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Autore: Juu_Nana    06/06/2008    7 recensioni
Hao è sconfitto, tutti festeggiano Yoh Asakura. Tutti tranne un ragazzo che lo fissa da lontano, perso nei suoi pensieri.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ren Tao, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È finita.

Lo hai sconfitto.

Ci hai salvati tutti.

Passano due secondi di silenzio attonito, poi un grido unanime si leva da tutti noi, un urlo di felicità euforica, quasi incredula. E poi, ecco che si gettano su di te, che fai un po’ fatica a rimanere in piedi, acclamandoti come l’eroe che ci ha salvati.
Il primo a raggiungerti è Horo Horo, che a momenti ti travolge quando ti salta addosso, noncurante del fatto che potresti non reggere la sua energia. Il secondo è quel pidocchio alto un metro e uno sputo denominato Manta, che inizia a saltellarti attorno come un cucciolo con la sua mamma.
E poi tutti gli altri, che uno a uno ti circondano e ti festeggiano.

E ora sei lì, circondato da tutti, che ti sorridono e tu che ricambi con quella disinvoltura, sfoderando quei sorrisoni a trentadue denti.
Come riesci a sorridere così?
A instaurare quella sicurezza in tutte le persone che ti stanno attorno, sempre, in ogni momento? E soprattutto, come fai a nascondere in te quella ferrea determinazione che tiri fuori durante le battaglie, che convive nel tuo animo con quella tua eterna vena di allegria che non ti abbandona mai?

Sei un tipo interessante, Yoh Asakura, lo ho sempre pensato. Dalla prima volta che ti ho incontrato, così come lo penso adesso, a più di tre anni da nostro primo incontro.

Già…
E insieme all’interesse per te ho sempre portato in me anche l’invidia. Sì, anche se piuttosto che ammetterlo preferirei mi scannassero vivo. Perché se ora al tuo posto ci fossi io, probabilmente nessuno mi acclamerebbe così, tutti se ne starebbero al loro posto, o per timore nei miei confronti o semplicemente perché sarebbero sicuri che li respingerei.

Anzi… io non sarei nemmeno riuscito ad arrivare dove sei tu, sarei morto prima, tra quelle fiamme che tu invece sei riuscito a respingere grazie all’aiuto di tutti.
Un aiuto che sicuramente a me non sarebbe arrivato.
E poi riesci sempre ad essere calmo, riesci a trasmettere agli altri la tua energia calda e dolce, che da la forza di andare avanti, che ti spinge a rialzarti sempre una volta in più di quante sei caduto… che riesce a cambiare l’animo delle persone, rendendole diverse.

Come hai fatto con quasi ciascuno di quegli individui che ti stanno attorno, che almeno una volta hanno tentato di fermare la tua strada, di farti crollare senza darti la possibilità di riprenderti.
Anzi, mi correggo… i tre quarti di noi ha cercato di ucciderti, me per primo. Eppure, tu ci hai capito, ci hai aiutato e ci hai lentamente fatto cambiare, rendendoci diversi, rendendoci più forti. E rendendoci migliori.
E guardando gli sguardi di loro, di tutti loro, si riesce a vedere questo mutamento: da come ti guardano, da come ti parlano, da come sorridono.

Dischiudo leggermente le mie labbra in un sorrisino sarcastico, pensando a queste mie stupide considerazioni che faccio su di te anche se non le verrai mai a sapere, mentre ti fisso in disparte a braccia incrociate, con quel sorrisino strafottente stampato sulle labbra e quella luce di spavalderia nello sguardo. Non so se sei in grado di leggere nei miei occhi quello che penso, ma ci tengo a dirtelo lo stesso, anche se forse non capirai.

Grazie.
Grazie per avermi cambiato.
Grazie per avermi fatto conoscere l’amicizia.
Grazie per avermi aperto gli occhi su quanto fosse sbagliata la via dell’odio.
Grazie per essere stato con me, senza voltarmi le spalle.
Grazie di tutto.

E ora, inizi a guardarti intorno, cercando qualcosa o qualcuno, scrutando i visi dei tuoi amici e compagni che ti stanno accanto. Poi mi scorgi, isolato da tutti, a debita distanza.
- Ehi, Ren! - Mi gridi e corri verso di me alzando un braccio. Quando arrivi ti fermi, senza cancellare il sorriso dalla faccia, anche se ora sembra improvvisamente più maturo.
 - Sì? - Ti chiedo beffardo. Tu non rispondi e ti limiti ad alzare un pugno chiuso. Io lo fisso un attimo senza capire, assumendo un’espressione mezza sbigottita. Poi, quando arrivo a comprendere cosa devo fare, alzo il mio e colpisco leggermente il tuo, riassumendo un sorriso, anche se questa volta è un sorriso sincero, senza traccia di sarcasmo, solo affetto sincero dettato da una vera amicizia. E l’ironia si cancella anche dal mio sguardo e spero di riuscire a imprimere nei miei occhi tutta la gratitudine che provo per te.
Riesci a vederla?
Dal tuo sguardo credo di sì.

Spero proprio che sia così…
  
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