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Autore: Tomocchi    19/01/2014    4 recensioni
[Sleepy Hollow (http://it.wikipedia.org/wiki/Sleepy_Hollow_(serie_televisiva)]
Ichabod è ancora alla prese con le diavolerie del ventunesimo secolo -con qualche difficoltà- ma per fortuna c'è Abby a spiegare...
Un incontro con Katrina gli darà la forza per andare avanti, ma era la realtà o solo un sogno?
(Perchè io amo la Ichabod x Katrina cappero.)
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solo un sogno

 

Serie: Sleepy Hollow
Personaggi: Ichabod Crane, Katrina Crane e Abigal Mills
Note: I personaggi non mi appartengono, scrivo questa fanfiction solo per puro diletto e non a scopo di lucro.

 

“Dunque qui hai tutte le provviste…”
“ Agente Mills, ma queste come…? “ Ichabod prese in mano una scatoletta in alluminio di funghi, fissandola da ogni angolazione come a carpire qualche segreto.
“ Usa questo, Crane – e Abigal gli mostro un oggetto in particolare preso da un mobiletto- si chiama apriscatole, e non è difficile usarlo…guarda, ti faccio vedere.” Mostrò all’uomo l’operazione, sotto gli occhi di un sorpreso Ichabod quando vide la lattina aprirsi grazie a quel curioso arnese.
“Incredibile…ne sono cambiate di cose…” mormorò, mettendo i funghi ora liberi in un piatto.
“ Beh, ti saluto, se hai problemi, chiamami.” Salutò la donna con un cenno della mano, prima di uscire.
Ichabod storse il naso: preferiva di gran lunga non disturbare l’agente Mills per simili piccolezze, e soprattutto, non era ancora così pratico nell’usare quel coso chiamato cellulare.
Ci aveva messo parecchio a imparare anche solo a fare un numero e lasciare un messaggio in segreteria! Certo, non negava che fosse un apparecchio comodo, ma come tutte le novità, doveva solo abituarsi.
Consumato il pasto, si stiracchiò, guardandosi in giro: la casa del vecchio agente Corbin, mentore di Abigal e morto per mano (o ascia, per meglio dire) del Cavaliere senza testa, era confortevole e familiare, per i suoi standard, e si sentiva decisamente al sicuro.
Dopo una giornata passata a cercare un nuovo demone affiliato a Morte, un buon riposo era quello che ci voleva: probabilmente avrebbe avuto anche la mente più lucida l’indomani, pronto ad affrontare il caso in corso.
Dopo essere spogliato del giaccone e dei pesanti stivali, l’uomo si sistemò sotto le coperte, chiudendo gli occhi dopo aver dato un’ultima occhiata alla stanza silenziosa, mentre fuori sentiva solo qualche rumore prodotto dagli animali notturni.

