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Autore: _petrichor_    20/01/2014    8 recensioni
«Non pensavo che Dante conoscesse Harry e Louis.»
«Dai, sembra che tu abbia appena letto l'autobiografia di Harry Styles.»
Harry/Louis. Lieve accenno Ziam.
2.853 parole
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CANTO V
 
Quel pomeriggio di un Dicembre non troppo freddo, al contrario di quanto dicessero i meteo locali, Zayn e Liam si erano riuniti in casa Payne per studiare, o almeno quelle erano le intenzioni iniziali, quella noia mortale che era la Divina Commedia.
Zayn era seduto sul tappeto a gambe incrociate con la schiena che poggiava sulle assi del letto di Liam, quest’ultimo, invece, aveva preferito sprofondare nella morbidezza del puff rosso sotto la finestra aperta (c’è puzza di fumo aveva blaterato).
Erano lì da un’ora buona, Zayn con l’istinto di prendere a testate il comodino, Liam valutando quanto in fretta sarebbe morto lanciandosi dalla finestra.
«..per aver pace co’ seguaci sui. 
      Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende 
prese costui de la bella persona 
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.»
Lesse Malik con un espressione confusa. Il padrone di casa, invece, ridacchiava steso su quel puff gigantesco mentre con un braccio si riparava dalla luce pomeridiana che gli finiva dritta negli occhi.
«Dante ti dà alla testa, amico. Perché cavolo stai ridendo? Questa merda non è affatto divertente.»
Liam, dal canto suo, continuava a ridere, il petto che si alzava e si abbassava a ritmo delle sue risate. Zayn sbuffò e moooolto garbatamente gli lanciò un cuscino sulla faccia. «HEY!»
«Vorrei ridere anche io, grazie.» si lamentò Zayn chiudendo il libro (di merda) e incrociando le braccia al petto. Se Liam si stava divertendo, beh, allora voleva ridere anche lui.
«Non pensavo che Dante conoscesse Harry e Louis.» disse tornando ad assumere una posizione decente e Zayn ancora non ci capiva nulla. «Dai, sembra che tu abbia appena letto l’autobiografia di Harry Styles.» Malik lo guardò come a cercare una risposta sulla faccia di Liam perché «Amico, non ti seguo.»
Due anni prima, Doncaster.
Louis Tomlinson, punk eccentrico del liceo della città, con una bocciatura e più di cinque sospensioni alle spalle, camminava tra i corridoi alla ricerca di un qualcosa che lo distraesse dalla lezione di biologia a cui era sfuggito con un Prof, mi sto sentendo male, vado in bagno a vomitare l’anima. Se non dovessi tornare: lascio tutti i miei piercing a Zayn Malik. (quello gli aveva alzato un pollice dall’ultima fila.) Proseguiva trascinando le Vans sul pavimento sudicio del secondo piano, affacciandosi, di tanto in tanto, in qualche classe quando un Cazzo! , un rumore sordo e le proprie mani sul pavimento gelido lo distrassero dai suoi pensieri.
Sul pavimento c’era una matricola tutta ricci, occhioni verdi e oddio  labbra rossissime che fissava Louis stesogli addosso.. Era un ragazzino di sedici anni, Louis l’aveva visto in giro qualche volta e aveva sempre commentato con un gran bel culo sussurrato all’orecchio di Zayn.
«Oops.» aveva detto Louis scostandosi dal corpo del riccio e, dopo essersi rimesso in piedi, gli aveva porto una mano. Quello l’aveva ignorata bellamente alzandosi da solo, aveva recuperato i libri finiti a terra e, dopo essersi pulito i jeans neri dalla polvere, senza degnare Louis di uno sguardo, s’incamminò verso il fondo del corridoio del secondo piano.
«CIAO!» gli urlò Louis da lontano, il quale ebbe come risposta solo il gran bel culo sculettante del riccio.
E poi.. si innamorò.
 
