Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Minosse    22/01/2014    2 recensioni
Questa storia nasce da una semplice domanda, per certi versi abbastanza banale: cosa succederebbe se ci trovassimo ad impersonare un membro di uno dei tanti Team malvagi in un gioco Pokemon? Ho sviluppato questa idea, immaginandomi come potrebbe essere un'avventura vista dall'altra parte della barricata. Nel ruolo del team malvagio ho scelto banalmente il classico Team Rocket, per cui ammetto di aver sempre provato parecchia simpatia nell'anime, ambientando però l'avventura in una regione totalmente inventata abitata da personaggi originali.
La storia si ambienta all'epoca di Pokemon Argento, immaginando che la rinascita del Team Rocket possa aver coinvolto, oltre che Johto e Kanto, anche la regione di Orlos, ormai in preda all'anarchia per colpa di una gravissima catastrofe ecologica. Come si inserirà l'amicizia dei tre protagonisti nell'ambito delle dinamiche del Team Rocket? Proseguirà come sempre o creerà situazioni inedite, rancori, equivoci e ripensamenti?
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eravamo tre amici a Dariopoli…

 

 

Ecco fatto, ancora solo un altro tocco di gel e…

« Achille! Allora, vuoi uscire dal bagno o devo chiedere a Machamp di sfondare la porta?!? »

Che barba…

« Arrivo, mamma! »

Il mio nome è Achille, ho 14 anni e sono un grande appassionato di Pokemon. Tutti mi conoscono per essere figlio del Capopalestra della mia città, una nomea che a dir la verità sta cominciando a darmi parecchio fastidio: sarà l’età, sarà quel che volete, ma sentire la gente che addirittura si scorda il mio nome a forza di chiamarmi “figlio di Tolomeo” è abbastanza fastidioso. Come se ciò non bastasse mio padre è uno studioso, un dotto, un sapiente noto in tutta la regione…e quindi la gente si aspetta per riflesso che anch’io lo sia. Sarà per questo che sono diventato un “fighetto”, come mi chiamano continuamente i miei coetanei che sognano di diventare dotti, studiosi, scienziati e tutte quelle cose noiose lì? Sarà per questo che a scuola passo l’anno sempre sul filo del rasoio, ammesso e non concesso che lo passi? Ad ogni modo il passato non ha più importanza: sto per partire per il viaggio più importante della mia vita, un viaggio attraverso la regione di Orlos per farmi finalmente un nome proprio nel mondo dei Pokemon…e insomma, posso forse partire per un viaggio tanto importante senza che il mio aspetto sia assolutamente impeccabile?!?

Dai, ormai ci siamo, meglio uscire dal bagno prima che mia madre mi faccia picchiare dal suo Machamp…

« Ecco fatto, mamma. Il bagno è tutto per te! »

« Finalmente! »

Eccola qui, mia madre. Si tratta di una signora di mezz’età che spicca per i capelli color biondo cenere, praticamente introvabili qui ad Orlos: in effetti è originaria della regione di Unima, si è trasferita ad Orlos solo dopo aver conosciuto mio padre. So che non dovrei dire cose del genere di mia madre, ma francamente me ne infischio: mi sta troppo sulle palle, le sono grato solo perché ho ereditato da lei i capelli biondo cenere e gli occhi verde acqua che tanto piacciono alle ragazze. Per il resto il suo lavoro di giornalista la costringe a stare quasi sempre fuori casa, e quelle poche volte che c’è pensa solo al lavoro, risultando quasi sempre nevrotica e intrattabile. Non vedeva l’ora che partissi, la megera, proprio per tornare al suo caro lavoro da reporter: negli ultimi mesi è stata costretta a restare a casa solo perché stavolta è mio padre ad essere in viaggio di lavoro per conto della Palestra che gestisce. Il fatto che stia partendo anch’io, di fatto liberandola, per lei è una vera e propria liberazione.

