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Autore: Preh    21/01/2014    3 recensioni
- Mi dispiace, Zayn. – sussurrò lievemente, guardando il pavimento.
- Vaffanculo, Liam! – urlò quello in risposta.
Passi che si allontanano, il rumore di una porta che sbatte furiosamente, due cuori infranti.
*
Aspettami, Zayn. Sto arrivando.
[Ziam] scritta per l'Angst Challenge del gruppo Fanfiction Challengers di Facebook.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per l’ Angst challenge del grupo Fanfiction Challergers di Facebook.
 

Prompt: Ali
Fandom: One Direction
Citazione: I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.  Sofocle
Immagine: http://fc08.deviantart.net/.../rain_by_mikeinel-d48i3d0.jpg
Canzone: http://traductionproduction.blogspot.it/2011/04/within-temptation-lost-traduzione.html
 






Un battito di ciglia.
Era bastato solo quello, per perderlo per sempre.
E infondo lo sapeva, era solo ed esclusivamente colpa sua.
Sapeva da principio che non avrebbe mai dovuto lasciarlo andare così.
Non in quel modo, così brutale da far spezzare il cuore anche all’uomo più insensibile di questa terra.
Ma lo aveva fatto, senza considerarne le possibili conseguenze. E ora si ritrovava con solo una manciata di polvere in mano.


- Mi dispiace, Zayn. – sussurrò lievemente, guardando il pavimento.
- Vaffanculo, Liam! – urlò quello in risposta.
Passi che si allontanano, il rumore di una porta che sbatte furiosamente, due cuori infranti.

 
Riviveva costantemente quella scena.
Notte e giorno, sempre impressagli in testa, mentre andava ad aggiungersi agli altri macigni che si portava silenziosamente nel petto.
Una volta, quei macigni erano solo piccoli granelli di sabbia, a volte sì fastidiosi, ma mai come quelli di ora.
Una volta, c’era Zayn, con lui, che lo aveva aiutato a sbarazzarsi di quel seppur allora minimo peso.
Ma ora non c’è più.  E non riusciva a tollerare la sua assenza.

E Zayn era ovunque.
Era nelle coperte del loro letto, poteva ancora sentirne l’odore.
Era nei soprammobili sul caminetto di casa loro.
Era del milione di prodotti per capelli lasciati disordinatamente in bagno, che Liam non aveva avuto il coraggio di spostare di un millimetro.
Ma, soprattutto, Zayn era nei disegni.


Liam li guardava notte e giorno, i suoi disegni, come se lo aiutassero a rivivere i loro momenti.
Li amava, come ne amava ancora l’artista, nonostante tutto.
Li odiava, perché sentiva Zayn così distante e irraggiungibile.
Colto da un attacco di panico, ne aveva bruciato uno, il suo preferito, il più bello.
Ritraeva un ragazza distesa sotto la pioggia, al tramonto.
Era vivo, era perfetto. Troppo.
In quel disegno c’era il suo Zayn, la sua intera anima, racchiusa in un foglio.
Era così pieno di vita, in un momento nel quale tutto urlava morte e solo morte, che aveva deciso di sbarazzarsene, per poi pentirsene tutta la vita.


- NO, ZAYN, NOOOOO! – urlava con più fiato ha in gola e spalancando gli occhi, svegliandosi da un incubo non meno orribile di quella che era la realtà.
Ma Zayn non c’era mai. Al suo posto, solo una camera buia.
Sgranava quindi gli occhi, si guardava intorno, ma ad accoglierlo solo il vuoto, un vuoto così pesante e freddo da distoglierlo da ogni suo pensiero, da impedirgli di continuare a vivere.


Stupido, stupido, stupido. Era solo questo: uno stupido.
Era corso poi fuori di scatto, senza curarsi del fatto che non aveva una giacca e che fuori c’era la neve.
- Zayn, aspetta!
Quello aveva accelerato il passo, irato.
- Zayn! – gli era corso vicino Liam, e lo aveva preso per un braccio. Quello, in risposta, lo aveva scansonato violentemente, facendolo destabilizzare.
- Zayn, lasciami spiegare, ti prego! – lo aveva supplicato a mani congiunte.
- Non c’è niente da spiegare, Liam. E’ finita.
- Ma non può esserlo, ti prego! – aveva urlato, colto dalla disperazione.
- Liam…. – aveva sussurrato Zayn, guardandolo come se effettivamente non lo vedesse.
- Si? – aveva trovato la forza di dire quello.
- Lasciami andare. – due parole. Due parole che avevano spezzato definitivamente il cuore di Liam.