 
«Era il secondo anno, mi avrà assillato almeno tre mesi con quella storia dell’amore al primo oops.» ricordò Zayn con uno sbuffo. Liam, che durante il flashback si era seduto vicino all’amico, con un espressione confusa «Al primo che?» chiese.
«Al primo oops. Lasciamo perdere, per favore.» Liam annuì, arrendendosi alla volontà di Zayn e iniziando a leggere altri tre versi del poema.
«  Amor, ch’a nullo amato amar perdona, 
mi prese del costui piacer sì forte, 
che, come vedi, ancor non m’abbandona»
E stavolta anche Zayn rise, Liam gli rivolse uno sguardo d’intesa e «Ricordi?»
«Ricordo.»
 
Cinque mesi dopo il primo incontro, ancora Doncaster.
Liam ed Harry avevano deciso che forse mangiare alla mensa della scuola non era così orribile e, quindi, con passo deciso si dirigevano verso la sala a piano terra con il proprio porta-pranzo, per la prima volta in sette mesi di scuola, vuoto.
Aprirono le porte della mensa e ciò che li accolse fu un gran caos, alunni che camminavano tra i tavoli con vassoi pieni di purè di patate, fagioli e succhi di frutta alla pera. Altri, invece, erano già seduti con i propri amici a chiacchierare del più e del meno, rilassandosi dopo cinque ore di lezione.
«Dove ci sediamo?» aveva chiesto Harry dopo aver riempito il proprio vassoio, osservando che tutti i tavoli erano occupati. Liam scrollò le spalle e «Dai che un posto lo troviamo.» Avevano sfilato tra i  ragazzi senza trovare neanche un angolino dove appoggiarsi e quando Harry stava per arrendersi Liam lo tirò per un braccio rischiando di fargli cadere il purè di patate. «Lì ci sono due posti vuoti, corri!»
Senza neanche chiedere ai due ragazzi seduti al tavolo se quei posti fossero occupati, Liam e Harry si accasciarono sulla panca con un sospiro ringraziando il cielo per aver trovato un  posto a sedere «Salve.» li aveva salutati un tizio moro, con la carnagione scura e un dilatatore da otto millimetri all’orecchio. I due alzarono lo sguardo per osservare meglio i due ragazzi con cui si erano seduti al tavolo. Quello che aveva parlato li fissava confuso, l’altro, invece, li guardava sorridente con tutti i piercing che gli bucavano labbra, naso, orecchie e sopracciglia, per non parlare poi dei capelli rossi tinti e sparati in aria come se la forza di gravità fosse solo una leggenda metropolitana. Poi li vide, Harry, quegli occhi che lo fissavano, erano gli stessi che mesi prima lo avevano investito nei corridoi del secondo piano. «Io ti conosco.» aveva infatti detto, indicandolo. «Sei quello che mi è venuto addosso tempo fa.» Quello rise strizzando gli occhi che uau erano contornati da una sottile linea di matita nera. «Allora ti ricordi di me, riccio!» Harry arrossì violentemente e scrollò le spalle. «Beh come potrei dimenticarmi di questa faccia da fesso?» Louis scosse il capo e «bellissima faccia da fesso.» lo corresse.
Tutti e quattro, dopo aver consumato il pranzo, uscirono  dalla mensa dirigendosi verso il cortile, Liam e Zayn avevano stretto amicizia subito, e aveva costretto gli altri due a seguirli all’esterno per fumare una sigaretta. Per smaltire il purè di patate aveva detto Zayn.
«Ma Liam è gay?» gli aveva chiesto Louis a bassa voce vicino l’orecchio, Harry fu percosso da un brivido freddo quando il fiato del punk si era abbattuto sul suo collo e «Non che io sappia.» aveva poi balbettato in risposta. Louis scrollò le spalle e «Allora Zayn non ha speranze.» disse, poi lo fissò con sguardo carico di sottintesi «e io?» chiese meritandosi una gomitata sotto le costole da parte del riccio che scappò rosso come un peperone verso l’istituto.
«SCHERZAVO, SONO ETERO!» Harry sentì urlare alle sue spalle e peccato pensò inconsciamente prima di scuotere la testa e maledicendosi mentalmente per quel commento.
 
