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Autore: helena_25    17/01/2014    0 recensioni
Il senso di colpa mi corrode l'anima ogni notte. Ellen, ho perso una parte di me. Ellen, hai preso con te una parte di me. Ellen, mi manchi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Indistruttibile e Tanto Fragile

Ciao Ellen,

mentre ti scrivo sento il mio cuore battere fortissimo e mi sento un po' stupida per questo. Ultimamente non riesco a dormire e penso che la mia insonnia sia dovuta alla tua mancanza e un po' a causa del senso di colpa. É da troppo tempo che sto scappando da questa situazione, ma ora ho deciso di rimettermi in gioco per te, ricominciando a vivere. É che la morte ti ha strappata troppo presto da me e non ero ancora pronta, nonostante pensassi di esserlo.

Tu sei stata una sorella per me, tu la mia Elly ed io la tua Lee. Mi hai fatto conoscere tanti lati della mia personalità a me sconosciuti. Mi hai salvata nei momenti peggiori riconducendomi alla felicità.

Noi due insieme abbiamo condiviso tanti momenti e tante emozioni, e avevamo così tanti sogni, desideri, progetti!

Avevamo un'intera vita da condividere, finché non ti hanno diagnosticato quel cancro. I medici dicevano che ce l'avresti fatta, che l'avevano trovato giusto in tempo e che nonostante fosse in via di espansione, era curabile. Anche se tra mille visite che ti fecero diventare l'ospedale la tua seconda casa, abbiamo continuato spensieratamente le nostre avventure scolastiche e le tue chiamate di sera piene di gioia quando ti scriveva Felipe, il ragazzo per cui tu avresti fatto di tutto.

Per qualche brutto scherzo del destino, quella che all'inizio sembrava una guarigione, lentamente si era trasformata in un peggioramento, finché l'ospedale non diventò definitivamente la tua casa e compresi che quella vita che volevo condividere con te, l'avrei dovuta percorrere da sola con le mie sole forze, senza la mia migliore amica.

Tutti i giorni venivo a trovarti, raccontandoti dei nostri stupidi compagni di classe e cercavo di apparire forte ai tuoi occhi, sempre con il sorriso, per farti pensare un po' di meno a quello che stavi passando. Tu però, avevi preso tutta questa situazione come il naturale percorso della vita. Come sempre quella indistruttibile eri tu, io cercavo solo di tenerti testa, per poi finire a piangere tutte le sere pregando che qualcuno lassù ti risparmiasse. Sapevo però che eri troppo speciale perché ti lasciassero restare in un posto così corrotto dalla malvagità.
 

Arrivò così il 5 aprile, si sentiva nell'aria che sarebbe stato l'ultimo giorno in cui ti avrei vista. Fu la prima volta che ti vidi piangere dopo tanto tempo e volevi nasconderti per non sembrare debole. In realtà in quel momento eri per me la persona più forte e coraggiosa del mondo. Mi dissi   << ho paura >>. Anche io avevo paura. Non dimenticherò mai quel tuo sguardo che da allora mi tiene compagnia tutte le notti nei sogni, o meglio, negli incubi. Ti promisi allora, stringendoti per l'ultima volta, che avrei continuato a parlarti, a scrivere nel nostro diario in comune e che non ti avrei mai scordata. Così, io e le nostre due famiglie ti vedemmo abbandonare il tuo corpo con un debole sorriso. Sembravi quasi felice.

Una parte di me, la più grande, se n'era andata con te.

Ti avevo fatto una promessa, lo so, ma non riuscii a mantenerla. Come una codarda provavo un grande senso di repulsione nei confronti di tutto ciò che ti ricordava... Il mio dolore era grande per soffermarmi a parlarti. Cercai così di escluderti dalla mia vita per rimanere intatta, il fatto era che ormai era tardi: i frammenti di me stessa si erano sparsi da qualche parte nella mia anima, sparita chissà dove nel nulla.

Ora sono passati tanti mesi da quel giorno e non riesco appunto a dormire e so che non riuscirò a farlo finché non ti chiederò scusa e supererò tutto, perciò... Scusami amica mia. Scusa la mia debolezza. Il dolore è ancora grande com'è grande il ricordo e l'immagine di te. Scusami ancora, solo ora sono pronta. Mi manchi davvero tanto.

Credo però che in questo caso la voce sia invana, ecco perché ti parlo attraverso una penna.

Voglio farmi perdonare, raccontando di noi e di ciò che è successo fino ad ora, di ciò a cui purtroppo non hai potuto assistere e non potrai assistere e di ciò che di solito ti avrei raccontato le sere per telefono.

  
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