CAPITOLO 1 – Ritorno a Mystic Falls

Quella mattina Damon si era svegliato male, con una sensazione di oppressione che sembrava lo schiacciasse in terra, si era alzato di malavoglia ed aveva provato a raddrizzare quella giornata concedendosi una colazione “dal vivo” con la prima biondina che aveva incontrato, ma senza risultati. Il senso di soffocamento era sempre lì, fisso e pesante sul suo cuore.

Si stava vestendo a dovere per accompagnare alle prove della cerimonia nuziale suo fratello Stefan come gli aveva promesso un’infinità di anni prima, quando ancora tutti e due erano dei normali ragazzi umani. Non sapeva perché si era ostinato a mantenere quella promessa, in fondo tante cose erano successe ed avevano cambiato il suo rapporto con suo fratello, forse era semplicemente il fatto che il matrimonio lui, nonostante avesse la fama e ben meritata, di essere un dongiovanni con le donne, lo considerava un passo importante nella vita di una persona, anzi per Damon il matrimonio era “il” passo fondamentale per iniziare una nuova vita insieme alla persona che completava la propria esistenza. E la presenza, il dimostrare il suo sostegno accanto a suo fratello era per lui fondamentale: se fosse stato al suo posto lo avrebbe voluto lì al suo fianco anche lui, nonostante tutti i trascorsi, si trattava di un nuovo inizio in tutti i sensi.

Dal canto suo Damon sapeva perfettamente che lui non si sarebbe mai sposato, non aveva ancora trovato quella persona, o meglio.. l’aveva trovata, aveva dovuto superare mille ostacoli per conquistarla e alla fine era riuscito ad ottenere la chiave di acceso al cuore di lei, salvo che dopo poco tempo aveva dovuto lasciarla andare per la sua strada per evitare di avvelenare il suo cuore puro. Era stata una scelta terribile da fare, ma era stato anche l’unico modo per “salvarla”.

Il cellulare prese a squillargli mentre saliva in macchina per raggiungere la chiesa dove da lì a tre giorni suo fratello si sarebbe sposato.

“Che c’è? Sono puntualissimo non ti preoccupare, se vai sul sagrato mi vedrai arrivare tra due minuti e visto che sono le 8.15 e l’appuntamento per le prove è per le 8.30, direi anzi che sono in netto anticipo fratellino!”rispose seccato Damon

“Bhè, scusa tanto se ci tengo alla tua puntualità Damon! Anche se lei oggi non c’è. Ha ancora la febbre e le hanno vietato di uscire, visto che tra tre giorni deve essere in gran forma!”

Un senso di sollievo invase il petto di Damon, ma non lo fece trasparire

“Allora che cavolo mi stai facendo venire lì a fare?!”

“Le prove le faremo lo stesso, visto che non penso guarirà per domani!”

“Oh, e chi farà la sua parte?”chiese ironicamente Damon

“Muoviti ad arrivare, prima arrivi e prima sarai libero!”

Due minuti dopo Damon entrava in chiesa, sorridendo “Buongiorno a tutti! Allora cominciamo?”

“Damon! Allora Stefan non scherzava quando diceva che tu saresti stato il suo testimone! Quanto tempo è che non ci vediamo?” Jeremy,  gli andò incontro al settimo cielo nel vederlo, l’aveva odiato per un po’ quando aveva spezzato il cuore a sua sorella Elena lasciandola, ma poi aveva capito perché lui l’aveva fatto: voleva per sua sorella una vita normale, voleva vederla diventare donna, madre e nonna, tutto ciò che lui non poteva darle essendo un vampiro. Da quel momento ai suoi occhi era diventato quasi un esempio da seguire: sacrificare ciò che hai di più caro, senza dubbio Elena era questo per Damon, per un fine superiore, Jeremy sapeva quanto a Damon questo era costato perché era l’unico ancora in vita che aveva assistito a tutte le fasi dello sviluppo del rapporto tra sua sorella e Damon, dall’odio, all’amicizia, alla consapevolezza di avere una certa affinità/sintonia, all’amore. Una strada tutta in salita, che Damon aveva saputo percorrere senza fretta arrivando poi all’obiettivo; ed era anche per questa sua consapevolezza che quando Stefan gli aveva comunicato che Damon gli avrebbe fatto da testimone, lui non gli aveva creduto: come poteva Damon, stare a guardare suo fratello che sposava la sua perfetta metà? Sì, perché Elena era la perfetta metà di Damon, Jeremy l’aveva capito quando ancora lei stessa non lo voleva ammettere e a tre giorni dal matrimonio di sua sorella ne era ancora estremamente convinto; non che Stefan non amasse abbastanza Elena, era una semplice sensazione che faceva percepire a Jeremy una sorta di mancanza nel loro rapporto, come se il filo che li univa diventasse man mano più sottile fino a spezzarsi irreparabilmente; aveva provato a parlarne con lei appena si era rimessa insieme a Stefan, ma non aveva ottenuto niente, se non un grosso sguardo severo e minaccioso. Damon del resto se n’era andato, lasciandola di punto in bianco, e poi non erano affari suoi.

“Piccolo Gilbert!” Damon gli diede una pacca amichevole sulla spalla “Non mi perderei il matrimonio di mio fratello per nulla al mondo! Sei cresciuto in altezza, ma di cervello.. avrei qualche dubbio..”

“E tu sei sempre il solito simpaticone invece!” Jeremy ricambiò la pacca con un pugno in pieno petto.

“Smettetela con queste smancerie e venite qua che iniziamo!” Stefan li richiamò all’ordine e i due malvolentieri eseguirono per l’ora successiva tutto ciò che venne loro richiesto di fare. La prova della cerimonia finì e Stefan impartì gli ultimi ordini:

“Damon, tu e Jeremy andrete a ritirare i fiori e li porterete qua domani pomeriggio, oggi invece Jeremy, tu hai l’arduo compito di far memorizzare a Damon quando gli sarà richiesto il discorso del testimone, con chi e dove sedersi a tavola durante il pranzo e chi non deve assolutamente importunare per evitare di rovinare il mio giorno” Stefan si rivolgeva a Jeremy, ma guardava severamente il fratello

“Come vuoi bros. Vedi, non ho intenzione di rovinare il tuo giorno, stai tranquillo. Farò da bravo i compiti questo pomeriggio. Facciamo alle 14 da me Jeremy?”

“Va bene. A più tardi Damon” Jeremy si congedò velocemente per lasciare che i due fratelli discutessero senza esser coinvolto, anche perché a dirla tutta probabilmente avrebbe dato ragione su qualsiasi cosa a Damon, cacciandosi in una situazione spiacevole oltre che con Stefan anche con sua sorella.

“Adesso che abbiamo chiarito i miei compiti, tu che fai di bello oggi, se posso chiedertelo, fratellino?” chiese sarcasticamente Damon

“Io e Rebekah dobbiamo sbrigare gli ultimi cavilli burocratici, ne avremo per tutto il giorno”

“Ah. Bhè, allora buon divertimento con barbie klaus!” Damon salì in macchina a velocità vampiro appena in tempo, evitando la scarpa che Rebekah gli aveva prontamente tirato dietro. Avviò il motore della sua camaro e andò dritto a casa. Aveva la mattinata libera, ne avrebbe approfittato per cercare di rilassarsi.. quella sola  ora e mezza trascorsa in mezzo ai “vecchi amici” l’aveva letteralmente sfiaccato, non tanto per ciò che aveva fatto o detto loro, ma per i loro continui sguardi indagatori ed a volte accusatori che gli avevano lanciato credendo di non essere visti.