Caldo. Sentiva
terribilmente caldo.
La guancia
strusciava ormai quasi bruciando sulla stoffa candida e umida del cuscino.
“B-Basta
Yu..” gemette stringendo forte il lenzuolo tra le dita, quando
ormai stava perdendo la sensibilità di tutto ciò che si trovava
sotto l’ombelico.
Il giapponese
rallentò gradualmente quel ritmo frenetico che aveva continuato a tenere
nonostante entrambi fossero completamente appagati.
Allen gemette sollevato, quando finalmente lo
sentì uscire dal proprio corpo indolenzito, stampandosi
però sulle labbra un sorrisino ebete, che faceva a pugni con le
piccole gocce di lacrime che gli si erano fermate sulle ciglia.
Kanda si abbandonò al suo fianco,
accarezzandogli languidamente il bacino, risalendo lungo la sua schiena con le
dita affusolate mentre, lentamente, il più
piccolo si raggomitolava su un fianco, cercando di stringersi a lui.
Rimasero in
silenzio per un po’, finché i loro respiri non si calmarono,
divenendo più lievi e composti.
“non.. ti fermavi più..” pigolò
con voce stanca, sentendo le palpebre farsi pesanti.. era sfinito. Aveva perso
anche la cognizione del tempo, non aveva idea di che ore fossero
o di quanto fossero stati in quel mondo a parte, che si creava ogni volta che
rimanevano da soli.
“..scusa” rispose l’altro, gli occhi chiusi
coperti da un braccio, l’altro attorno alle spalle del piccolo inglese,
la mano tra i suoi capelli scompigliati “..ho perso la testa..”
Allen gli depositò un bacino sul collo,
sorridendo come uno scemo, mentre si accoccolava sul suo petto “..mi fa piacere.. farti questo effetto..” ridacchiò abbracciandosi a quel corpo bollente,
ancora teso.
“..tsk.. non te ne vantare..” il
tono dell’altro poteva sembrare stizzito, ma lui sapeva che in
realtà era alquanto divertito, e le dita che gli pizzicarono
l’orecchio subito dopo gliene diedero conferma.
“…mmh.. se no la tua immagine e il
tuo orgoglio ne vengono feriti?” si alzò su un gomito, per poterlo
guardare in viso.
Yu scosse la testa, accennando un sorriso,
cercando di farlo poggiare di nuovo a se con una manata, che però non lo
fece demordere.
“Allora?”
gli fece una linguaccia, avvicinando il viso arrossato al suo, sfottendolo.. dopotutto, amava rischiare di essere tagliuzzato dal
giapponese, dopo.. era sempre più bello subire.
Il più
grande riportò la mano tra i suoi capelli candidi, attirandolo a se,
baciandolo in un modo incredibilmente dolce per poter appartenere alla figura
fredda, calcolatrice e seccata che mostrava al resto del mondo.
Ma Allen.. non era quel mondo.
Allen era il suo mondo personale. Quello dove
poteva essere semplicemente Yu, dove poteva anche
permettersi di sorridere.. anche di essere felice.
E non capitava
spesso, dopo tutto, che Yu Kanda potesse essere felice.
Quella
continua minaccia.. quella continua preoccupazione..
lo abbandonavano solo quando stringeva tra le braccia il piccolo esorcista.
Mammoletta.
Dopo tutto era quello che era. L’aveva sempre considerato
un termine affettuoso, nonostante facesse decisamente innervosire
l’altro.
Ma Allen non poteva capire, non all’inizio almeno. Allen non capiva che doveva essere quella mammoletta. L’unica, la sua.
Adesso, si
divertiva addirittura a chiamarlo così mentre
facevano l’amore. E solitamente si era abituato a ricevere un pugnetto o uno schiaffo subito dopo.
Ma era felice.
Quando era con
lui, poteva dire di essere felice.
Mentre lo
baciava, lo accarezzava, lo stringeva a sé.. si
sentiva completo.
“..va tutto bene?” Allen
allontanò appena le labbra dalle sue, sentendolo quasi assente, in quel
bacio.
Il giapponese
annuì, accarezzandogli la nuca, lasciando scivolare la mano alla sua
guancia, quella segnata, accarezzandone il disegno maledetto con il pollice
“..è tutto perfetto.”
Il piccolo
inglese sorrise, strusciando il naso contro quello
dell’altro, schioccandogli un bacetto sulle labbra, ricevendo in risposta
un sorriso stanco.
“meglio
dormire..” borbottò
poco dopo Kanda, girandosi su un fianco, stringendo
un braccio attorno alla vita di Allen, che
annuì, nascondendo il viso sotto il suo collo.. “..Buona notte Yu..”
“..’notte” gli posò un bacio leggero tra i
capelli, sospirando poco dopo, esausto anche lui.
Allen chiuse gli occhi, ispirando il profumo
della sua pelle ancora un po’ umida, facendo suo quell’odore
particolare che ormai, aveva associato a loro.
A loro due,
insieme.
“..ti amo..” bisbigliò
pianissimo, con le labbra a contatto della sua pelle.
“..mhh..”
Anche io.