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Autore: Silvar tales    19/01/2014    4 recensioni
"Ma ci pensi, Jim? Possiamo brindare fino a domattina, brindiamo a chi vuoi... abbiamo abbastanza rum da poter brindare fino ai tuoi lontani parenti, fino ai tuoi antenati, fino a gente che non hai mai conosciuto, puoi brindare a tutti i posti in cui sei stata, o in cui vorresti andare..."
"Non credo tu abbia bisogno di un qualsiasi pretesto per seccare anche quella.
Ma... se proprio vuoi brindare", ritentò lei, alzando anche la sua bottiglia, ormai vuota per metà, "brindiamo alla libertà, Kenway. Sempre".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Kenway, James Kidd
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lettera a Caroline



…che non ti inviai mai, mia amata.



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Mi stavo trascinando verso la sabbia di un atollo, con l'acqua che mi arrivava alle ginocchia, le braghe inzuppate e le orecchie che ancora mi fischiavano. La bagnarola che Thatch mi aveva affidato non aveva fatto tanti complimenti a colare sul fondo del mare come un vecchio calcinaccio.
Perlomeno la Jackdaw era sana e salva, ancorata a Nassau, con Adé provvisoriamente al comando.
"Thatch! Spero tanto che Nettuno ti inculi una di queste volte!" sbraitai al suo indirizzo, agitando un pugno in aria. L'avevo riconosciuto, in panciolle sulla riva ad aspettarmi, a sghignazzare con altri due suoi compari. Hornigold, forse, e Kidd?
Nella rabbia, urtai un piccolo scoglio sommerso e scivolai goffamente in avanti. L'acqua si insinuò nelle maniche della giacca: infastidito la tolsi con stizza, rassegnandomi a portarla sottobraccio.
Quando finalmente raggiunsi la sponda, la lanciai in faccia ad Ed, pur di non vedere quel suo ghigno divertito. Come immaginavo, era in compagnia di Ben e Jim, il primo intento a contare i gabbiani, il secondo assorto nella sua bottiglia di rum.
"Dev'essere stato uno bello spettacolino, non è vero? Vedermi affrontare due fregate spagnole con quella barchetta da pescatori".
"Eppure ce l'hai fatta". Non ora, Kidd. Ho imparato a detestare la tua voce.
"Certo, ma non è detto che mi vada sempre bene, solo perché sono Edward Kenway!"
"Che il cielo mi fulmini, basta Kenway! Ti lamenti come una zitella", intervenne Thatch.
Ci guardammo per qualche secondo con rancore, poi Ed si esibì in uno dei suoi sorrisi indiavolati e mi porse il braccio, che io afferrai prontamente. In fondo ero vivo, diavolo di un Thatch. Riuscirai ad ammazzarmi prima o poi.
Mi tolsi gli indumenti superflui, li appoggiai al tronco di una palma; e notai, sotto i miei piedi, accatastate entro un cerchio di roccette, al riparo dalle onde, alcune casse.
"Ah, dunque non siete stati solamente a guardarmi mentre io rischiavo la pellaccia! Avete fatto un buon bottino?"
"L'unico bottino che possa interessarti", mi rispose prontamente Benjamin, lanciandomi una bottiglia ricolma di rum. Sorrisi e mi affrettai a stapparla con i denti.
"Mi conosci troppo bene, Hornigold".
"In verità, Kenway, non sei diverso da molti altri pirati".


Il sole era ormai tramontato, ma cosa potevamo chiedere di meglio, noi quattro, su un atollo senza nome, una torretta di sabbia più alta delle altre, e intere casse di rum a nostra completa disposizione? Mancavano solo... donne, già. Anche se non era del tutto vero.
"Ma ci pensi Mary?"
"Sst, abbassa la voce, stupido". Ci eravamo appartati, eravamo lontani alcuni metri da Thatch e Ben, che erano intenti in una battuta di pesca notturna.
Eravamo sdraiati alla luce di un falò rosso e crepitante, io tenevo sollevato il busto con i gomiti, e Kidd stava con le mani legate alle ginocchia. In mano avevo la seconda bottiglia di rum della serata. "Ma ci pensi, Jim? Possiamo brindare fino a domattina, brindiamo a chi vuoi... abbiamo abbastanza rum da poter brindare fino ai tuoi lontani parenti, fino ai tuoi antenati, fino a gente che non hai mai conosciuto, puoi brindare a tutti i posti in cui sei stata, o in cui vorresti andare..."
"Non credo tu abbia bisogno di un qualsiasi pretesto per seccare anche quella".
Pur nella mia ubriachezza, vidi distintamente Mary sorridere, e la sentii addolcire la voce. Seppur mi piacesse quella sensazione anestetizzante che mi intorpidiva le membra e i sensi, da un altro punto di vista la odiavo, anche, perché mi sentivo impotente.
"Ma... se proprio vuoi brindare", ritentò lei, alzando anche la sua bottiglia, ormai vuota per metà, "brindiamo alla libertà, Kenway. Sempre".
Era diventata seria.
Mentre io sapevo di avere un sorriso idiota in faccia, gli occhi lucidi e l'alito pungente di alcol. Annuii.
"D'accordo, alla libertà. Sì". L'assecondai svogliato, e lasciai che le nostre due bottiglie cozzassero pigre tra loro.


