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Autore: Aquarius no Lilith    22/01/2014    0 recensioni
Questo è il prequel, ambientato in epoca mitologica, de la mia fanfiction "la maledizione dell'amore eterno".
Cassandra è una delle prime guerriere della dea Artemide ed è un'abile veggente.
All'età di vent'anni sarà costretta, a causa di una missione affidatale dalla sua dea, ad abbandonare il Santuario di Delo e ad andare al Santuario di Atene.
Lei che mai avrebbe pensato di innamorarsi, qui troverà il suo amore, anche se questo sentimento sarà molto tormentato.
Lo scoppio della guerra tra la dea Atena e la dea Artemide la metterà di fronte alla scelta più terribile: l'amore verso un guerriero della dea Atena o la fedeltà, verso la dea Artemide, che l'aveva cresciuta come una figlia?
Avvertimento: in questa storia non si tiene conto dell' Ipermyth di Kurumada.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Artemide, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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 Quella notte fu dominata da sogni strani e molto involuti.
L’unica cosa che riuscii a distinguere fu il volto di un ragazzo: i suoi tratti erano nobili e fieri e i suoi occhi azzurri, erano così simili a due oceani turchini, nei quali mi sarei potuta perdere senza problemi, fino alla fine del mondo.
Mi alzai poco dopo che il sole era sorto e dopo essermi vestita, mi sedetti sulla sedia vicino alla finestra e lasciai vagare il mio sguardo per il Santuario, ancora addormentato.
Chi sarà quel ragazzo e che cosa c’entrerà con me?, mi chiesi tra me e me.
La cosa però che più mi aveva sconvolta, era il fatto che quello sguardo aveva suscitato sentimenti, in me, fino ad allora sconosciuti...
Ripensandoci, infatti, non avevo mai provato simili sentimenti, per nessun ragazzo che avessi mai conosciuto, fino allora...
Quegli occhi mi attiravano, come una calamita e mi sembravano profondi e pieni di ardore, passione e sentimenti forti...
Il suo fisico poi era muscoloso e ben definito e tutto ciò, unito a un viso dall’espressione fiera e nobile, lo rendevano veramente bello...
Possibile che provassi questo tipo di sentimenti, per un uomo che mai avevo visto o conosciuto, in tutta la mia vita?
Io che avevo messo sempre, davanti a tutto e tutti, la mia devozione alla dea Artemide, ora mi ritrovavo in uno stato di confusione, non adatto alla posizione che ricoprivo.
Quei sentimenti, che cos’erano mai?
Era meglio però non parlarne con nessuno, perché, in cuor mio, mi sentivo imbarazzata, riguardo a questi sentimenti.
Scesi molto presto e mi diressi subito verso l’Arena, dove mi sedetti a gambe incrociate sugli spalti e cominciai a sgombrare la mente, per iniziare la meditazione giornaliera.
Dopo poco tempo sgombrai completamente la testa e una visione sul futuro, mi avvolse.
Mi ritrovai così in un’Arena da combattimento, a me sconosciuta.
E sentendo dei passi alle mie spalle, mi voltai e vidi il ragazzo dagli occhi turchini, mentre combatteva con un ragazzo dagli occhi blu, ma freddi e scostanti.
<< Ti vuoi calmare, Endimione?
Se continui così, rischiamo di arrecare seri danni all’Arena e questo farebbe arrabbiare Asterios >>, disse il guerriero dallo sguardo gelido, mentre schivava i colpi del compagno.
<< Scusami Alain, ma sono talmente infuriato con quella là.
Come si è permessa di trattarmi, in modo così sprezzante? >>
<< Semplicemente tu l’hai provocata e lei ha reagito di conseguenza.
Infatti, se tu non le avessi dato dell’uomo mancato, non ti avrebbe insultato davanti a tutti e non ti avrebbe dato lo schiaffo, che ti ha lasciato un livido sul viso >>.
