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Autore: LadyAgnesFreiheit    21/01/2014    3 recensioni
- Arrivano oggi!-, urlò ancora Hellen.
- Diventeranno i miei fratelli!-.
- I tuoi. Non i miei, cara!-.
- Oh Hellen, magari sono dei cessi!-, rise Agnes.
- Beh….-, continuò Sofie. - Giudicando Gordon avrei SERI dubbi!-.
- Oh, perché siete tutte fissate col mio patrigno?-.
- Perché è figo!-, risposero in coro le tre.
- Okay, ammetto che se fosse vent’anni più giovane e non fosse il mio patrigno un pensierino ce lo farei, ma… Dio! Rimane il fatto che i vostri sogni erotici non mi riguardano minimamente!-.
- Fammi capire! Tu non hai MAI conosciuto i figli di Gordon?-, chiese stupita Sarah.
- Nah…-, alzò le spalle lei guardando i tipi della squadra di basket che entravano nell’aula. - E ad essere sincera non m’interessa minimamente conoscerli.-.
- Ancora questa storia!-, girò gli occhi Sofie.
- Saranno due intellettualoni del cazzo. Insomma, Gordon poteva lasciarli a Magdeburgo no?-.
- Sì, certo!-, girò gli occhi Hellen. - Quale padre lascerebbe i figli in provincia, quando ha la possibilità di sposare la più famosa stilista di Berlino, vivere in un Megavillone nel Mitte e mandare i figli a studiare al Graues Kloster? Sarebbe un pazzo!-.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Quarto capitolo
Bill attraversò il corridoio da solo, lo zaino che penzolava da una spalla sola e gli occhiali da sole poggiati sul naso. Aprì stancamente il suo armadietto prendendo i libri per la giornata e sbadigliò trascinandosi nell’aula di matematica.
Era un mese che abitava a Berlino ormai ed era un fottuto mese che ogni lunedì si ritrovava sotto gli occhi delle occhiaie viola da far concorrenza ad Edward Cullen nel periodo del digiuno.
Sbuffò sonoramente sedendosi al suo posto, il penultimo accanto alla finestra, e buttò la propria tracolla sul banco accanto al suo lasciandosi scivolare sulla sedia.
Sabine voleva che si adattassero.
Sabine voleva vederli come una vera famiglia.
Sabine lasciava il weekend della figlia completamente privo di regole.
Per tre sere consecutive, giovedì, venerdì e sabato, Agnes li trasportava in quella discoteca d’élite, piena di tipi d’élite, con tavoli d’élite, musica d’élite, e…
Sospirò buttando la testa in avanti sul banco, mentre un’immagine ben precisa scuoteva il suo animo e i suoi ormoni.
Spogliarelliste d’élite…
La donna dalla parrucca chiara, il corpo morbido, i tattoo particolari che sicuramente aveva fatto nel suo stesso centro; era un fottuto mese, pensò, che da buono sfigato pensava e ripensava a quella ragazza sconosciuta e si chiudeva in bagno per ore cercando di placare i suoi ormoni in subbuglio, mentre dalla camera del gemello provenivano rumori e parole soffocate alquanto discutibili.
Sospirò sconsolato e accavallò le gambe.
La strega scopava con suo fratello.
Suo fratello avrebbe da lì a poco iniziato far parte della squadra di Basket della scuola.
La strega e suo fratello da circa un mese sfilavano nel corridoio principale della scuola avvinghiati lasciandosi alle spalle sguardi di gente invidiosa, ammirata o arrapata.
E lui, invece, entrava dal portone secondario, non era notato da nessuno e non…
<< Hey, depresso!>>.
…Aveva amici.
Alzò stancamente la testa e mugugnò strizzando gli occhi infastidito.
Sofie rise e gli schioccò un bacio sulla guancia. << Serata impegnativa quella di ieri, eh?>>.
Sofie era l’unica che lo considerava, l’unica che riusciva a metterlo di buonumore, l’unica che, nonostante la sua notorietà, non si lasciava compromettere la vita dal suo successo.
Dal suo vero successo: quello di cantante.
<< Mmhh.>>, mugugnò solamente riappoggiando la fronte contro il piano liscio e bianco.
