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Autore: FuckSookie    18/01/2014    2 recensioni
❝He’s not perfect. You aren’t either, and the two of you will never be perfect. But if he can make you laugh at least once, causes you to think twice, and if he admits to being human and making mistakes, hold onto him and give him the most you can.❞ Fanfiction su Aria Montgomery ed Ezra Fitz.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aria Montgomery, Ezra Fitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE RISE & FALL

∼ ❝ He’s not perfect. You aren’t either, and the two of you will never be perfect. But if he can make you laugh at least once, causes you to think twice, and if he admits to being human and making mistakes, hold onto him and give him the most you can.❞  ∼

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(…) Da quanto tempo non parlavano in quel modo? Aveva dimenticato cosa si provava a star da soli in mezzo alla gente con lei, che proprio come sempre aveva l'aspetto di un'opera d'arte, mentre il rimanente dei presenti chiacchierava disinteressato e loro si guardavano, parlando di chissà cosa, di chissà chi. Senza sfiorarla, però, non ne aveva più il permesso.

Quella volta tutto era differente; lei stava con un altro, mentre a lui il mondo era precipitato addosso alla notizia che quel bambino non fosse realmente suo figlio. Eppure si era impegnato, aveva dato il meglio delle proprie capacità per colmare l'assenza dei sette anni precedenti, e la conferma che tutto fosse stato inutile aveva scavato in lui un pozzo di apatia alla quale non era affatto abituato. Ezra adagiò un braccio sulla spalliera del divano, e quel gesto inatteso fu l'unico che si concesse. Aria però sorrise, notandolo, senza interrompersi, e portò alle labbra rosee il bicchiere in cartone colmo di caffè caldo. Quello al latte di soia che le piaceva tanto. Ezra ne percepiva l'odore ed i ricordi delle mattinate passate nel suo piccolo monolocale ad accarezzarla presero forma più concretamente, schiaffeggiandolo.

Cullato dalla sua voce, melodiosa anche se occupata a narrare di vicende poco entusiasmanti, realizzò di non essere perfetto. La perfezione che lei gli aveva donato stando semplicemente con lui era andata scemando nelle settimane passate, quando il pensiero più brillante che gli fosse balenato in mente era stato quello di andarsene lontano da Rosewood pur di lasciarsi ogni cosa alle spalle. Ma neanche lei era perfetta, mentre le sue dita corte ed affusolate accarezzavano la plastica del coperchio del bicchiere. Non era perfetta, e come lui non sarebbe più tornata ad esserlo, ma riusciva a farla ridere. Poteva notarla distogliere i verdi occhi dal suo volto per non farsi vedere, ma rideva, ed Ezra sarebbe stato in grado di riconoscere il tintinnìo della sua risata fra mille, se fosse stato necessario, e lei lo ripagava facendolo pensare due volte, prima di compiere un'azione stupida. Lo aveva fatto spesso, durante la loro relazione.

Per tornare ad essere ciò che erano stati prima dell'ignobile onda che aveva portato via ogni loro bagliore di serenità, avrebbero dovuto accettare d'essere niente più che umani. Umani che compiono sbagli e son carichi di difetti, ma che – insieme – sarebbero stati in grado di galleggiare e resistere maggiormente alle spinte di quei cavalloni. Se solo avessero accettato di riprovarci... lui le avrebbe afferrato la mano, attirandola a sé ed impedendole di mandar giù l'acqua salata. Non l'avrebbe fatta annegare più. Anzi, avrebbe ripulito la sua bocca dalle brutte parole e dalle preoccupazioni. L'avrebbe amata sino al calar del sole e all'arrivo su qualche spiaggia deserta. Ci sarebbe stato, così come lei – adesso – era lì, a guardarlo negli occhi col palese desiderio di baciarlo.

«Aria, dovremmo––...»

Non lo stette ad ascoltare. Si sporse in avanti, senza procurar rumore, non degnando di uno sguardo coloro che già li ignoravano, beati, godendosi il pomeriggio. La sua mano destra si sollevò, accarezzando con gesti abituali la sua gota vagamente arrossata. Furono le labbra di Ezra a venir disinfettate, con sorpresa, divenendo proprietà di Aria per un breve, fugace istante. L'espressione che le modificò poi il volto non aveva nulla a che vedere col sentirsi in colpa. Rimasero in silenzio non più del tempo necessario per sbatter le ciglia un paio di volte, poi il discorso riprese, ed entrambi risero, con estrema normalità.

Non sarebbero stati perfetti, i cocci del passato – una volta infranti – è impossibile che vengano inseriti nella posizione originale, ma forse un giorno non distante avrebbero ricominciato da zero, dando il massimo per non lasciarsi annegare. Lui, per lo meno, non l'avrebbe fatta annegare.
 

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