La
carrozza avanzava
lentamente sobbalzando di tanto in tanto per la presenza di un ciottolo
sulla
strada lastricata.
Una bella
ragazza teneva
gli occhi chini, lasciandosi sfuggire il paesaggio che scorreva fuori
dai
finestrini.
Le mani
affusolate
giocavano timide con una ciocca dei lunghi capelli castani; la voce,
ancora da
bambina, intonava una triste melodia.
Il suo
accompagnatore le
disse che erano arrivati a destinazione, ridestandola dai suoi pensieri.
La
giovane ebbe un
sussulto e ripassò mentalmente i suggerimenti della mezzana,
poi scese dalla
carrozza.
Davanti
ai suoi occhi si
stagliava un’imponente villa che ricordava molto una pagoda.
Ogni
pietra emanava
un’austerità che metteva in soggezione e
l’accoglienza che ricevette non servì
a sciogliere la tensione.
L’eunuco
che l’aveva
accompagnata l’aveva lasciata nelle mani di una vecchia
serva, promettendo che
sarebbe tornato il giorno seguente per riportarla a
“casa”.
L’anziana
signora non le
rivolse la parola, limitandosi ad accompagnarla in una grande stanza
dal fine
mobilio che si rivelò essere l’anticamera del
talamo del padrone di casa.
Tenten,
questo il nome
della ragazza, rimase immobile, impietrita dal terrore, ad attendere il
suo
destino. Questo non tardò ad arrivare sotto le sembianze di
un uomo di mezza
età.
Riprendendo
rapidamente
controllo di sé, Tenten applicò immediatamente la
prima delle regole che le
erano state insegnate e salutò educatamente:
-
Buonasera
padron Hiashi
.
Nessuna
risposta. L’uomo fissava rapito la figura che gli si era
presentata: una giovane
ragazza di circa venti anni stava in piedi di fronte a lui con il capo
leggermente inclinato e gli occhi bassi per il timore.
Il
kimono bianco, che le conferiva un’aria da vergine casta,
spiccava contro la
cascata delle onde brune dei capelli. Un leggero strato di ombretto
risaltava
gli occhi dello stesso colore e la grazia delle forme la rendeva quasi
divina.
Il
padrone di casa si destò dallo stato di estasi ricordando il
motivo per cui
quel pezzo di Paradiso si trovasse in casa sua.
Un
sorriso di soddisfazione si impresse sul volto per un istante; poi si
avvicinò
e senza nemmeno aver risposto al saluto la baciò con forza
per placare la
crescente voglia che aveva di lei.
Tenten
fu sconcertata dal comportamento dell’uomo ma si impose di
non reagire, di
attendere che lenta quella notte passasse. Cercò di
estraniarsi da un corpo che
non sentiva suo, che uno sconosciuto avrebbe preso con la forza.
Hiashi
fu divertito dallo smarrimento della povera fanciulla e capì
che il suo
desiderio di avere una vergine era stato esaudito.
Continuando
a baciarla la condusse nella propria camera da letto. Dopo aver sciolto
l’obi
dorato, assaporò ogni centimetro di pelle che il tessuto
aveva lasciato
scoperto; incurante del tremore della ragazza, iniziò a
spogliarsi pure lui,
godendo del senso di potere che gli derivava
dall’inesperienza e dalla
passività di lei.
Il tempo è tiranno: fa il bello e il
cattivo
tempo. Troppo in
fretta passò
quella notte per l’uomo assetato di piacere.
Tortura
infinita per la
vergine privata della sua castità.
Alle
prime luci del nuovo
giorno lasciò la stanza con lei che dormiva nuda nel letto,
dando ordine alla
serva che la consegnasse all’eunuco, con una lettera che
aveva preparato per la
mezzana.
Se il
destino di Tenten nella
notte appena trascorsa aveva avuto il nome di un uomo privo di
pietà, il nuovo
giorno le riservava una nuova luce, la luce di un paio di occhi
chiarissimi che
avevano scorto la sua figura avvolta dalle lenzuola di seta.
Per
favore,
dal momento che si tratta di una long-fic, potreste commentare???
Così
se
non vi piace lascio stare…tutti i suggerimenti sono ben
accetti!!!