Sofie rise lasciando la borsa al suo posto e gli andò dietro posando le mani sulle sue spalle esili e le massaggiò. << Ieri siete stai all’Adagio?>>.
Bill lanciò un mugolio rilassato al tocco della ragazza e scosse la testa. << 40 Seconds, Sofie. Dov’eri finita ieri sera?>>, borbottò alzando lo sguardo verso di lei. << Quello stronzo di mio fratello e la sua troietta si sono strusciati addosso come due conigli in calore tutta la sera! Ed io sono rimasto solo a scoppiarmi di Mojito e Mai Tai tutto il tempo. Da solo. Sai che significa scoppiarsi fino all’una di notte da solo, Sofie?!>>, sbuffò sonoramente mentre la ragazza gli massaggiava il collo e le spalle.
<< Lo so, scusami! Ma ieri ero DISTRUTTA! Devi sapere che io non ho le energie della tua sorellina dopo tre sere consecutive di superalcoolici, balli sfrenati, fumogeni e quanto di più orribile ci sia in questa società d’élite in cui siamo.>>, alzò gli occhi al cielo e si sedette al fianco del ragazzo.
Bill alzò lo sguardo su di lei fulminandola con lo sguardo. << Nessuno ti obbliga, Sofie!>>.
Sofie, di canto suo, rise e gli scompigliò i capelli facendogli alzare un urletto esasperato. << La tua sorellina adora la mia presenza, esattamente come te e… Oh, ciao Agnes!>>, Sofie ridacchiò guardando la figura dell’amica entrare stancamente in classe, gli occhialoni neri calati sul viso, la carnagione chiara ancora più spenta rispetto al normale e la camminata strascicata.
Gettò la sua borsa sul suo banco e il cappotto di pelle bianco accanto alla borsa e lanciò un’occhiataccia ai due da sotto gli occhialoni neri. << Fottuto lunedì, Sofi.>>.
<< E’ la seconda volta che lo dici, oggi!>>, borbottò Bill tenendo ancora il viso contro il banco.
<< Qualche problema?!>>, si appoggiò al suo banco e tirò fuori dalla borsa il suo portacipria di Dior e lo aprì levando gli occhiali da sole.
Sofie si portò le mani alla bocca. << Santo Dio, Agnes!!>>.
<< LO. SO.>>, Agnes le lanciò uno sguardo fulminante tornando a guardarsi allo specchio.
<< Sei… sei…>>, si morse la lingua un paio di volte, prima che Tom facesse la sua irruzione nella classe seguito da Sarah e Hellen.
<< ORRIBILE!>>, continuò il ragazzo ricevendo un’occhiataccia da parte della mora.
<< Santo cielo, non credo di averti mai vista così sciatta nella mia vita!>>, Sofie si avvicinò al suo viso ispezionando quei grandi solchi viola sotto ai suoi occhi.
<< Vorrei capire come hai fatto a ridurti in questo modo!>>, intervenne Sarah alzandole il viso con una mano. Prese il suo portacipria e le passò la spugnetta piano sul viso.
<< Sarah, non farti domande stupide.>>, Hellen si sedette al suo posto e lanciò uno sguardo a Tom poggiato sulla schiena del fratello con gli occhi socchiusi. << Sappiamo TUTTI CHI l’ha ridotta così.>>, abbassò l tono della voce vedendo entrare dei compagni di corso. << Vero, caro?>>.
Tom ridacchiò alzando lo guardo prima su Agnes e poi su Hellen. << Hey, è tutto reciproco, okay? È lei che alle quattro di mattina mi ha infilato la mano nei boxer e…>>.
Bill alzò una mano mugugnando indispettito. << Taci. Ti prego. Evitate i particolari. Le mie orecchie hanno già sentito troppo, stanotte.>>.
Agnes ridacchiò sedendosi al suo posto ed accavallò le gambe in modo sensuale. << Ti sei fatto una sega mentre noi davamo del nostro meglio, non è così?>>.
Bill voltò il viso verso di lei e le mormorò un ‘fottiti’, prima che il professore facesse il suo ingresso nella classe.