«Mi aveva mandato un messaggio quel pomeriggio dicendomi che ci stavi provando con me.» rise Liam «Non me ne ero proprio accorto!» continuò ridacchiando tra sé mentre Zayn premeva le labbra in una linea sottile. Già, e nemmeno adesso pensò. «Continuiamo a leggere, per favore,  si sta facendo tardi e dobbiamo ancora ripetere matematica.» sbuffò riprendendo il libro tra le mani che era stato abbandonato lontano da loro durante il racconto.
« ...Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, 
a che e come concedette Amore 
che conosceste i dubbiosi disiri?». 
Poi Zayn s’interruppe e «questo invece?» chiese.
 
 
L’anno dopo in gita scolastica, Londra.
«Prof, la prego, ci lasci dormire nella stessa stanza!» La donna bassa anche nei suoi stivaletti tacco dodici, scosse il capo per la quarta volta, facendo aumentare il broncio sulle labbra di Zayn. «Ma perché?» chiese questi pestando un piede a terra. «Perché siete di due corsi diversi, ecco perché signorino Malik.» Zayn sbuffò ancora e «Prof, questo cappotto le sta davvero male. Arrivederci! Andiamo ragazzi.»
Nella stanza 217 Harry stava tremando dalla paura, e quando aveva paura, Liam sapeva che il riccio partiva con domande random. «E se ci scoprono? Insomma, io sono un alunno modello, ho la media della B+ e siamo ancora al primo trimestre. Non voglio ridurmi come questo tizio!» disse indicando Louis, steso sul letto vicino la finestra, che fumava una sigaretta.
Zayn sospirò. «Se continui a far casino ci scoprono sicuro, riccio. Liam fallo smettere per favore.» Quest’ultimo rifilò una gomitata ad Harry che sbuffò imitando alla perfezione Zayn.
Dopo aver tracannato quattro birre ciascuno, aver sparlato dei compagni stronzi, dell’ultimo goal di Cristiano Ronaldo e del posto più strano in cui si sono fatti una sega (con la vittoria di Zayn, nel confessionale della Chiesa a dodici anni e un poi l’hai detto al parroco? di Louis) arriva il momento di mettersi a letto e anche i problemi.
«Cavolo, non avevo calcolato che i letti fossero solo due.» aveva detto Zayn che di nascosto batteva un pugno a Louis. «Dovremmo dormire a coppie, mi spiace.» e Louis davvero, ce la stava mettendo tutta per apparire dispiaciuto e non urlare dall’emozione. «Se volete tornare nella vostra stanza.. beh lo capiremmo.» continuò Zayn.
«Ma anche no. C’è Nick Grimshaw in stanza, proverà di sicuro a portare a letto uno di noi due, se non entrambi. Quindi rimaniamo qui.» affermò Liam risoluto e anche disgustato all’idea di un threesome con Nick ed Harry.
«Beh, allora, mi spiace Liam, ma io scelgo Harry.» disse Louis ridacchiando mentre il riccio borbottava un e se io non volessi? Ma alla fine lo raggiunse nel letto e «Ti spiace se dormo in boxer?» chiese. «Beh si. Sai, preferirei dormissi senza nulla.» E il riccio, ormai abituato alle battute del punk, si voltò di schiena rifilandogli un «Dormi, Lou.»
Quella notte fu strana per quei due, nonostante Zayn e Liam dormissero da ore, né Harry, né Louis riuscivano a prender sonno.
«Louis? Stai dormendo?» sussurrò ad un certo punto Harry voltandosi verso Louis, provocando un leggero fruscio delle lenzuola. Questi aveva gli occhi chiusi e cazzo se era bello, quei ciuffi rossi sulla fronte e i piercing che brillavano sotto la luce della luna, creavano un atmosfera da mozzare il fiato. Quando sollevò le palpebre, illuminandolo con quelle iridi azzurrissime, Harry credé di morire, e poi sorrise e oddio il suo sorriso, e «No» disse in un soffio, soffio che sbatté sulle labbra di Harry a pochi centimetri dalle sue. «Neanch’io.» rispose, sollevando gli angoli della bocca, sorridendo di rimando.
Rimasero così, a guardarsi in silenzio, i loro sospiri a parlare per loro, fin quando, stanchi, si addormentarono.
 