E se n’era andato. Per sempre. Per davvero. Liam ancora non riusciva a capacitarsene, ad accettarlo. Aveva persino visioni di Zayn. Zayn seduto in cucina, Zayn che fuma, Zayn e lui che facevano l’amore. Zayn dappertutto. Sempre.

Liam lo aveva seguito. Silenziosamente, passo felpato, discretamente. Ma Zayn se n’era accorto. E aveva preso a correre. Naturalmente l’altro l’aveva continuato a seguire, cercando di raggiungerlo, ma Zayn era ormai lontano. Non abbastanza però da essere fuori dal suo campo visivo. E da vedere cosa successe.
Non l’aveva vista proprio arrivare, Zayn, quella macchina. Ma non si era fermata in tempo, lo aveva colpito con forza, poi solo il buio.
Liam cercava disperatamente di raggiungerlo, ma non poteva. Era come se più corresse, più Zayn si allontanasse.
Non era un sogno, ma una realtà ripetuta fin troppe volte nei suoi sogni.
Aveva quindi urlato, invocando il nome di Zayn.
 Non poteva mollarlo ora.
Non poteva proprio.
Ma, invece, lo aveva fatto.



Si svegliava nel cuore della notte, mordendo il cuscino, urlando fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni.

Dov’era, Zayn? Un momento era tutto perfetto, poi… Poi cosa era successo?
Lo aveva lasciato. Senza motivo o spiegazione logica. Senza preavviso.
Sentiva solo di non essere abbastanza.
E di fatto, non lo era.
Ne era la prova come lo aveva lasciato. Come lo aveva visto correre via.
Come lo aveva guardato morire davanti ai suoi occhi, senza poter far niente per aiutarlo.
Aveva visto la sua anima sollevarsi tremolante da un corpo ora senza vita. Un anima e un corpo che aveva amato più della sua stessa vita e che ancora continuava ad amare. La sua anima si era fatta strada verso il cielo, come se fosse stata provvista da un paio d’ali che le permettessero di alzarsi verso l’infinito.
E Liam avrebbe voluto tanto raggiungerla in quel momento. Lasciare con lei quel mondo in cui, in un attimo, aveva distrutto tutto. Avrebbe voluto avere anche lui, quelle ali, che avrebbero portato anche lui via.
 
L’amore gli era stato servito su un piatto d’argento. Dio, o chi per lui, aveva fatto in modo che trovasse la sua anima gemella, il Nirvana del suo spirito.
Ma lui lo aveva rifiutato. Aveva preferito vivere da solo, scegliendo la strada più stupida, quella più insensata.

A volte avrebbe voluto solo un paio d’ali, per volare dal suo amore e non lasciarlo mai più.
A volte avrebbe solo voluto morire. Forse sarebbe stata la soluzione migliore. Di sicuro.
Ma no, era troppo masochista. Sentiva di meritare di continuare a vivere e soffrire. Solo così avrebbe scontato la sua pena.
Ma a volte la debolezza superava il masochismo, perciò si ritrovava frequentemente a piangere sulla tomba di Zayn, promettendo di farla finalmente finita e andare da lui.
Implorava Zayn di prenderlo con sé. Ma quello non sembrava ascoltarlo.
Arrivò al punto di convincersi che lo stesse ignorando.
E questo lo distruggeva a tal punto da decidere definitivamente di riunirsi per merito proprio, a Zayn, questa volta per sempre.

Zayn era suo pensiero fisso.
E a Zayn aveva pensato, quando di getto, si era buttato dal ponte sul quale avevano passeggiato durante le loro lunghe sere d’estate insieme.
 Il suo corpo era andato giù, ma la sua anima volava alata , ormai alta, verso il suo amore.
Aspettami, Zayn. Sto arrivando.







Note:
Mi dispiace, è uscita fuori malissimo. Perdonatemi. 
Non solo mi ha preso molto tempo, ma è pure indecente come angst.
Mi sono presa la libertà di portare la canzone da femminile a maschile, spero non vi dispiaccia.
Gradirei sapere i vostri pareri.
Grazie per averla letta.
- Pré 
   
 
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