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Autore: Francine Marie Soleil    21/01/2014    1 recensioni
L'entropia è un concetto affascinante. Il nostro intero universo è destinato al continuo mutamento, raggiungendo uno stato di sempre maggiore disordine, di caos e, proprio come il tempo, tutto questo non è reversibile. Come la carta che prende fuoco non potrà mai più essere carta, così quei sentimenti così puri, così antichi, non torneranno mai più. Critiche e commenti sono graditi!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nella luce fluorescente, i cerchi che ha sotto gli occhi sembrano lividi. –C’è ancora tempo. Dovresti dormire.- Torna a sdraiarsi, remissivo, ma rimane a fissare l’ago di uno dei quadranti che scatta di continuo da una parte all’altra. Lentamente, come farei con un animale ferito, tendo una mano e gli scosto una ciocca ondulata dalla fronte. Lui rabbrividisce al contatto, ma non si ritrae. E così continuo a lisciargli delicatamente i capelli all’indietro. E’ la prima volta che lo tocco di mia volontà dall’ultima arena.
-Stai ancora cercando di proteggermi, vero o falso?- bisbiglia.
-Vero- rispondo. –Perché è questo che facciamo, io e te. Ci proteggiamo a vicenda.- Dopo circa un minuto, cade poco a poco nel sonno.

Proprio sussurrando quelle ultime parole mi rendo conto che è proprio così, che non si tratta di una rassicurazione per aiutarlo a dormire tranquillo. Noi ci proteggiamo a vicenda. Mi tornano in mente le parole di Haymitch, io e lui avevamo un patto: proteggere Peeta. Cosa ne è stato, di quel patto? Lui ha fallito. Ma la verità è che anche io ho fallito. Cosa diavolo sto pensando? L’odio mi ha accecata talmente tanto, da non farmi rendere più conto di quali siano le cose davvero importanti. Peeta. Nient’altro che un animale ferito. Ferito a causa mia. Sono stata ossessionata dalle sue condizioni per giorni, al distretto 13. Non riuscivo a fare niente senza pensare a lui, al volto pallido e scarno che avevo visto in TV, e alle probabili torture che stava sopportando proprio in quel momento. Al fatto che mi aveva salvato la vita, ancora una volta, mettendo a rischio la sua. Probabilmente è stato dopo quell’episodio che hanno iniziato a fargli quel trattamento terrificante. Ed io, sapendo tutto questo, dopo aver trascorso un’agognante giornata d’attesa, sperando che riuscissero a salvarlo… appena una cosa non è andata come l’avevo immaginata, sono tornata ad essere schiva e fredda.
Cosa diavolo c’è di sbagliato nella mia testa? Va bene, mi aspettavo che mi vedesse e magari scoppiasse in lacrime e mi abbracciasse e mi baciasse… che fosse quantomeno felice di vedermi! Ad un tratto mi torna di nuovo in mente:

Are you, are you
Coming to the tree?
Where they strung up a man they say murdered three.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met up at midnight in the hanging tree.


E’ proprio come nella canzone, ci hanno accusati di crimini terribili, ci hanno puniti e strane cose sono accaduta, ed io speravo che incontrandolo sarebbe tornato tutto come prima. Ma non è andata così.
Ora capisco perché tutti mi vedono come una ragazzina capricciosa e calcolatrice. Io pensavo a salvarlo prima di tutto perché avevo bisogno di lui per rimettere insieme i pezzi, e solo in seconda battuta per sottrarlo alle torture di Capitol City. Sono proprio una stupida. Haymitch ha ragione, io non lo meriterò mai, Peeta. Il destino mi ha punita, e me l’ha portato via per sempre. Non ci sono sacrifici che io possa fare, oramai, per riportare indietro il ragazzo del pane, lo stesso ragazzo che mi ha amata da sempre, che mi ha salvato la vita, che gioisce davanti al calore di un tramonto, che è gentile ed ironico anche nelle situazioni peggiori, che prepara i dolci con amore, che mi dipinge quando gli manco, che mi ha protetta dai miei incubi, quando il suo incubo peggiore era perdere me. Ora io ho perso lui, per sempre. E non è un incubo. Non mi risveglierò sudata ed accaldata tra le sue braccia. Lui è qui, ma non è più lui. E’ un ibrido, oramai. Ed io lo amo, ed è troppo tardi.
Inizio a sussurrare, canticchiando lievemente e prestando attenzione a non svegliare gli altri:

Are you, are you
Coming to the tree?
Where the dead man called out for his love to flee.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met up at midnight in the hanging tree.


Mi accorgo di aver iniziato a piangere, lentamente, silenziosamente. Saremmo dovuti scappare.

Are you, are you
Coming to the tree?
Where I told you to run so we’d both be free.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met up at midnight in the hanging tree.


La mia litania sussurrata viene interrotta dal suo sguardo. Appena mi accorgo che non sta più dormendo, mi sento in colpa, perché forse l’ho svegliato io. Tento di asciugarmi le lacrime, velocemente, ma lui mi precede. Mi accarezza il viso con l’antica dolcezza che credevo perduta per sempre.
-Come finisce la storia?- sussurra, semplicemente.
Lo osservo per qualche istante silenzioso.

Are you, are you
Coming to the tree?
Wear a necklace of rope, side by side with me.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met up at midnight in the hanging tree.


Un pensiero disperato mi attraversa la mente. L’unico modo per tornare da lui, è diventare come lui, dimenticare ogni cosa. Non c’è modo di salvarlo, è proprio come un uomo impiccato per crimini non suoi. C'era una sola cosa che lui desiderasse davvero, quando tutto è cominciato: non perdere se stesso. Ed ora è andato. Snow ha capito che non era la morte o il dolore il suo peggiore incubo, ma la mia perdita. E' riuscito a portargli via persino questo, tutto ciò che lo faceva andare avanti: il suo vero io, ed il mio ricordo.
-Non sarebbe giusto.- interrompe i miei pensieri.
-Come?-
-Non sarebbe giusto se l’uomo facesse impiccare anche la propria amata, solo perché lui è morto.-
-Ma… l’uomo la vuole salvare dal terribile mondo in cui ci troviamo. È meglio la morte, di questo mondo. Per dimenticare ogni cosa, ed essere liberi. Per tornare di nuovo insieme.- Ci pensa su un istante, prima di farsene una ragione.
-Perché piangevi?- Bisbiglia.
-…per te.- Il suo sguardo cambia in modo indecifrabile, come se aspettasse una spiegazione a quell’affermazione. –Sai, quando non conoscevo l’entità del male che ti stavano facendo, tutto quello che volevo era riaverti al mio fianco. Ma quando hai cercato di uccidermi, io… Non sono riuscita a capire subito che il male che ti avevano fatto era anche peggio della morte. I vivi sono vivi, dai morti ci si separa, prima o poi. Ma tu sei stato rubato, sei come morto, ma posso guardarti, posso toccarti. È un dolore privo di spiegazioni. Non credo di poterti far capire. Hanno assassinato l’amore.- Con quest’ultima frase, ricomincio a piangere, silente.
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NdA: Se avete gradito il mio stile di scrittura, potete leggere anche questi altri miei due lavori basati su Hunger Games ^3^
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2413720&i=1
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2415196&i=1
  
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