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Autore: GretaCrazyWriter    18/01/2014    3 recensioni
Originariamente concepita come una storia a capitolo unico che racconta del funerale di James e Lily, questa raccolta racconta come ricordi di Sirius mentre lo portano ad Azkaban i momenti più belli tra i Malandrini, uno massimo due per ogni anno da quando hanno 11 anni a 21 anni.
1. Goodbye, my friend
2. The end of beginning
Passate?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Goodbyw, my friend
 
Era la sera dell’1 novembre 1981 e il dolore e la morte aleggiavano aleggiavano nel piccolo cimitero di Godric’s Hollow, gravando su tutti coloro che erano venuti a dare il loro ultimo saluto a due persone morte come erano vissute: da eroi.
Remus Lupin si guardava attorno, cercando disperatamente un appiglio a cui aggrapparsi, qualcuno che riuscisse veramente a capirlo e capire il suo dolore, quel dolore che gli lacerava il petto, ma i soli che avrebbero potuto farlo non c’erano: Peter non si era più visto e nessuno sapeva come e perché sembrasse svanito nell’ombra, e Sirius… beh, Sirius ormai era morto con James e Lily, non era più Sirius l’amico, l’animagus, il Malandrino, ora era Sirius il traditore, la spia, forse anche l’assassino di persone innocenti.
Remus non sapeva cosa provare nei suoi confronti. Rabbia? Odio? Ma, anche con tutta la sua volontà, non riusciva ad odiarlo, non dopo dieci anni di amicizia incontrastata. Poi erano uscii dalle mura di Hogwarts, e tutto, lentamente, era crollato.
Eppure non riusciva neanche più a volergli bene, a perdonarlo.
Il vuoto. Ecco cosa sentiva quando pensava a Sirius Black. Un vuoto che si era allargato fino a diventare insopportabile con la morte di James e Lily.
James e Lily…
Remus guardò le bare a cui si stavano avvicinando le persone attorno a lui. Sconosciuti, ecco chi erano. Quasi tutto l’Ordine era crollato, perdendosi tra l’oscurità di quella guerra che aveva trovato un epilogo tra i più drammatici, almeno per Remus. Perché, di tutte le possibili fini che si era immaginato, mai, mai, avrebbe potuto pensare alla fine dei Malandrini, un prezzo per loro spaventoso.
Sconosciuti, troppo impegnati ad acclamare il sacrificio di due ragazzi appena ventenni per preoccuparsi veramente delle loro vite ormai giunte al termine, del bambino – quel bambino che loro adoravano senza conoscere, capire, immedesimarsi in lui e nel suo dolore – che era rimasto orfano, senza alcuno che potesse amarlo più come un genitore.
Harry…  Aveva chiesto a Silente di Harry, ma quello si era limitato a dirgli che era al sicuro.
Sconosciuti
Pese un respiro profondo. James e Lily non avrebbero voluto che lui stesse in disparte, in un angolo remoto, mentre persone e facce ignote davano loro l’ultimo addio. Un addio che a loro, in fin dei conti, non interessava. Loro volevano un addio in particolare, quello che avrebbe contato più di tutto.
Si avvicinò alle bare con passo sicuro. Alcune persone di cui lui non sapeva il nome si fecero da parte. Sapevano, avendolo visto ad Hogwarts con loro, che lui più di tutti aveva il diritto di vederli.
E li vide. Prima James, poi Lily. Erano pallidi, ma i loro volti esprimevano serenità, perché sapevano che non erano morti invano. I capelli di James erano impossibili anche nella morte, il che sembrava un brutto scherzo giocatogli per acuire il dolore. Non c’era più nessuna mano a spettinarli, nessuno sguardo malandrino e ingenuo come solo James, nella sua purezza, sapeva essere, dietro gli occhiali rotondi che sbilenchi come al solito nascondevano i limpidi occhi nocciola che non avrebbero più riso silenziosamente di qualsiasi cosa (e non perché lui fosse superficiale, ma semplicemente perché a volte non ci rimane che ridere o piangere, e allora scegliamo di ridere, perché le lacrime portano malinconia e solo altre lacrime). Era uno scherzo brutto, ma che al contempo infondeva vita, perché James non se ne sarebbe mai andato.
Non vi libererete cosi facilmente di me. Avrebbe detto il ragazzo. Remus sorrise a quel pensiero: James non sarebbe mai cambiato, e in fondo era giusto così.
E Lily… Lily manteneva sempre la sua bellezza, quella bellezza pura, semplice, genuina che sa avere solo chi sa cos’è veramente importante. I suoi capelli di fuoco davano una vampata di vita che normalmente, in un morto, non ci sarebbe stata.
Ma forse erano questi James e Lily: l’eccezione a tutte le regole razionali. Razionali, sì, perché i Malandrini e Lily erano un unico, irrazionale e folle organismo che invadeva tutto ciò che aveva di fronte.
Sorrise ai suoi migliori amici, uniti anche nella morte, poi fece un passo indietro e le bare vennero chiuse. Quando i coperchi furono posizionati, le due bare sprofondarono nel terreno con un fascio di luce e, quando quest’ultimo  si spense, al loro posto c’era una lapide doppia.
 
