Fumetti/Cartoni europei > La Compagnia dei Celestini
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Autore: Helen21    21/01/2014    2 recensioni
Una realtà terribile si abbatte sui ragazzi. Il dolore è tanto e loro cercano in ogni modo di allontanare dai pensieri la triste realtà che un giorno Lucifero se ne andrà per sempre. A rassicurarli la consapevolezza che una stella come lui, non potrà che tornare a splendere nel cielo.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Celeste, Jeremy, Lucifero, Memorino, Samira
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

Dalla finestra penetrava aria tiepida. I ragazzi erano seduti sul divano. Lucifero doveva arrivare da un momento all'altro, ma nessuno aveva idea di come affrontare la situazione. Sapevano che era a conoscenza di tutto, ma questo non semplificava le cose.

-Crono dice di non mostrarsi troppo disperati, ma come caspita facciamo!?- Samira scuoteva la testa sconfortata.

-Non lo so, ma d'altronde prima o poi avremmo dovuto comunque affrontare questo momento...- concluse Memorino.

-In ogni caso dovremmo accettare anche il futuro...se non riusciamo a sostenere la situazione adesso, pensate poi quando...- Jeremy tacque. Celeste scoppiò in singhiozzi.

-Celeste, dai...sforzati di reagire...almeno adesso che siamo ancora tutti insieme...- Samira parlò con garbo, abbracciandola.

In quel momento la porta alle loro spalle si aprì. Loro non ci fecero caso e sobbalzarono quando sentirono Lucifero parlare.

-Ehi, dai, smettetela di dire così...dopotutto non sono ancora morto...- il ragazzo si avvicinò al gruppo e si sedette sul divano a fianco ai compagni. Celeste lo abbracciò.

-Oh, Lucifero! Finalmente sei qui!-

Lui la strinse, socchiudendo appena gli occhi. Non servirono parole in quel momento. Ognuno si rese conto che il silenzio era lo strumento migliore da adoperare.

Lucifero appariva tra tutti il meno disperato. Sembrava ancora desideroso di assaporare un po' di quel gusto della vita, anche se era consapevole che sarebbero state tante le opportunità che non gli si sarebbero presentate.

 

 

Era Giugno, i primi del mese. Alla fine avrebbe compiuto 15 anni. Quante volte aveva inutilmente pensato al dopo. Quante volte si era soffermato a riflettere sulla propria esistenza, senza minimamente contemplare all'interno dei suoi pensieri un avvenimento come quello. Quante volte si era immaginato da adulto, senza riuscire a costruire bene i propri lineamenti. Ora gli sembrava che fosse un segno del destino. Non era destinato ad vere un futuro, ad diventare un uomo...Per certi versi non gli dispiaceva...crescere non gli era mai piaciuto. Però aveva paura, paura di non fare a tempo nemmeno a scoprire quel poco che la vita ha di bello.

 

Da quel pomeriggio, che volò via come un soffio di vento, la vita dei ragazzi cambiò completamente. Lucifero era sempre più stanco e questo vincolava i ragazzi a trascorrere le giornate in modo piuttosto inattivo. Ma a nessuno dispiaceva, poichè ognuno voleva in cuor suo il meglio per l'amico.

 

 

 

 

Il sole era alto e caldo. Due ragazzini passeggiavano per la strada deserta.

-Ehi, Edoardo, hai saputo la notizia?-

-Quale notizia?-

-I Celestini si sono ritirati dal mondiale!-

-Cosa? Ma sono i campioni! E Banessa come farà adesso senza la squadra vincente?!-

-Non lo so...in effetti anche a me dispiace...-

-Perchè l'hanno fatto?-

-Dicono che il loro capitano non stia bene...-

-Chi? Lucifero?-

-Si, Lucifero, si...però non so cosa sia successo...-

-Va beh, non importa, peccato solo per loro...Erano una bella squadra!-

 

I due si allontanarono. Il sole iniziava a calare, mentre i cinque protagonisti si recavano al porto. Squalo li aspettava. Aveva preparato il tè e ora aspettava pazientemente, guardando fuori dalla finestra. La notizia della malattia di Lucifero lo aveva colpito molto. Lo conosceva da quando era un marmocchio che rincorreva i sonaglini, ovviamente tramite Crono, ed ora, dopo tutti quegli anni passati insieme, era davvero doloroso pensare di perderlo.

Squalo guardò una foto, posata su una mensola. Lui era intento a fare il solletico al ragazzo, che aveva assunto una posizione davvero assurda. Era una foto particolare, unica. Il giovane sorrise: quanti ricordi gli evocava!

Suonarono alla porta. Si precipitò ad aprire. I ragazzi sorrisero vedendolo. Memorino e Celeste furono i primi ad entrare, li seguirono i compagni. Lucifero aveva le guance scavate, ma un colorito roseo. Il gruppo si sedette.

-Sentite, ho fatto il tè, so che fa un po' caldo per berlo, però...-

-Hai fatto bene, e poi è comunque dissetante!- Celeste si sforzò di animare la situazione.

-Beh, grazie...-

 

Squalo era sempre un po' imbarazzato quando si trovava di fronte a Lucifero. Da una parte non riusciva a comportarsi come se niente fosse successo, dall'altra non gli andava di far sentire il ragazzo come un malato terminale, anche se sfortunatamente era quella la realtà. Così cercava di essere accomodante e interessato dal suo stato, senza diventare troppo apprensivo. Lucifero questo lo comprendeva e apprezzava il gesto, anche se preferiva non affrontare l'argomento direttamente.

Non essere sotto cura intensiva, per Lucifero era una salvezza tanto quanto una condanna: era libero dai malesseri che la maggior parte delle cure antitumorali portano, ma nello stesso tempo il decorso della malattia si faceva svelto e il due settimane Lucifero aveva già perso molti chili, aveva di continuo la febbre e spesso era costretto a correre in bagno, ma più per violente perdite di sangue, che non per un vero disturbo intestinale. Certo le pastiglie che prendeva gli creavano svariati fastidi, il principale era l'estrema debolezza, un altro una fastidiosa nausea e un altro ancora era l'effetto soporifero che portava il ragazzo ad addormentarsi spesso anche durante il giorno. D'altra parte sapeva di non poterne fare a meno. Quella era la vita rimasta a Lucifero: una lontana parente della sua vita vera. Ma lui l'accettava, senza proteste, senza lamentele. Solo di notte a volte il suo inconscio dava sfogo al dolore che nascondeva dentro di sé e lo faceva piangere, a volte nel sonno, altre disperatamente, tanto da svegliarlo agitato. Gli amici gli erano vicini anche in quei momenti e questo bastava a fargli trovare la forza di risvegliarsi sorridente il giorno dopo.

 

-Ragazzi, che ne pensate di fare qualcosa sabato?- propose Squalo,

-Tipo?- domandò Jeremy interessato,

-Non lo so, ma potremmo organizzare qualche cosa...tipo in spiaggia...- Squalo aveva pensato di andare a fare un giro in montagna, ma non sapeva se Lucifero era nelle condizioni di sostenerlo e non gli stava certo di porre una domanda così diretta.

-Sarebbe una bella idea! Potremmo organizzare qualche gioco da fare sotto l'ombrellone, no? Luci, che ne dici?- ipotizzò e domandò Memorino.

-Sarebbe una bella idea, si, volentieri!- Lucifero sorrise a tutti, rispondendo.

 

E così iniziarono a confabulare sul da farsi e il pomeriggio trascorse svelto. Quando tornarono a casa, Lucifero era stanco, ma felice: un pomeriggio all'aperto lo avrebbe fatto sentire più vivo, ne era certo.

  
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