Non sapeva come, ma era di nuovo in quel bosco grigio e spoglio, popolato da anime in pena che si aggiravano senza particolare meta.
Ichabod si guardò in giro, riconoscendo in esso il purgatorio. E se lui era lì, voleva solo dire che…
“Katrina!” chiamò, cercando con lo sguardo la propria moglie, una strega bloccata lì.
“ Katrina!”
“Ichabod!” la sua voce! Dio, quant’era soave la sua voce, il solo sentirla riusciva a riscaldare il suo cuore, riusciva a dargli un’energia che solo l’amore poteva creare.
Lei era lì, proprio a pochi passi da lui, che si stava avvicinando in tutta fretta.
Crane la raggiunse con rapide falcate, prendendola tra le braccia e stringendola forte a sé: da troppo tempo non riuscivano a comunicare, gli sembrava un’eternità.
La donna dai capelli rossi ricambiò l’abbraccio, accarezzandogli il collo con le dita, fredde ma delicate, proprio come ricordava.
“Oh, Ichabod…odio saperti qui, non è un posto per te!” esclamò la moglie, lasciando la presa solo per poterlo guardare in faccia con uno sguardo triste e preoccupato.
“ Katrina…non hai idea di quanto io desideri vederti, di quanto mi manchi la tua presenza ogni singolo giorno…” sussurrò lui, accarezzandole dolcemente la guancia.
“ Lo so benissimo, lo so… è lo stesso per me…” mormorò lei, abbassando lo sguardo, mentre stringeva le labbra. “ Solo che… se sei qui è perché… tu sei in grave pericolo, o… perché stai per abbandonare la vita.”
No, non era possibile: era al sicuro nel proprio letto, o almeno, quella era l’ultima cosa che ricordava; poteva darsi che fosse sotto attacco di qualche infima creatura?
Dubitava, ma come testimone era suo dovere rimanere vivo e portare avanti la sua missione, quella di fermare l’avvento dell’Apocalisse.
“Ichabod…devi svegliarti, hai capito?” lo incitò la donna ansiosa, prendendogli il viso tra le mani, per poter vedere la sua espressione.
“Katrina…”  odiava dover lasciare la propria moglie ancora lì, odiava non potergli essere vicino come un vero marito doveva!
“Ti prego…va’ via…” soffiò lei, ormai con le lacrime agli occhi.
Non riuscì a trattenersi, a quella vista.
Ichabod si riavvicinò a lei, prendendole a sua volta il viso per poter asciugare le gocce che le rigavano le guance rosee.
Dopodiché lambì le proprie labbra con le sue, in un bacio caldo e desiderato, che sapeva di disperazione.
Katrina, senza quasi rendersene conto, lo ricambiò, cingendogli nuovamente le spalle con le braccia, per potersi stringere al marito e sentirlo ancora suo.
Fu un bacio lento, ma passionale, una danza in perfetta sincronia e piacevole, condotto da due anime sicuramente gemelle.
Katrina era la sua metà, la sua dolce metà.
A malincuore la lasciò, desideroso di riprendere il contatto, ma allo stesso tempo conscio del proprio gesto egoista e sbagliato.
Si inumidì le labbra, fissando la strega che lo guardava come immenso dolore.
La sentì sussurrare un “ci rivedremo.” , seguito da un piccolissimo sorriso appena accennato, ma incoraggiante, che lo rinnovò dall’interno.
Il suo cuore pareva scoppiare a quel semplice gesto.
Annuì, sentendo nuovamente quella sensazione di risucchio, che lo attirava lontano dalla donna come una calamita, mentre il luogo attorno a lui sbiadiva, sostituito invece da un buio assoluto.

“…ane….Crane!”
Ichabod aprì gli occhi di scatto, trovandosi Abigal vicino a lui che lo chiamava con insistenza.
“Crane! Finalmente! Hai idea di che ore sono?” le domandò l’agente, inarcando il sopracciglio con un cipiglio curioso, che chiedeva sicuramente spiegazioni.
In effetti, per una persona impeccabile e puntuale come lui, questa era sicuramente un’anomalia non da poco.
L’uomo si mise a sedere sul letto, passandosi una mano sulla faccia.
Sentiva una profonda malinconia, probabilmente un residuo del sogno avuto poc’anzi.
Aveva inconsciamente usato la parola sogno.
Poteva davvero definirlo sogno, oppure era stato realmente in quel luogo inaccessibile?
Di una cosa era certo: nonostante la profonda amarezza, il suo animo era carico, pronto ad affrontare le insidie del proprio compito, e tutto grazie al solo tocco della sua amata Katrina.
Si, era grazie a lei se riusciva ad andare avanti.
Avrebbe bloccato Morte a tutti i costi.

 

Note Finali:  Nuova fanfiction!! Non potevo farne a meno dopo aver visto un’altra puntata, eheh.
Però qui c’ho piazzato un bacio. Perché diamine, io voglio vedere un bacio tra Katrina e Ichabod! Ma nada, me tocca scriverlo e far forza solo sull’immaginazione xD chissà cosa riserva la prossima puntata di Martedì.
detto questo, ringrazio Teacup per aver recensito la prima ff di Sleepy Hollow che ho scritto, e spero che possa piacerle anche questa, oltre a tutti coloro che leggono.
Alla prossima *_*
   
 
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