<< Quella là deve solo ringraziare il fatto di rappresentare il collegamento con una divinità alleata qui al Santuario, sennò l’avrebbe pagato con gli interessi questo suo affronto >>, gli rispose il ragazzo dagli occhi turchini, dopo essersi fermato, per riposarsi.
Pochi secondi dopo, la mia visione svanì e mi ritrovai a fissare l’Arena vuota.
Chi è quel ragazzo e cosa c’entra con me?
Come mai appare così spesso, nei miei sogni?
E per quanto tempo avrei dovuto continuare a vederlo, nelle mie visioni?
Queste e altre mille domande, senza risposta, affollavano la mia mente.
I due giorni successivi a questa visione, li passai a far esercitare ulteriormente Ifigenia, cercando di spronarla a non trattenersi contro di me, negli scontri.
Il pomeriggio del secondo giorno, dopo averla fatta cadere a terra, per l’ennesima volta, feci per andarmene dall’Arena, poiché infastidita dalla  sua stupida cocciutaggine, nel non volermi attaccare seriamente.
<< Maestra non andatevene, per favore >>, sentii dire da Ifigenia alle mie spalle.
<< Per restare a fare cosa?
Continui a non darmi retta e così risulti essere debole >>, risposi, voltandomi a guardarla.
<< Allora provate su di me il vostro famoso colpo del controllo mentale >, affermò Ifigenia, mentre si rimetteva in piedi, a fatica.
<< Che cosa vai dicendo mai, Ifigenia?
Ti rendi forse conto che infliggerti un colpo simile, equivarrebbe a ucciderti? >>, le risposi stupita e sconvolta allo stesso tempo, per la sua idea.
<< Ma maestra, io... >>
<< È no nel modo più assoluto, Ifigenia.
Io, infatti, non userei mai una tale tecnica su di te o qualsiasi altra persona, che non mi sia nemica >>, dissi con tono adirato, interrompendola.
<< Allora come posso dimostrarle la mia potenza negli attacchi di cosmo, se non mi attaccate direttamente con le vostre tecniche più terribili? >>
<< Non mi mostrerai di certo il tuo cosmo, rischiando di farti uccidere da me >>.
<< Se però ci riuscissi, dimostrerei quello che è il mio potere >>.
<< Perché mai vuoi rischiare di farti ammazzare, prima di domani? >>
<< Il motivo è che domani, nella prova finale, ci tengo a non farvi sfigurare come maestra, davanti alla dea Artemide e alle altre prime guerriere.
E poi se sono diventata una guerriera, lo devo solo a voi e il mio debito di conoscenza, nei vostri confronti, non ha limiti, come d’altronde la mia ammirazione, per voi.
Voi, infatti, siete stata sempre il modello a cui ispirarmi, per divenire una degna prima guerriera della dea Artemide, maestra mia.
E per questo motivo, spero di essere un giorno, come voi >>; disse, sorridendomi.
<< Io non sono una guerriera perfetta, Ifigenia.
Sappi però che i tuoi poteri, anche se diversi dai miei, sono altrettanto potenti e terribili.
Inoltre come saprai, non ho avuto altre allieve oltre a te, in tutti questi anni.
E lo sai qual è il motivo?
Tu sei stata l’unica bambina, che io abbia visto varcare la soglia di questo Santuario, con un potere veramente grande >, le risposi e lei, pur confusa dalle mie parole, mi sorrise.
<< Somma Cassandra, scusate il disturbo >>, sentii dire alle mie spalle e, dopo essermi girata, vidi che era stata una guerriera semplice a parlare.
<< Che cosa c’è? >>, chiesi, stupita dalla sua improvvisa comparsa.
<< La dea Artemide ha convocato tutte le prime guerriere, per una comunicazione molto importante >>, mi rispose, con lo sguardo volto a terra.
<< D’accordo, ho capito >>, le risposi cordialmente.
