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Autore: Bluemask    20/01/2014    6 recensioni
Ve lo siete mai immaginato un Louis Tomlinson alle prese con un ritardo di Harry Styles, che ha appena passato la serata insieme a Nick Grimshaw?
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Perché Louis può anche avere una pessima memoria, eppure quel “torno a casa massimo all’una, dico davvero” se lo ricorda perfettamente.
Il fatto che Harry sia in compagnia di Nick non gli dà fastidio minimamente.
Figuriamoci.
Sta solo riflettendo sul modo più doloroso per uccidere quel dee-jay senza farsi beccare dalla polizia, comunque.
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"Hai passato tutto questo tempo con Nick, vero? Vero, Harry? Ti ha stuprato? Ha cercato di rapirti? Voleva drogarti? Dimmi che ha fatto! O peggio, lo hai stuprato tu!"
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[Larry altamente stupida, io vi ho avvertiti]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gelosia, ritardo e orologio gallinesco

 

 

 

 

 

Cantami, o diva,
di Louis Tomlinson,
l’ira gelosa funesta
che infiniti mal di testa
indusse a Harry Styles.
(Povero ragazzo, oh.)

 

 

 

 

 

 

Louis mangia con i piedi la stanza: gira dietro ai divani, passa intorno al tavolino del salotto – quello comprato da non si ricorda neanche più chi, forse era Gemma o forse Liam – e fa su e giù per le scale; è incapace di star fermo, incapace di mantenere la calma e incapace di pensare razionalmente – una voce, che assomiglia a quella di Zayn (cosa che, ehi, è preoccupante), all’interno della sua testa gli sta dicendo tipo perché, quando mai tu pensi razionalmente?, ma Louis la ignora.

Fissa l’orologio della cucina quasi a volerlo polverizzare, fondere, o voler far saltare in aria gli occhi di quella gallina stupida con le lancette attaccate – “è seriamente inquietante, perché non lo buttiamo via?” ha proposto Louis una sera, ma “poi Nialler si offende, ce l’ha regalato lui, ricordi?” ha replicato subito il suo ragazzo.

Louis avrebbe voluto rispondergli no, che non se lo ricordava, perché lui è così: si ricorda a fatica il loro anniversario, il piatto preferito di Harry, quante volte sono andate a sciare insieme e di dover fumare solo sul balcone, ha una pessima memoria ed Harry lo sa bene.

Ora, Louis non se lo ricorda neanche – ecco, appunto – il perché stia facendo questi pensieri, ma. Resta il fatto che Harry non c’è.

Che sono quasi le due ed Harry non c’è.

Perché Louis può anche avere una pessima memoria, eppure quel “torno a casa massimo all’una, dico davvero” se lo ricorda perfettamente.

Stringe i pugni, respira a fondo, conta mentalmente fino a dieci e poi ricomincia da capo per un paio di volte, stringe di nuovo i pugni.

Il fatto che Harry sia in compagnia di Nick non gli dà fastidio minimamente.

Figuriamoci.

Sta solo riflettendo sul modo più doloroso per uccidere quel dee-jay senza farsi beccare dalla polizia.

Il cantante Louis Tomlinson – sì, quello gay – assassina il radiofonico Nick Grimshaw – sì, l’altro gay – preso da un attacco di gelosia morbosa.

Beh, sarebbe un bel casino.

L’orripilante orologio gallinesco scocca le due e quarantacinque minuti quando la porta di casa viene aperta con un tonfo. “Amore mio, sono tornato!”

Louis abbassa le palpebre a due fessure e si scaraventa in salotto. I titoli cambiano radicalmente in il cantante Louis Tomlinson – sì, quello gay – assassina il cantante Harry Styles – sì, il finto etero – preso da un attacco di ira.

“La gallina dice che sono quasi le tre e tu spunti fuori così?” esclama incredulo davanti alla faccia rilassata dell’altro, faccia che diventa improvvisamente confusa.