Lily Evans Potter,
nata il 30 gennaio 1960, morta il 31 ottobre 1981
James Potter,
nato il 27 marzo 1960, morto il 31 ottobre 1981.

L’ultimo nemico che verrà sconfitto è la morte
 
Il silenzio calò tra i presenti. Tutti aspettavano che qualcuno facesse il discorso. Avrebbe potuto farlo Silente, ma il licantropo sapeva che il preside non avrebbe aperto bocca. Stava a lui, Remus, fare, dire qualcosa.
Sospirò e fece pochi passi avanti. Tutti gli occhi, immediatamente, di posarono su di lui e il giovane prese parola.
«James e Lily sono sempre stati i miei migliori amici. Erano, e sono tuttora, gli amici migliori che chiunque possa desiderare. Mi sono stati accanto quando nessuno l’avrebbe fatto. Chi di voi era ad Hogwarts con noi e se n’è andato prima sarà sorpreso, ora, di scoprire che finalmente, dopo tanti anni di odio e litigi, si sono messi insieme, si sono amati, sposati e hanno avuto un figlio… e non nego che sia stano. Ma sono del parere che l’amore, in un modo o nell’altro, possa sempre vincere. Erano entrambi persone pure, forti e altruiste fino alla loro morte, avvenuta proprio perché erano così, erano tenaci, con una fiducia infinita nella vita, e volevano, sempre e comunque, assaporarne ogni particolare. Vi parrà strano che io li descriva così, a voi tutti e specialmente a chi, a scuola, era abituato a vederli sotto una luce diversa, ma credetemi se vi dico che quegli atteggiamenti erano solo una maschera, pura apparenza. Starete pensando che io li descriva in questo modo solo perché sono morti, se ne sono andati, non ci sono più, ma, fidatevi, loro erano così: puri e semplici. Voi siete qui solo perché loro sono i genitori di colui che ha rappresentato la nostra salvezza, del Bambino che è Sopravvissuto, che ha sconfitto Voldemort. Io sono qui per piangere due persone strappate via dal mondo troppo presto, per quel bambino che è rimasto orfano, per quella guerra che ha avuto un finale per me troppo duro. Voglio ricordarli così: come i miei migliori amici, come le persone più belle che io abbia mai incontrato. Grazie, James e Lily, grazie di tutto: per aver creduto fino in fondo che il bene trionferà, per aver infuso speranza a chi, ormai, non aveva più motivo per credere nella fine di questa guerra. Grazie, infine, per essere vissuti. Non vi dimenticherò mai.»
Il silenzio accolse il suo discorso. Silenzio carico di emozioni che quelle parole così sentite e cariche di tristezza avevano evocato.
Remus, dopo essersi guardato un po’ intorno ed aver lanciato un’occhiata alla tomba, girò sui tacchi e uscì dal cimitero.
Non lasciò fiori, no, gli sembrava stupido e infantile, un inutile ornamento.
Prima di varcare il cancello del cimitero, si lanciò un’occhiata intorno e non notò affatto l’uomo che, nascosto dagli alberi del boschetto situato vicino alle tombe dei coniugi Potter, guardava in trance le due lapidi, perso nel suo dolore.
Sirius Black – era lui – aveva assistito a tutta la cerimonia ma non aveva ascoltato una parola di quello che era stato detto. O forse non l’aveva proprio sentita…
Se qualcuno l’avesse visto in lui non avrebbe mai riconosciuto quel ragazzo che fino a qualche giorno prima rideva insieme agli amici.