<< Torna a casa a riposarti, verrò io poi a cercarti >>, dissi, rivolgendomi ad Ifigenia e poi m’incamminai verso il palazzo.
Durante il tragitto, mi chiedevo tra me e me che cosa mai fosse accaduto, per convocare così all’improvviso una riunione di tutte noi prime guerriere e di Atteone.
Varcata la soglia della sala del trono, vidi schierate la mia vecchia maestra Pentesilea, Ippolita, Ippodamia e Callisto, mentre di Atteone non c’era alcuna traccia...
La sacerdotessa Selene invece si trovava sul lato destro del trono della dea Artemide.
Le altre prime guerriere erano tutte fuori in missione: Niobe e Io nella regione della Ionia, mentre Atalanta e Ninfadora nella lontana Esperia.
Tutte loro non avrebbero fatto ritorno al Santuario prima della settimana successiva.
M’inchinai al cospetto della mia dea e andai a mettermi vicino ad Ippodamia.
<< Ora che ci siete tutte, mie guerriere, saprete il perché della vostra convocazione.
Nei meandri della foresta che segna il confine sud del nostro Santuario, sono comparsi oggi, all’improvviso, due Specter di Hades.
Per questo motivo, ho mandato Atteone stamattina, per controllare la situazione.
Come potrete vedere però, egli non ha ancora fatto ritorno e dunque vorrei che due di voi andassero a controllare la situazione >>, disse la dea Artemide.
<< Io mi offro volontaria, per la missione, dea Artemide >>, affermammo io e Ippolita, nello stesso identico momento, facendo un passo avanti.
<< Allora andrete voi due, Cassandra delle visioni e Ippolita dei veleni.
Scoprite che cos’è successo a Atteone e risolvete il problema con gli Specter di Hades.
Se fosse necessario, vi concedo di usare le vostre rispettive Artemisie.
Cassandra, se vuoi, puoi portare con te la tua allieva Ifigenia.
Ora andate e sappiate che vi seguirò con il mio cosmo >>.
<< Allora, porterò con noi Ifigenia, somma dea Artemide.
Vi prometto che non falliremo e che ci rivedrete prima di sera con Atteone e delle spiegazioni esaustive >>, risposi e dopo un ultimo inchino io e Ippolita uscimmo dalla sala.
<< Certamente sarà molto istruttivo vederci all’opera, per la tua giovane allieva >>, disse Ippolita, mentre ci recavamo nella casa delle apprendiste guerriere.
<< Concordo con te, Ippolita e poi domani, se tutto andrà bene, sosterrà la sua prova finale e otterrà la sua Artemisia finalmente >>, le risposi.
<< Pensi che accadrà qualcosa di inaspettato domani? >>
<< Sinceramente è il mio sesto senso che mi dice di stare allerta e in questi miei vent’anni di vita, posso dire che il mio intuito non ha mai sbagliato >>.
Dopo questa mia affermazione, nessuna delle due parlò più, finché giungemmo nella stanza, utilizzata per ospitare le guerriere che avrebbero dovuto affrontare la prova finale.
Bussai dunque e come sentii il permesso di entrare, aprii la porta.
Vidi Ifigenia seduta sul letto, intenta a rilassarsi, con un rotolo di pergamena tra le mani.
<< Maestra Cassandra, sono felice di vedervi.
Com’è andata la riunione? >>, disse, dopo aver posato il rotolo sul letto.
<< Te lo racconterò strada facendo, perché è stata affidata una missione a me e a Ippolita e ho avuto il permesso di portarti con noi e siamo di fretta >>, risposi, con tono inflessibile.
<< D’accordo, maestra Cassandra >>, mi rispose e si alzò dal letto, per seguirci.
Durante il nostro percorso, fino all’inizio del bosco, le spiegai la nostra missione.
Dopo esserci guardate negli occhi io e Ippolita, entrammo tutte e tre insieme nel bosco.
