21/01/2014
2 recensioniCe l'hai la felicità?
Peanuts, by C. M- Schulz
Peanuts, by C. M- Schulz
Una domanda che non ci fa, e che non si fa, mai nessuno, è quella più semplice e più ovvia.
Sei felice?
Ogni giorno facciamo decine di cose che non vorremmo fare, prendiamo centinaia di scelte che non vorremmo prendere, oppure, semplicemente, continuiamo a vivere lungo lo stesso sentiero perché non pensiamo nemmeno al fatto che, oltre quello, ci può essere un’aperta campagna tutta da attraversare.
Così ci svegliamo presto, spegniamo la sveglia, andiamo a lavorare, a scuola, all’università, a cercare un lavoro: ci trasciniamo per le strade scure e trafficate, piene di gente che si fissa i piedi e non ha mai il tempo di alzare lo sguardo.
E la giornata rotola così, insieme al movimento inesorabile delle lancette dell’orologio, tra una telefonata alla mamma che avremmo voluto evitare, un regalo ricevuto che dobbiamo accettare con un sorriso, un sms che non arriva o che non abbiamo il coraggio di inviare.
Perché è questo il punto.
Non facciamo mai niente per essere felici, perché non ci poniamo mai quella domanda.
Sei felice?
Forse, se ci fermassimo a pensarci su, ci accorgeremmo che non sempre la risposta è sì. Perché, probabilmente, abbiamo accettato una parola di troppo, un’offesa inconsapevole. Perché abbiamo ceduto ad un invito che non avremmo voluto accettare.
Perché accettiamo, inconsapevolmente, le cose che abbiamo.
Se ce lo chiedessimo, ogni tanto - sei felice? - allora dovremmo trovare il coraggio di lasciare le briglie e correre il rischio, correre dietro ciò che desideriamo davvero, che ci potrebbe far rispondere sì.
Sei felice?
Ogni giorno facciamo decine di cose che non vorremmo fare, prendiamo centinaia di scelte che non vorremmo prendere, oppure, semplicemente, continuiamo a vivere lungo lo stesso sentiero perché non pensiamo nemmeno al fatto che, oltre quello, ci può essere un’aperta campagna tutta da attraversare.
Così ci svegliamo presto, spegniamo la sveglia, andiamo a lavorare, a scuola, all’università, a cercare un lavoro: ci trasciniamo per le strade scure e trafficate, piene di gente che si fissa i piedi e non ha mai il tempo di alzare lo sguardo.
E la giornata rotola così, insieme al movimento inesorabile delle lancette dell’orologio, tra una telefonata alla mamma che avremmo voluto evitare, un regalo ricevuto che dobbiamo accettare con un sorriso, un sms che non arriva o che non abbiamo il coraggio di inviare.
Perché è questo il punto.
Non facciamo mai niente per essere felici, perché non ci poniamo mai quella domanda.
Sei felice?
Forse, se ci fermassimo a pensarci su, ci accorgeremmo che non sempre la risposta è sì. Perché, probabilmente, abbiamo accettato una parola di troppo, un’offesa inconsapevole. Perché abbiamo ceduto ad un invito che non avremmo voluto accettare.
Perché accettiamo, inconsapevolmente, le cose che abbiamo.
Se ce lo chiedessimo, ogni tanto - sei felice? - allora dovremmo trovare il coraggio di lasciare le briglie e correre il rischio, correre dietro ciò che desideriamo davvero, che ci potrebbe far rispondere sì.