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Autore: HollyMaster    17/01/2014    1 recensioni
SPOILER per chi non segue la messa in onda americana.
Nella 3x11 abbiamo visto Hook che arriva a casa di Emma e tenta di farla ricordare. Quindi mi sono chiesta perchè proprio lui? Perchè lo hanno scelto? Come è arrivato da lei? E soprattutto siamo sicuri che lei non abbia ritrovato la memoria?
Dal testo:
“Dobbiamo parlare!” La voce di Charming aveva interrotto i pensieri di Hook che voltandosi aveva notato l’intero gruppo che seguiva il principe.
“Cosa ho combinato per meritarmi l’assemblea completa?” Chiese il pirata scrutando i volti di tutti i presenti. Non mancava proprio nessuno. E voleva dire solo una cosa: erano tutti in pericolo!"
-Finale alternativo
N.B. Solo Emma non ha ricordo di Storybrooke, tutti gli altri ricordano perfettamente.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno a tutti quanti!
Allora sono partita dal presupposto che tutti gli abitanti della Foresta Incantata non abbiano perso la memoria, dato che Hook sembra ricordare bene chi sia Emma.
Ho cercato di strutturare la one-shot come le puntate della serie, quindi con parti riferite ai momenti contemporanei (scritte in corsivo) e quelle dedicate ai fatti passati (scritte normalmente).

Vi lascio alla storia che, spero, vi possa piacere :)
 
 
 
Era passato ormai un anno nella Foresta Incantata.
Un anno in cui si era pensato solo a ricostruire ciò che era andato distrutto in ventotto anni di abbandono, a ricacciare gli orchi nei territori che gli appartenevano ed ad Emma.
Tutti avevano cercato di andare avanti con un sorriso convinti dalle parole di Snow, convinti che quello fosse il loro lieto fine. Neal passava le sue giornate con i Bimbi Sperduti che gli ricordavano Henry più di quanto volesse ammettere. Belle si occupava di tutti pur di non dover pensare a Rumple. Perfino Snow e Charming avevano voltato pagina; erano tornati a vivere nel loro castello e regnavano l’uno al fianco dell’altra.
L’unico che non si era abituato alla sua assenza era Hook, il pirata che se ne stava a fissare una bottiglia di Rum, seduto su un masso, sulla riva del mare dov’era ormeggiata la Jolly Roger.
“Dobbiamo parlare!” La voce di Charming aveva interrotto i pensieri di Hook che voltandosi aveva notato l’intero gruppo che seguiva il principe.
“Cosa ho combinato per meritarmi l’assemblea completa?” Chiese il pirata scrutando i volti di tutti i presenti. Non mancava proprio nessuno. E voleva dire solo una cosa: erano tutti in pericolo!
 
 
Per trovare quel luogo ci aveva messo molto più tempo di quanto avesse voluto ammettere.
Prima di tutto non era arrivato lì con la sua nave, la cara e vecchia Jolly Roger. Era la prima volta che la lasciava ormeggiata in mari così lontani, in balia di chissà quale nemico.
Ma per Emma, avrebbe fatto questo ed altro.
Per strada tutti erano vestiti come gli abitanti di Storybrooke, mentre lui non aveva avuto ne tempo ne voglia di sfilarsi i pantaloni neri aderenti o gli stivali a punta che lo accompagnavano da quando aveva deciso di lasciare che altri si occupassero del re e dei suoi sporchi affari e si era dato alla pirateria.
La spada, ovviamente, non aveva mai lasciato il suo fianco e forse era stata quella ad attirare lo sguardo di tutte quelle persone su Hook, anche se lui continuava a crogiolarsi nell’idea che il tutto fosse opera del suo bell’aspetto.
Una volta trovato l’appartamento era semplicemente entrato dalla porta spalancata e aveva salito due rampe di scale fino a raggiungere la porta bianca di casa Swan.
 
