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Autore: Pletto_    19/01/2014    2 recensioni
Sequel (?) di 'How I Met My Cas' in questo episodio (?) Dean si ritrova a vestire dei panni inusuali per lui il tutto grazie/per colpa d Castiel. Il titolo è una storpiatura di 'Poètes Maudits' cioè 'Poeti Maledetti'.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fandom: Supernatural.
Personaggi/Pairing: Dean/Castiel, un po' tutti.
Note: Un paio di paroline iniziali. Allora questa storia è il sequel della mia precedente fanfiction "How I Met My Cas" se volete la trovate nel mio profilo, leggetela se non l'avete letta, credo ne valga la pena :3 eeee questa ff è stata ispirata da una noiosa lezione di due ore su Rimbaud e Verlaine, noiosa perché non amo particolarmente la voce della mia professoressa... Ookay basta annoiarvi con le mie avventure.
Disclaimer: Nessuno di loro mi appartiene. Non sono in grado di possedere nulla, poiché potrei perderlo.

-Dean, perché hai un libro di poesie di Rimbad nella tua parte di libreria?-
-Tra l'altro tra “Donne&Motori” ed il primo numero in assoluto di “Busty Asian”.-
-E' una storia particolare, fatevela raccontare da Cas, mi sento ancora in imbarazzo.-
-Ce la racconti tu Castiel?-
-Si, certo. Dovete sapere che quello dovrebbe essere l'unico libro letto da Dean.-
-Zitto Cas, se non fosse stato per te e quella serata ad oggi avrei ancora una reputazione rispettabile e nessun libro letto.-
-Idiota, una delle sere più belle passate insieme e tu la minimizzi in questo modo, gran bel fidanzato che sei... Comunque...


Tutto iniziò con una lettera.

