibrio che li manteneva in
piedi, appoggiati precariamente tra il letto e il muro in un incastro di
braccia e gambe e cuori, facendoli precipitare sul letto morbido.
«Lo
vedi, Usuratonkachi?! Non sono senza cuore, sono obiettivo!»
Ribatté,
prima di rispondere al colpo al braccio con uno al fianco e dare il via ad
un’azzuffata in piena regola sul letto della tenuta estiva degli Aburame, sgualcendo le lenzuola e i vestiti.
«Ok,
ok, basta! Mi arrendo!» concesse Naruto, con il fiato
corto e un gomito di Sasuke piantato nello stomaco,
ridendo come un cretino.
«Prima
però» si affrettò ad aggiungere prima che l’Uchiha
cominciasse a gongolare per la vittoria «devi darmi un altro bacio» concluse,
con gli occhi brillanti e un sorriso vagamente malizioso, appena fuori
personaggio.
Sausuke
allora non poté che cedere definitivamente a quel caso umano del suo migliore
amico e concedergli la risata più fragorosa, più bella e più vera che avesse
mai fatto in tutta la sua vita, prima di afferrarlo per quella cravattina
stretta e bordeaux sfuggita al controllo del colletto per tornare a baciarlo,
con le guance rosse e le lacrime agli occhi, decisamente poco abituati a una
reazione simile.
Gli
mise le mani sui fianchi tesi, bollenti, prima di desiderare di avvertire quel
calore direttamente sulla pelle e alzargli giusto un po’ una camicia, che per
la colluttazione era già sgusciata fuori dai pantaloni, per poter insediarvi le
mani sotto e stringerlo forte.
Scese
con la bocca sul mento, per poi leccare la linea squadrata della mascella fino
ad arrivare all’orecchio del biondo e morderlo piano.
Naruto
non ci stava capendo un accidente. Sasuke lo teneva
per i fianchi, gli baciava il collo, glielo mordeva, e lui non era mai stato
così fottutamente eccitato in vita sua. Per questo, quando l’altro sollevò un
ginocchio per piazzarglielo dritto in mezzo alle gambe, non riuscì a trattenere
un gridolino, un po’ il violento imbarazzo al pensiero che l’altro avesse
avvertito quell’erezione da paura, un po’ per l’ondata di brividi che
direttamente dal bassoventre gli si erano diffusi lungo la schiena a quel
contatto.
«Uh…
siamo eccitati» sentì Sasuke soffiargli direttamente
nell’orecchio, con la voce maledettamente bassa e roca, eccitata, mandandogli
delle scariche elettriche alla base della schiena che lo fecero rabbrividire.
Dio, Naruto sarebbe morto.
Si
sentì afferrare per la camicia e si sollevò in ginocchio, seguendo i movimenti
dell’altro, che riprese a baciargli le labbra, cominciando contemporaneamente a
sfilargli la giacca e slacciargli la camicia, bottone dopo bottone. Ormai Naruto non aveva più dubbi: sarebbe venuto nei pantaloni
prima di poter dire “preservativo”.
Sentì
Sasuke scendere nuovamente a baciargli il collo,
prima di mordergli una spalla e poi leccare lì dove aveva premuto i denti.
Sentì le sue mani accarezzargli il petto e scendere sulla pancia, delicate,
facendogli contrarre forte lo stomaco, per poi cominciare a giocare con l’orlo
dei pantaloni, infilando giusto una falange lì sotto e facendola scorrere lungo
il bordo dei boxer.
Quando
Naruto cominciava a pensare seriamente di poter
schiattare il quel preciso momento per andarsene con la massima gioia, Sasuke lo sorprese di nuovo, slacciandogli il bottone dei
pantaloni e calando la zip, per poter infilare la mano sotto la lycra dei suoi
boxer arancioni e afferragli direttamente l’erezione, facendogli emettere un
gemito decisamente indecente e salire le lacrime agli occhi.
Sentiva
le dita lunghe ed affusolate di Sasuke Uchiha accarezzargli il membro delicate, come a prenderci
confidenza, e, davvero, si sentì immensamente amato dall’Universo.
Colto
da un’audacia inaspettata, o forse da un insospettato masochismo latente visto
che fermò quelle carezze, sfilò la giacca nera come i suoi occhi all’amico e,
facendo una lieve pressione con le mani sulle sue spalle, lo fece sdraiare sul
letto, sotto di sé. Cazzo, era la cosa più bella che avesse mai visto.
