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Autore: lukespj    21/01/2014    1 recensioni
“Mi dispiace, Haz, per come sono andate le cose.. Mi dispiace di non essere venuta da te al liceo a chiederti spiegazioni e a dirti che ti amavo.. Mi dispiace di non averti detto che me ne andavo.. Mi dispiace aver perso del tempo prezioso.. Mi dispiace che, ora che tutto era perfetto, il destino ha deciso di allontanarci di nuovo.. E mi dispiace di non essere riuscita ad evitare tutto questo”, dice, trascinando le parole.
Il suo respiro si è fatto più irregolare, i suoi occhi pieni di lacrimi sono ancora più spenti e i suoi battiti stanno diminuendo.
“No, tu sei forte, non ti succederà niente”, dico, cercando più che altro di convincere me stesso.
N.B. : PER I COMPAGNI DI SQUADRA HO USATO I NOMI DEI PERSONAGGI DELLA SERIE CRIMINAL MINDS
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, catapultato nella realtà frenetica dell’aeroporto di Quantico.
Più che un uomo di trentacinque anni, sembro un bambino di cinque.
Ma capiamoci.. SONO IN AMERICA! Chi non sogna ad occhi aperti di volare negli States?
Da quando io e Giulia ci siamo visti nel parco circa tre anni fa, la nostra amicizia, con mia grande sorpresa, è piano piano tornata quella di un tempo.  
Ero rimasto allibito nel leggere la sua e-mail, dato che io non le avevo mai dato la mia, ma poi mi sono ritrovato a sorridere come un ebete pensando che era ovvio che sarebbe riuscita a trovare un modo per rintracciarmi, dato che è una super poliziotta-strizzacervelli.
Così, quando mia madre è venuta a chiedermi se volevo andare con lei e la famiglia di Giulia a Quantico, ho detto subito di sì, facendola ridere mentre diceva che era felice che tutto era tornato come prima.
Dopo aver preso le nostre valige, ci dirigiamo verso l’uscita, dove troviamo la famiglia Horan ad aspettarci.
Devo ammetterlo, Niall è una persona fantastica e sono felice che Giulia abbia scelto di passare il resto della sua vita con lui, anche se io continuo ad amarla.
 
“Haz!”, dice, facendo un enorme sorriso, vedendomi arrivare.
“Giuls”, dico io, mentre lei mi stringe in un abbraccio.
 
Inspiro a pieni polmoni il suo profumo, e, giuro, potrei rimanere così per sempre.
Ma, ovviamente, non posso, e il suono del suo telefono me lo ricorda.
 
“Devo andare, purtroppo il crimine non va in vacanza”, abbracciando i suoi e mia madre.
 
Poi da un bacio sulla fronte alla piccola Natalie e a Harry, che è cresciuto ancora dall’ultima volta che l’ho visto.
 
“Torna presto, piccola”, dice Niall, stringendola forte a se.
“Non ti accorgerai nemmeno della mia assenza”, dice lei, sorridendogli.
 
Rimangono abbracciati per un po’, poi lui le da un bacio e lei corre verso la parte delle partenze.
Se avessi saputo che non sarebbe più tornata indietro, non le avrei mai permesso di partire.
 
***
 
Questi quattro giorni sono volati, e io mi sono divertito a fare da babysitter a quelle due pesti che ha messo al mondo quella peste della mia migliore amica.
In questo momento, sono letteralmente stravaccato sul letto della mia camera dell’hotel, mentre osservo disinteressato lo schermo del televisore che illumina la stanza.
Ad un certo punto, qualcuno bussa alla porta.
Mi alzo sbuffando, trascinando i piedi fino alla porta, per poi aprirla e trovarci fuori mia madre in lacrime.
 
“Mamma, che è successo?”, chiedo, abbracciandola.
 
Lei continua a singhiozzare per un po’, poi si scioglie dall’abbraccio e mi guarda dritto negli occhi.
Perché, improvvisamente, sento un peso sul cuore e che devo prepararmi al peggio?
 
“Mamma.. Mi-mi devo preoccupare?”
“Niall ti sta aspettando giù nella hall.. Ti spiegherà tutto lui mentre andate a Chicago”, dice, per poi andarsene e lasciarmi lì, impalato come un pesce lesso senza sapere che fare.
 
Dopo aver preparato un paio di cose, raggiungo la hall, dove trovo un Niall strano.
Sembra che l’abbia appena investito un tram.
Appena mi vede, mi fa segno di seguirlo, senza dirmi niente.
Rimaniamo in silenzio nel tragitto fino all’aeroporto, mentre aspettiamo l’aereo e mentre ci imbarchiamo.
 