Mi fermo per un attimo di fronte a lei e al suo Machamp, caricato su tutte e quattro le braccia dei bagagli che mia madre intende portarsi dietro. Onestamente sono più affezionato al suo Machamp che a lei, così come sono più affezionato all’Umbreon del mio vecchio che a lui. La vecchia strega mi guarda con aria stranita:

« Beh? Che c’è ancora? Dovrei andare in bagno, sai com’è, sono in ritardo per colpa tua! »

« Niente, mamma. Volevo solo…salutarti… »

« Oh, giusto. Allora mi raccomando, cerca di non essere troppo sconsiderato nel tuo viaggio. Se passi da Etiopoli ricorda di venirmi a salutare in redazione, se ci sono…e…beh, se hai dei risparmi da mettere da parte sai il numero del mio conto corrente. A presto, Achille! »

« Ci si vede, mamma. »

Senz’altre parole mi accomiato da casa. Davvero la vecchia megera pensa che potrei darle anche solo un penny dei risparmi faticosamente guadagnati con le lotte??? Povera illusa…”se passi da Etiopoli”, poi…lì c’è una Palestra, per non passarci significa che non sono in grado di completare il viaggio…grazie della fiducia, mamma…

 

Esco dunque dal portone di casa, ritrovandomi per le vie della mia città: Dariopoli, la seconda per importanza della regione di Orlos dopo la capitale. La regione di Orlos è un’enorme area desertica, vivibile praticamente solo nelle immediate rive dell’enorme fiume Orlos che la percorre per intero e in sparute, isolate oasi. Dariopoli è situata proprio alla foce di uno dei tanti rami del delta del fiume Orlos, quello più occidentale per la precisione. Si tratta di una metropoli di antica fondazione, grande e caotica…o almeno lo era prima che tre anni fa succedesse il fattaccio. La città sembra essersi votata alla causa della cultura: università, musei, biblioteche, osservatori, laboratori di ricerca…tutto in questa maledettissima città sembra trasudare sapienza. Perfino la Palestra è infestata di dotti di ogni tipo, compreso mio padre: Tolomeo, il Luminare Oscuro, esperto in Pokemon di tipo Buio. A vederlo, con tutte quelle rughe e quella barbona bianca da Babbo Natale, più che mio padre sembrerebbe mio nonno: in effetti già mia madre mi ha avuto piuttosto tardi, se a questo aggiungiamo che la differenza d’età con mio padre è considerevole…

La prima tappa del mio viaggio è…la casa accanto alla mia. Davanti all’uscio, come prevedibile, trovo un uomo sulla quarantina dalla capigliatura improbabile che sta confabulando intensamente con una ragazzina della mia età:

« Allora sei sicura? Hai preso tutto? Ce l’hai il cellulare? Li hai memorizzati i numeri d’emergenza? Mi raccomando, se sei in difficoltà chiama papino, che verrà fino in capo al mondo per te… »

Sorrido divertito. Il nostro vicino di casa è Claudio, un astronomo che è contemporaneamente amico, collega e adepto di mio padre, anch’egli ovviamente specializzato nel tipo Buio. A quanto ho sentito si tratta dell’ultimo allenatore da sconfiggere prima di poter sfidare mio padre alla palestra di Dariopoli. La risposta della ragazzina non si fa attendere:

« Sì, papino, ho tutto, non temere. Guarda, c’è Achille… »

L’uomo si volta verso di me, così che possa vedergli gli occhi chiaramente lucidi per l’emozione.

« Oh, salve, giovanotto. Mi raccomando, prenditi cura della mia Elena quando puoi, sono sicuro che con te sarà in buone mani. Ho fiducia in te, ragazzo, e anche in Ettore. Sarà un vero piacere sfidarvi tutti, quando tuo padre tornerà dal suo viaggio e la nostra Palestra tornerà attiva… »

Claudio mi porge la mano e io gliela stingo con convinzione:

« Sarà fatto, signore. »

Claudio mi è sempre stato simpatico, forse perché a differenza dei miei vecchi è decisamente più giovane e meno pedante. Sono quindi tutto sommato sincero sulla mia promessa, non fosse che Elena non è proprio la tipa che ha bisogno di essere protetta…

« Allora, papà? Vuoi forse trattenere Achille lo stesso tempo che hai trattenuto me? Non partiremo più, di questo passo… »

Per l’appunto. Elena è una ragazza spigliata, decisa e vivace almeno quanto sembrerebbe suggerire il colore rosso dei suoi capelli, acconciati con un paio di lunghe code laterali che le arrivano ai fianchi. Ultimamente suole vestirsi sempre da darkettona, uno stile che fa decisamente a pugni con la sua reale personalità, ma tant’è…immagino che sia una moda passeggera. Io e lei siamo amici d’infanzia, del resto è abbastanza inevitabile essendo coetanei e vicini di casa. A dire la verità non è che la cosa mi soddisfi granché…