Mentre avanzavamo nel bosco, scorgemmo diversi alberi tagliati in molti pezzi e dei bozzoli di un materiale a noi sconosciuto, sparsi in diversi punti.
Tutto questo rappresentava un segno indelebile di una battaglia, che lì si era svolta e il cui esito però restava a noi del tutto sconosciuto.
Sentivo chiaramente la presenza del cosmo di Atteone lì nei dintorni, ma era appena palpabile e non riuscivo di conseguenza a capire, dove si trovasse.
<< Maestra, ma cosa sarà mai accaduto al nobile Atteone? >>, mi chiese Ifigenia.
<< Non lo so, ma tieniti pronta a combattere, Ifigenia >>, le risposi.
Mentre procedevamo verso i confini del Santuario, scorsi dei fili tra gli alberi e bloccai in tempo Ippolita e Ifigenia, che stavano per toccarli, anche se senza saperlo.
<< Come mai ci hai fermate, Cassandra? >>, mi chiese Ippolita perplessa.
<< Ci sono dei fili quasi invisibili tra gli alberi e sono certa che, se li toccassimo, rischieremmo di essere subito scoperte o catturate dal nemico.
Ora seguitemi e camminate solo dove io andrò, se non volete rischiare inutilmente la vostra vita >>, le risposi e cominciai a farmi strada tra i fili, seguita dalle mie compagne.
<< Tu sai a chi appartiene questa tecnica, Cassandra?>>, mi chiese Ippolita.
<< So solo che questa tecnica è propria di uno dei tre generali di Hades.
Quindi è meglio che andiamo io e te avanti, perché Ifigenia è ancora inesperta e in uno scontro, non potrebbe difendere il suo corpo con un’Artemisia, differentemente da noi >>, risposi e Ippolita fece un cenno d’assenso con il capo.
Arrivate nella radura, dove si trovava la barriera del nostro Santuario, vidi l’elmo dell’armatura di Atteone a terra, in una pozza di sangue.
A quella vista, un brivido freddo mi scorse lungo la schiena...
Che cosa mai poteva essere accaduto ad Atteone, a causa di quegli Specter?
Mi chinai e presi in mano l’elmo di Atteone, pregando la dea Artemide, che il resto della sua Artemisia lo avesse protetto dagli attacchi degli avversari.
Mentre mi rialzavo, senti che eravamo osservati e allora feci cenno a Ifigenia e a Ippolita di avvicinarsi, perché non potevamo sapere che cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
<< Ecco qui due guerriere della dea Artemide, finalmente.
Oggi dev’essere proprio la mia giornata fortunata >>, sentii dire alle spalle e mi voltai.
Vidi così un uomo dai lunghi capelli grigi e dagli occhi violetti, osservarci con curiosità e attorniato da due individui: un uomo dai lunghi capelli biondi e gli occhi neri, come la notte e un essere metà uomo e metà farfalla dalle grandi e colorate ali.
Entrambi indossavano armature nere come la pece e dall’aspetto terrificante.
<< Cosa ci fate qui, nei domini della nobile dea Artemide?
Sapete bene di non essere graditi ospiti e poi dov’è finito Atteone?
È stato il primo ad esservi stato mandato incontro, per accogliervi >>, gli risposi.
<< Ti riferisci forse al guerriero biondo dall’armatura argentata?
Se è così, sappi che si è battuto valorosamente, ma non ha potuto nulla contro di me >>, mi rispose il tizio dai capelli grigi, che emanava un’aura criptica e terribile.
<< E ora, dove si trova e che cosa gli avete fatto? >>
<< Ora si trova rinchiuso in uno dei miei bozzoli e sarà ormai in procinto di lasciare questo mondo, per sempre >>, mi rispose l’uomo metà farfalla, indicando un punto indefinito, tra le chiome degli alberi, che si trovavano sopra di noi.