 
“Abbiamo un problema…” Cominciò Snow cauta, come al suo solito.
“Questo non è un problema, è la fine del nostro mondo!” Si intromise Regina.
“Non sappiamo come ma Pan è tornato e ha arruolato tra le sue fila la strega del West*. Sta venendo qui!” Cercò di spiegare Charming.
“Con un bicchiere d’acqua la sconfiggerete. Felice di esservi stato d’aiuto. Alla prossima.” Hook si esibì in un inchino beffardo per poi tornare con lo sguardo verso l’acqua cristallina.
“Devi riportare qui Emma.” Era stata la voce decisa e ferma di Neal ad intervenire.
Hook si girò verso di lui incredulo dalle sue parole. “E perché mai?” Chiese sentendo il cuore che iniziava a palpitare all’idea di poterla rivedere e non più solo nei suoi sogni.
Charming sbuffò e continuò la sua spiegazione: “Quella dell’acqua è una leggenda. Non credi, se no, che a quest’ora qualcuno l’avrebbe fatta fuori?! Abbiamo bisogno di magia. Qui non ce ne è, ma Emma, lei può riportare la magia nella Foresta Incantata e salvarci tutti.”
“Anche Rumple! Poverino, sarà stato intrappolato da qualche parte da Pan.” La voce di Belle risuonò cristallina annunciando la notizia sul suo vero amore.
“Quindi volete mandare me?! Un pirata con problemi di alcolismo?” Fece ironico Hook, anche se era molto lusingato all’idea che fosse stato l’intero gruppo a mandarlo a recuperare Emma.
“Io di certo non posso viaggiare fra i mondi in sicurezza.” Spiegò Snow portandosi una mano al ventre gonfio dal settimo mese di quella gravidanza che avrebbe dato al Regno un erede.
“E io di certo non posso lasciarla qui da sola!” Si affrettò ad aggiungere Charming posando una mano sulla spalla dell’amata con fare protettivo.
Regina avrebbe dovuto difendere la Foresta Incantata se qualche pericolo si fosse presentato e Belle, sapendo che Rumple era lì da qualche parte, sentiva di dover rimanere per poter essere la prima a riabbracciarlo nel caso fosse stato liberato.
L’unico che non aveva apparenti motivi per non partire in una missione di salvataggio era Neal; se ne stava in silenzio, vicino agli altri, fissando l’acqua che poco prima aveva contemplato il pirata. Ad Hook non serviva anche il suo consenso, sarebbe partito per dirigersi in ogni luogo se era certo che là avrebbe rivisto Emma.
Ariel lo avrebbe accompagnato attraverso i mondi sottomarini grazie ad un’alga che cresceva sulle coste della Foresta Incantata e avrebbe permesso ad Hook di respirare per lungo tempo sotto le acque.
Neal lo avvicinò proprio mentre stava studiando l’alga. Era verde e molliccia, non di certo invitante.
“Trattala bene.” Si limitò a dirgli Neal mentre lo scrutava posando lo sguardo prima su di lui e poi sull’alga.
“Perché non sei andato tu?” Hook sapeva che non era una domanda cortese, da gentiluomini, ma lui era un pirata e doveva sapere. Gli aveva lasciato campo libero con Emma e ora, di comune accordo, candidavano lui come eroe della settimana.
Neal si strinse nelle spalle. “Io non sono riuscito a convincerla a venire a prendere un thè con me, di sicuro non sarei riuscito a convincerla dell’esistenza della Foresta Incantata.”
“Pensi che crederà a me?” Chiese stupito Hook alzando le sopracciglia in senso di sorpresa.
“Buona fortuna!” Si limitò a dire l’altro lasciandogli una pacca sulla spalla per poi allontanarsi.
 
 
Stava fissando la porta bianca da almeno un quarto d’ora. Il numero dorato ricambiava silenzioso ed immobile lo sguardo di lui. Emma era in casa ed era felice, lo sentiva. La musica suonava  allegra e ovattata e un dolce odore di brioches appena scaldate aleggiava nell’aria.
Aveva pensato che avrebbe potuto aspettare che uscisse, l’avrebbe fermata parlandole per le scale.
No, il Regno era in pericolo e lui si era incaricato di riportarla nella Foresta Incantata.
Doveva farlo, adesso!
Strinse forte il pugno e batté tre volte contro la porta bianca, appena sotto quel numero dorato che non smetteva di osservarlo.
 