Quella giornata era passata così, a dormire sul banco senza ascoltare una minima parola delle lezioni. Per Agnes era una novità: lei non stava MAI distratta durante le spiegazioni, era contro la sua morale. I suoi quaderni erano stracolmi di appunti ordinati di ogni tipo, ricerche e fogli allegati che facevano di lei la migliore del suo corso.
Quel giorno, ahimè, si sentiva un pesce fuor d’acqua, sentiva la testa scoppiare e lo sguardo perso nel vuoto mentre la prof di filosofia illustrava il pensiero di Kant.
Sbatté le palpebre guardando la donna che parlava senza capire propriamente quel che stesse dicendo e posò lo sguardo sui suoi fratelli davanti a sé: Bill aveva la testa sprofondata nello zaino posato sul banco e Tom era stravaccato sulla sedia con un’espressione assente.
Si morse le labbra sentendosi subito in colpa….
Non avrebbe dovuto trascinarli n discoteca fino alle due di notte.
Imbronciò le labbra chiedendosi se sarebbe stato giusto chiedere scusa o meno ai suoi fratelli per le bravate in cui li aveva coinvolti nel mese passato insieme, ma poi ripensò a quanto entusiasta fosse Tom quando, dopo aver consumato un soddisfacente rapporto sessuale, erano rimasti sotto le coperte della sua camera a ridere e scherzare su tutto.
Sorrise ripensando alla notte prima e si accorse del grande sentimento che li stava pian piano legando.
Erano crollati sul letto di Tom soddisfatti del precedente rapporto e Agnes aveva posato la testa sul petto del ragazzo. << Tomi, mi racconti di quando facevi parte della squadra di basket di Magdeburgo?>>, aveva sussurrato Agnes, facendo ghirigori immaginari sul petto del ragazzo.
Tom aveva sorriso e coperto entrambi. << Avevo solo tredici anni… e papà mi aveva portato alla palestra comunale per insegnarmi dei tiri liberi. Sai che papà è molto bravo a giocare a Basket?>>, Agnes aveva scosso la testa ammirata. Lei stimava pienamente Gordon e il fatto che sapesse giocare bene a basket gli dava ancora più punti in graduatoria. << Bene, in quell’occasione mi notò il Coach della squadra di Basket del Gymnasium e, beh… dopo pochi anni diventai capitano della squadra di Basket del Joachim.>>.
Avevano parlato del più e del meno fino alle quattro di notte e, dopo il bis sessuale, si erano addormentati come due bambini, abbracciati.
Sorrise ancora ripensando alla sera prima: si trovava così bene quando parlava con Tom, era così autentico, così vero, così umano con lei.
Nessuno, oltre alle sue migliori amiche, era mai stato autentico con lei, tutti cercavano di accaparrarsi la sua simpatia solo per poter entrare nelle sue grazie, per poter diventare popolare, per poter dire in giro che di essere andati a letto con lei, per i giornali, per i posti in prima fila alle sfilate…
Sospirò lanciando uno sguardo a Bill e sorrise guardando il suo viso addormentato, le labbra semiaperte, gli occhi perfettamente truccati serrati e un rivolo di bava al lato della bocca. Ridacchiò appena: in fondo era tenero, si disse, restava sempre uno sfigato rimpicoglioni, ma era tenero…
Continuò a fissare Bill per pochi secondi, contemplando il suo viso e si disse che non era davvero niente male, dopo tutto; e poi ripensò al suo profumo. Al profumo della sua pelle. Al suo vero profumo mischiato al Wood. Quel mix perfetto le era rimasto impresso nella mente: era l’odore migliore del mondo e non si capacitava del fatto che Bill non volesse comprarlo. Insomma, era perfetto su di lui!
<< Ag! Hey, Ag!>>, sussurrò Sofie posando il viso dietro il suo astuccio.
<< Mh?>>, Agnes scosse la testa voltandola verso l’amica trovandosi sei occhi puntati verso di lei. << Che ho fatto?!>>.
<< Stai mangiando con gli occhi Bill?!>>.
<< Cosa? No!>>.
Sarah ridacchiò. << Ossì, lo sta facendo!>>.
<< Spero VIVAMENTE che voi stiate…>>.