E non perché l’aspetto fosse diverso. Fisicamente, Sirius era uguale a prima.
Ma i suoi occhi… non erano niente. Non c’era più quello scintillio arrogante che li aveva animati, né l’ironia di chi sa cosa sta facendo e si diverte un mondo a farlo. Il suo volto non accoglieva più il ghigno malandrino che non prometteva mai niente di buono, nessuna risata simile ad un latrato impressa in ogni lineamento del volto.
Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima, no? Allora, l’anima di Sirius Black non esisteva più. Era morta la notte prima, se n’era andata, era scomparsa nell’oblio. Era morta come erano morti James e Lily, le due persone che considerava fratelli. Si era sbriciolata in mille pezzi, prima di essere portata via dal vento autunnale che gli aveva asciugato le lacrime ancora prima che venissero fuori.
Niente lacrime, no, lo shock, il dolore e la disperazione avevano impedito alla sua mente di accettare quella perdita.
E Sirius sentiva che prima o poi sarebbe impazzito. E, forse, lo era già.
Perché mai, mai, avrebbe potuto realizzare il pensiero che gli sorse in testa non appena un barlume di lucidità si fece largo nella sua mente. Se qualche anno prima gli avessero detto che avrebbe pensato una cosa del genere probabilmente avrebbe riso per ore intere, incredulo.
Con fatica, come se ogni movimento gli provocasse dolore, voltò le spalle alle tombe e se ne andò, uscendo dal cimitero.
Non sarete morti invano. Vi voglio bene, pensò, mentre un unico pensiero, un'unica costante, una sola certezza si faceva lentamente largo nella sua mente.
L’avrebbe trovato, e lui l’avrebbe pagata. Oh, se l’avrebbe pagata…
Mentre camminava nelle ombre di Godric’s Hollow un'unica parola rimbombava nella sua mente, lampeggiando come un segnale stradale.
Peter
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE PAZZA:
BUON ANNO! Un po’ in ritardo, lo so, ma va be’ !
Passando alla fic, lo so, non è un granché ma spero che mi lascerete una recensione!
Riguardo alla presenza di Sirius…:
  1. Nei libri si dice chiaramente che viene arrestato pochi giorni dopo la morte di James e Lily. E poi, ragionandoci, Codaliscia sarà pure uno sporco ratto traditore ma ha almeno il buon senso di non stare per la strada di Godric’s Hollow aspettando che Sirius, dopo aver visto il suo migliore amico morto, venga ad ucciderlo… avrà cercato di nascondersi prima di essere trovato, ribadisco, pochi giorni dopo il suo tradimento, o no?
  2. Mi andava di mettere Sirius, punto. Addio. Ciao.
Non ho nient’altro da dire a riguardo, se avete dubbi chiedetemi!
Ciao!
Greta

PS Credo che la storia continuerà con la cattura di Sirius e poi una serie di Flashback del suddetto canide (uno per ogni capitolo. Gli avvenimenti più importanti tipo l'effettiva nascita della loro amicizia o la scoperta della licatronpia di Remus. Credo uno per ogni anno da quando hanno 11 anni a 21 anni, massimo due)... ad ogni modo, se vi interessa, vi pregherei di lasciarmi una recensione così che io possa mandarvi un messaggio nel momento in cui decido che farò altri capitoli (cosa di cui sono certa al 80%)
  
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