Mi ritrovo ancora qui, da sola. Abbiamo strappato alle nostre vite sempre in corsa l’ennesimo stralcio di aria fresca, un alito di vento per riprendere respiro dopo tanta siccità.

“È difficile vivere in questo modo, ma abbiamo capito che non è impossibile.”

Soffro come non augurerei a nessuno di soffrire, nemmeno al mio peggior nemico, eppure so che questo dolore lancinante – che affievolisce con il passare delle ore, ma non mi abbandona mai – a qualcosa sarà valso, un giorno.

“Me ne devo andare, ancora, mio dolce tesoro, ma tu sai che nessuna distanza potrà mai allontanarmi dall’amore che provo per te.”

Il sole sta sorgendo di nuovo al di là delle nubi che ricoprono il cielo del New Jersey – che ricoprono il mio cielo sempre troppo scuro quando tu non ci sei. Te ne sei andato senza salutare, ma mentre accarezzo il cuscino dove fino a qualche ora fa giacevano scompostamente i tuoi ricci biondi, riesco a percepire la tua essenza. Ti rivedo ancora qui, e per un attimo il mio cuore prova sollievo – effimero e mai abbastanza forte da sembrare reale, ma sollievo. Sorrido brevemente, annusando il tessuto consunto sotto di me, ultimo testimone di un amore consumato sempre troppo in fretta – eppure così intensamente da togliere il fiato.
La tua presenza mi sconvolge, la tua assenza mi svuota, abbandonandomi come una foglia in balia del vento; ma sulla federa bianca di questo letto divorato dalle fiamme della passione c’è ancora il tuo profumo.
Lo lasci qui in giro ogni volta, come a dirmi “Io ci sono”.