Hellen ridacchiò e lanciò uno sguardo complice alle amiche. << Lo sta facendo, sì.>>.
<< NON STO GUARDANDO LO SFIGATO!!>>.
<< Oh, ma dai! Non mi dire che ti piace Bill!>>, Sofie ridacchiò ammiccante e la guardò negli occhi.
Stavano per caso IMPAZZENDO? Lo sfigato? Quale oscuro maleficio si era impossessato delle loro menti, quella mattina?!
<< Mi sa che la droga vi sta dando al cervello!>>, urlò sotto voce la mora.
Le tre ragazze inarcarono il sopracciglio e la guardarono sconvolte. << Dobbiamo ricordarti CHI fra noi quattro tira di naso, baby?>>, Sarah schioccò la lingua.
<< E CHI si fa canne?>>.
<< E CHI balla la lap dance come una…>>.
<< Okay, okay! Avete reso il concetto, che palle!>>, sbuffò attorcigliando una ciocca fra le dita. << Fatto sta che vi siete bevute il cervello! Bill non lo guardo neanche! E se ora l’ho fatto è stato perché quel DEMENTE sfigato s’è addormentato sul banco. Ecco perché!>>.
Le tre amiche ridacchiarono ed Hellen piegò un foglio in quattro piccoli pezzi. << Hey Tom!>>, sussurrò.
Agnes sgranò gli occhi incredula. << HELLEN, CHE STAI CERCANDO DI FARE?>>.
<< Fidati, mi ringrazierete alla fine!>>.
<< HELLEN!!>>, urlò in un sussurro la mora e allungò un braccio verso l’amica afferrandole il polso. << Dammi quel maledetto coso!!>>.
Sarah guardò complice Sofie: ridacchiò afferrando il bigliettino e, mentre Agnes perdeva l’equilibrio e finiva con il viso contro la schiena di Sofie e la mano chiusa sul polso di Hellen, lanciò il bigliettino verso Tom che lo afferrò al volo.
<< Qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi cosa succede là dietro?>>, la Frau si alzò il piedi guardando quello strano –stranissimo! Le sue alunne modello?!- quadretto insolito. << Signorina Lorenz?>>.
Agnes tossicchiò e si rimise composta sentendo il sangue invaderle il viso. << Mi scusi, Frau Böhm. Non accadrà più, lo prometto.>>.
La signora dai capelli castani e i tratti nordici si aggiustò gli occhiali sul naso riprendendo posto sulla sua poltroncina. << Lo spero bene, signorina Lorenz. Lo spero bene.>>.
Agnes aspettò che la donna riprendesse a spiegare la lezione per voltarsi poi verso le amiche e fulminarle con uno sguardo. << No, dico, siete COMPLETAMENTE impazzite?!>>, disse in un urlo sussurrato, mentre le ragazze ridacchiavano fra di loro e un assonnato Bill scriveva qualcosa frettolosamente.
Gli lanciò uno sguardo terrorizzato pensando che se SUL SERIO su quel bigliettino c’era scritto quel che le sue amiche avevano PAUROSAMENTE interpretato MALE, beh, lei avrebbe scatenato l’Apocalisse.
Tornò a guardare le sue amiche in cagnesco e prese una matita –rigorosamente nera con una piuma nera e fucsia in cima-puntandole a turno. << Se quel manico di scopa del mio purtroppo-fratellastro-depresso ha davvero fra le mani qualcosa che parla di ME, GIURO che vengo nelle vostre case e strappo tutti i vostri poster dei One Direction che avete nascosto nelle vostre cabine armadio!!!>>.
Le tre ragazze assunsero un’espressione contrariata che aveva tutta l’aria di significare “Ma noi non abbiamo i poster dei…”, << E non dite che non li avete! Li avete e ci sono baci stampati OVUNQUE!>>.
Mentre Sofie apriva la bocca per controbattere che lei non si sarebbe MAI E POI MAI messo il rossetto come una perfetta bimbaminchia per baciare un poster dei suoi idoli, un bigliettino a righe accartocciato atterrò sul banco di Agnes.
