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Autore: Harmony1905    20/01/2014    0 recensioni
Sam ha sempre vissuto sola. Non ha mai conosciuto sua madre. Sin da bambina girava per i vicoli di Londra in cerca di un posto dove dormire e del cibo. Era riuscita a sopravvivere fino ai 17 anni quando viene morsa da una creatura e tutta la sua vita viene messa sottosopra e tutti i segreti verranno svelati.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

La luce del primo sole le illuminò il viso svegliandola da quegli incubi che ormai facevano parte di lei da mesi. Quando aprì gli occhi si ritrovò in un vicolo diverso dal solito, questo era pieno di spazzatura e odore di vomito e quando riuscì a mettersi seduta vide intorno a lei topi che giravano in cerca di cibo tra i bidoni della spazzatura.
Appena pensò al cibo una fitta la fece piegare in due dal dolore, aveva fame si ma questa volta una nausea la colpì e il mal di testa cominciò a farsi strada nella sua testa. Non si ricordava molto della sera prima, aveva piccoli frammenti di un essere mostruoso che le era sopra e un odore tanto forte che lei non riusciva a non collegarlo all'inferno.
Provò ad alzarsi ma la testa cominciò a girarle costringendola a sedersi nuovamente a terra. Mentre cercava di riprendere fiato e fermare la strada che girava notò una pozzanghera dove si guardò e vide che aveva un aspetto tremendo, sembrava veramente uno di quei barboni che le capitava di incontrare qualche volta. Cercò nuovamente ad alzarsi e questa volta riuscì a stare in piedi con un piccolo aiuto dalla parete.
Uscì dal vicolo, a quell'ora non c'era ancora nessuno per strada, saranno state le quattro del mattino. Ma si sentivano i negozi che aprivano e un profumo di pane fresco le invase le narici e non riuscì a fare a meno di seguire quel profumo. Quando arrivò davanti al panificio guardò dentro in cerca del proprietario che quando la vide le fece un cenno di saluto con la mano seguito da un sorriso.
-Ehi Sam che ci fai da queste parti a quest'ora?-
-Mi sono risvegliata in un vicolo qui vicino. Mi sarò addormentata li. Hai qualche avanzo per me?-
-Si te lo vado a prendere subito aspetta qui.-
Quando il fornaio entrò nuovamente nel negozio Sam non riuscì a reggersi più sulle proprie gambe e dovette appoggiarsi al muro. Quando l'uomo ritornò le porse qualche pagnotta di pane e la guardò mentre mangiava.
-Sicura di stare bene oggi? Hai un aspetto terribile, sembri in fin di vita.-
-Tranquillo Tony sto bene... E' solo un pò di fame passerà.-
Fece in tempo a finire la frase quando una fitta di nausea arrivò così forte da farla piegare e vomitare quel poco che era riuscita a mandare giù.
-Col cavolo che stai bene! Dai vieni ti porto all'ospedale.-
-Non servirebbe a niente, non ho soldi e mi caccerebbero a calci. E se scoprissero che sono sola mi manderebbero subito da quegli avvoltoi e sai quanto li odi. Lascia perdere me la posso cavare. Ciao.-
Detto questo lasciò li l'uomo che la guardava andare via con le mani introno alla pancia cercando di reggersi in piedi con le gambe tremolanti.
Dopo aver camminato per ore Sam si ritrovò in una di quelle vie di ricconi con case enormi, giardini pieni di fiori di ogni colore e piscine. Guardò casa per casa per trovarne poi una vuota. Scavalcò il recinto ed entrò. Attraversò il giardino ed entrò grazie ad una porta scorrevole lasciata distrattamente aperta. Non ci pensò due volte e corse al bagno. Si spogliò ed entrò nella doccia e lasciò che l'acqua bollente le sorresse per tutto il corpo riscaldandola.
Finito, uscì e cominciò a pettinarsi i capelli. Erano lunghi e di un colore non definibile. Non erano ne biondi e ne mori, poi per colpa della vita che conduceva erano trascurati e crespi. Il suo corpo era magrissimo, non mangiava quasi mai. Non si piaceva per niente. Era tutto quello che lei giudicava brutto, la bellezza vera era quella che vedeva in alcune ragazze che passavano per le strade. Sorridenti, con capelli splendenti, vestiti all'ultima moda e non magre da potergli contare le costole. L'unica cosa che le piaceva erano i suoi occhi grigi. Ricordavano il cielo prima di una tempesta, erano tranquilli ma allo stesso tempo pieni di energia. Le piaceva pensare che erano gli occhi della madre che non aveva mai conosciuto. L'unica cosa che aveva era una lettera dove le spiegava dove sarebbe dovuta andare quando non avrebbe più avuto un posto dove stare. Le spiegava che cos'era e qual'era lo scopo della sua vita. All'inizio, quando era piccola, ci credeva ma ora ogni volta che la leggeva il pensiero che sua madre era pazza non riusciva ad andarsene dalla sua testa anzi cresceva sempre di più. Cacciò le lacrime che cominciavano a stuzzicarle gli occhi e cominciò a rivestirsi con i suoi vestiti ormai troppo grandi e rovinati per essere definiti tali.
Cominciò a frugare tra i medicinali cercando qualcosa per farle passare il mal di testa e la nausea, trovò un flacone quasi vuoto e lo prese. Prima di andarsene prese qualche cibo dal frigorifero e uscì. Chiuse la porta e se ne andò.
Questa era la sua vita. Risvegli alle prime ore del giorno nei vicoli, una doccia in case di sconosciuti per poi girovagare per la città senza una meta guardando le persone desiderando una vita, una famiglia e degli amici con cui trascorrere le sue giornate.
Per il resto della mattinata andò tutto bene. Il mal di testa non smise ma la nausea si attutì un po' dopo aver preso quel medicinale.
Mentre cercava di riscaldarsi al sole notò un gruppo di ragazzi attraversare il parco.
Abitava a Londra ormai da tutta la vita, di persone strane ne aveva viste ogni giorno, non si sorprendeva più di niente ormai. Ma questi erano diversi, non erano strani nel senso che avevano i capelli di tre colori diversi, portavano i pantaloni con una gamba su e una giù e una maglia gialla. No erano misteriosi. Tutti vestiti di nero con dei marchi su ogni centimetro di pelle visibile. Ma la cosa più strana di tutte era che nessuno sembrava notarli. Stavano ridendo e scherzando tra di loro e se li fissava più attentamente poteva vedere che nei vestiti c'era qualcosa di strano. Sembravano delle spade.
Sam era sempre stata una tipa curiosa e questi ragazzi avevano attirato decisamente la sua attenzione. Quando si alzò però la nausea tornò e la fitta alla testa era talmente forte da non riuscire a controllarsi e gridò.
Tutti si girarono verso di lei chiedendosi che stava succedendo ma non fecero niente perchè le videro intorno un gruppo di ragazzi vestiti di nero.

