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Autore: _eco    18/01/2014    5 recensioni
[Annie/Finnick]
A Annie piace. È quasi un solletico. È un gioco. Un gioco vero. E Annie non deve uccidere nessuno per ottenere le carezze di Finnick.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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She comes back.
Ci sono momenti, tra le sue assurde domande e quei sorrisi distanti, a tratti macabri, in cui Annie torna da lui.
A Finnick basta sfiorarle appena i capelli, arrotolarli intorno alle dita robuste, intrecciarli con perizia. E Annie torna come prima, semplicemente.
Suo padre era sempre stato un uomo poco loquace, ma quelle rare volte in cui parlava, proferiva discorsi che spesso s’imprimevano a fuoco nella sua mente.
Spesso diceva che la costante della vita è il cambiamento – e Annie è cambiata così tanto, con quelle scintille di pura follia negli occhi verde mare.
Che va bene se le disgrazie si abbattono su di noi – e Annie ha delle spalle così esili: come può portare un fardello tanto pesante da sola?
Che non ci si deve scoraggiare – e Annie non la smette mai, non la smette mai con quelle domande, con quel tono pietoso e fanciullesco, non la smette mai di chiedere se sia un mostro. Che il presente è solo una delle molteplici sfaccettature della vita – e Finnick si sente in trappola, si aggrappa disperatamente al passato, a Annie, a com’era prima di tutto questo.
 - Voglio che sia tu ad acconciarmi i capelli, quando ci sposeremo. –
La voce di Annie sembra quasi normale, quando Finnick le sfiora la chioma vaporosa e soffice.
I suoi occhi… quelli rimangono sempre gli stessi. Ora spenti, ora rifulgenti di scintille improvvise, rivolti chissà dove.
Tuttavia, Finnick ha una buona memoria: ricorda ancora quando quei bagliori erano dettati da una genuina allegria, non da un’irreversibile pazzia.
Si aggrappa al passato, perché il presente è un cielo di tenebra e stelle troppo accecanti. Come gli sguardi di Annie, come le domande che gli pone spesso.
- Non dovrei vedere la sposa, prima del matrimonio. Dimentichi? – le fa notare Finnick, continuando ad arrotolare i boccoli di Annie intorno alle dita.
A Annie piace. È quasi un solletico. È un gioco. Un gioco vero. E Annie non deve uccidere nessuno per ottenere le carezze di Finnick.
 
Ci sono momenti, tra le allucinazioni e gli incubi, in cui Finnick torna da Annie.
C’è un laccio sdrucito, un filo di spago tutto rovinato.
Finnick lo intreccia. Lo scioglie. Lo intreccia. Lo scioglie.
Voglio che sia tu ad acconciarmi i capelli per il nostro matrimonio.
La voce distante di Annie, ovattata, rinchiusa in un regno di cristallo, in cui tutto è acqua, tutto è sangue, tutto è grida di ragazzini morti.
Chi abbatterà le mura del suo mondo, ora? Chi accarezzerà la sue guance? Chi le assicurerà che non è un mostro, che non è stata lei ad uccidere ventitré ragazzini?
Chi?
Finnick scioglie l’ennesimo nodo e ne intreccia un altro. Lo stringe bene intorno al futuro, perché è stanco di ancorarsi al passato.
E perché gliel’ha promesso, quella volta. Che sarà lui a sistemarle capelli. Che si sposeranno.

Angolo autrice. (?)
Bene, eccomi. Ho un sacco di storie da recensire, recensioni a cui rispondere e altre cose, ma non smetto mai di rompervi, ecco. 
Sappiate che sono tornata in fissa con una canzone stupenda, stupenda, stupenda, ergo ascoltatela!
Si chiama "Il mostro", di Ashram. È nostalgica, dolce, travolgente, è un viaggio. È bellissima. *piange*
Mi sembra perfetta per Annie, che del resto si sente un mostro, perché lei si è salvata e gli altri no. E per Finnick. E per una secchiata di angst.
Insomma, pappatevi 'sta storia, va'.
Fatemi sapere, baldi giovani (ma che cass...?!) ♥
S.
 
  
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