“Ti dispiacerebbe dirmi che diamine sta succedendo?”, dico, non reggendo più questo silenzio.
 
Lui abbassa lo sguardo e inizia a giocare con la fede.
 
“Lo sapevo che avrebbe potuto succedere.. Ogni volta che se ne va, continuo a ripetermi che andrà tutto bene, che non le succederà niente.. E così è stato.. Fino ad ora..”
 
La sua voce si affievolisce, e io sento qualcosa rompersi dentro di me.
 
“Niall..”, lo richiamo.
“Non so molto, Harry.. Quando succedono queste cose, tendono a mantenere una rigida segretezza.. So solo che in questo momento la stanno operando, per vedere se riescono a salvarla..”
 
Strozza diversi singhiozzi mentre parla e, senza che possa impedirlo, mi ritrovo a piangere con lui.
 
***
 
Una volta arrivati a Chicago, ci precipitiamo all’ospedale, dove veniamo accolti dai compagni di squadra di Giulia, che ci spiegano che l’ SI che stavano cercando l’ha rapita, e che loro sono riusciti a localizzarli grazie al segnale GPS del cellulare di Giulia, ma, quando sono arrivati, lei era in un lago di sangue a casa delle molteplici coltellate.
 
“Ditemi che avete preso quel bastardo e che marcirà in prigione”, dico, interrompendo il racconto, mentre il mio cuore pulsa dal dolore.
“Sì, resterà in cella d’isolamento fino alla fine dei suoi giorni”, dice una ragazza, JJ, mi pare.
“Adesso la stanno operando, ma i dottori sono molto scettici”, dice quello che deve essere il capo della squadra e che tutti chiamano Hotch, ma credo sia un soprannome.
 
Guardo verso Niall.
E’ seduto con la testa tra le mani e non smette di singhiozzare.
In quel momento, arriva un dottore.
Lo fissiamo tutti, aspettando che ci dica qualcosa, ma non dice niente, e mi viene voglia di prenderlo a pugni.
Finalmente, si decide a parlare.
 
“L’operazione è riuscita, ma le condizioni sono troppo critiche.. C’è il rischio che non superi la notte”
 
BAAM.
L’ultimo barlume che c’era in me si è spento.
Qualcuno mi dica che questo è solo un brutto fottuto scherzo.
 
“Ha chiesto del marito e di un certo Harry”, dice il dottore, richiamando la mia attenzione.
“E’ sveglia?”, chiede un altro della squadra.
“Sì, agente rossi.. Ma è troppo debole per ricevere visite.. Posso fare un’eccezione solo per il marito e quell’Harry, se sono qui”
“Sì, siamo qui”, dico, sollevando di peso Niall.
 
Il dottore annuisce, poi ci porta davanti una stanza.
Dalla vetrata, riesco a vederla, e sento di non potercela fare.
 
“Entrate uno alla volta”, dice il dottore, prima di girare i tacchi e andarsene.
“Vai”, dico, con il cuore in gola e gli occhi pieni di lacrime.
 
Niall annuisce, poi apre la porta, tremando come una foglia.
Mi appoggio al muro e continuo a guardare la coppia dentro la stanza.
Riesco a vedere Giulia mentre si sforza con tutta se stessa per fare a Niall un sorriso.
Ma, il gesto che mi stupisce di più e che mi fa andare definitivamente nel panico, è quando lei si toglie la fede dal dito e la da a Niall, mentre le lacrime rigano le guance di entrambi.
Lui la prende e la stringe tra le sue mani, poi le da’ un bacio sulla fronte ed esce dalla stanza, allontanandosi a grandi passi.
Quindi.. Tocca a me?
Col cuore a mille, entro e mi siedo sul bordo del letto.
Lei ha gli occhi chiusi, il suo respiro pesante è aiutato da un tubo che ha nel naso e sento il suo cuore grazie al misuratore dei battiti.
 
“Haz.. Sei.. Sei qui”, dice, stringendomi la mano.
“Dove altro dovrei essere?”, dico, cercando di mascherare le lacrime.
 
Lei apre lentamente gli occhi, e il mio verde smeraldo incontra il suo verde, che è troppo spento.
Tira un respiro profondo.
 
