Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: ILoveRainbows    19/01/2014    4 recensioni
Perdersi a Londra se non la conosci può essere spaventoso in un primo momento, ma cosa succederebbe se incontrassi una persona che ammiri, stimi: consideri persino il tuo eroe? Clara potrebbe scoprirlo e chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
Sapevo di aver sbagliato fermata. Era più di una sensazione. Non c'era più nessuno. Cazzo! Mi ero persa da ascoltare musica. Come sempre Mika... La mia playlist delle preferite era composta solo da sue canzoni. E quando le ascoltavo perdevo la percezione di... TUTTO!! Tempo e spazio. Scendendo dalla metropolitana non avvertii molta differenza di temperatura, ma l'aria nella stazione era sicuramente meno stantia di quella nella metro e finalmente potei respirare a pieni polmoni. Un cartello segnava "Piccadilly Circus". Bene, almeno mi trovavo in un posto che conoscevo. Non dovevo farmi prendere dal panico; dopotutto la situazione non era delle peggiori: mi trovavo semplicemente in una città che non era la mia, di sera, senza sapere dove si trovava il mio albergo perché ero arrivata solo da due giorni... Bene! Sarebbe bastato chiamare la profe. Avrebbe urlato un po', mi sarei beccata un po' di umiliazione pubblica... Routine, insomma. Mentre il mio cervello analizzava la situazione in cui mi trovavo le mie gambe mi avevano portato in superficie e l'aria frizzante di inizio marzo mi scompigliò i capelli e mi avvolse in un gelido abbraccio facendomi gonfiare il cappotto. Rabbrividii leggermente, ma tutto sommato, amavo quella città e tutto ciò che rappresentava. Mi sentivo a casa... Anni prima ci ero stata con i miei zii che avevano detto che sembravo nata per vivere a Londra.
Girai alcune volte su me stessa assaporando la vita che quella città emanava fin dalle fondamenta dei palazzi più vecchi. I cartelloni luminosi mostravano le pubblicità più svariate, ma le persone non sembravano farci caso e camminavano in gruppetti chiacchierando e ridendo, come se non avessero nessun problema al mondo. Durante il giorno erano tutti di fretta, ma appena calavano le tenebre i londinesi perdevano la percezione del tempo e pensavano solo a divertirsi. Erano per lo più persone simpatiche, i londinesi: ti accoglievano con un sorriso sulla faccia e ti aiutavano a capire quello che dicevamo se eri straniero. Non avevo di questi problemi per fortuna. Mi fermai un attimo ad immaginare come sarebbe stato vivere in quella città e mi dimenticai del casino in cui mi trovavo. Presi subito in mano il cellulare e andai nella rubrica a cercare il numero della profe quando un messaggio allarmante comparve al centro dello schermo "batteria scarica". Lì per lì non mi preoccupai più di tanto. Di solito ci metteva un po' prima di spegnersi, ma proprio quella volta, dopo appena tre secondi dal messaggio comparve una manina che salutava e si spense. La voglia che avevo di imprecare era tanta, ma mi ricordai che gli inglesi sono "very polite people" e mi trattenni. Quindi: oltre a non sapere dove si trovava l'albergo ero anche senza cellulare. Il mio spirito di avventura mi diceva che non era male come situazione, mi trovavo pur sempre nella mia città preferita. Feci un altro respiro profondo e decisi di avviarmi verso Leicester Square. Quella sera avremmo dovuto andare a teatro quindi potevo aspettarli lì. Camminai verso la piazza con Mika che mi urlava nelle orecchie guardando la strada con occhi vitrei e persi nel vuoto. Arrivata lì le mie gambe si diressero da sole verso una panchina vuota e mi sedetti guardando la gente che passava davanti a me. Al cinema lì accanto davano "Casablanca" restaurato. Una parte di me avrebbe voluto alzarsi ed andare a vederlo, ma mi trattenni. Stetti per almeno un quarto d'ora seduta a osservare la gente che entrava a vedere uno spettacolo nel teatro di fronte a me e poi chiusi gli occhi aspettando l'illuminazione divina. Quando li riaprii pensai che stavo ancora sognando. Sbattei un paio di volte gli occhi e mi detti un pizzicotto, ma l'impressione di avere un'allucinazione non svanì. Non era possibile! Chiunque lo avrebbe pensato... O almeno chiunque considerasse l'uomo seduto accanto a me il proprio idolo. Per me però era un eroe vero e proprio.

Angolo scrittrice: questa è la prima volta che scrivo una fanfiction quindi sono ben accetti commenti, critiche e consigli. Credo che questo capitolo sia stato un po' noioso perché Mika è comparso solo alla fine, come avrete capito, però nei prossimi capitoli sarà parte integrante del racconto ovviamente. Fatemi sapere cosa ne pensate.
  
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