Allora io e le mie compagne alzammo gli occhi e scorgemmo un bozzolo enorme, dal quale, senza dubbio, proveniva la flebile traccia del cosmo di Atteone.
<< Ripeto la domanda della mia compagna, maledetti Specter.
Perché vi trovate qui a Delo? >>, chiese Ippolita, spazientita e adirata.
La vista di ciò che era accaduto ad Atteone doveva averla stupita e la stessa cosa valeva per Ifigenia, che continuava a guardare quel bozzolo, con aria sconvolta.
<< Il sommo dio Hades ci ha mandato qui, in missione e comunque non è importante che voi ne sappiate il motivo, perché tra poco morirete >>, le rispose lo Specter biondo.
<< Con chi credete di stare parlando, eh?
Non credete di poterci battere così facilmente, come pensate >>, ribatté Ippolita, già pronta a scagliare tutto il suo cosmo velenoso contro i nostri avversari.
<< Solo io basterò, per battervi tutte e tre.
In fondo siete solo delle donne e quindi non potrete mai essere alla mia altezza >>, disse lo Specter biondo e si fece avanti insieme allo Specter metà farfalla.
Io guardai Ippolita, negli occhi ed ella capendo, si fece indietro e io avanzai.
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Prima sembravi avere tutta l’intenzione di batterti e ora rinunci al combattimento...
Sei forse una codarda o peggio? >>, domandò quello dai capelli grigi, sogghignando.
<< Semplicemente devo rispettare le gerarchie, sporco Specter >>, rispose lei, irata.
<< Le gerarchie? >>, disse lo Specter dai capelli grigi, guardandomi.
Mentre lo Specter pronunciava quelle parole, richiamai la mia Artemisia, tramite il mio cosmo e subito, si dispose a difesa del mio corpo.
<< Ora mi presento a voi Specter, perché sarebbe ingiusto non sapere, per mano di chi perderete la vostra inutile e stupida vita.
Io sono Cassandra delle visioni, capo delle prime guerriere della dea Artemide e guardia del corpo della nostra nobile dea >>, dissi, mettendomi in posizione di attacco.
<< A questo punto fatevi indietro, Myu e Byakuya.
Voi, infatti, non possedete sufficiente potere ed esperienza, per poterla battere >>, disse, facendosi avanti, lo Specter dai capelli grigi.
<< E voi chi sareste, di grazia? >>, chiesi, guardandolo.
Quell’uomo non mi ispirava nulla di buono e poi, avevo lo strano presentimento che quei fili, che avevamo incontrato nella foresta, appartenessero a lui.
<< Io sono Minos di Grifon della stella della nobiltà celeste e uno dei tre generali infernali dell’armata infernale del sommo dio Hades >>, mi rispose, fiero e sfacciato.
Allora non mi ero sbagliata, su chi fosse il proprietario di quei fili quasi invisibili...
Avevo già sentito parlare di lui da uno dei guerrieri del nobile dio Apollo, che mi aveva raccontato del loro scontro finito in perfetta parità.
In base a ciò che mi aveva raccontato, egli manovrava il corpo degli avversari attraverso i suoi fili e la tecnica del Cosmic Marionation.
Per questo motivo, preferii innalzare subito il mio scudo mentale, per proteggermi.
Non riuscimmo  a muovere un dito né io né Minos, che sentimmo un boato sopra di noi.
Subito dopo, vidi atterrare di fronte a me il mio amico e compagno Atteone.
Era messo piuttosto male, infatti, a quanto potevo vedere era coperto di tagli e ferite e aveva anche il braccio destro spezzato, che cadeva inerte lungo il busto.
Era strano che l’artemisia non l’avesse protetto dagli attacchi del generale di Hades...
<< Scusami Cassandra, ma lui è il mio avversario.
Per questo motivo, ti chiedo di farti da parte e di lasciarmi libero il campo di battaglia >>, disse, parlandomi con tono deciso e guardandomi intensamente.
<< D’accordo, Atteone.
