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Autore: lady hawke    05/06/2008    6 recensioni
E' sempre difficile essere degli autentici repubblicani, se la tua famiglia ha deciso di traslocare in un castello inglese in piena età Vittoriana. Il problema può essere facilmente risolto se si trova un diversivo, e che c'è di meglio, per i gemelli, del fantasma di Canterville? [Fanfiction di Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, questo racconto è la mia Bibbia: ogni volta che lo leggo scopro qualcosa di nuovo, per me è IL RACCONTO. Dentro c'è tutto. Con molta umiltà, quindi, vi propongo una piccola flashfic che spero possa strapparvi un sorriso. I commenti sono, come sempre, graditissimi.


Il primo impatto tra la vecchia Inghilterra e Stelle e Strisce non fu affatto dei migliori. In primo luogo non avevano mai gradito quel trasloco: avere a che fare con il fascino europeo non rientrava nelle loro prerogative. Dopotutto, cosa c’è di più fascinoso delle ferite di guerra gentilmente concesse dal ministro plenipotenziario, ovvero papà, in persona? I bambini, poi, erano convinti che l’isola britannica fosse soltanto un posto noioso e pieno di vecchi rimbambiti pomposi.
- E’ per questo che ci andiamo. – aveva commentato Washington pacatamente, mentre riempiva la valigia dell’ennesimo flacone di smacchiatore. Non soddisfatti di questa risposta decisero saggiamente di vedere con i loro occhi come stavano le cose.
Giunti a Canterville Chase e conosciuto il vecchio padrone di casa ne ebbero conferma.

Bla bla la nostra antica famiglia… bla bla… trecento anni fa…

Nulla di interessante usciva dalla bocca di quell’uomo, fino a che i due non intercettarono la parola “fantasma”. Di questo non era stato fatto menzione nell’opuscolo illustrativo che la loro madre aveva mostrato loro prima di partire. Dovevano assolutamente conoscerlo. Ebbero un moto d’eccitazione alla vista di quella splendida macchia di sangue e a causa sua faticarono ad addormentarsi, quella notte. No, non erano affatto spaventati dal temporale e dai lampi, i rami scheletrici che scricchiolavano contro il vetro della stanza non li turbavano: dopotutto erano autentici repubblicani. Attesero e attesero, invano. Il vecchio fantasma non si presentò alla loro porta.
- Quel vecchio ci ha dato buca!
- Merita vendetta. Crudele vendetta!
Eppure il fantasma c’era: come spiegare la magica ricomparsa della macchia che aveva mandato fuori dai gangheri il povero Washington altrimenti? Forse era un tipo timido, e bisognava fare in modo che si sentisse a suo agio. Così, con questi propositi di bellicosa amicizia (perché la vendetta non era stata accantonata), i gemelli si accinsero a dormire.
Furono svegliati di colpo, e ben prima del padre, dallo sferragliante vagare del fantasma con le sue catene.
- Che cos’è? – biascicò Stelle con uno sbadiglio fenomenale, mentre cercava di impedire ai suoi occhi di richiudersi.
- Non ne ho idea.
- Sarà il fantasma? Papà ha detto stamattina che non esiste.
- Papà sbaglia. – commentò Strisce, pratico. – O è lui o la governante verrà licenziata assai presto.
A quel pensiero i due risero sommessamente, immaginandosi la scena. La signora Umney sembrava un tipo alquanto sentimentale e melodrammatico, riguardo agli addii. Solo l’altra sera, per fare un esempio, c’era voluta la minaccia della riduzione dello stipendio per farle abbandonare la porzione di pavimento a cui si era così affezionata.
Sentendo però che il rumore continuava e che la voce del ministro plenipotenziario, calma e pacata, si diffondeva per il corridoio decisero di scendere.
- Certo però non possiamo rimanere disarmati. – sussurrò Stelle al gemello, afferrando con forza il suo cuscino.
- I fantasmi temono la piuma d’oca? – si chiese Strisce ad alta voce.
- Se gli arriva in fronte scommetto di sì.
E, con passo felpato, Stelle e Strisce cominciarono ad avvicinarsi alla porta. Nonostante le loro prudenze notarono con disappunto che il pavimento di legno scricchiolava ad ogni loro passo. Quel fantasma poco si preoccupava del mantenimento della sua casa, questo era certo!
Aprirono delicatamente la pesante porta giusto in tempo per osservare quello che sembrava essere un vecchiaccio malandato rifiutare la gentile offerta del signor Otis. Lo videro poi fare un brusco dietrofront emettendo gemiti cavernosi e lanciando attorno a sé una voce verdastra con l’intento di sembrare assolutamente spaventoso.
- Wow, si illumina! – commentò Strisce, ammirato.
- Che brutti vestiti. Mamma dovrebbe obbligarlo a fare il bucato e un bagno come fa con noi. Chissà che puzza con tre secoli di lerciume.
- E’ inglese, dopotutto. Bene ora facciamo amicizia! – esclamò Stelle.
Si acquattarono silenziosamente, pronti a cogliere il momento buono. Quando il fantasma giunse alla loro portata i due spalancarono la porta di quercia, bombardando il fu Lord Canterville con una cuscinata ben assestata che, però, lo mancò di pochissimo.
- Bella mira. – disse Strisce, deridendo il gemello.
- E’ colpa della stupida piuma d’oca inglese!
E mentre ancora discutevano sulla mancata riuscita del loro piano, videro il fantasma fissarli con odio con i suoi occhi di brace, mentre la sua collaudata luminescenza verde svaniva per lo choc. Scoppiarono a ridere non appena sparì oltre una parete con fare…
- Forte! – esclamarono i bambini all’unisono, affascinati. Quello sì che era un bel trucco, peccato che sapesse usarlo solo un vecchiaccio antipatico.
- Sarà uno spasso vivere qui. – commentò Stelle, rimettendosi a letto.
- E quel puzzone non ha ancora visto nulla. – fece eco il fratello, estremamente soddisfatto.
  
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