Intendiamoci, non sono mai stato il tipo da avere problemi con le donne. Ci sono sempre andato pesante e diretto, guadagnandomi a volte relazioni impensabili e a volte dei sonori ceffoni sul viso. Con lei però è diverso, visto che ci conosciamo praticamente da quando siamo nati. È nato tutto tre anni fa, subito prima della data che era stata prefissata per il viaggio che stiamo cominciando ora. Una volta presentata la nostra domanda per ricevere un Pokemon starter il professor Erodoto, massimo conoscitore di Pokemon della regione di Orlos, ci aveva inviato ad un campus estivo sui Pokemon in modo che imparassimo quantomeno le basi prima di prenderne in mano uno. È stata la prima volta in tanti anni che mi sono trovato per un periodo prolungato di tempo assieme a lei e…beh, non posso negare di aver cominciato a sentirmene attratto. Sì, ok, è carina, ma onestamente ho avuto appuntamenti con ragazze molto più belle: sono rimasto affascinato più che altro dalla sua forte personalità, passando tanti giorni con lei il suo ascendente si è fatto sentire in maniera decisiva. In tutto ciò c’è un solo, piccolissimo problema: conoscendomi dall’alba dei tempi, Elena è perfettamente a conoscenza della mia reputazione di latin lover e sa benissimo che in certi periodi dell’anno cambio più ragazze che mutande. Se mi avvicinassi a lei sicuramente penserebbe di essere una delle tante, quindi…beh, in tre anni non gliel’ho ancora detto. Che possa essere il tanto ritardato viaggio la giusta occasione?

Sì, ci stiamo incamminando solo ora per un viaggio già programmato da tre anni. Il problema è che nel frattempo è successo il fattaccio: una non meglio precisata esplosione avvenuta nella zona industriale di Canceropoli, città sull’alto corso del fiume Orlos, che ha riversato sul fiume una quantità incredibile di veleni, tossine e sostanze nocive. Essendo Orlos una zona desertica che sopravvive praticamente solo grazie all’omonimo fiume, un inquinamento così pesante dello stesso ha praticamente distrutto l’ecosistema, causando una crisi ecologica senza precedenti. L’inquinamento del fiume ha causato la morte di moltissime persone e Pokemon, alterando l’equilibrio naturale e trasformando completamente la regione a valle di Canceropoli. Molte altre persone sono impazzite e hanno cominciato a darsi al banditismo, infestando le strade della regione e rendendo perciò consigliabile il rinvio del nostro viaggio. Ora, tre anni dopo, la situazione è migliorata dal punto di vista della sicurezza e possiamo finalmente cominciare il viaggio: peccato che nel frattempo Orlos sia stata completamente trasformata, con l’ambiente radicalmente trasformato e quasi il 90% della popolazione emigrata in regioni più salubri. In questo buco di posto sono rimasti praticamente solo i fanatici irriducibili legati alla loro terra…e ovviamente i minorenni come me.

 

« Toc, toc! Achille, sei ancora con noi? »

Elena è costretta a riscuotermi fisicamente dal filo dei miei pensieri. Effettivamente Claudio aveva ricominciato con le sue interminabili raccomandazioni alla figlia, tanto da farmi estraniare completamente dal contesto…

« Oh, sì, certo! Allora ci vediamo, signor Claudio! »

Il vice di mio padre sembra essersi un attimo calmato e ora ci guarda partire con un gran sorriso:

« Arrivederci, allora. E non osate presentarvi dinnanzi ai vostri vecchi in altra veste che non sia quella di sfidanti alla loro Palestra, marmocchi! »

Ora si mette a fare pure lo spavaldo, dopo averci trattenuti una vita perché non riusciva a staccarsi dall’adorata figlioletta? Sarà pure simpatico, ma che tipo strambo che è questo Claudio…

 

Io ed Elena ci incamminiamo dunque verso l’Università dei Pokemon, situata vicino all’antico Faro di Dariopoli. Mi ritrovo a fissarla una volta di più: sì, esteticamente non è niente di speciale, forse giusto i capelli rossi sono piuttosto insoliti…ma mai quanto i miei. Per il resto i suoi occhi nocciola sono nella norma, come pure è nella norma la sua altezza e la sua corporatura. Ho avuto sotto le mani ragazze esteticamente molto più carine, eppure…

« Che hai da guardare? »

La domanda diretta, pronunciata in tono così tagliente, mi coglie un po’ spiazzato.

