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Autore: amy holmes_JW    22/01/2014    0 recensioni
Il Dottore decide di andare a trovare i Pond, è passato un po' di tempo. Non pensava che i cambiamenti fossero così grandi. per una volta vuole stare tranquillo: porta i Pond, compresa River, a fare un viaggetto. dimenticatevi della settima stagione.
è un piccolo regalo per uno dei miei personaggi preferiti : Amelia Pond :D
spero che vi piaccia :)
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partecipa al contest di higurashishinko "ossimori" con la scelta dell'ossimoro : silenzio assordante
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song, Rory Williams
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non sono mai stata brava nelle presentazioni. La storia nasce per un contest che mi ha permesso di provare e divertirmi, il tutto stava che la fanfiction iniziasse con un ossimoro, nel mio caso "silenzio assordante", e che dovesse seguire un certo genere, per me il silence of life.
La particolarità sta nel fatto che 
 la vita solita del dottore è viaggiare e vedere lo spazio, mentre la vita quotidiana delle persone normali è una vita serena fatta di ricordi e storie. questa è una storia che mischia i due tipi di silence of life.
dopo questa, forse logorroica, introduzione auguro una buona lettura che ve la possiate gustare nella sua semplicità e tranquilità.


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Un silenzio assordante riempiva la stanza. 
La casa sembrava deserta, se non per le tende che lasciavano entrare la luce dalle finestre.
Si sentiva spaesato, triste. Aveva iniziato ad odiare il silenzio; significava troppo e troppo poco, allo stesso tempo.
 Dopo aver scoperto chi fosse veramente River aveva deciso di viaggiare il più spesso possibile con lei, senza dimenticarsi che, quest’ultima, aveva una pena da scontare. Questa volta l’aveva parcheggiata nella sua cella e aveva deciso di andare a trovare i suoi cari cognati .
Tutti i suoi pensieri furono interrotti da una porta che si apriva e da delle risate. C’era qualcosa di strano.
Si sentiva agitato: nei pochi secondi prima che i Pond fecero il loro ingresso nel salotto aveva cercato una posizione comoda, con pessimi risultati.
 La prima ad entrare nella stanza fu Amy che, sorpresa come poche volte, corse ad abbracciarlo stretto, come faceva ogni volta che si ritrovavano nel Tardis dopo un'avventura. Il Dottore si beò di quel contatto. Saperla al sicuro lo faceva sentire bene; il loro rapporto era davvero profondo, un’amicizia di quelle che difficilmente incontri.
- Rory, indovina chi ci è venuto a trovare. – disse al marito, che fece capolino con la testa dalla porta.
- Amy, mi verresti a dare una mano con … oh - non finì la frase appena vide chi lo aspettava, col solito sorriso, nel salotto. Amelia si allontanò senza dire una parola, scomparendo dietro la porta.
- Ehi! – lo salutò abbracciandolo ricevendo in cambio una pacca sulla spalla.
- Centurione! Come vanno le cose? Nessun codino questa volta … - scherzò il Dottore, qualcosa non tornava.
- Bhè … non ci si lamenta, niente codino e nessun vecchietto assassino – tenne testa, aveva imparato molto bene i modi affabili del Sigonre del tempo . Qualcosa non quadrava.
- Dottore abbiamo una bella sorpresa per te!! Pronto a scoprirla? – sentirono urlare al di là della porta.
- Immagino di sì,devo spaventarmi? – chiese, preoccupato, a Rory estraendo dalla tasca il cacciavite sonico.
- Decidi tu… - disse Amelia tornando con un fagottino tra le braccia.
Il Dottore era piacevolmente stupito e anche sulla faccia si dipinse un sorriso a trenta due denti che tratteneva a stento; si sentì piuttosto stupido con il cacciavite puntato verso di lei, lo rimise subito in tasca. Ora era tutto chiaro. Ecco il tassello mancante.
Gentilmente la rossa passò quel fagottino scalciante al marito, che lo passò al Dottore.
Scosse leggermente la copertina e lo guardò teneramente. Gli occhi  grandi, come quelli della madre; e blu, come quelli del padre; lo guardavano curiosi. Un primo dentino faceva capolino dalla boccuccia e pochi ciuffi arancioni ricoprivano la testolina.