Cominciò
a slacciargli la camicia, lasciando un bacio per ogni bottone che faceva uscire
dall’asola, fino a trovarsi con la bocca sull’ombelico perfetto di Sasuke. Gli venne voglia di infilarci la lingua dentro e
così, semplicemente, lo fece. Avvertì l’altro irrigidirsi appena e reprimere un
gemito, e sollevo lo sguardo giusto in tempo per vederlo sgranare gli occhi,
decisamente sorpreso.
Sasuke si
sarebbe aspettato tutto, dopo che aveva baciato Naruto,
davvero di tutto, ma non che l’altro fosse così indecentemente ardito. Non
sembrava nemmeno lui.
Lo
sentì smorzare un ghignetto compiaciuto direttamente sulla propria pelle, e
cominciare a morderlo delicatamente intorno all’ombelico dopo che gli ci aveva
infilato la lingua dentro. Cioè, gli ci
aveva infilato la lingua dentro!
Avvertì
che cominciava a scendere con la bocca verso il bordo dei pantaloni, saggiandogli
appena la pelle della pancia con la punta della lingua, facendogli il solletico
e facendolo rabbrividire insieme, finché non
gli sbottonò i pantaloni, aprendoli, per poi imprimere lo stampo delle sue
labbra e il calore del suo respiro sulla propria erezione, attraverso i boxer
blu. Kami santissimo stava per fargli un pompino!
Si
portò una mano alla bocca, per trattenere il gemito che gli era salito dalla gola
a quella consapevolezza, quando girò la testa verso il mobile con i libri di
quella camera per gli ospiti di casa Aburame e notò
uno strano baluginio rossastro.
«Naruto, aspetta un secondo»
Notò
la confusione sul volto del biondo quando fece appello a tutta la propria forza
di volontà per scostarlo, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla libreria di legno
chiaro.
«Ma
che cazzo…?»
°°°
Karin
e Tenten avevano puntato la sveglia alle 8:30 quella
mattina, non importava se avrebbero dovuto aspettare, di certo però non
potevano rischiare di perdersi la mattina
dopo di Naruto e Sasuke,
perché di questo erano assolutamente certe, sarebbe stata una mattina dopo, appostate dietro la porta
della loro camera, socchiusa quel tanto che bastava per sbirciare senza essere
viste. Per questo, quando, verso le 10:00, li videro sgusciare fuori dalla loro
camera matrimoniale, non poterono che sentirsi molto compiaciute.
Entrambi avevano gli
occhi brillanti e le guance arrossate, non riuscivano evidentemente a smettere
di guardarsi e il collo di Naruto era così pieno di
segni rossi che si chiesero come pensavano di poter nascondere la cosa. Ma fu
quando il biondo si guardò intorno giusto un attimo per accertarsi di avere via libera, intrecciò le proprie dita a
quelle dell’amico e gli diede un veloce ed emozionato bacio a fior di labbra,
che le due ragazze credettero che sarebbero affogate nei cuoricini che avevano
cominciato a spargere saltellando, da brave fangirl.
La
situazione era talmente evidente che non c’era alcun dubbio che fossero davvero
riuscite a dar vita alla più bella coppia che avessero mai visto, e che quindi
il video che Hidan
aveva permesso loro di registrare non sarebbe servito ad accertarsene. Allora
si guardarono negli occhi e immediatamente capirono di star pensando la stessa
cosa: pazienza, quella prova filmica sarebbe stata la loro… ricompensa!
ndHebi.
Salve a tutti! Finalmente
sono riuscita a postare questo capitolo, mi dispiace di averci messo un po’, ma
la situazione è sempre quella che ho proclamato nell’ultimo e io non ho tempo
nemmeno per respirare!
Anyway. Diciamo che la storia fondamentalmente può dirsi conclusa
e il prossimo capitolo l’avevo pensato solo come un extra. Poiché però ho deciso
di volerlo scrivere dalla prima parola di “ Due Fangirl
Per…” che ho battuto al pc, faremo finta di niente e lo considereremo parte integrande
della storia *pollice in su alla Rock Lee e sguardo convinto*. E dire che
doveva essere una storiella di tre capitoli… ops!
Aaaaah beh! Ancora come sempre un grazie infinito a tutti
coloro che continuano a mettere questa storiella tra le
preferite/ricordate/seguite, e soprattutto a coloro che commentano. Cari, mi
state coccolando troppo, potrei abituarmici :3
Infine come sempre
grazie anche alla mia sesshy94 e
alla sua pazienza infinita! Cara, presto ti farò quella statua di marshmellow come promesso!
Vale!
Hebi