Per rispetto nei tuoi confronti, mi farò da parte e non interferirò.
Mai accada, infatti, che manchi di rispetto a un mio valoroso compagno, in battaglia >>, gli risposi e mi allontanai verso il punto in cui si trovavano Ippolita e Ifigenia.
Vidi la mia allieva Ifigenia guardare Atteone con sguardo preoccupato e terrorizzato...
Era la prima volta, infatti, che vedeva Atteone ridotto in quel modo, dopo aver sostenuto un combattimento, pur indossando la sua personale artemisia.
Io stessa non avevo mai subito danni di tale identità, in battaglia, vestendo l’artemisia...
<< Nobile Minos, posso affrontarlo ed ucciderlo io?
Questo guerriero non è degno, infatti, nemmeno di baciare la terra su cui camminate >>, disse lo specter biondo dagli occhi neri come la notte senza stelle, facendosi avanti.
<< No, tu piuttosto fronteggia insieme a Myu le altre due guerriere della dea Artemide.
Non dimenticare, infatti, la missione che il sommo dio Hades ci ha affidato >>.
A quelle parole lo Specter biondo chinò la testa e si avvicinò insieme al compagno uomo- farfalla a me, Ippolita e ad Ifigenia, guardandoci maligno.
Io lo guardai in cagnesco e cominciai a chiedermi che strategia adottare.
<< Ippolita, sei pronta a combattere contro questi specter? >>, chiesi, sogghignando.
<< Certo che sono pronta a gonfiarli di botte, Cassandra >>, mi rispose Ippolita e pochi secondi dopo, il suo cosmo si espanse e la sua artemisia comparve e la ricoprì subito.
<< Ifigenia, ora corri e torna al Santuario.
Devi parlare con la dea Artemide e spiegarle la situazione.
Noi ti raggiungeremo, quando avremo sistemato questi maledetti specter >>, le dissi con tono che non ammetteva repliche e lei scomparve tra gli alberi.
Io e Ippolita allora iniziammo a guardare il nostro rispettivo avversario e non prestammo più attenzione a ciò che accadeva intorno a noi.
Passammo diversi minuti a fissarci, attendendo la prima mossa dell’altro.
La prima mossa, infatti, avrebbe determinato il destino dello scontro, molto probabilmente.
Fu lui il primo a muoversi, gettandosi contro di me, cercando di tirarmi un pugno.
Io lo schivai e da lì cominciò uno scontro fisico senza esclusione di colpi, che durò a lungo.
Ad un certo punto, riuscii a dargli un pugno, che lo scaraventò contro un albero e così riuscii a sbloccare il combattimento, che era ormai in fase di stallo.
Quando si rialzò, aveva una sottile scia di sangue, che gli colava giù dal lato destro della bocca e mi guardava in cagnesco.
<< Prendi questo: illusione del profondo inferno >>, gridò, ma il mio scudo mentale si attivò subito e rispedì l’attacco all’origine, prendendolo in pieno.
Lo specter però si rialzò subito e guardandomi con sguardo beffardo, disse:
<< Per me, che vivo all’inferno, quest’attacco non rappresenta nulla >>.
<< Peggio per te, allora.
Ora sarai tu a subire il mio attacco >>, gli risposi, cominciando a bruciare il mio cosmo.
<< Onda di distruzione mentale >> e << Barriera di oscurità >>, gridammo insieme.
Il mio colpo andò così a scontrarsi con la barriera dello specter, ma dopo averla toccata una sola volta, essa venne infranta e lo specter venne centrato in pieno.
Costui cadde a terra come un sacco di patate e non si mosse più.
Allora mi guardai intorno e vidi che Ippolita stava fronteggiando senza troppi problemi lo specter metà uomo e metà farfalla, mentre Atteone invece cercava di opporsi a Minos.
Atteone sembrava essere in difficoltà, ma non sarei mai intervenuta, per macchiare il suo onore di guerriero, portandogli aiuto.
