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Autore: Piperilla    19/01/2014    2 recensioni
Una delle domande più vecchie del mondo: come entrano quattro elefanti in una Cinquecento?
La risposta è universalmente conosciuta... ma qualcuno si è mai chiesto perché quattro elefanti stiano in una Cinquecento?
Il nostro Narratore se l'è chiesto, ed ha avuto la strabiliante fortuna di ricevere la risposta direttamente dai quattro elefanti.
Siete curiosi, eh? E allora che aspettate? Leggete il resoconto dell'ultimo degli incontri bizzarri che ha vissuto il Narratore più tonto che ci sia!
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Incontri ravvicinati di uno strano tipo'
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In una domenica assolata viaggiavano, lungo una strada di periferia, quattro elefanti in una Cinquecento.

Dopo aver incontrato due galline sul ciglio della strada che facevano l'autostop per andare in centro non dovrei più lasciarmi sorprendere da nulla, ma quella volta rimasi davvero a bocca aperta.

Ero fermo sul ciglio della strada, con la testa sprofondata nel cofano della macchina e imprecavo sonoramente: senza alcun preavviso la mia auto si era fermata, e da oltre un'ora combattevo contro il motore... ovviamente senza risultati.

Poi sentii il rumore di una macchina che si faceva sempre più vicina e una poderosa voce nasale.

VOCE SCONOSCIUTA: Ha mica bisogno d'aiuto?

NARRATORE (sollevando di scatto la testa e dando una violenta testata al cofano): Ahia! Sì, la mia macchina non par...

Mi bloccai, assolutamente sgomento. Di fronte a me c'era una Cinquecento rosa shocking e, dentro, quattro elefanti che mi guardavano, in attesa.

Era ovvio che fossi a dir poco sbigottito da ciò che vedevo: voglio dire, chi mai andrebbe in giro su un'automobile rosa shocking?

L'elefante al volante (all'anagrafe ELE) barrì spazientito, mentre quello al posto del passeggero (nome di battesimo: FANTE) osservava con educata curiosità la mia espressione. A mia volta, osservai con la coda dell'occhio il mio riflesso nello specchietto: occhi sgranati, bocca spalancata così da permettere un comodo accesso alle mosche, sguardo vitreo. Il tutto corredato da una serie di balbettii incomprensibili a qualsiasi essere senziente e non.

FANTE: Scusi dicevo, ha mica bisogno d'aiuto?

NARRATORE (recuperando un po' di dignità e chiudendo finalmente la bocca): Sì ecco, la macchina. Non parte.

ELE: È riuscito a capire qual è il problema?

NARRATORE: Probabilmente riguarda il motore. Non so che fare.

La mia affermazione venne accolta con la paziente esasperazione generata solitamente dai bambini un po' tonti. I due elefanti seduti sul sedile posteriore (due gemelli: GRI e GIO) intervennero contemporaneamente.

GRI e GIO: Chiamare un carro attrezzi no?

NARRATORE (dopo essersi riavuto dallo stordimento causato dal pachidermico dolby surround): Il mio cellulare ha la batteria scarica.

ELE (alzando gli occhi al cielo): Un disastro d'uomo.

FANTE: Le giornate storte capitano a tutti. Se vuole posso chiamare io.

NARRATORE: Gliene sarei grato.

Fante estrasse uno smartphone ultimo modello, digitò rapidamente il numero del soccorso stradale con la proboscide e avviò la chiamata. Qualche minuto più tardi, riattaccò.

FANTE: Mi spiace doverglielo dire, ma pare che per oggi le sue sfortune non siano ancora finite: il carro attrezzi non potrà arrivare prima dell'ora di cena.

(Il Narratore alza gli occhi al cielo e comincia ad imprecare contro il complotto che l'Universo ha chiaramente ordito ai suoi danni, il tutto sotto gli sguardi increduli, impietositi e un po' diffidenti dei quattro elefanti. Il Narratore conclude la sua tirata con un urlo di frustrazione)

ELE (ingranando la prima): Be', a questo punto non c'è più nulla che possiamo fare. Felici d'averla aiutata...

(Fante dà una gomitata a Ele. I due si guardano malissimo per qualche lungo istante, poi Fante riporta la propria attenzione sul Narratore)

FANTE: Se il carro attrezzi non arriverà prima di sera e nessuno può venire a prenderla, è inutile che resti qui. Chiuda la propria auto e salga!

NARRATORE (guardando dubbioso la Cinquecento, piena fino all'orlo): Ci staremo?

ELE: È omologata per quattro, ma se ci stringiamo un po' riusciamo a farci stare anche lei.