La mora sgranò gli occhi e, prima che Hellen potesse allungarsi ed impossessarsene, lo afferrò aprendolo sotto lo sguardo colpevole di Tom che aveva –poteva capitare, cazzo!-sbagliato mira e quello terrorizzato delle tre amiche.
Lanciò uno sguardo ammiccante verso le tre e aprì il foglietto a righe riconoscendo subito la scrittura tonda ed elegante di Hellen e poco più sotto quella tonda di Bill. Inarcò le sopracciglia e lesse il contenuto del bigliettino.
-Hey Boy, apri quei due occhi!
P.S. : Ag dice di non chiederle gli appunti stasera: non sta seguendo. Helly.-
Sbatté più volte le ciglia e dondolò una gamba sull’altra sotto il tavolo seguendo con lo sguardo quelle due righe scritte con un evidente doppio fine.
Lei non aveva detto proprio un bel niente! Perché volevano creare un approccio forzato fra lei e il suo fratellastro?
Lesse velocemente la risposta del ragazzo ed inarcò il sopracciglio in modo stizzito.
- Sono sveglio e dì alla moglie di Voldemort che non ho bisogno dei suoi appunti oscuri, piuttosto mi faccio bocciare.
P.S. : Tom dice che LUI ha bisogno di TE per gli appunti. È fuori dal mondo. Bill-
Portò la mano alla bocca e rise piano leggendo la risposta del suo fratellastro: quei suoi nomignoli la facevano sempre divertire, dopotutto. Prese la penna e levò il tappo muovendola velocemente fra indice e medio mentre la sua mente elaborava una risposta tanto acida quanto pungente da scrivere. Posò la punta della penna sul foglio ed iniziò a scrivere:
- Primo: moglie di Voldemort ci sarai TE, razza di Vedova Nera monocellulare; Secondo:....- lanciò uno sguardo di fuoco alle amiche: Sofie stava prendendo appunti, Sarah manovrava col cellulare nascosta dietro ad un borsellino firmato Gucci ed Hellen aveva lo sguardo puntato sul foglio. Ammiccò guardandola e tornò a scrivere:- è un’idea di queste STRONZE! Non metterei nelle tue mani da sfigato i miei eleganti appunti-da-Vip neanche sotto torture cinesi.
P.S. :…-guardò la nuca di Tom: stava giocando con delle matite allineandole da quella più grande a quella più piccola, scese lo sguardo sulla schiena curvata in avanti, le braccia poggiate sul banco, la camicia fuori dai pantaloni e i Boxer firmati Armani che spuntavano da essi mettendo in mostra il sedere sodo.- Dì a Tom che se non alza i suoi pantaloni e non copre SUBITO il suo culo d’oro, il turno di bocca serale SALTA.- sorrise soddisfatta e lasciò la penna. Lanciò uno sguardo ad Hellen cogliendo i suoi occhi ancora posati sul bigliettino che cercavano di cogliere quel che vi era scritto. Sorrise e riprese la penna.
-P.P.S: Helly accetta MOLTO volentieri, TROPPO volentieri per i miei gusti.- le ammiccò. –Cosa a tre??- concluse disegnando un cuoricino e piegò il foglietto lanciandolo sul banco davanti al suo prima che Hellen potesse allungare la mano per impossessarsene.
Bill aprì il fogliettino ripensando ancora quel che Hellen aveva scritto precedentemente: Cosa voleva mai dire con ‘apri quei due occhi?’. Alzò lo sguardo controllando se la prof potesse vederlo e no, non c’era alcun pericolo. Davanti a lui una ragazza dai folti capelli lunghi e ricci lo coprivano completamente ed altre tre bancate lo precedevano. Era senza dubbio una frase a doppio senso: COSA doveva capire?!
