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Autore: _Nica89_    18/01/2014    1 recensioni
Come si può raccontare ai propri figli come si sono vinti gli Hunger Games? Cecelia rivive la sua edizione, cercando di rendere il racconto adatto all'età di ciascuno dei suoi tre figli.
Dal testo: "John ha quasi undici anni, sa cosa sono gli Hunger Games e presto parteciperà alla mietitura, ma Jenny e James sono ancora così piccoli; lei – con i suoi tre anni – potrebbe non comprendere le mie parole, ma sono i cinque anni e mezzo di James a spaventarmi. "
Storia partecipante al contest "1 su 24 ce la fa" di ManuFury
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cecelia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest a turni “1 su 24 ce la fa” di ManuFury

Nick sul forum/ Nick su EFP (segnalare quello che si vuole avere sul Banner):_Nica89_
Tributo: Cecelia
Turno: primo
Titolo Storia: La storia che non avrei voluto raccontare
Pacchetto (se presente): nessuno
Genere: slice of life, malinconico
Rating: giallo
Avvertimenti: missing moment (se così si può chiamare, visto che Cecelia è poco più di un nome nella saga!)
Pairing (se presente):het
Note (facoltative): il racconto di Cecelia è parecchio edulcorato (oltre che conciso) proprio perché deve essere adatto a tutti e tre i suoi figli, in modo che ciascuno dei tre riesca a capire solo quello che può sopportare. I personaggi di Cecelia e dei tre bambini non mi appartengono e sono di proprietà di Suzanne Collins, al contrario Richard è di mia invenzione.

La storia che non avrei voluto raccontare

La porta del palazzo di giustizia si chiude alle spalle dell’accompagnatrice di Capitol City, mentre i riflettori ai lati del palco si spengono. Le file ordinate di ragazzi e ragazze si sciolgono e si mischiano.

Con passo incerto scendo le scale laterali raggiungendo, finalmente, la mia famiglia. Sospiro pesantemente, rifugiandomi nelle braccia di mio marito mentre i nostri tre figli ci si stringono attorno.
«È tutto finito» mi sussurra Richard all’orecchio, in modo che i bambini non lo possano sentire. Annuisco lentamente, cercando di non pensare ai due ragazzi che quest’anno rappresenteranno il Distretto 8. Non li conoscevo, ma questo non rende la situazione più facile.

Arrivata a casa, mi affretto a togliere il trucco applicato dai miei vecchi preparatori prima della mietitura. Incapace di star ferma, mi sposto in cucina a preparare la merenda ai bambini.
«Mamma, come hai fatto a vincere gli Hunger Games?» la domanda di John mi coglie alla sprovvista e per poco non mi taglio col coltello che sto usando. Guardo verso Richard che sta per rispondere, ma scuoto la testa e lui tace.

«Davvero vuoi sapere come ho vinto?» domando per guadagnare tempo: John ha quasi undici anni, sa cosa sono gli Hunger Games e presto parteciperà alla mietitura, ma Jenny e James sono ancora così piccoli; lei – con i suoi tre anni – potrebbe non comprendere le mie parole, ma sono i cinque anni e mezzo di James a spaventarmi. John annuisce sicuro.

«Non è una bella favola» lo avverto, mentre mi sposto in soggiorno e mi siedo sul divano, lasciando che Jenny mi salga in braccio.
«Avevo diciotto anni quando il mio nome è stato estratto alla mietitura. Vedevo già il mio futuro come filatrice in una delle fabbriche del nostro distretto, ma la fortuna non fu a mio favore». Faccio una breve pausa, soppesando le parole per continuare il racconto.

«Ti risparmio il viaggio e l'addestramento. Cercai di passare inosservata agli occhi degli altri tributi e, con il mio cinque, non attirai la loro attenzione. Anche l’intervista con Cesar non fu entusiasmante».

«Nell’arena, la mia vera fortuna furono la neve e il freddo. Scappai dal bagno di sangue con un sacco a pelo e del cibo e cercai subito dove nascondermi. Il freddo fu il vero vincitore di quell’edizione, dove gli strateghi non ci concessero nemmeno la legna per il fuoco». La mano di Richard si posa sulla mia spalla, in segno d’incoraggiamento.

«In pochissimi giorni restammo in tre: io e due favoriti. Convinti di essere al gran finale, i due si affrontarono senza risparmiarsi. Quando sentì solo il colpo del cannone, il sopravvissuto iniziò a darmi la caccia, ma per lui era troppo tardi. Rimasi nascosta fino alla mattina successiva, quando le trombe annunciarono la mia vittoria».

«Ritornai a casa da vincitrice, ma l’edizione non era piaciuta al pubblico, così le telecamere rimasero poco nel distretto…»
«Fu il giorno in cui se ne andarono che chiesi a vostra madre di sposarmi» terminò Richard per me, alleggerendo il racconto e facendo sorridere la piccola Jenny.

  
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