“Aspetta un po’, da quando alleviamo galline?”

Louis passa sopra alla sua stupidità giusto perché gli fa pena. “Hai passato tutto questo tempo con Nick, vero? Vero, Harry? Ti ha stuprato? Ha cercato di rapirti? Voleva drogarti? Dimmi che ha fatto!” strilla quasi istericamente – il ‘quasi’ è stato pagato da Louis per essere aggiunto nella descrizione – con le braccia che si agitano in aria. “O peggio, lo hai stuprato tu!”

Harry aggrotta la fronte. Si stupisce sempre della gelosia da parte del suo fidanzato, anche se ormai dovrebbe esserci abituato. In realtà, spera sempre che un mattone gli cada in testa e lo faccia diventare normale.

La speranza è l’ultima a morire.

Se il mattone gli cadesse sul serio in testa il primo a morire sarebbe Louis, però.

La cosa avrebbe i suoi lati positivi.

Ma comunque.

“Non guardarmi in quel modo!” lo riprende Louis, sempre più arrabbiato. “Hai una maglia diversa addosso! Ne sono sicuro, anzi, sicurissimo. Vi siete tolti i vestiti – vi siete tolti i vestiti?!

“Ma cosa- no!” riesce a ribattere Harry mentre il ragazzo davanti a sé riprende fiato. “Mi piaceva la sua t-shirt e me l’ha imprestata, semplicemente.”

“Semplicemente” ripete Louis, spalancando la bocca. “Hai anche il coraggio di dire semplicemente.

Il minore si batte il palmo aperto di una mano sulla fronte, abbandonandolo lì a mo’ di disperazione. “Io e Nick siamo solo amici, lo sai. Ho perso la cognizione del tempo e sono tornato in ritardo, mi dispiace, colpa mia, lui non c’entra nulla.”
Louis sospira e si morde il labbro inferiore. Lo sa, che sono solo amici. Si fida ciecamente di Harry. Potrebbe camminare per l’autostrada bendato seguendo soltanto le sue indicazioni – okay, magari quello no, non ha ancora istinti suicidi, grazie mille, ma si fida ciecamente di lui.

“È che non voglio perderti” sbuffa, guardandolo con l’accenno di un sorriso.

L’altro ricambia il sorriso dolcemente, avvicinandosi a lui e prendendogli il volto tra le mani. “Tu non mi perderai” sussurra, sincero, sulle sue labbra.

Louis annuisce – ché in fondo lo sa, si fida di lui – e “ora andiamo a letto?” chiede malizioso, per sdrammatizzare un po’. E poi i rimasugli dell’ira deve pur scaricarli in qualche modo, andiamo.

Harry coglie la nota maliziosa e scrolla le spalle, passandosi una mano tra i ricci. “Non ho voglia di far sesso, scusa Lou, per ‘sta notte ho già dato con Nick.”

Louis spalanca gli occhi.“Tu cosa?”

“Ti sto prendendo per il culo, scemo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuro che c’è una spiegazione razionale per questa storia!

Non è vero, non c’è.

Però è colpa di latino, eh. Perché c’era una frase con l’ira che dovevo tradurre e mi ha fatto venire in mente una conversazione che ho fatto poco tempo fa (non ricordo neanche con chi, rido!) su come deve essere arrabbiato/geloso Louis mentre Harry e Nick vanno a spasso tranquilli.

La mia mente febbricitante e rincoglionita ha associato l’ira di Louis a l’ira di Achille, qui spiegato il motivo dei versi all’inizio.

Bah. È una storia senza senso altamente stupida che ho scritto solo per distrarmi.

Spero che un po’ vi abbia fatto sorridere e che vi sia piaciuta.

(L’orologio gallinesco esiste davvero – purtroppo – e sta attaccato alla parete della mia cucina. E io lo odio. Perché è inquietante. Tanto.)

Vi abbraccio forte,

L.

 

  
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