Assorto dai suoi pensieri confusi, non si accorse che Tom gli aveva sfilato il bigliettino dalle mani, aveva letto quelle poche rise ed aveva ridacchiato con una mano premuta sulle labbra leggendo l’intervento di Agnes. Adorava la sua sorellastra, in tutto. Adorava il suo modo di rivolgersi, le sue battutine taglienti, il sorriso gelido, lo sguardo fermo ed autoritario, adorava quando in casa camminava con dei mini-short per provocarlo e quando, dopo aver ottenuto quel che bramava, lo abbracciava così forte da farle capire che tutti quei suoi atteggiamenti da super-diva-vip-ereditiera non erano altro che una maschera che abbassava con le persone che amava. Con lui, per esempio. Tom sapeva bene che Agnes si era affezionata a lui e non di certo per le loro prestazioni quotidiane…
Lo aveva capito da come lo stringeva, da come gli parlava quando erano da soli, da come gli metteva il broncio per ottenere qualcosa, da come scherzavano insieme.
Prese la penna in mano e sorrise ancora.
Le voleva un gran bene. E, ne era certo, sarebbe stato la stessa cosa anche se non avesse avuto quella fottuta maschera sul viso; SAPEVA bene che per Agnes era fondamentale mantenere quell’atteggiamento, per la popolarità, per tenere a distanza gli approfittatori, per la Casa di Moda, per avere il dovuto rispetto.
Era la stilista più piccola nell’azienda della madre: CHIUNQUE lì dentro avrebbe potuto metterle i piedi in testa, pur essendo lei la figlia della Direttrice creativa.
Scrisse velocemente sul foglietto, muovendo continuamente il piercing al labbro, non accorgendosi della prof che lo stava insistentemente fissando facendo muovere velocemente la Biro fra l’indice il medio.
Bill osservò la donna bionda con i lineamenti severi e nordici alzarsi ed avanzare lentamente verso di loro, mentre il fratello era ancora intento a scarabocchiare sul foglio, quindi decise di sferrargli un calcio negli stinchi, gesto che Tom non apprezzò.
<< Bill, porca troia!>>, sussurrò posando una mano sullo stinco colpito ed alzando gli occhi al cielo incrociò gli occhi celesti e gelidi della Prof, che lo scrutavano con finta ironia.
Si rizzò velocemente sulla schiena e chiuse nel pugno il bigliettino. << Frau Böhm, le assicuro che…>>.
<< Sì, so che sta per dire che stava seguendo, Signor Kaulitz. Per cui vorrei gentilmente chiederle di riassumermi la lezione del giorno, se non è chiedere troppo.>>, sussurrò indispettita la donna donando un leggero accento su quel falsissimo ‘gentilmente’.
Tom la guardò e deglutì a vuoto non sapendo che rispondere. << Io… io..>>.
<< Non lo sa? Beh, mi auguro che lei, sua fratello e le signorine qui dietro abbiate finito di interrompere la mia lezione con starnazzi non adeguati a questo livello di scuola. Se così non fosse, vi invito gentilmente a seguirmi in presidenza.>>, sussurrò la donna squadrando i gemelli e le tre ragazze dietro.
Agnes scattò in piedi guardando la donna con lo sguardo fisso e gelido e la mano posata elegantemente sul fianco scoperto. << Mi scusi, Frau Böhm, stanotte Thomas è stato poco bene per cui mia madre mi ha espressamente detto di tenerlo d’occhio.>>, lanciò uno sguardo al ragazzo inarcando un sopracciglio, << Mi dispiace di averle creato problemi, ma tutti siamo davvero molto apprensivi l’un con l’altro, non potevamo fare altrimenti. Non succederà più!>>, le sue labbra si muovevano sicure come quelle di una brava attrice che, come da copione, faceva risultare il tutto molto veritiero.
Bill la guardò a lungo rivolgendole uno sguardo grato e poi, insieme al gemello graziato, decise di iniziare a seguire la lezione.
E questa volta sul serio.
<>, Agnes aprì violentemente il portoncino di casa vedendosi correre incontro una Cassie scodinzolante ed infiocchettata che abbaiava e saltellava ai suoi piedi per attirare la sua attenzione. Sbuffò sonoramente e gettò il giubbotto e la borsa sulla poltroncina. << Non ora, Cassie. Mammina è TANTO irritata da questo…>>, lanciò uno sguardo di fuoco a Bill che aveva appeso il suo giubbotto sull’appendiabiti ed infilato le sue ciabatte azzurre e snobbò anche Alfred che le era andato in servizio per resettare la sua borsa e la giacca-Non poteva ASSOLUTAMENTE lasciare quella meraviglia di Vivienne Westwood accartocciata lì, NO!- << …Questo sfigato!>>, sibilò tra i denti.
