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Autore: Tommos_girl93    18/01/2014    1 recensioni
Lì, su quello stipite, guardava Harry dormire, arricciare il volto, voltarsi nel sonno, darle la schiena, come vergognoso del suo viso adorabilmente addormentato, del suo corpo coperto solo per metà da ciò che rimaneva delle lenzuola.
Era quello l’angolo di pace che lei poteva donargli; era piccolo, certo, ma Harry aveva saputo accontentarsi, come si era accontentato del suo soffio di normalità.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’D DO ANYTHING TO SAVE IT

 
 
 
If you ever find yourself
Stuck in the middle of the sea
I’ll sail the world
To find you

 
Si fermò a guardarlo dormire, la tazza di tè in mano, il sonno ancora negli occhi. Era incredibilmente bello, le iridi smeraldine nascoste dalle ciglia lunghe e il labbro inferiore appena più esposto. Sembrava contento, però; gli angoli delle labbra rosse erano curvati in un quasi impercettibile sorriso, mostravano appena l’ombra delle fossette, come se in quel suo sogno fosse felice, come se in quella sua realtà potesse fare ciò che voleva, senza nascondersi nell’ombra, senza dover preoccuparsi di paparazzi o altro.
 
La serata precedente era stata una meraviglia, lui le aveva fatto una sorpresa, era tornato a casa dagli Stati Uniti e si era fatto trovare alla porta della sua stanza del dormitorio universitario, la borsa con un cambio in spalla e un mazzo di tulipani bianchi teso verso di lei. Inutile dirlo, lei, dopo un iniziale shock, si era con innata felicità fiondata tra le sue braccia, non avendolo aspettato prima del giorno successivo.
 
Avevano lasciato che i loro corpi tornassero ad essere familiari l’uno con l’altro, prima di spostarsi dall’entrata della stanza e guardarsi finalmente negli occhi, la gioia di lei riflessa in quella di lui, l’emozione unica nell’avere l’altro tra le proprie braccia dopo un tempo che era sembrato infinito, nel sentirsi sicuri ora che quel viso era nuovamente nel proprio campo visivo.
 
Si erano lasciati i convenevoli alle spalle, sapevano entrambi quanto si fossero mancati, nessuno dei due sentiva il bisogno di sottolinearlo, perché ciò che contava era che fossero insieme in quel momento, che la lontananza fosse finita, almeno per qualche ora.
 
Avevano perso i vestiti qui e lì nella stanza, finendo per trovarsi abbracciati e coperti solo dall’intimo sul letto di lei, che prima di quel momento aveva perso il profumo di lui. Ci era voluto poco però, perché l’intenso profumo del Bleu de Chanel riconquistasse il suo posto sul secondo cuscino della ragazza e si impossessasse del suo olfatto, facendole venire i brividi mentre sfiorava con le mani il ragazzo davanti a lei.
 
Si erano coccolati, avevano recuperato raccontandosi le piccole cose che avevano tenuto nascoste l’una all’altro nelle conversazioni telefoniche, si erano baciati fino a non sentire più le labbra, poi avevano fatto l’amore, si erano nuovamente, per l’ennesima volta, innamorati della sensazione dell’altro vicino, del calore che emanavano, del loro gusto e del perdersi negli occhi l’una dell’altro.
 
E poi come un bambino, Harry si era addormentato, le braccia intorno a lei, il suo respiro regolare una ninna nanna per la mente di lei, che ancora correva ma accennava a rallentare, finché anche lei non si era persa nel mondo dei sogni, ringraziando chi di dovere per aver fatto atterrare così inaspettatamente il suo angelo nella sua vita.
 