« Beh…niente, mi chiedevo solo se Claudio faccia così ogni volta che ti allontani di casa…»

« Sì, sempre. Perché, tua madre non ha fatto storie? »

Incrocio le braccia imbarazzato.

« A malapena s’è ricordata di salutarmi… »

La ragazza mi guarda sbigottita, per poi esibirsi in un sorrisetto decisamente ambiguo:

« Pensa alla sua reazione quando sentirà delle nostre gesta… »

« In effetti… »

Il pensiero mi fa sogghignare leggermente: la vecchia megera potrebbe ricordare questo giorno con molti rimpianti in futuro.

Nel frattempo siamo arrivati dinnanzi all’ingresso principale dell’Università dei Pokemon. Un tempo si trattava di un luogo trafficato e pieno di vita, dove studenti ed insegnanti uscivano ed entravano in un continuo viavai che la legittimava come università più famosa al mondo sull’argomento Pokemon. Ora il massiccio spopolamento di Dariopoli e dell’intera Orlos l’ha resa un posto semiabbandonato, triste, con quasi più professori che studenti. Non a caso dinnanzi a quello che un tempo era il trafficatissimo ingresso principale v’è un’unica persona. Quest’ultima, vedendo me ed Elena, ci corre immediatamente incontro e ci saluta abbracciandoci con trasporto un po’ troppo eccessivo.

« Ma guarda un po’ chi c’è qua! L’affascinante Elena e il mio aitante cuginetto! Come vi butta, amici? »

« Ahem…butterebbe decisamente meglio se la finissi di stritolarmi, Ettore! »

Ettore è per l’appunto mio cugino, nonché il figlio del professor Erodoto. Sì, da ciò si può concludere con una certa facilità che Erodoto è mio zio, per la precisione il fratello minore di mio padre. Come se già non bastasse il padre Capopalestra, negli anni ho dovuto sopportare anche la nomea di “nipote del professor Erodoto”.

Per carità, niente contro lo zio. E assolutamente nulla nemmeno contro mio cugino Ettore, se non che di tanto in tanto potrebbe anche ricordarsi di essere un bestione intrappolato in quello che anagraficamente è un ragazzino della mia età. Ettore è infatti incredibilmente alto e robusto per i suoi anni, con una buona muscolatura che tiene in allenamento facendo praticamente ogni tipo di sport e non tirandosi praticamente mai indietro nei lavori manuali. A differenza di me e di Elena il buon Ettore è un orlosiano piuttosto tipico, con la carnagione scura, i capelli neri acconciati con un grezzo taglio corto (brr…Ettore non ha proprio nessuna considerazione del suo aspetto) e due vispi occhietti color nocciola, il tutto completato da una precoce barba nera che taglia un po’ quando capita. Ovviamente chiamandomi “aitante” mi stava bellamente prendendo in giro: sa benissimo che soffro di un certo complesso riguardo la mia altezza, dato che sono più basso perfino di Elena! Diciamo però che se lo può permettere, visto che siamo sempre stati in ottimi rapporti: anche lui ha infatti conosciuto forse un salto generazionale di troppo rispetto ai suoi genitori e anche lui non è mai stato troppo portato per lo studio cui sembra debbano votarsi tutti qui a Dariopoli, privilegiando le attività all’aria aperta e i lavori manuali. È insomma un altro cui la nomea del padre è più un peso che un aiuto, anche se a differenza mia non lo palesa: a dispetto della mole e dell’aspetto spartano è infatti un bravo ragazzo, sempre sorridente e disposto ad aiutare il prossimo senza mai lamentarsi.

Dopo che ha finalmente deciso di lasciar le nostre povere membra libere dal suo ferreo abbraccio, Ettore si volta verso l’ingresso dell’università con sguardo che brilla d’impazienza:

« Finalmente, amici, finalmente! Dopo tanti rinvii, finalmente potremo partire insieme alla conquista dei Pokemon di Orlos…e magari, perché no, anche delle medaglie e della Lega Pokemon! Dicono che quest’ultima si trovi alle fonti dell’Orlos…no dico, ve lo immaginate? Risalire tutto il fiume Orlos fino alle fonti…è tutto così incredibilmente eccitante!»