- Come l’avete chiamato? – chiese mentre allungava un dito verso il bebè che lo afferrò prontamente.
- Chiamata – precisò Rory.
- Idris – rispose semplicemente Amy.
Il Dottore li guardò con un sguardo sorpreso ed estasiato.
- River? Mi piacerebbe presentarle la sua sorellina – chiese Amelia facendo voltare il dottore che oramai aveva gli occhi fissi su quella bambina.
- È nel solito posto – rispose.
Un’ idea gli balenò in testa.
- Amelia Pond, prendi il cappotto. – disse con un sorriso che sapeva di avventura. Con uno schiocco di dita aprì la porta del Tardis.
- Non voglio che mia figlia parta all’avventura per pianeti e epoche pericolose! – si oppose Rory.
- Oh, Rory, dopo tutto questo tempo non ti fidi più di me? – lo schernì. Gliene doveva dare atto, erano sempre stati in pericolo quando viaggiavano con lui, ma gli aveva sempre protetti con i denti. Così, ancora un po’ titubante, entrò nella cabina blu con la moglie e la figlia.
- Dove andiamo? Ti aspettiamo da un bel po’ !- fece notare la ragazza.
- Altrimenti non sareste la ragazza e il centurione che hanno aspettato. – disse con tono piatto mentre metteva in funzionamento la cabina. Il rumore arrivò diretto e forte all’orecchio della creatura che iniziò a piangere. Velocemente Amelia la prese in braccio e la cullò.
Con un tonfo il Tardis atterrò.

                                                                   ***

 River era comodamente sdraiata sulla branda, intenta a leggere il diario, a leggere del Dottore.
Era così concentrata, che il suono della cabina le sembrò solo frutto della sua immaginazione. Quando, però, apparse allora non potè, evidentemente, non accorgersene.
Saltò il piedi aspettando che la porta si aprisse. Così accadde.
- Ciao, dolcezza – disse posizionandosi di fronte alla porta aperta.
- Ciao, River – la salutò Rory, leggermente imbarazzato.
- Padre!- lo salutò, di nuovo, andandolo ad abbracciare, cercando di nascondere l’imbarazzo che la sua gaffe le aveva portato.
- Volevamo farti vedere una cosa… - disse.
- Cosa? E la mamma? – chiese molto stupita di quella visita.
Amelia uscì, a sua volta, dal Tardis con la bambina.
- Questo non c’è scritto da nessuna parte nel mio diario- River era ancora più stupita di prima.
- Questa è tua sorella, Idris – gliela presentarono dandogliela in braccio.
Appoggiato allo stipite della porta il Dottore guardava la scena, l’unica pecca di un quadro familiare così bello e incasinato era il fatto che si trovassero tutti tra le sbarre.
- Siamo qui per andare a fare una gita. Quindi, tutti a bordo! -   richiamo l’attenzione lasciando libero il passaggio per far entrare i suoi compagni.

 
Il Tardis ripartì col solito fastidioso suono e la bambina iniziò a piangere, a cullarla, questa volta, fu River.
Si fermarono e le porte si aprirono mostrando uno spettacolo magnifico : la via lattea sembrava che brillasse di luce propria a contrasto con il cielo buio.
River si sistemò seduta con le gambe che penzolavano nel nulla e la bambina accoccolata al suo petto.
- Ciao,Idris, sono Melody, tua sorella.- le disse teneramente,strofinando il proprio naso contro il suo,piccolo.
Presto venne affiancata dal Dottore e la creaturina passò nelle sue braccia.
- Ehi, piccona, vorresti sentire la storia del tuo nome? – le chiese a bassa voce giocando con la manina. In risposta ricevette un  gne acuto.
- Allora, devi sapere che i tuoi genitori hanno viaggiato tanto con … - un altro versetto riempì l’aria.
- Dove? Bhè dappertutto, nel tempo e nello spazio. Nel passato,nel futuro e qualche volta nel presente. Soprattutto in questa distesa fantastica – cercò di spiegare ma fu interrotto dalla bambina che sorrideva.
