"All in All, you're just a, another brick in the wall."
-Pink Floyd.

Claire quel giorno si era svegliata con un peso sulla spalla. Era forse il mondo quel peso? Il peso di un mondo che stava esplodendo. Lei lo sapeva. Lo sapeva che doveva fare qualcosa, come suo padre, Jeff. 
Era stanca di Dio, della Chiesa e, sì, anche della guerra. La sua natura anticonformista e anarchica erano sempre prevalse su quelle del tè delle cinque e del fazzoletto per uno starnuto. Insomma, ne aveva le palle piene di aspettare che finisse il mondo.
"Papà? Oggi non vado a scuola. Vado a protestare."
"Sei un'animalista, Claire?"  a quella domanda, Claire fece finta di offendersi ma poi proseguì
"No, papà. Voglio manifestare contro il nucleare." lui stette zitto, non avrebbe mai immaginato una tale risposta così toccò ancora a Claire mandare avanti il discorso..
 "Insomma, quanti anni saranno passati dalla bomba, papà? 16? Papà, devo confessarti una cosa: io sono nata quell'anno, quello dell'esplosione, tre giorni dopo. Ed è stato brutto crescere tra il nucleare e una Guerra Fredda. Io voglio fermarla questa guerra. Voglio prendermi la rivincita e voglio andare a protestare."
"Sei sicura di volerlo fare? Alla polizia non piacerà molto, lo sai, Claire."
"Papà, io voglio uscire fuori dagli schemi. Voglio uscire da questo regime manipolanista. Io marcerò."
Lui sorrise, Claire sapeva che ne era fiero anche se un po' spaventato. 

Anarchia, Anticonformismo, Lotta, Protesta. Queste erano le parole che ronzavano nella mente di Claire e ne era fiera. Era stufa della sua vita, della sua routine. Lei aveva uno spirito selvaggio ed era ora di liberarlo.
"Non vai a scuola, Claire?" chiese quello stupido del suo vicino con cui faceva i primi passi di prima mattina insieme. Ma poi si dividevano, Claire andava a scuola. Luke andava... Andava.
"Che ti importa, neanche tu ci vai, Luke."
"Io non ci vado mai, tu sì."
"Io vado a protestare."
Rise.
"A protestare? Contro che cosa?" si fermò. "Salvate i gatti! Non buttateli nella spazzatura! Urrà!"
Rise ancora ma Claire desiderava sputargli in faccia.
"Se tu passassi meno tempo a farti canne, sapresti che il nostro mondo è minacciato dalla Guerra Fredda, dal nucleare! Sei troppo stupido per ribellarti." andò avanti e lo lasciò indietro con una faccia scioccata.
"No aspetta, aspetta. Dimmi di più."
Claire Sorrise. "Io sono nata sedici anni fa. Sono nata tre giorni dopo l'esplsione della bomba atomica e sono stanca di vivere così, in questa guerra continua!"
"Cioè, fammi capire. Cos'è che sei, un'anarchica? Un'anticonformista?" per la prima volta Claire notò i suoi occhi, mai guardati, troppo spenti per cercare di vederci la luce. E a Claire le cose spente non piacevano.
"Esatto! Ora lasciami andare, ho una protesta da affrontare." fece circa tre passi per sentirsi dire: "Voglio venire con te"
Claire lo fissò un attimino per capire se faceva sul serio.
"Oh caro Luke Robert Hemmings? Rinuncerai alle tue sostanze stupefacenti da quattro soldi per andare a protestare contro la fine del mondo? Ottimo!"
"Non pigliarmi per il culo. Vengo con te, ho detto." le parole uscirono fredde e ferme, così tanto da far gelare il sangue a Claire. Neanche le cose fredde piacevano a Claire.


A Claire avevano dato una bandiera con il simbolo dell'anarchia. la A cerchiata. 
Anarchia, sì. Perché loro, di quella politica così favorevole alla distruzione della civiltà, non ne volevano sapere. E come si chiama chi va contro il proprio regime o stato? Anarchico.
"Cosa dovremmo fare, ora? Marciare tutto il giorno dove?" Luke Hemmings non ne voleva proprio sapere di tacere e questo faceva imbestialire Claire.
"Sta' zitto!" lei lo sapeva che rischiava.
Vedete, Luke Hemmings è uno di quei tipi che si incrociavano alla fine di una stradina piene di bottiglie e di... Buio. Luke Hemmings se ne fotteva se eri bianco o giallo o nero, se eri maschio o eri femmina o eri gay, Luke Hemmings se tu gli procuri fastidio, quello ti picchia, e ti ammazza, e ti sputa, e.
Eppure Claire non lo temeva, cioè sapeva che rischiava, ma non aveva paura di dirgli ciò che pensava. 
Infatti, Luke non parlò più. 
"Beh, se ti garba, possiamo fermarci e riprendere il passo più tardi."
"Sì, mi garba."

Claire lo osservava bene e, nonostante Luke Hemmings fosse il tipico libro in Greco Antico che nessuno sapeva leggere, lei lo capiva. Lo capiva che era lacerato dalla sua dose, per dirla così. 
I suoi pensieri vennero traditi dalla sua voce, e parlò. E gli chiese perché ci tenesse tanto a bucarsi.
Luke Hemmings non rispose ma si limitò a guardarla e Claire, per la prima volta in vita sua, ebbe la sensazione che quegli occhi le stessero parlando. Erano tipo intrappolati, non potevano scappare, non potevano dare voce ai pensieri, e che pensieri quelli di Luke Hemmings.
"Hai presente quel tipo? Calum Hood?" Luke annuì.
"Beh, penso sia gay."
Tutti e due risero.
"Beh, penso dovrei picchiarlo."
"Picchi i Gay?"
"A volte, solo se mi offendono, se dicono cose false."
"E quali sono le cose false per cui picchieresti?"
"Che tu non sei bella, ad esempio."


Ora miei lettori belli, credetemi se vi dico che io sono quella persona che inizia una cosa e molto raramente la finisce. Non so sinceramente quante fanfiction c'ho di quello lì, di Luke Hemmings. Ma so che questa mi ispira molta voglia. A continuarla. Datemi una recensione, un preferito, un ricordato, anche un "letto ma ew" ma vi prego datemelo. Un aiuto.

Che ne pensate di Claire, che gnocca, oh. -Frances Cobain-

Always anarchic and punk, your Alice.