Me lo spieghi Lou? Mi spieghi tu come fai ad andare avanti? Ora che sei dall’altra parte del mondo, ora che hai tutto ma non hai me, come fai tu? Perché io sono qui, sempre qui dove mi hai lasciato, nel mio loft al quinto piano senza ascensore, con le finestre che danno su quella strada sempre affollata, che se ti sporgi un po’ vedi anche quell’asilo, in fondo alla strada. E tutti quei bambini che ogni tanto ti sorprendevo a guardare, col sorriso sulle labbra, tu che dicevi sempre che i bambini non li sopporti. Sono ancora qui, che mi aspetto di vederti entrare da quella porta, tra le otto e venti e le otto e trentacinque di ogni sera, lamentandoti per le troppe scale, chiedendomi quando mi decido a cercarmi un altro appartamento. Sì, ancora qui che mi aspetto di vederti, ancora sbuffando, mentre mi vieni incontro per poi baciarmi sorridendo e facendo sorridere anche me.
Perché io sono sempre qui, col lavoro e gli amici di sempre. Sempre di corsa, sempre incasinato, niente è cambiato ma non ci sei più tu. E allora mi chiedo che senso ha tutto il resto se non ho più te. Tu te lo chiedi mai?
L’altro giorno ho incontrato la signora del primo piano, te la ricordi? Quella che dicevi ti guardava sempre storto, quella che a malapena ti salutava. Mi ha chiesto di te, lo sai? Le ho spiegato che non ci sei più, che sei partito, sei andato lontano e lei mi ha sorriso, sembrava dispiaciuta. Persino lei…
Cazzo Louis, ma lo sai quanto mi manchi? Te lo immagini almeno? Ho finto di star bene, l’ho fatto credere a tutti ed ho provato a crederci anche io. Niente da fare Lou, senza di te bene non ci sto nemmeno un po’.
E mi hai detto che ti saresti fatto sentire, che mi avresti scritto il tuo nuovo indirizzo. Ma ormai non corro nemmeno più a rispondere non appena sento lo squillo del telefono, il cuore non mi salta nemmeno più nel petto ogni qualvolta mi vibra il cellulare. Però ogni tanto capita che mi volti per strada quando con la coda dell’occhio vedo qualcuno che mi ricorda te, quando sento il tuo profumo. E allora mi blocco in mezzo al marciapiedi, ti cerco tra la folla, sorridendo poi tra me e me della mia stessa stupidità.
La domenica ho ricominciato ad andare a correre al parco, sai? Adesso che restare a letto fino a tardi non ha senso se non ci sei te che mi abbracci, mi sorridi e con gli occhi ancora socchiusi mi sussurri quanto mi ami... E ogni volta spero che un'altra volta non mi accorgerò di te che corri nel senso opposto e che, distratto anche tu da chissà quale pensiero, mi verrai di nuovo a sbattere contro. E mi illudo che ricominceremo tutto da capo, come quella volta lì.
Non lo dico ma ti aspetto ancora, ti aspetto sempre. E tu che fai lì? Ci pensi mai a tornare?
In fondo all’armadio hai lasciato quella maglietta, quella rossa che mi piaceva tanto. Perché non te la sei portata via? Nemmeno mi sta… Perché non ti sei portato via tutto ciò che ancora mi ricorda te? Magari sarebbe più facile dimenticare. Tu l’hai fatto? Ti sei scordato di me?
E sai, oggi in pausa pranzo ti ho chiamato, di nuovo. Solo per riascoltare la tua voce in segreteria che tanto lo so che non mi rimane altro. Che hai cambiato numero e che non mi dirai dove e come stai, che è finita qui. Che ti ho lasciato partire e non avrei dovuto.
E mi dico che sarebbe più facile se ce l’avessi con te, se ti odiassi almeno un po’. Ma io ad odiarti proprio non ci riesco, davvero non ce la faccio.
Cazzo Lou… Mi spieghi come fai tu, laggiù?
 

 



Note:
Eccola qua, la prima fan fiction che pubblico. Non è niente di che, lo so, ma è un po' che l'ho scritta e mi faceva piacere condividerla qui.
Se leggete e vi va di lasciare una recensione fate pure, mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate.