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Autore: Cri cri    19/01/2014    9 recensioni
Song-fic tratta dall'episodio numero 196 dell'anime intitolato 'I semi di stella'.
“Ora ti mostrerò una cosa che ti lascerà di stucco… la mia immensa, fantastica collezione dei semi puri di stella” tutti e quattro i semi di stella delle sue adorate amiche si alzarono in volo, inglobandosi in quella coltre di semi di stella che brillava come corpi celesti.
Inevitabile fu per lei non soffermarsi su uno in particolare, quello che tra tutti spiccava per la sua speciale e calda luce dorata.
Qualcosa simile ad una morsa le stritolò il cuore fino a mozzarle il fiato in gola, arrestandole, nello stesso istante che Galaxia parlava, ogni funzione vitale.
“Ma quello è il mio Mamoru” gli occhi appannati dalle lacrime tuttavia permettevano ancora quella brutale quanto dolorosa visione.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie
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In assenza di te



Usagi soffermò lo sguardo, sgomenta ed impaurita, sui quattro semi di stella delle sue compagne, morte ancora una volta sotto i suoi occhi che non sapevano fare altro che piangere e piangere. Frignare faceva parte di lei, purtroppo con il tempo non era cambiata di una virgola, lei lo sapeva, loro lo avevano sempre saputo.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa, dato perfino l’anima, la sua vita, ma a quale scopo adesso? Valeva davvero la pena vivere ancora? Se sì, perché? Per chi?
Mamoru non l’aveva più cercata da quel maledetto giorno all’aeroporto e lei continuava ad illudersi che era troppo impegnato per pensarla o semplicemente telefonarle per farle sapere che stava bene.
I primi periodi non c’aveva dato troppo peso, Mamoru era così, ma lo amava anche per questo.
Dopo però… più i giorni passavano più la sua mente cozzava con il cuore in continuo sanguinamento.
Si era ridicolizzata ascoltando la segreteria telefonica per avere ancora un contatto con il suo Mamo-chan, piangendo lacrime amare ogni qualvolta ne avesse la possibilità.
Si era aggrappata con ferocia all’amicizia con Seiya, rendendola una cura, il balsamo per le sue ferite.
Non si era resa conto, fino a all’attimo prima del concerto, quanto lo avesse – inconsciamente – illuso di qualcosa che non sarebbe mai sfociato oltre la buona e profonda amicizia.
Si sentiva perfida Usagi, persa nel mare della disperazione.
Erano rimaste in poche: lei e le starlights con la piccola Chibichibi.
Sarebbero morte e non potevano fare nulla per fermare la forza indemoniata di Caos che era riuscito ad impadronirsi del buon senso della guerriera più forte di tutti i tempi: la temibile quanto eterea Sailor Galaxia.
“Non sono favolosi” fluttuavano nella sua mano come se fossero spinti da una forza sconosciuta, la guardava di scherno, deridendola sfacciatamente.
“Ora ti mostrerò una cosa che ti lascerà di stucco… la mia immensa, fantastica collezione dei semi puri di stella” tutti e quattro i semi di stella delle sue adorate amiche si alzarono in volo, inglobandosi in quella coltre di semi di stella che brillava come corpi celesti.
Inevitabile fu per lei non soffermarsi su uno in particolare, quello che tra tutti spiccava per la sua speciale e calda luce dorata.
Qualcosa simile ad una morsa le stritolò il cuore fino a mozzarle il fiato in gola, arrestandole, nello stesso istante che Galaxia parlava, ogni funzione vitale.
“Ma quello è il mio Mamoru” gli occhi appannati dalle lacrime tuttavia permettevano ancora quella brutale quanto dolorosa visione. Il viso del suo adorato Mamo-chan fletteva nel suo cuore, deturpandolo e distruggendo quell’ultimo brandello di carne pulsante rimasta.
Lei che fino a quel momento aveva creduto che lui fosse negli Stati Uniti a studiare, incolpandolo di colpe che addirittura non aveva, che si era arrogata la presunzione di crederlo diverso da quello che si era sempre dimostrato, adesso faceva i conti con l’amara verità: Mamoru era morto, morto come le sue care amiche.
“Ma brava, così hai notato subito il suo seme di stella d’oro; devo riconoscere che hai occhio” gli occhi ametista della temibile guerriera le procuravano altro dolore, quel brivido di paura che mai in nessuna battaglia aveva temuto così tanto.
Continuava a prendersi bellamente gioco di lei, dei suoi sentimenti, seduta sullo scranno dorato e con la mano poggiata sulla faccia in segno di supremazia, potenza, vittoria
“Quello è il seme di stella che controlla il tuo mondo”…
Silenzio deprimente, lacrime che inesorabili cadevano come una cascata, lacerandole la pelle come il peggiore degli acidi.
“Se è così… se quello è il seme di stella di Mamoru allora significa che lui è… il mio caro Mamoru è… il mio dolce Mamoru è…” non riuscì a pronunciare altro, uno squarcio nel petto grande come una voragine la inghiottì completamente, sprofondandola negli abissi più cupi e tetri.
Il suo Mamo-chan era morto e lei ne era rimasta all’oscuro per tutto questo tempo.
A che pro combattere se poi bisognava morire, o come il quel caso vivere senza la propria ragione di esistenza? Come poteva solo pensare adesso, lei, di andare avanti seppure avesse vinto quella battaglia che sembrava non avere mai fine?
Perché proprio loro due dovevano essere Serenity ed Endymion, Sailor Moon e Tuxedo Camen? Perché Ami, Makoto, Minako e Rei non potevano vivere una vita normale all’insegna della spensieratezza e dell’amore?
Perché diavolo loro non erano destinati ad essere felici?
Eppure nel trentesimo secolo loro c’erano, la piccola Chibiusa anche… quel barlume di speranza che albergava sempre nel suo cuore di combattente e ragazzina ingenua si era spento con una folata di vento gelido, portando l’inverno nel suo animo caldo e gentile.
 