Quando riaprì gli occhi vide sopra di se il cielo, pensò di essere ancora distesa sull'erba in un primo momento ma questo pensiero svanì quando sentì una voce.
-Si è svegliata?-
Subito si guardò intorno e vide i ragazzi che aveva visto intorno a se che la stavano portando in un so quale posto e che qualcuno di loro la stava trasportando. Si dimenò cosi forte da cadere. Quando si rialzò tutto cominciò a girare ma si costrinse a non cadere a terra e cominciò a respirare profondamente.
-Ma che fai sei pazza? Vuoi per caso romperti la testa?!-
Sam non rispose si limitò a guardare il ragazzo che aveva parlato.
-Liam pensavo che fossi più forte, almeno da tenere una ragazza che pesa meno di un chihuaua.-
-Non rompere Niall! Mi ha colto di sorpresa e poi sembra una lucertola.-
-Ragazzi zitti!-
Un ragazzo dalla pelle troppo scura per essere inglese e gli occhi di un marrone cosi intenso da sembrare nero le si avvicinò e le porse una mano ma Sam si spostò bruscamente da lui allontanandosi.
-Ehi non ti vogliamo fare niente. Prima al parco sei svenuta ti ricordi?-
Sam annuì.
-Bene noi ti stavamo solamente portando in un posto dove ti possono curare. Abbiamo visto cos'hai su...-
-NON VOGLIO ANDARE ALL'OSPEDALE!-
-Tesoro nessuno ti voleva portare all'ospedale.-
Quello che aveva parlato si chiamava Liam, lo aveva capito prima dal mini dialogo tra di loro. Era alto, muscoloso e aveva i capelli mori e corti. Gli occhi erano marroni ma non scuri come l'amico, erano più chiari come le foglie d'autunno.
-E allora dove?-
-In un posto sicuro.-
-Ditemi dove!-
-Ok ok calma... Forse è meglio andare in un posto più tranquillo a...-
-No niente storie questa ha un morso di un Agiel. Ci morirà ai nostri piedi se non ci muoviamo.-
-Agiel? Chi diavolo è? E non mi ha morso nessuno a me!-
-Sicura angelo? Guardati un po' il braccio.-
Sam fece quello che il tipo le aveva detto e vide una specie di livido sul braccio. Era circondato da piccoli puntini, segno che dei denti le avevano stretto il braccio. Non capiva come non avesse potuto vederlo, e mentre lo guardava la nausea aumentò, c'era del pus che usciva da alcuni punti.
-Oddio ma che...-
Non finì la frase che svenì non prima di sentire delle braccia reggerla e una voce sussurrarle alle orecchie:
-Vedi. che ti avevo detto?-   




BUONA SERA A TUTTI VOI MIEI AMATI LETTORI!
Ok questa è una storia che mi è venuta in mente leggendo la serie Shadowumters.  Spero vi piaccia. Non ha molto in comune con i libri se non la storia degli Shadowhunters e ciò che fanno. Per il resto è tutto frutto della mia fantasia e spero di raccontarlo nel modo migliore e di stuzzicare la vostra curiosità. Per chi ha letto i libri magari qualche personaggio lo riconoscerete nel corso della storia. Non ho mai scritto una storia per poi pubblicarla e spero sia brava e che vi piaccia. Se avete critiche le accetto, solo siate buoni :), per il resto potete anche dirmi che ne pensate, suggerimenti o se volete che magari succeda qualcosa io potrei pensare di metterla all'interno della storia. Sul serio scrivetemi per qualsiasi cosa io sono qui per voi. 
Ok basta ho divagato. Spero vi piaccia e ci vediamo al prossimo capitolo! 
  
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