(Gri si sposta verso il finestrino di sinistra, Gio verso quello di destra. Fante scende e il Narratore sale a bordo, strizzandosi nello spazio libero tra i due gemelli. La macchina parte)

Fui davvero stupito nel constatare che, in effetti, c'era posto anche per me dentro quella Cinquecento.

NARRATORE (piacevolmente sorpreso): Però! Non avrei mai creduto che sarei riuscito a entrare... voglio dire, quando vi ho visti mi sono chiesto come facevate a stare tutti e quattro qui dentro!

(Ele, Fante, Gri e Gio si voltano verso il Narratore, senza parole)

ELE: Non è ovvio? Ci stiamo comodamente...

GRI e GIO: ...due davanti e due dietro!

Di nuovo, lo stupore mi aveva giocato un brutto tiro. Gri e Gio avevano ragione: in un'auto omologata per quattro, in che altro modo quattro elefanti ci sarebbero potuti entrare, se non due davanti e due dietro? La suddivisione dei posti era obbligata!

NARRATORE: Avete ragione, non ci avevo pensato...

ELE (sottovoce, ironico, scansando il gomito di Fante): Perché la cosa non mi sorprende?

NARRATORE (proseguendo nella sua considerazione, ignaro dell'ironia di Ele): ...ma a questo punto mi chiedo: che ci fanno quattro elefanti in una Cinquecento rosa shocking la domenica a mezzogiorno?

ELE (stavolta a voce alta e palesemente sarcastico): E chi non se lo chiede? D'altra parte è una delle grandi domande della vita!

(Il Narratore tace come se avesse ricevuto uno schiaffo. Fante tira un gran colpo di proboscide sulla nuca di Ele e porge le proprie scuse al passeggero)

FANTE: Perdoni mio fratello, è un idiota. Da piccolo è caduto dal filo della ragnatela!

NARRATORE: Non mi dite che la storia degli elefanti che si dondolano sul filo di una ragnatela... è vera!

ELE: Perché non dovrebbe esserlo? A tutti piace l'altalena!

NARRATORE: Ma io intendevo... sì, insomma... vi regge?

ELE (in tono di profonda offesa): Cosa vorrebbe insinuare? Che pesiamo troppo? (Stizzito) Io sono un finto grasso!

GRI e GIO (sottovoce, al Narratore): Se lo ripete da vent'anni. È dall'83 che cerca invano di entrare in una taglia 44!

(Il resto del viaggio - fortunatamente breve - scorre in silenzio, senza ulteriori intoppi o fraintendimenti. Alla fine Ele parcheggia in prossimità dell'ingresso di un parco naturale poco fuori Roma. Ele e Fante scendono dall'auto, aprono il bagagliaio e iniziano a tirarne fuori cestini e coperte. Gri e Gio accorrono, prendendo la loro parte di bagagli)

NARRATORE (cercando di tenere tre cestini e due coperte contemporaneamente): Aiut... Che succede?!

ELE (trattenendo una risata): È la risposta alla sua domanda!

NARRATORE (sempre più confuso e carico di pesi): Cioè?

GRI: Prima ci ha chiesto...

GIO: ...cosa fanno quattro elefanti...

GRI: ...in una Cinquecento rosa shocking...

GIO: ...la domenica...

GRI: ...a mezzogiorno...

GIO: ...e la risposta è...

ELE, FANTE, GRI e GIO (in coro, sorridendo): Vanno a fare un picnic!

Lo ammetto, a quello non avevo proprio pensato, anche se vedendo la meta del viaggio e il carico del portabagagli, avrei dovuto avere almeno qualche sospetto. E poi avevano ragione: in una domenica bella e assolata come quella, che c'è di meglio di un bel picnic?

La giornata fu più divertente di quanto si fosse prospettata al mattino. Erano le sette di sera quando Ele, Fante, Gri e Gio mi lasciarono di nuovo alla mia auto, appena in tempo per l'arrivo del carro attrezzi.

Date retta a me: se come è successo a me vi capiterà di incontrare quattro elefanti su una Cinquecento, non state a farvi domande stupide come "Come fanno quattro elefanti a stare in una Cinquecento" o "Perché quattro elefanti stanno in una Cinquecento?". Le risposte sono sempre le più scontate.

Quattro elefanti stanno facilmente in una Cinquecento: due davanti e due dietro.

E ci stanno perché vanno a fare un picnic.

Invece di rendervi ridicoli chiedendoglielo, pensate piuttosto a scroccare loro un passaggio e un invito: si mangia bene e, soprattutto, le porzioni sono abbondanti. Chissà come mai.
   
 
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