«Quella mattina li trovammo abbracciati, erano troppo teneri.» disse Zayn, sorridendo al ricordo di Harry stretto nella morsa protettiva di Louis. Liam sbuffò «Così teneri che hai deciso di svegliarli con una secchiata d’acqua gelida.» L’altro ridacchiò «Le loro facce, oddio. S-t-u-p-e-n-d-e.». Payne scosse il capo e «Leggi, idiota.»
 
«Noi leggiavamo un giorno per diletto 
di Lancialotto come amor lo strinse; 
soli eravamo e sanza alcun sospetto. 
       Per più fiate li occhi ci sospinse 
quella lettura, e scolorocci il viso; 
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 
       Quando leggemmo il disiato riso 
esser basciato da cotanto amante, 
questi, che mai da me non fia diviso, 
      la bocca mi basciò tutto tremante. 
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: 
quel giorno più non vi leggemmo avante». 
Zayn sbuffò. «Lee, non capisco questo pezzo!» Liam, che si era spostato sul letto gli fece segno di raggiungerlo, battendo le mani sul piumone. «Cosa non capisci?» chiese una volta che Zayn si era steso al suo fianco. «Galeotto. Perché parla di un carcerato, adesso?» e Liam rise. «Galeotto è tipo, uhm, un aggettivo per descrivere colui che spinge un amante tra le braccia dell’altro.»
Zayn annuì. «Come Niall?» Liam sorrise. «Come Niall»
 