Sabine, intenta a tagliuzzare le verdure per l’insalata, alzò gli occhi al cielo divertita e Gordon abbassò il giornale sul tavolo apparecchiato e guardò la compagna con un sorriso ironico sulle labbra.
<< Che si saranno inventati questa volta?>>, ridacchiò e piegò il giornale guardando Sabine che portava in tavola i piatti aiutata da due cameriere.
<< Che famiglia piena d’amore ed armonia!>>, commentò la donna sarcastica; i ragazzi fecero il loro ingresso nella grande sala da pranzo e Tom, dopo aver baciato il padre e la matrigna, si gettò sulla sedia lanciando occhiate loquaci ai genitori.
<< Senti, non me ne frega nulla dei tuoi sedili di pelle di coniglio reale! Se non vuoi che cada la cenere, aprimi quel fottuto finestrino!>>, Bill aprì le braccia esasperato e si lasciò cadere sulla sedia afferrando un grissino.
La ragazza spalancò la bocca ed afferrò la cagnetta che guaì infastidita dall’eccessiva violenza della sua padroncina. << Stai SCHERZANDO?>>, urlò. << Con il vento di metà ottobre, le foglie che volano, la pioggia, la mia BAMBINA correrebbe il rischio di diventare una COMUNISSIMA Mercedes sporca e di seconda mano! E inoltre..>>, alzò la manina altezzosamente fermando la voce di Bill-che stava per dire che SAREBBE PURE ORA DI SCENDERE DA QUEL PIEDISTALLO SU CUI ERA IMPIANTATA DA SECOLI-così riprese: <<…Inoltre quei sedili sono di VERA PELLE disegnati apposta per la sottoscritta da Karl Lagerfeld in persona. Ma vista e giudicata la tua scarsa preparazione nel MIO campo, DUBITO che tu sappia chi sia il GRANDE Karl.>>, spostò il peso su una gamba sorridendo maliziosa ad un Bill rosso di rabbia.
Il ragazzo spezzò il grissino in due ed impugnò il cucchiaio-RIGOROSAMENTE D’ARGENTO-puntando la ragazza che aveva preso posto. I genitori e Tom avevano lo sguardo sul piatto e facevano finta di non ascoltarli.
<< Per TUA informazione, piccola ninfomane egocentrica….>>, Sabine evitò per un pelo il soffocamento e Tom tossì rumorosamente. << …Io SO MOLTO più di quanto tu non immagini in fatto di moda.>>.
Agnes ridacchiò afferrando con due dita il lembo della camicia di Bill costringendolo ad abbassare la mano sul tavolo; si pulì subito dopo la mano sul tovagliolo di lino, come se dovesse immediatamente eliminare i germi di contatto.
<< Ah, sì? H&M ha rilasciato una nuova collezione completata da VERI COOL HUNTER e non in collaborazione con grandi VERI stilisti? Dolce&Gabbana chi ha plagiato questa volta?>>, Agnes inarcò il sopracciglio e mosse la gamba sotto il tavolo iniziando a mangiare altezzosamente.
Bill ingoiò il primo boccone e lasciò il cucchiaio nel piatto lanciando alla sorellastra uno sguardo annoiato.