Lo guardo con aria poco convinta:

« Sei proprio sicuro che tuo padre ci abbia dato l’ok per partire? »

« Sì. Ora che sono partiti quasi tutti, le strade sono così deserte che nemmeno i banditi si fanno più vedere. Al massimo troveremo qualcuno di quegli idioti del Team Rocket… »

Elena sobbalza come se fosse stata colpita da un Tuonoshock:

« Il Team Rocket? È ancora attivo qui ad Orlos? »

Ettore alza le spalle:

« Parrebbe di sì. Sapete com’è, l’inquinamento del fiume ha alterato così tanto l’ecosistema da far comparire anche qui Pokemon che un tempo esistevano solo altrove. È il motivo per cui mio padre è ansioso di mandarci a studiarli, ma anche un ottimo incentivo per attirare qui il Team Rocket. Considerato poi che, essendo emigrati quasi tutti, l’organico della polizia è ai minimi storici…pare proprio che Orlos sia la nuova Mecca per quei balordi. »

Mio cugino si batte orgogliosamente il pugno sul cuore:

« Ma non mi fanno paura, anzi! Li sgominerò esattamente come ha fatto quel Rosso a Kanto tre anni fa! Il mondo conoscerà presto la potenza di Ettore da Dariopoli! »

Ah, ecco, dimenticavo di specificare che mio cugino è un patito di fumetti di qualsiasi tipo, anime e serie TV varie ed eventuali. Forse è per questo che sembra soffrire di un complesso dell’eroe tale da fargli leggere in chiave epica ed eroica qualsiasi sciocchezza. Meglio sviare il discorso:

« Non è il caso di entrare? Io ho fatto tardi, Elena pure, se ci attardiamo anche qui tuo padre penserà che vogliamo tirarci indietro… »

Colpito e affondato. Di fronte alla prospettiva di sembrare un codardo Ettore diventa improvvisamente giarno come un morto, per poi entrare senza perdere un minuto nell’immensa struttura. Meno male che abbiamo Ettore con noi, altrimenti credo che trovare l’ufficio del professor Erodoto in mezzo a questo palazzone antico nel dedalo di corridoi, aule e atrii completamente deserti sarebbe stata un’impresa non da poco…

Mentre ci avviciniamo all’ufficio del professore si fa risentire Elena, che si rivolge a mio cugino con tono curioso:

« Dimmi un po’, Ettore: per caso tuo padre ti ha anticipato qualcosa sulla consegna dei Pokemon  starter? »

Ettore alza le spalle, continuando ad avanzare senza guardarla:

« Macché. So solo che, su consiglio di zio Tolomeo, i nuovi starter non apparterranno più ai classici tipi Acqua, Fuoco ed Erba. Pare noi saremo i primi ad usufruire di questi nuovi starter… »

Su consiglio di mio padre? Chissà cos’ha architettato quel balordo del mio vecchio…devo dire però che se non altro la cosa mi mette curiosità. Di base a me piacciono tutti i tipi di Pokemon, forse un po’ meno i tipo Buio e Lotta perché sono i preferiti dei miei genitori e sono troppo abituato alla loro presenza…mi piacerebbe qualcosa di nuovo, che mi stimoli di più.

Ettore all’improvviso si ferma ed indica una porta piuttosto grande, la cui targa in oro recita “prof. Erodoto”. Finalmente il momento è giunto!

 

 

 

NOTE: Mi scuso se il capitolo è un po’ statico ma ho preferito inserire una breve introduzione che dia una panoramica generale sui tre protagonisti e sulla regione che percorreranno, prima di passare agli eventi veri e propri (e al Team Rocket: non ho fatto pubblicità ingannevole, arriverà molto presto XD). La regione di Orlos è, come le regioni dei giochi, liberamente ispirata ad una reale, per la precisione la valle del Nilo. Dariopoli è a sua volta ispirata ad Alessandria d’Egitto, ovviamente in modo molto libero e “pokemonesco”. Spero che il mio progetto possa piacere almeno a qualcuno ;)

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Minosse