“Mi dispiace, Haz, per come sono andate le cose.. Mi dispiace di non essere venuta da te al liceo a chiederti spiegazioni e a dirti che ti amavo.. Mi dispiace di non averti detto che me ne andavo.. Mi dispiace aver perso del tempo prezioso.. Mi dispiace che, ora che tutto era perfetto, il destino ha deciso di allontanarci di nuovo.. E mi dispiace di non essere riuscita ad evitare tutto questo”, dice, trascinando le parole.
 
Il suo respiro si è fatto più irregolare, i suoi occhi pieni di lacrimi sono ancora più spenti e i suoi battiti stanno diminuendo.
 
“No, tu sei forte, non ti succederà niente”, dico, cercando più che altro di convincere me stesso.
 
Lei fa una specie di risata, sforzandosi anche fin troppo.
 
“Sappiamo entrambi che non è così”
“E chi lo dice?”
 
Ma la sua risposta, non è quella che mi aspettavo.
 
“Baciami”, dice in un sussurro quasi impercettibile.
 
Sgrano gli occhi, incapace di credere a ciò che ho appena sentito.
 
“Ti prego, fallo o te ne pentirai per sempre”
“Non sta succedendo davvero”
“Invece temo proprio di sì..”
“Ti amo, piccola pazza Giuls”
 
Lei non risponde, si limita a farmi un sorriso, ma basta per farmi avvicinare di più ed appoggiare le labbra sulle sue.
Non è esattamente così che sognavo che sarebbe stato il nostro bacio, forse è anche meglio, se non consideriamo la situazione.
Quando mi stacco, sulle sue labbra spunta un sorriso, la presa sulla mia mano si allenta e io non sento più nessun dannatissimo ‘bip’.
Guardo verso lo schermo e vedo una linea orizzontale.
 
“NO!”, urlo, prendendola per le spalle e scuotendola.
 
Ma lei non si muove.
La stringo forte a me, lasciando che le lacrime che ho trattenuto fin’ora, comincino il loro cammino sulle mie guance.
 
***
Siamo seduti su delle scomodissime sedie in mezzo ad un classico cimitero americano.
Dopo la cerimonia, in cui hanno consegnato a Niall una medagli d’onore, iniziano i vari discorsi da parte dei colleghi.
Il primo è Hotch, il capo, a cui seguono Morgan, JJ, Rossi, Penelope ed, infine, Reid.
Non li ascolto molto, sono in uno stato di trance da tipo tre giorni, ma mi metto sull’attenti quando mia madre mi tira una gomitata.
 
“.. E’ stato bello lavorare con te, Giuls, e non solo perché eri una persona fantastica, un’amica eccezionale, una moglie travolgente e una mamma super attiva, ma anche perché tu eri, come me, una vera e propria psicologa e, di conseguenza, non mi guardavi mai spiritata, come i nostri colleghi qui presenti.
Mi mancherai, come mancherai alla squadra, a Niall, a Natalie e a Harry, ai tuoi genitori e al tuo migliore amico.
Ciao, piccola Giuls. Abbi cura di te, lassù, e noi ti porteremo nel cuore, per tutta la vita.”
 
Il silenzio che c’è stato durante tutto il discorso di Reid, viene rotto da un forte applauso e, piano piano, la gente inizia ad andarsene.
 
“Che farai ora?”, chiedo a Niall, quando rimaniamo noi e i suoi figli.
“Andremo a Mullingar, insieme ai miei.. Ovviamente, potrai venire quando vuoi”, dice sorridendomi, per poi stringere forte Natalie, che è troppo piccola per capire a fondo quello che è appena successo.
“Mi manca la mamma”, dice, tra le braccia del padre.
“Anche a me, amore mio..”, gli risponde, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
“Hey, Harry”, mi dice harry.
 
Oddio, che cosa strana.
 
“Dimmi.. Harry”
“Credo che questa sia tua”, dice, togliendosi una collana e mettendomela in una mano.
 
Guardo attentamente quella collana che ha come ciondolo un aeroplanino in argento.
 
“La mamma mia ha detto che gliela avevi regalata quando avevate otto anni, e non l’ha mai tolta da quel giorno, perché diceva di sentirti sempre vicino.
Me l’ha data perché mi piaceva un sacco, ma è giusto che la tenga tu.
Così ora sarà lei ad essere sempre vicino a te”, dice, per poi raggiungere il papà e la sorellina, e insieme vanno via.
 
Stringo la collana tra le mie mani, poi me la metto al collo.
Ormai è quasi buio e si riesce già a vedere qualche stella.
Tra quelle, una brilla in particolare e io non posso fare altro che sorridere, mentre delle ennesime lacrime mi rigano il viso.
 
“Ci vediamo presto, amore mio.”
 
   
 
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