Un’ora dopo non ero ubriaco, non del tutto almeno. La terra era ancora ferma sotto i miei piedi, il vento mi arricciava i capelli e sentivo ancora l’odore acre del mare.
Eppure avevo la lingua più sciolta di quella di una donna.
“Lo dovrò fare almeno una volta prima di crepare…” biascicai sovrappensiero, guardando Kidd negli occhi. O meglio, credendo di guardare Kidd negli occhi.
“Che cosa?”
“Toccarti le tette”.
Non avevo mai avuto troppi peli sulla lingua, ma solitamente con le donne cercavo sempre di fare il galantuomo. Quella fu un’eccezione, nemmeno troppo calcolata.
E fu anche un’eccezione lo schiaffo di rito che non arrivò mai.
D’altra parte, la stessa Mary Read era un’eccezione.
Si aprì di un colpo la camicia, si strappò via il corsetto e rimase a seno nudo.
Per poco non mi si strozzò il rum in gola.
“Prego, capitano Kenway”.
Mi portai due mani alle tempie, cercando di tornare padrone di me. Respirai a lungo e a fondo, due, tre volte.
Lei aveva un sorriso furbo e divertito stampato in faccia. Sapeva di avermi mandato in panico.
Nessun’altra donna sarebbe riuscita a mettermi in un simile impaccio, neanche fossi il quindicenne che ero la mia prima volta a letto con una ragazza.
Ma non James Kidd. Non Mary Read.
Mary non era affatto come le altre donne.
“Ma poi dovrei crepare…” titubai. Era imbarazzante da parte mia tirarmi indietro. Mary, diamine. E dov’era finita la tua ansia di venire scoperta?
Mi guardai attorno, quasi sperando che Thatch e Hornigold ritornassero dalla loro battuta di pesca e facessero riallacciare quel dannato corsetto.
“Dunque capitano? Siamo diventati timidi?” sghignazzò Mary. Nell’attimo in cui non la guardavo aveva fatto in tempo a sciogliersi i capelli e sbottonarsi i pantaloni. Più svelta di una torpedine.
Stanca della mia indecisione, mi si avvicinò e mi baciò sulle labbra, poi dentro la bocca.
Tutto ciò che riuscii a pensare nella mia sonnolenza alcolica fu: rum.
Un narcotizzante, esaltante, ristagnante sapore di rum di bassa qualità.
Successero anche altre cose che ora non ricordo molto bene. Sicuramente le toccai le tette perché, ovvio, mi aveva dato il permesso. Quale uomo si tirerebbe indietro, con l’autorizzazione in pugno? Poi andai più in intimità, la toccai in mezzo alle cosce, ruvide di sabbia e bagnate di umori e di acqua di mare.
Ma non facemmo nemmeno in tempo a cominciare a fare l’amore perché pochi minuti dopo udimmo le voci delle due canaglie avvicinarsi.
Quando scavalcarono la duna, noi eravamo ancora lì a baciarci e toccarci. Ma Mary dava loro le spalle.
Lei fece in tempo a riallacciarsi la camicia, io feci in tempo a chiudermi i pantaloni, e loro fecero in tempo a vedere quello che era senza equivoci un bacio, e pure coinvolto e appassionato.
Mary si tratteneva a stento dal scoppiare a ridermi in faccia, e io non capii subito il perché.
Lo capii poco a poco quando vidi Thatch guardarmi con due occhi sgranati.
“Per i sette inferi, amico, sembra tu abbia visto il fantasma di Davy Jones…” la mia voce sfumò non appena realizzai che Mary era ridiventata Jim: voce più profonda, camminata sbragata, tette scomparse (un vero peccato) e capelli raccolti.
Un’ottima attrice, questo dovevo ammetterlo.
Bastarda.


“Edward?”
“Sono ubriaco, Ed”.
“Sei sicuro?”
“Come che il mare è verde”.
Hornigold se la rideva.
“Non credevo che…”
“Nemmeno io, credimi”.


Non so quanto pregai Mary di poter chiarire le cose, ma lei rimase irremovibile, d’altronde non potevo smascherarla.
E quei due lupi di mare creparono con la convinzione che io facessi orge in alto mare con la mia ciurma al completo.
Fortunatamente portarono il loro segreto nella tomba, o almeno io credo, perché ancora oggi i miei marinai mi guardano strano qualche volta… …per mille fulmini, non avevo forse la fama di sciupafemmine io, Edward Kenway?
Mary, vecchia canaglia, a volte vorrei che tu fossi viva solo per poterti ammazzare di nuovo.
   
 
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