“Fai parte di un circolo letterario, Castiel?” chiese Dean osservando attentamente la busta giallognola intestata al 'Sig. Castiel Novak' che teneva in mano.
“Si, perché?” Castiel uscì dal bagno di casa Winchester passandosi una mano fra i capelli bagnati.
“Oh Dio, non mi abituerò mai a vederti uscire mezzo nudo dal mio bagno!” gli andò incontro stampandogli un bacio sulle labbra inumidite. “E' arrivata questa lettera per te.” gliela porse. “Qui. A casa MIA, hai già fatto il cambio di domicilio dopo solo quattro mesi?” chiese senza nascondere la paura che inondava le sue parole e gli saliva dal profondo.
“Ehi ehi! Dean, tranquillo.” gli afferrò il polso destro e gli baciò il dorso della mano. “L'avrà sicuramente portata Chuck, lo sa che sto sempre qui... E prima o poi parleremo di quella cosa che inizia con la 'C' e finisce con 'onvivenza'.”
Dean sorrise. “Bella prova di maturità eh? Che dice questa misteriosa lettera?” chiese incuriosito sedendosi sul divano e lasciando che Castiel si accoccolasse tra le sue braccia.
“E' un invito ad una cena a tema artistico-letterario.” rispose continuando ad esaminare il contenuto della lettera.
“A tema? Tipo Gioco Di Ruolo?”
“Se vogliamo vederla in questo modo, si. Si sceglie un artista o un autore del periodo indicato e lo si impersona durante tutta la serata, ovviamente sapendo qualcosa sia dell'autore che delle sue opere, generalmente è preferibile leggere un'opera.
“Mmh... Interessante...” mormorò lasciando distrarsi dalle sue dita che giocavano con dei ciuffi di capelli mori.
“Vuoi... Venire? E non fraintendermi.”
“Sai che non ho mai letto un libro vero e proprio? A meno che 'Le Avventure a Colori di Paperino' non si consideri un libro.”
Castiel si lasciò scappare una risata e si rigirò tra le braccia di Dean. “C'è sempre tempo per leggere un buon libro, Arthur.” disse risalendo fino alla bocca del biondo, lasciando sul cammino una scia di baci.
“Cas, no. Non faremo sesso fingendo di essere Artù e Merlin!” mormorò cercando ad occhi chiusi la bocca del ragazzo.
“Uhm, potrebbe essere allettante. Ma in realtà intendevo Rimbaud, siccome il tema è il periodo Bohèmien penso che sia perfetto per te.”
“Cas, perché decidi per me? Non fare il prepotente.” disse ribaltando le loro posizioni.
“Davvero dobbiamo discutere su una stupida cena a tema?” gli sbottonò la camicia mordendogli il petto.
“Non volevo discutere...” gli sfuggi un gemito di piacere quando la mano dell'altro incontrò la patta dei suoi pantaloni.
                                                                                       *
“Comunque mi ero appena fatto la doccia, dannazione!” si alzò dal divano per cercare a terra i suoi vestiti. “Tu e la tua bocca, con quelle fottute labbra.” raccolse il cappellino da fattorino. “Tu ed i tuoi capelli e la tua stupida barba.” s'inchinò per raccogliere i boxer ed infilarseli.
“E i miei boxer.” sorrise vedendo quel ragazzo irresistibile che si stava ricomponendo davanti a lui.
“No, quelli li preferisco nell'armadio.” sorrise malizioso infilandosi velocemente la divisa del lavoro.
Dean si diresse verso di lui a lo abbracciò da dietro. “Intendevo, i miei boxer, quelli che mi hai rubato adesso.” disse indicando il bassoventre di Castiel.
Si rigirò tra le braccia di Dean “Oh, beh. Me li tengo io, ho bisogno di te.” disse alzandosi sulle punte per baciarlo passionalmente.
“Ho sempre desiderato baciare un fattorino della pizza, comunque sei troppo appiccicoso per i miei gusti, seriamente 'Ho bisogno di te?', credo che dovremmo prenderci una pausa, Cas.” ricongiunsero le labbra solo per un breve istante.
“Devo andare. Aspettami da Ellen, passo io appena stacco in pizzeria. Nel frattempo cercati qualche informazione su Rimbaud, e poi dimmi se non ho scelto bene. Ciao.” uscì di casa, trascinandosi il portone dietro di sé.
“Fai piano!” strillò sapendo che sarebbero state solamente parole nel nulla.
Andò in camera da letto alla ricerca del telefono. “Oh Winchester, sei fottuto, dovrai leggere un libro solo per farlo felice, per la miseria.” Compose il numero che ormai sapeva digitare ad occhi chiusi.
Che vuoi?”
“Ciao anche a te fratellino.”
Ciao Dean. Dimmi.”
“Avrei bisogno delle tue capacità informatiche, necessito di più informazioni possibili su Arthur Rimbaud.”
COSA? Che ci deve fare? Rimbaud?Perché proprio lui?”
Sbuffò annoiato “Fallo e basta, senza fare domande, te lo spiegherò un giorno... Forse.”
Passo sta sera da Ellen quando ho finito qua in ufficio. Visto che il tuo telefono dell'anteguerra non legge i .pdf.”