Mentre pensavo a questo, una luce accecante rischiarò il luogo, ove eravamo e subito dopo si sentì la presenza di un cosmo sereno, potente e inconfondibile.
Quando la luce scomparve, infatti, apparve di fronte a noi la figura maestosa e imponente della dea Artemide, che indossava tra l’altro la sua armatura divina.
Alla sua comparsa  i due specter che stavano combattendo con Ippolita e Atteone rimasero visibilmente sconvolti, perché non si aspettavano la venuta della dea Artemide.
Sia Ippolita sia Atteone si bloccarono alla sua comparsa e la dea Artemide ci guardò tutti e tre, per controllare che stessimo bene e che non fossimo feriti gravemente.
Quando però il suo sguardo si posò su Atteone, scorsi chiaramente una scintilla d’ira passare nei suoi occhi ed ella allora si volse con fare minaccioso verso gli specter.
<< Se non volete perdere la vostra inutile vita qui, fate subito ritorno dal vostro dio.
Perché non posso garantire la vostra incolumità al mio nobile zio, a causa di ciò che avete fatto al mio guerriero e dell’attacco, che ci avete portato >>, disse la dea Artemide con fare minaccioso, mentre il suo cosmo cominciava a mostrarsi sempre più.
I due specter impallidirono visibilmente e scomparvero, dopo aver recuperato il loro compagno quasi morto davanti a me.
<< Cassandra, Ippolita e Atteone raggruppatevi all’istante intorno a me, così ci teletrasporteremo tutti all’interno del palazzo.
A questo punto, infatti, temo che potremmo aspettarci un attacco da parte del nobile zio Hades da un momento all’altro >>, disse la nostra dea, guardandoci con apprensione.
Tutti e tre ci avvicinammo a lei e in pochi secondi fummo avvolti da una luce calda.
Pochi secondi dopo nemmeno, la luce sparì e ci ritrovammo nella sala del trono.
Feci per dire qualcosa ad Atteone, ma egli barcollò vistosamente e se non fosse stato per il mio veloce intervento, sarebbe caduto a terra, sbattendo la testa.
<< Nobile dea Artemide, vi chiedo il permesso di congedarmi e di portare Atteone, nelle sue stanze, per curargli le numerose ferite riportate.
Quando egli sarà stabile, verrò subito a farvi il mio resoconto, su quanto è successo nella foresta, prima del vostro arrivo >>, dissi, tenendo lo sguardo puntato sul pavimento...
<< Vai pure, Cassandra.
Atteone ha bisogno di immediate cure e tu sei l’unica a potergliele dare >>, mi rispose.
Io allora con l’aiuto di Ippolita, portai Atteone nelle sue stanze e lo stendemmo sul letto.
Uscita Ippolita, come sfiorai appena l’artemisia di Atteone, essa si distaccò dal suo corpo e andò subito a ricomporsi in un angolo della stanza.
Rimasi sconvolta, nel vedere che il suo corpo era pieno di ferite sottilissime e molto estese allo stesso tempo, che continuavano a sanguinare copiosamente.
Cominciai allora a bruciare il mio cosmo e a concentrarlo nelle mie mani, che posai sulla sua fronte e sul petto, all’altezza del cuore.
Iniziai così a sanare le sue ferite, che però impiegavano diverso tempo a rimarginarsi e questo fatto mi preoccupava non poco.
Dopo un po’ di tempo, tutte le ferite erano completamente rimarginate e ora il respiro di Atteone era tornato normale, ma io dovetti sedermi, a causa di un improvviso mancamento.
Avevo già usato parte del mio cosmo contro lo specter di Hades e quell’ulteriore sforzo, mi aveva tolto quasi del tutto le ultime energie che mi restavano.
<< Cassandra, tutto bene? >>, sentii chiedere da Atteone, che aveva appena tirato su la testa e mi guardava con sguardo apprensivo e triste.