 
Hook e Regina si capivano bene. Erano due cattivi. Ma essendolo non erano così propensi a fare amicizia per questo non avevano quasi mai parlato, tranne quella volta, sulla Jolly Roger, quando stavano viaggiando verso l’Isola-che-non-c’è, parlando del loro lieto fine.
Alla fine sembrava che l’ipotesi fosse stata confermata, i cattivi non meritavano un lieto fine.
Nessuno lo meritava.
Ma forse, una volta riportata indietro Emma, tutti avrebbero avuto il loro.
Hook e Regina erano due cattivi delle favole; per questo il pirata si stupì quando la vide avvicinarsi, che gli volesse augurare buona fortuna anche lei?
Improbabile.
“Sono una cattiva.” Disse senza tanti preamboli una volta arrivatagli abbastanza vicino da fare in modo che nessuno potesse ascoltare quella conversazione.
Una volta assicurata di avere l’attenzione di Hook continuò: “Quindi sono egoista, e ciò che ti sto per chiedere è molto più che egoista, ma ti prego riporta da me mio figlio.”
Il pirata rimase di sasso a quelle parole, le più egoiste e dolci che avesse mai sentito, e nella stessa frase.
Non vedendolo reagire Regina gli afferrò un braccio per farlo tornare reattivo. “Puoi capirmi, giusto?” Gli sussurrò quasi impercettibile.
“Si. Non puoi vivere senza di lui.”
 
 
Henry comparve alla porta**. Non era la visione angelica che Hook si aspettava, non era Emma, ma il cuore del pirata si riempì di gioia non appena lo vide. Sua madre era in casa e presto avrebbe potuto posare lo sguardo anche su di lei, stringerla nuovamente tra le braccia.
Il bambino, ormai cresciuto, lo guardò dall’alto al basso per poi sorridere facendo comparire le dolci fossette sulle guance. Doveva proprio essere ridicolo per quelli che non vivevano nella Foresta Incantata, le labbra di Henry, leggermente incurvate, non lasciavano dubbi.
“Cerca qualcuno?” Chiese lui cordiale. Hook ricambiò il sorriso mentre la sua mente volava verso Regina, sarebbe stata fiera del suo ometto, delle sue buone maniere, tutti lo sarebbero stati.
“Emma è in casa?” Chiese a sua volta il pirata cercando di trattenersi dallo spingere il bambino da una parte ed entrare per cercare la madre.
“Mamma! C’è qualcuno alla porta per te!” Urlò Henry mentre si allontanava dalla porta lasciando Hook appena fuori dall’uscio.
Mancava davvero poco, poteva sentire i passi della ragazza che si avvicinava e il cuore che batteva all’impazzata nel suo petto.
“Emma!” Si limitò a sussurrare una volta che se la trovò davanti.

Lei rispose con uno sguardo incuriosito.
No, non ricordava chi lui fosse.

 
 
Stava per partire. Tra poco avrebbe ingoiato quella rivoltante alga verde e sarebbe stato trasportato attraverso i mondi da una sirena.
Tutto per trovare Emma, quella ragazza che continuava a dominare la sua mente, anche se era da un anno intero che non incontrava il suo sguardo.
“Prova con il bacio del vero amore, per farle tornare la memoria.” Gli consigliò un Charming non sicuro di voler dare un consiglio del genere ad un pirata.
Hook si voltò verso il principe alzando le sopracciglia sorpreso e soddisfatto di quel suggerimento e soprattutto dal personaggio che glielo aveva dato.
“Mi stai dando la possibilità di baciare tua figlia, amico?” Chiese ironico.
“Fai quel che devi per riportarla qui, ma non esagerare o ti taglio anche l’altra mano!” Lo ammonì David avvicinandosi con sguardo minaccioso. Era pur sempre di sua figlia che stavano parlando.
“Poi tastare il sedere di Emma diventerà difficile…e pericoloso” Il pirata cominciò a ridere allontanandosi da Chaming che aveva assunto uno sguardo torvo e sinistro e stava avanzando verso di lui arrotolandosi le maniche della camicia bianca.
 