<< H&M, mia cara sorellina, è piacevolmente consapevole di non avere un gruppo creativo serio, come quello del grande Karl Lagerfeld, o Alexander McQueen, o tutti quei senza alcun dubbio magnifici stilisti a cui sono devoto e a cui TU lecchi il culo per dei sedili di pelle di gatto spellacchiato o una borsa personalizzata in regalo per i Diciott’anni….>>, Bill alzò il dito per zittire la sorellastra che stava per urlare alla madre che non voleva che dicesse i suoi desideri a mezza Sassonia.<< … Ed è anche consapevole di vestire una fascia d’età inferiore ai Quarant’anni, certo! Eppure, se tu conoscessi la storia di Hennes e Mauritz, sapresti che il loro marchio è diventato famoso in TUTTO, e ripeto TUTTO, il mondo proprio perché è riuscito a distinguersi da tutte le grandi case di moda, grazie alle collaborazione, alle campagne contro l’AIDS e, qualora non lo sapessi, la Grande Regina del Pop, Madonna, nel 2006 ha fatto realizzare esattamente da quella che tu credi incompetente, H&M, la linea per il suo Tour. E non provare a dire che non ti piace Madonna, ti sento ogni pomeriggio cantare a squarciagola Like a Virgin e My sex is a killer, do you wanna die happy….>>, la fissò inarcando il sopracciglio lanciando uno sguardo anche a Tom che scivolò sulla sedia colpevole. << …E di sicuro non piace A ME.>>, spostò lo sguardo sulla sorellastra notando il suo sopracciglio sollevarsi sempre di più, quindi prese un altro boccone.<< E poi…>>, spostò col piede la cagnetta che gli stava tirando le ciabatte. << Fossi in te non mi darei tutte queste arie, visto e giudicato che tu non sei ancora arrivata al Paris Fashion Week. O sbaglio?>>, sussurrò incattivito e Gordon voltò il viso verso il figlio posando il bicchiere sul tavolo.
<< BILL! Chiedi scusa a Sabine, immediatamente!>>.
La donna sorrise dolcemente al figlioccio e scosse la testa. << No. Bill ha ragione. La mia casa di moda non è ancora arrivata al massimo, pur essendo la più famosa nella Germania Est. Sono cose che richiedono tempo.>>.
Bill si morse il labbro. << Sabine, non prenderla sul personale, ma la mia critica era rivolta solo ed esclusivamente a Miss-Sono-Ai-Livelli-Di-Chanel-Lorenz.>>, voltò lo sguardo verso Agnes che lo stava letteralmente fulminando.
<< Per tua informazione, Mr.-Penso-Di-Conoscere-Il-Segreto-Della-Vita-Kaulitz, IO sono stata notata dalla stessa Anna Wintour in persona.>>, Bill sgranò gli occhi urlando un acuto “Cosa?!”. << E non permetto ad un ragazzino arrogante di giudicare il mio lavoro.>>.
<< Agnes! Ora basta, chiedi scusa a tuo fratello!>>, Sabine la fulminò con lo sguardo.
<< Ma mamma…>>.
<< Bill ha le sue conoscenze nel nostro campo e TU non hai il diritto di trattarlo come lo stai trattando da un mese!>>, le indicò il ragazzo col mento e Bill incrociò le bracca al petto stizzito.
<< Di che conoscenze parli? L’azienda della Diesel non rientra nel….>>.
<< Bill è diplomato da un anno all’Accademia di Moda di Hamburg, Agnes.>>, la bloccò ancora e la guardò fissa negli occhi, mentre lei sgranava i suoi e Bill abbassava il viso e lanciava uno sguardo irritato al padre sibilando un “Avevi promesso di non dirlo”.<< Ci ha studiato per tre anni, andando ogni volta ad Hamburg per dare gli esami. Proprio come te qui a Berlino. E non guardarmi così! Come vedi, avete le stesse competenze! E’ da un mese che ti supplico di fare amicizia con i tuoi fratelli e con amicizia non intendo solo….>>, mosse la mano in gesto vago verso Tom imbarazzata e il ragazzo sgranò gli occhi insieme ad Agnes. << Voglio che tu e i tuoi fratelli vi sosteniate a vicenda, perché non voglio che fra due anni, quando ognuno sarà andato per la sia strada… beh, non voglio che alle… non so, cene di Natale, incontri di famiglia, voi vi guardiate con astio! O che non vi guardiate neanche! Ed ora mangiate, in silenzio.>>.
Agnes aprì le labbra e poi le richiuse girando il cucchiaio nella zuppa.
Sua madre riteneva DAVVERO così importante che fra lei e i gemelli ci fosse quel tipo di rapporto?
E poi, cosa più importante, perché Bill le aveva nascosto la verità?
Serrò la mascella lanciando uno sguardo di sfida al fratello e bevve un sorso di vino.
‘Non cantare vittoria, Wihlelmina, questo è solo l’inizio.’
   
 
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