“Sammy, grazie davvero.”
                                                                                            *
Dean stava asciugando dei bicchieri quando riconobbe il passo cadenzato di Sam, si voltò e lo accolse con un sorriso.
“Vuoi qualcosa, fratello?”
“Si, dammi una birra.” disse poggiando sul bancone la sua cartellina e tirandone fuori un plico di fogli. “Tieni, adesso dimmi a che cosa ti serve Rimbaud.”
Dean prese il plico osservando i fogli che lo componevano. “Saranno almeno dieci pagine... Fronte retro. Sammy!! Non ho mai letto così tanta roba tutta insieme!” sbuffò. “Comunque è colpa di Castiel se sono in questo pasticcio. Lui e le sue cene a tema del circolo.”
“Spiegati?” chiese perplesso.
“Castiel è iscritto ad un circolo letterario che ogni tanto organizza cene a tema, la prossima sarà sullo stile bohèmien. E temo di esser stato coinvolto perché quel ragazzo è una dannata droga. Non riesco a dirgli di no ed il problema è che non so nemmeno cosa ha in mente, Sam. So solo che dovrò leggere un libro. UN LIBRO, Sam.” diede una lettura veloce alla prima pagina. “Oh Dio, è pure francese 'sto tipo? Io odio i francesi.”
“Dean, il movimento bohèmien è nato in Francia, è praticamente ovvio che gli esponenti siano francesi. Comunque ho capito tutto. E' una cosa carina quella che vuole fare Cas. Lasciaglielo fare, ti piacerà.” disse sorridendo, sorseggiando la sua birra. “Va bene Dean, io me ne torno a casa da Jess.”
“Dai un bacio alla mia cognatina.”
Osservò il fratello andarsene e si voltò verso Bobby, che lo osservava con uno sguardo eloquente da dietro il suo bicchiere semivuoto.
“Ho capito vecchio maledetto.” sorrise Dean e rispettò il tacito accordo tra lui e Bobby, che prevedeva Dean sempre pronto a riempire il bicchiere di Bobby.
“Visto che non c'è nessuno vado un attimo in ufficio a leggere questa roba, non attraversare il bancone nemmeno con il pensiero e chiamami se ci sono clienti!”
Bobby annuì silenziosamente bevendo il suo whiskey.
Si diresse verso l'ufficio di Ellen, momentaneamente vuoto e si mise a leggere cercando di memorizzare più cose possibili, maledicendosi per la sua bassa soglia d'attenzione.
Occhi blu ovunque. Me la pagherai, Cas per avermi indotto in questo stato di perenne incapacità di vivere senza di te.”
“Dean, hai lasciato Bobby con i liquori incustoditi, ma sei scemo?” gridò Ellen entrando nell'ufficio.
Dean si risvegliò dal suo stato catatonico. “Ellen, scusa, ero... Come si dice, impegnato a...” balbettò cercando di non sembrare troppo idiota.
“Stai leggendo?” chiese stupita.
“Si... E' una cosa, in cui mi sono impegnato proprio oggi e vorrei fare bella figura.” disse cercando di celare la vergogna infondata che provava.
“D'accordo, vai a casa che di là c'è qualcuno che ti aspetta, per sta sera lo riporto io a casa quel Vecchio Ubriacone.” sorrise spingendolo fuori dalla stanza.
Dean annuì e si diresse verso lo spogliatoio per prendere la sua giacca dall'armadietto, ricordandosi di prendere la ricerca mastodontica che il caro Sammy gli aveva gentilmente portato. E s'incamminò verso l'uscita salutando Castiel con un bacio sulla guancia, non sicuro della reazione di Bobby, pur avendo dubbi sul suo stato di incoscienza.
                                                                                                                 *
“Prima sono passato a casa per prenderti questo.” disse Castiel tutto contento porgendogli un libro ingiallito dal tempo e tutto spiegazzato. “Quando ero al college ero innamorato di Rimbaud, poi le sue corrispondenze con Verlaine. Le sue poesie, la sua innovazione.” gli occhi del moro brillavano nel buio della notte tanto che le luci dei lampioni sembravano essere piccoli fiammiferi a confronto. “Sono contento che tu abbia deciso di accettare questa cosa, so che non è nel tuo stile.”
“Posso chiederti una cosa, Cas?” sorrise incerto prendendogli la mano.
“Certo che puoi, Dean.” Castiel impuntò i suoi occhi blu in quelli di Dean, che appena incrociò lo sguardo da cerbiatto sentì una sensazione strana alla bocca dello stomaco, che lo fece sentire subito bene ed a suo agio.
“Sai parlare francese? No, perché sai, oggi ho chiesto a Sammy se mi poteva portare delle informazioni su Rimbaud ed ho scoperto che è francese... Non so se lo sai, io odio i francesi.”
Castiel gli strinse più forte la mano. “Si, parlo un po' di francese, al college il corso era in lingua, non sapevo odiassi i francesi, anche io li odio, ma devo ammettere che il loro bagaglio storico, artistico e culturale è immenso e così pieno di emozioni ed informazioni.”