<< Sono solo un po’ stanca, quindi stai tranquillo >>, gli risposi, cercando di sorridergli.
<< Non avresti dovuto usare tutto questo cosmo, per curarmi le ferite.
Eri già troppo stanca, per il cosmo utilizzato in battaglia e così ti sei solo stancata ulteriormente >>, mi disse, con tono molto apprensivo.
<< Puoi stare tranquillo, Atteone.
Le forze mi torneranno in pochissimo tempo e sarà come se nulla fosse mai successo >>, gli risposi con tono molto tranquillo.
<< Spero che sia veramente così, Cassandra.
Non mi potrei mai perdonare, infatti, se ti succedesse qualcosa a causa mia >>, mi rispose, sorridendo e io rimasi molto stupita da quelle parole.
<< Grazie, per la tua preoccupazione nei miei confronti, Atteone.
Però so badare a me stessa, dunque stai tranquillo.
Ora vado dalla dea Artemide, per raccontarle ciò che è accaduto e che non sei ancora in grado di reggerti, in piedi, a causa dell’estrema stanchezza, che hai addosso.
Io poi tornerò qui e nel frattempo, non muoverti e non fare cavolate >>, gli dissi e dopo averlo salutato, uscii e mi allontanai lungo i labirintici corridoi del palazzo.
<< Ho bisogno di parlare subito con la dea Artemide >>, dissi alle due guerriere semplici poste di guardia davanti alle enormi porte della sala del trono.
<< Entrate, nobile Cassandra >>, mi rispose una delle guerriere e le porte si aprirono.
Una volta che le ebbi attraversate, esse si chiusero alle mie spalle e io mi inchinai davanti alla dea Artemide, che era seduta sul suo trono.
<< Sono venuta il prima possibile, come le avevo promesso, nobile dea Artemide.
Ho guarito tutte le ferite di Atteone, ma egli è ancora debole e per questo, dovrebbe stare a riposo per almeno un giorno intero >>, dissi con lo sguardo volto a terra.
<< Capisco e sappi che mi fido della tua diagnosi, Cassandra.
Ora raccontami ciò che è accaduto nella foresta >>, rispose pacatamente la dea Artemide.
Stavo per risponderle, però la mia mente fu improvvisamente attraversata da una visione.
Vidi il piazzale davanti al palazzo pieno di sangue, urla e guerrieri di Hades, che combattevano contro le mie compagne guerriere.
Il campo di battaglia era ormai lordo di sangue e i caduti di entrambe le parti erano innumerevoli e ormai un’aura di morte aveva messo piede, in quei luoghi.
Io nel frattempo stavo difendendo la dea Artemide dagli attacchi nemici, che si stavano in gran parte, concentrando contro di lei.
I miei occhi iniziarono poi a vedere tutto nero e tornai alla realtà.
<< Dea Artemide, stanno per attaccarci >>, riuscii solo a dire, prima di perdere i sensi e di scivolare così nell’oblio del mondo dei sogni.


Nota dell'autrice: ed eccomi qui finalmente a postare il secondo capitolo di questa storia.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire sta storia che sta diventando sempre più ingarbugliata,xd.
Byakuya è lo specter che compare nel manga del Lost Canvas e che fa parte dello schieramento di Minos.
Ho inserito anche Myu di Papillon, perchè sinceramente penso che possa essere anche lui parte degli specter sotto Minos.
Ricordo solo (per chi non lo rimembrasse) che Cassandra ha poteri e resistenza maggiori rispetto a Yume, in quanto semidea.
Comunque desidero ringraziare 2307 per la sua recensione allo scorso capitolo e tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite.
Auguro con tutto il cuore ai miei cari lettori una giornata stupenda e bellissima, poichè oggi è il giorno del mio ventesimo compleanno e sono di buon umore.
Ciao e al prossimo capitolo,
Lilith.
  
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