Lì, su quello stipite, guardava Harry dormire, arricciare il volto, voltarsi nel sonno, darle la schiena, come vergognoso del suo viso adorabilmente addormentato, del suo corpo coperto solo per metà da ciò che rimaneva delle lenzuola. Lo guardava e tutto ciò che desiderava era per lui un piccolo angolo di pace, un momento in cui Harry potesse finalmente essere se stesso in tutto e per tutto, senza essere giudicato dal mondo e dalle sue stesse fan, un momento in cui Harry potesse smettere di preoccuparsi di ferire le persone accanto a lui con la sua celebrità, un momento in cui Harry potesse sorridere, con quel sorriso che normalmente riservava per la sua famiglia, quel sorriso che non era più vero degli altri, ma forse più spontaneo, più naturale.
 
Si avvicinò piano al letto, poggiò la tazza sul comodino, per poi distendersi al suo fianco, abbracciarlo da dietro come soleva fare lui, e cercare di trasmettergli un po’ di quella pace. Accarezzò con le mani il caldo petto di lui, sfiorò il contorno dei tatuaggi che tanto l’avevano fatta ridere la prima volta che li aveva visti, ma che tanto amava in quel momento, che erano diventati parte di lui tanto quanto parte di loro. Portò le labbra sul collo di lui, lasciando un bacio leggero, in modo da non svegliarlo.
 
Si sentiva egoista, lei. Erano mesi ormai che stavano insieme senza che il mondo sapesse della sua esistenza. Mesi di incontri furtivi e fugaci, mesi con il cuore in gola per paura di essere scoperti. Era stata lei a convincerlo, anche se era stato fin troppo semplice: avevano entrambi ben in mente come erano andate le precedenti relazioni pubbliche di Harry, e lei si sentiva troppo debole, troppo fragile per affrontare il turbine di confusione che avrebbero sollevato, lei era troppo attaccata alla sua vita normale, troppo decisa a far arrivare un piccolo spiffero di vita normale anche a lui.
 
Si sentiva in colpa perché Harry doveva fare i doppi salti mortali per lei, mentre lei sentiva di non fare mai abbastanza per lui. Si sentiva in colpa perché lui era il suo angelo, mentre lei era semplicemente lì, non abbastanza forte da consentirgli di prendere la sua mano e aiutarsi a riva se mai Harry ne avesse il bisogno.
 
Lo abbracciò più stretto, portò l’orecchio sulla sua schiena, dove percepì il battito del cuore del ragazzo, che accelerò appena nell’istante in cui si toccarono, per poi tornare regolare, come se il loro contatto l’avesse per un istante sorpreso, per poi rilassarlo.
 
Rimasero lì, immobili, circondati dalla pace della stanza, il respiro di lui regolare, quello di lei leggero ad aiutare il sonno del ragazzo. Era quello l’angolo di pace che lei poteva donargli; era piccolo, certo, ma Harry aveva saputo accontentarsi, come si era accontentato del suo soffio di normalità.
 
Forse non sarebbe riuscita a riportarlo a riva da quel mare burrascoso che era la vita di Harry, ma si convinse di una cosa: di certo, avrebbe tentato con tutte le sue forze di tenerlo a galla.

 


Writer’s corner:


Ma come mai in questo periodo è sempre Harry il soggetto delle mie one shot? Mah, forse devo dare la colpa a Curly_Crush.

Beh, insomma, ho cominciato questa os per cercare di combattere il mio writer’s block, dato che mi sento incapace di scrivere qualcosa di coerente, sì. Ho fatto un giretto sulla pagina facebook ‘Una Direzione: fanfiction’, e ho trovato un fantastico album di prompt visivi, mi sono innamorata dell’immagine che vedete sopra alla storia e… Ho provato a scrivere, tutto qui.

Ora, a me sembra sinceramente che questa storia manchi di trama, ma dovete sapere che al contrario, una di quelle che ho scritto prima mancava completamente di emozioni, quindi ho ritenuto giusto pubblicare questa che almeno trasmette qualcosa :)
Boh, a me è piaciuto scriverla, ma ditemi voi che ne pensate, aiutatemi a sistemare il mio cervello prima che io cominci i missing moments che non voglio rovinare per favore e… Basta, spero che vi piaccia :)
Un bacio,
-S
   
 
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