 
Il pirata scrollò le spalle avvicinandosi a lei.
Aveva l’approvazione del padre, non era una cosa da ritenere scontata per uno come lui, non molti si sarebbero fidati.
Tuffò le dita tra i morbidi capelli biondi di Emma e avvicinò il viso di lei al suo, fino a che le loro labbra non si toccarono.
Ricordava il “ringraziamento” che lei gli aveva dato sull’Isola-che-non-c’è come se fosse successo poco tempo prima. Era come stampato a fuoco nella sua memoria e in quell’istante, mentre le sue labbra si schiudevano cercò di far riaffiorare quel ricordo in modo talmente vivido da farlo entrare anche nella mente di lei.
Lui voleva che Emma  ricordasse chi era, chi erano loro, insieme.

Quando si staccò dalle sue labbra la scrutò cercando di intravedere il sorriso che sarebbe apparso sul volto di lei non appena lo avrebbe riconosciuto. Quel sorriso non arrivò, al suo posto una violenta spinta lo allontanò da lei facendolo sbattere contro il muro davanti alla porta.
Il bacio del vero amore non aveva funzionato.
E c’era solo una possibile spiegazione valida: lui non era il suo vero amore.

 
 
Il Dr Whale si stava occupando di Hook. Sembrava che dopo aver ingerito l’alga il suo fisico avesse risposto in modo meraviglioso, nonostante le diverse controindicazioni che sembrava che la pianta potesse avere.
Whale aveva comunque preferito far partire il pirata solo quando questo avrebbe fatto una bella scorta di bacche che lo avrebbero salvato in caso di qualche problema durante il viaggio. Vennero quindi presto raggiunti da Ruby, che aveva raccolto nel bosco dei frutti blu apposta per lui.
“Non si ricorderà mai di me, di noi. Non si fiderà di uno sconosciuto che parla di favole.” Il pirata non avrebbe mai voluto lasciare andare quelle parole, ma gli erano semplicemente uscite dalle labbra, come un sussurro.
Whale sorrise annuendo impercettibilmente posando lo sguardo su Ruby che lo ricambiava sofferente.
“Devi semplicemente mostrarti per ciò che sei.” Rivelò la ragazza.
“E fidarti di ciò in cui credi. E tu credi in lei, giusto?” Aggiunse poi Whale.
Hook assentì lievemente, prese le bacche e si allontanò lasciando i due a scambiarsi dolci sguardi.
 
 
Hook si trovò con la schiena contro il muro e prima che potesse reagire vide che Emma stava per chiudere la porta. Si precipitò così in avanti allungando un piede tra la porta e lo stipite.
Lei temendo di averlo ferito riaprì la soglia e lo fissò per qualche secondo, scandalizzata dall’insistenza di quello sconosciuto.
“Ma che diavolo…?”
Prima che potesse finire di dire qualunque cose il pirata la interruppe: “Se qualcuno ti dice che il tuo Regno è in pericolo e che sei l’unica capace di salvarlo dovresti credergli. Sai, dovresti provare qualcosa di nuovo, si chiama fiducia!” Hook abbassò lo sguardo, quella frase gli faceva tornare in mente la loro prima avventura, e non avrebbe potuto sopportare di non vederne il riflesso negli occhi di lei.

Per questo rimase ancora più sorpreso quando la ragazza gridò il suo nome.
“Hook!” L’aveva ripetuto e si era lanciata in un abbraccio energico verso di lui.
Il pirata l’aveva accolta fra le braccia sorridendo felice, sussurrandogli fra i capelli biondi: “Swan!”

Emma si allontanò per poterlo guardare meglio in viso, appoggiò una mano sulla sua guancia e ne percorse ogni centimetro di pelle, fino a raggiungere le labbra che fissò per qualche secondo prima di tuffarvici.
“Sai, io e te facciamo proprio una bella squadra.” Si limitò a dire lui passandosi le dita sulle labbra ancora umide.
“Si, me lo ricordo.”

 
 
*La strega del West l’ho vista nel promo della prossima puntata e quindi ho deciso di inserirla.
**Nella scena originale non è Henry ad aprire la porta ma volevo un collegamento con Regina e lui mi è sembrato perfetto.

Ho cercato di inserire tutti i personaggi che preferisco cercando di dare un senso a tutta la fanfiction.
Spero che sia piaciuta.
Recensite in tanti e alla prossima!
Un bacio,
HollyMaster
   
 
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