Crossover
Ricorda la storia  |      
Autore: icered jellyfish    18/01/2014    2 recensioni
[ CROSSOVER – Frozen/Rise of the Guardians | Pitch x Elsa ]
L'avevano archiviata in quattro mura, delegandola a lei e lei soltanto, con la presunzione di poter decretare come fosse più giusto gestire la sua situazione, dimenticandosi che dietro a tutto quanto c'era in principio solo una bambina allontanata con forza da tutto ciò che aveva bisogno di sentire invece vicino, abbandonata all'unica persona che non l'avrebbe mai più lasciata – l'unica che l'avrebbe accompagnata ogni secondo della sua vita in quella sua continua battaglia contro se stessa.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Niente si sposa meglio con il freddo, dell'oscurità







C A P I T O L O   U n i c o

Elsa?







La vedeva, l'aria che aveva involontariamente congelato e che ora aleggiava come una coltre di nebbia nella stanza, decorata, impreziosita da qualche microscopico fiocco di neve brillare davanti all'aurora di quell'alba ancora troppo buia, pennellata di tonalità appena più chiare solo sull'orizzonte lontano.
Accovacciata sul pavimento, con la schiena appoggiata alla porta d'entrata – perennemmente chiusa per tutti, soprattutto per lei – lasciò che il suo sguardo attraversasse come un coltello la velata condensa che governava l'atmosfera raggelante di quella stanza dimenticata nel suo stesso castello, arrivando a posarsi sopra l'unico suo interesse presente lì dentro.
Alcuni ciuffi dei suoi lunghi e candidi capelli, sciolti e disordinati – a differenza di come era abituata portarli quando ancora provava affetto verso se stessa – le incorniciavano il viso, ricadendole davanti alla vista e dandole addirittura fastidio, ma non si curò minimamente di spostarli, preferendo lasciarli lì dov'erano – la comodità non era più una sua necessità da tempo.
L'avevano archiviata in quattro mura, delegandola a lei e lei soltanto, con la presunzione di poter decretare come fosse più giusto gestire la sua situazione, dimenticandosi che dietro a tutto quanto c'era in principio solo una bambina allontanata con forza da tutto ciò che aveva bisogno di sentire invece vicino, abbandonata all'unica persona che non l'avrebbe mai più lasciata – l'unica che l'avrebbe accompagnata ogni secondo della sua vita in quella sua continua battaglia contro se stessa.
Non gli staccò gli occhi di dosso, seguendo ogni suo movimento al di là del gelo offuscato che li divideva – ma su cui il suo nero emergeva senza bisogno di sforzare le attenzioni. Pian piano, la sua alta e slanciata figura iniziò a diventare più nitida e delineata, dandole così modo di rivedere ancora una volta il suo volto agghiacciante sul quale spiccavano iridi d'ambra grezza incastonate in uno sguardo penetrante e tagliente, e a lungo le aveva temute ogni qual volta queste le si presentassero davanti nelle ore più fonde di tutte le notti – sempre, costantemente, spaventandola e impedendole di vivere senza il terrore ormai padrone del sangue nelle sue vene – ma di cui ora non avrebbe più potuto farne a meno, ritrovando in esse più familiarità di quanto si sarebbe mai  spettata.
Ormai vicino a lei, iniziò a scrutarla con il suo solito ghigno stampato sul viso, con quell'acido sorriso affilato e corrosivo – ma non per lei, non più ormai.
Con la testa bassa e il corpo immobile come se si fosse congelata lei stessa, non lo perse di vista nemmeno per un istante, continuando a tenere lo sguardo di ghiaccio – ormai sciupato – incollato nel suo, l'unico a poterla comprendere, a poterla nutrire – e non avrebbe mai più potuto immaginarsi senza di lui, per questo ogni anno la sua situazione si aggravava senza darle via di d'uscita, finendo per innamorarsi di colui che generava la paura che alimentava la sua intera esistenza.
Le si fermò davanti, dedicandole la stessa intensa occhiata che era abituata a ricevere da anni, mefistofelica, che l'aveva conquistata nella sua più completa e sinistra tetraggine, corteggiandola, convincendola che non sarebbe mai più stata capace di trovare il suo equilibrio senza che lui riempisse di nero ogni suo buco, ogni suo spazio vuoto – perché niente si sposava meglio col freddo, dell'oscurità.
Con qualche raggio di Sole più coraggioso ormai spiccare dietro le montagne, una nuova mattina era ormai cominciata 
segnando per lei solo il continuo scorrere del tempo, ormai confuso e indistinto.
Piedi veloci correvano sopra il tappeto persiano che ricopriva l'intero corridoio fuoristante, e non vi era alcun dubbio a chi appartenesse il rumore di quei passi svelti e vivaci. Ogni mattina, lei era lì, pronta a cercare di instaurare il rapporto rubatole con la sorella che non sapeva più se avesse ancora o meno, ignara di tutto quel che accadeva ogni giorno dietro quella porta che le divideva, quella porta dove anche quella mattina – come tutte le altre – iniziò a bussare con la solita, ardente speranza che almeno quella volta le avrebbe aperto.
«Elsa?».