Io come un albero nudo senza te
Senza foglie e radici ormai
Abbandonata così
Per rinascere mi servi qui
Non c'è una cosa che non ricordi noi
In questa casa perduta ormai
Mentre la neve va giù
E' quasi Natale e tu non ci sei più
 
E mi manchi amore mio
Tu mi manchi come quando cerco Dio
E in assenza di te
Io ti vorrei per dirti che
Tu mi manchi amore mio
Il dolore è forte come un lungo addio
E l'assenza di te
E' un vuoto dentro me
 
Perché di noi
E' rimasta l'anima
Ogni piega, ogni pagina
Se chiudo gli occhi sei qui
Che mi abbracci di nuovo così
E vedo noi stretti dentro noi
Legati per non slegarsi mai
In ogni lacrima tu sarai
Per non dimenticarti mai
 
E mi manchi amore mio
Così tanto che ogni giorno muoio anch'io
Ho bisogno di te
Di averti qui per dirti che
Tu mi manchi amore mio
Il dolore è freddo come un lungo addio
E in assenza di te
Il vuoto è dentro me
Tu mi manchi amore mio
E mi manchi come quando cerco Dio
Ho bisogno di te
Di averti ancora qui con me
E mi manchi amore mio
Così tanto che vorrei seguirti anch'io
E in assenza di te
Il vuoto è dentro me
Grido il bisogno di te
Perché non c'è più vita in me
Vivo in assenza
In assenza di te
 

 
Era finita: Usagi smise di lottare in quel momento tetro e buio della sua vita.
Nessuno avrebbe mai colmato quel vuoto, quell’assenza lancinante nel suo cuore, nella sua anima, nel suo essere Usagi aveva bisogno del suo Mamoru, del suo Endymion, ma qualcuno aveva pensato bene di strapparlo alla vita per la bramosia di vittoria, di predominio.
Usagi voleva seguirlo, ricongiungersi a lui e smettere per una fottuta e buona volta di pensare agli altri, al bene del prossimo…
Non viveva più, era morta pochi attimi prima quando aveva posato i suoi occhi su quel seme di stella inconfondibile.
Avrebbe urlato, gridato, ma a quale pro se non ad infettare le sue ferite sanguinanti?
Era finita…
Si accasciò sfinita sul pavimento sorretta da Sailor Star Fighter, molte volte la sua ancora di salvezza in quei agognanti mesi senza il suo Mamo-chan, eppure… nemmeno lei riusciva a colmare quella sofferenza.
La guardò dispiaciuta prima di abbandonarsi all’ennesimo pianto di frustrazione…
Mamoru era morto e lei con lui…
 
 
 
NDA:
Dopo mesi di assenza eccomi tornata con una sonf-fic introspettiva sull’episodio dell’anime 196 intitolato ‘I semi di stella’.
I dialoghi presenti non sono frutto della mia fantasia bensì presi dall’episodio stesso.
Il titolo della shot è preso dalla canzone presente anche nel testo di Laura Pausini e non ho su di essi alcun diritto.
Mi scuso per le mie storie in corso ma ogni volta che apro il foglio di word per scrivere qualcosa mi blocco, non ho più ispirazione per questo fandom e mi spiace, ma preferisco evitare che scrivere cose che a me per prima non piacciono.
Grazie in anticipo a chi la leggerà e recensirà. Baci

 
   
 
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