Dean sorrise, Dio avrebbe potuto rimanere tutta la notte su quel marciapiede a sentire Castiel parlare di Francia e libri. E se quello non era amore, lui avrebbe messo le mani avanti.
                                                                                                  **
Dean era seduto sul divano in un completo molto bohèmien, un paio di pantaloni neri e stracciati, una camicia bianca e sciarpe a volontà sulle ginocchia, Castiel gli aveva chiesto di sceglierne una, accanto a lui aveva un cappello nero, stava finendo di leggere il libro di poesie che Cas gli aveva prestato.
“Merda!” l'imprecazione proveniente dal bagno lo risvegliò dalla sua lettura.
“Cas... Tutto ok?” chiese titubante.
“Cos... Si, Dean è che mi sento un idiota.” gli strillò dal bagno mentre era intento a sistemarsi i capelli con il gel.
“Non dirlo a me.” mormorò a sé stesso. “Ti serve una mano?” chiese entrando nel bagno e vedendo Castiel con le mani zuppe di gel ed i capelli, che secondo i suoi piani dovevano essere sparati in aria, tutti abbassati per via dell'ingente quantità di gel spalmata sui ciuffi.
“Si...” ammise il moro, dando a Dean l'impressione, sempre presente, di avere a che fare con un bambino avvolto spesso in un trench-coat. “Non ho mai messo del gel sui capelli, volevo farli un po' diversi, ma questo è il risultato.” disse indicandosi il disastro che aveva in testa.
“Nanny Winchester al tuo servizio.” sorrise alla vista del broncio di Castiel, prese un asciugamano e gli massaggiò un po' la testa, frizionandogli i capelli. “Ecco fatto, principino...” gli stampò un bacio sulla fronte.
“Dean?” gli si avvinghiò, mettendogli le braccia intorno al collo.
“Mmh...?”
“Hai capito chi è l'artista che ho deciso di interpretare?”
“Spero sia Verlaine, perché altrimenti ti do buca.” si spinse contro di lui per cercare la sua bocca, non la trovò perché Castiel aveva accostato il volto nell'incavo del suo collo, si accontentò perciò di poter mordicchiare il suo orecchio.
“Dean, moi, je pense que tu est très intelligent.” sorrise e si staccò da lui, lo osservò. “Spero che quando torneremo tu abbia voglia di rendermi ancora più felice.” sorrise maliziosamente.
“Ti farò vedere il paradiso, mio piccolo poeta.” gli sussurrò con voce più roca possibile.
Castiel ebbe un fremito e credette di non poter resistere alla tentazione di farsi scopare da Dean su quel pavimento.
“Ehi Paul, vuoi andare allora? Non vorrai mica fare tardi alla tua serata a tema.”
                                                                                                           *
“Non ci credo che Balthazar sappia parlare francese! Forse dovrei credergli quando parla della sua infanzia a Parigi.” esclamò Dean incredulo aprendo la porta di casa. “E Gabriel? Che mi declama tutto l'Abatros di Baudelaire? Che per caso si crede meglio di me? Ho letto tutte le corrispondenze fra Rimbaud e Verlaine in un giorno e mezzo, ma non ho avuto la necessità di mostrare il mio sapere a quei cretini! Dio Cas, i tuoi amici a volte non li sopporto.” disse gettandosi a capofitto sul divano. “Ehi, tutto okay?" si mise a sedere. "Ho sopportato la cena più stressante della mia vita, sono stato portato via dal mio ragazzo per tutta la sera e adesso non mi risponde nemmeno. Castiel?”
Castiel alzò lo sguardo ed incontrò quello perplesso di Dean, gli fece un sorriso timido e gli porse il libro di poesie. Lo sguardo di Dean, se possibile, si fece ancora più interrogativo.
“Apri alla prima pagina.” disse accomodandosi di fianco a lui sul divano in attesa di una reazione da parte dell'altro,
“Cas, moi aussi je t'aime.” disse con voce rotta dalle lacrime.


-Che cosa c'era scritto?-
-Jo, dai non essere impaziente.-
-Ho bisogno di saperlo!-
-Non c'è scritto niente di eclatante Jo, solo io che dichiaro il mio amore a Dean.-


A Dean, l'uomo che aspettavo e che non arrivava mai, l'uomo che crede in me anche quando da credere c'è poco, l'uomo che non ha avuto paura ad accogliermi in casa sua.
                                                                                                                                          Je t'aime. Tuo, Castiel.


Notebis: E eccomi di nuovo, giuro che non sono sempre così accollosa, solo vi chiederei di spendere due paroline per dirmi che ne pensate, se è bella, se dovrei lasciare il fandom, ed esiliarmi senza Jensen e Misha (Anche se me lo consigliate, sappiate non accadrà mai!) Vabbè lasciatemi un recensione se vi va u.u
  
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