F I N E




    » N O T E    A U T R I C E ;

Elsa ha assolutamente i capelli sciolti e un aspetto sfatto e sciupato. Voglio immaginarla così, nella sua prigionia, perché non riesco a credere che in una situazione degenerante come la sua, distruttiva per lei e per chi le vuole bene – e a cui anche lei stessa vuole bene –, si dedichi a mantenere in ordine l'acconciatura o il suo modo di apparire – sebbene nel film venga sempre ripresa impeccabilmente.
Detto questo, FINALMENTE ho scritto la mia Pitch x Elsa. Io li trovo fantastici, mi piace da morire l'idea che Elsa possa arrivare ad innamorarsi di colui che alimenta la paura che riempie i suoi giorni – proprio come ho detto nella fiction, appunto – e trovo che il suo costante terrore possa trovare una giustifica non solo in quello che ha fatto alla sorella, ma anche nell'idea che ho voluto riproporvi, ossia quella che, amando Pitch, non riesca a fare a meno di voler provare paura, di abituarsi a sentirla sulla sua pelle, per stargli accanto – impazzendo, sostanzialmente.
Mi piace molto anche il fatto che Anna non sappia cosa accada dietro la porta sulla quale bussa ogni mattina – nella speranza di riconciliarsi con la sua amata sorella che una volta le era sempre accanto – e in 'Frozen' sono state pochissime le scene in cui ci hanno raffigurato cosa succeda dentro quelle quattro mura... Immaginarmi Pitch assieme ad Elsa boh, mi esalta da morire. x°
Non pensavo che sarei arrivata a shippare tanto una coppia che non sia la Jack x Rapunzel, ma le Pitch x Elsa – per quanto non le eguaglino e nemmeno si avvicinino minimamente, per il mio animo ormai rapito da loro – mi fanno stravedere, vado proprio di matto per loro per quanto mi piacciono.
Oh, un piccolo appunto; non so se sia chiaro o meno ma la Elsa di cui parlo è assolutamente maggiorenne e più per i venti. Lo dico poiché ad un certo punto ho parlato di una 'bambina', nel capitolo, ma mi riferivo solo a quando tutto è iniziato. x°
Dunque, porgo i miei ossequi ora a tutti coloro che han letto. As usual, mi piacerebbe ricevere qualche parere, sperando possa essere positivo e augurandomi vi sia piaciuta questa breve storia.
Grazie mille per le letture che dedicherete alla fiction, e grazie infinite a tutti coloro che han commentato le mie ultime uscite – appena avrò tempo risponderò a tutti voi, nel frattempo, UN GRAZIE IMMENSO non ve lo leva nessuno. x°
Alla prossima!
 

© a u t u m n
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: icered jellyfish