Estate del secondo anno, festa a casa di Niall Horan, Doncaster
 
Zayn aveva insistito, e persino minacciato Harry, per convincerlo a lavarsi, indossare uno dei suoi jeans strettissimi e una t-shirt con scollo a V nera.
Da quando aveva scoperto che suo nonno era morto d’infarto, due giorni prima, Harry aveva deciso di trascorrere i tre mesi di vacanze estive chiuso in casa. Ma no, Liam, Zayn e Louis, non potevano permetterglielo. Così, quei tre erano saliti in camera sua, gli avevano tolto le lenzuola da dosso e lo avevano spinto nella doccia con tutti i boxer. Quelli glieli tolgo io! Aveva insistito Louis, ma Liam gi aveva dato uno schiaffo sulla nuca e Tieni quelle manacce a posto. lo aveva avvertito.
Fortunatamente, Harry, a contatto con l’acqua fredda, si svegliò dalla pseudo-trance e riuscì a opporsi a un Louis che cercava di intrufolarsi nella doccia. Uscito dal bagno, con un asciugamano intorno alla vita, trovò i vestiti preparati sul letto e nessuna traccia dei suoi amici, ma quando sentì un Fatemi entrare, devo vedere quanto ce l’ha lungo! Capì che non se ne erano andati.
Saliti in macchina di Zayn (Louis aveva insistito per sedersi vicino ad Harry), guidarono fino a casa di Niall Horan, un tizio biondo, irlandese che sembrava passasse il suo tempo a organizzare feste noiosissime a cui partecipava circa metà del liceo solo perché non si aveva nulla da fare.
Niall li accolse con un sorriso enorme e senza neanche premurarsi di chieder loro il nome li trascinò in soggiorno dove una decina di ragazzi erano seduti in cerchio.
«Che stanno facendo?» chiese Liam osservando quelli a terra. Zayn sollevò le spalle. «Boh, credo il gioco della bottiglia. Volete giocare?» Harry e Liam scossero la testa, mentre Louis si preparava un bicchiere di ponch dall’altro lato della sala.
Un’ora dopo Liam era sparito con Zayn chissà dove, Harry era seduto su un divanetto, schiacciato tra due coppie che limonavano da una mezz’ora buona, osservando Louis ridere con dei ragazzi della squadra di football. Niall gli si avvicinò un quarto d’ora dopo scostando malamente le coppie che pomiciavano sul suo divano e si sedette con Harry. «Chi stai guardando?» chiese il biondo notando lo sguardo del ragazzo fermo su un gruppo di invitati. Harry sollevò le spalle senza rispondere. «Luke?» provò ma, Harry scosse la testa. «Austin?» Il riccio rise. «Non so nemmeno chi sia.» Niall rifletté un po’, assottigliando gli occhi per poi spalancarli improvvisamente. «Josh?! MI SPIACE BELLO, MA JOSH E’ SOLO MIO.» Harry rise ancora di più. «Non preoccuparti, tutto tuo!» Niall sospirò e «Bene, perché nessuno può guardare il mio ragazzo.»
Oh.
«Sei gay?» chiese allora Harry, serio. Quello annuì. «Già, fico no?» e il riccio sorrise guardandolo. «Fico. Anche io, forse.» Niall lo fissò accigliato, confuso. «Come forse?» e allora Harry lo disse.
«Louis Tomlinson, dunque. Si, carino. Beh, hai detto che ci prova con te dal primo anno, che aspetti a scopartelo?» chiese l’irlandese ovvio.
«E se poi scopro che non sono gay e me lo sono fatto mettere al culo da lui?» domandò allora, Harry con una punta d’isteria nella voce.
Niall rise. «Chi dice che tu debba essere il passivo?» poi si alzò, camminò verso Josh e lo baciò, lì, davanti al mondo.
Louis lo raggiunse qualche minuto dopo, buttandosi sul divano e portando un braccio sulle spalle del riccio. «Di che parlavate?» soffiò sul suo collo, annusandogli i boccoli e passando il naso tra di essi.
Era ubriaco.
«Delle persone che ci piacciono.» rispose tremante. Louis, allora, rizzò la schiena e l’osservò serio. «Ti piace qualcuno, Harry?»
Forse non era proprio ubriaco.
«Sì.» Il punk, quindi, annuì e incastrando i propri occhi in quelli verdissimi del riccio chiese «Lo conosco?»
Harry deglutì a vuoto e «Sì.» disse ancora. «Descrivimelo.»
Harry annuì. «E’ bellissimo.» iniziò abbassando lo sguardo e prendendo una mano di Louis tra le sue. «E’ dolce.» e passò un pollice sul dorso della mano del punk. «E non lo so, Lou. So solo che vorrei averlo sempre con me, su di me, dentro di me. Si, vorrei farci l’amore, così tante volte da stancarmi, anche se non potrebbe mai succedere. Lo penso tutti i giorni, e mi manca anche quando mi è vicino. Quando messaggiamo e all’improvviso manda una sua foto stupida, il mio cuore perde un battito, quando sorride credo di morire e quando mi guarda vorrei non spostare lo sguardo, imbarazzato dalle sue attenzioni.» confessò Harry, concludendo con un sospiro. Allora Louis, con la mano libera gli accarezzò una guancia e il riccio alzò gli occhi fissandolo tremante. «E ricambia?»
«Non lo so, tu che dici?» Louis rise, abbassando la testa per guardare le loro mani ancora intrecciate, poi la rialzò e ancora sorridente «Ne sono più che certo.» disse. Poi, dopo aver agognato quel momento da troppo tempo,  si avvicinò al volto del riccio, un palmo premuto delicatamente sulla sua guancia, chiuse gli occhi e congiunse le loro labbra in un bacio lento e perfetto.
«Mi piaci Louis.»
«Era ora che te ne accorgessi.»
 
                                          
«Quei due sono perfetti insieme.» ridacchiò Zayn chiudendo il libro. Liam annuì «Vero, come altre due persone che conosco.»
Zayn lo guardò confuso. «Chi?»chiese
«Noi» rispose, non prima di essersi sporto a baciare Zayn sulle labbra.




 
E caddi come corpo morto cade.
 
Canto V
Divina Commedia.





Okay. Pubblico questa one shot per farmi perdonare, avevo promesso di aggiornare la long oggi, ma sfortunatamente non avevo nulla di pronto.
Questa fanfiction mi è venuta in mente durante l'ora di letteratura italiana (brava Virgi, sei molto attenta in classe.) e boh, l'ho scritta in quanto? Quattro ore?
La mia consulente(ciao Vero tivvibbì) dice che sia la cosa più bella che abbia mai scritto, mi devo fidare? 
In ogni caso, spero vi sia piaciuta lol
ps. Punk!Louis è il sesso, non pensate? 
Adieu

twitter: @tomlinsbrave


 
 
  
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