- Ma certo! Certo, quando sarai grande ti farò fare un giro, che credi che ti impedisca di vedere le meraviglie là fuori … - disse fintamente scioccato.
- Ehm, Dottore … non mettere strane idee in testa a mia figlia – intervenne la mamma e la bambina, come se capisse, sbuffò.
- In più, lei non rischierà mai la vita. Ti sei preso la mia prima figlia, hai preso me e mia moglie, perfino, ci hai fatti diventare tutti dei masochisti che amano rischiare di morire : Lei. Non. Viaggerà. Mai. Con te! E poi tu parli con lei? – si scaldò Rory.
- … Ti farò fare un giro quando saranno tempi migliori, non ci saranno rischi, e i tuoi genitori saranno con te. E che diamine! Io parlo il bambinese! – puntualizzò il Dottore, mentre faceva delle facce per divertire la bambina, così Rory si calmò un po’. Idris tornò a farsi sentire piagnucolando sommessamente.
- Hai ragione. Stavo dicendo : i tuoi genitori viaggiarono molto insieme a me. in uno di questi viaggi finimmo in un “pianeta bollicina”, in realtà no. Però … - un mugunio lo interruppe, di nuovo.
-  No, non era di sapone! Era un piccolo pianeta al di fuori dell’universo, credevo di trovarci un altro come me, ma l’unica cosa che trovai fu una trappola. – Idris guardava intensamente, completamente rapita, quell’uomo strano e River non potè non rivedersi in lei. La bambina piccola e ingenua che veniva trasportata in altri mondi dalle storie del Dottore.
- Toccata terra uscimmo da questa vecchia cabina. Il territorio era orrendamente sporco e puzzolente. Era,praticamente,  la discarica dell’universo ; da ogni parte c’erano relitti e resti di ogni genere, e neanche una persona, in realtà c’erano tre personaggi – l’ennesimo vagito proruppe.
- Perché in realtà non erano persone, o meglio lo erano, ma erano composte da parti di altre persone, miei simili. Volevo mettere al sicuro i tuoi genitori : con una scusa,banalissima, li feci tornare qua dentro; chiusi le porte e andai alla ricerca di un amico che credevo esserci. Mai errore fu più tremendo. La macchina era nelle mani dei cattivi. La parte viva, quella che consente di fare questi viaggi particolari,  era stata rinchiusa in una donna di nome Idris – ancora prima che la bambina pronunciasse un qualsiasi suono il Dottore proseguì .– Era una donna davvero speciale, che si sacrificò per salvarci. Pensa, mi chiamava ladro e tentò di mordermi. Ah, che peperino! Sono certo che  sarai bella,brava e furba quanto lei – finì la storia accarezzando il vecchio legno della cabina con ammirazione, come se quella fosse la cosa più preziosa dell’universo. Da lontano, teneramente abbracciati, Amy e Rory si gustavano la scena.
- Ora è il mio turno di raccontarti una storia. – disse River riprendendo tra le braccia il fagottino.
- La mia vita è una vita strana; conosco ogni singolo giorno della mia esistenza. Ho un diario dove sono segante tutti i giorni della mia vita col Dottore. Giorni belli e brutti. – la voce le si incrinò leggermente e un rantolo basso arrivò dalla boccuccia di Idris.
- Ma no! Sarà una bella storia!- intervenne in Signore del Tempo per risollevare gli animi.
- Sicuramente,  voglio parlarti di una biblioteca, piena di tutti i libri scritti nel tempo. Questa biblioteca è immensa e molto luminosa. Purtroppo anche lei, come tutti i luoghi magnifici ha passato dei momenti brutti: un giorno dei mostri invisibili, che si muovevano nell’ombra fecero propria tutta la sapienza contenuta in quelle mura. Ogni persona che entrava e che si scontrava con loro veniva dimenticata nell’oscurità. La salvezza di questo posto fu un uomo buono che fece in modo di salvare un gruppo di ricercatori che si trovavano lì per studiare quei mostri, si persero uomini e lui rischiò di perdere anche la ragazza con cui si trovava lì. A fare la differenza, però, fu  una donna che, contro il volere dell’uomo, diede sé stessa. Ora quella biblioteca è più bella di prima e contiene una quantità impensabili di libri. Lì ho fatto i mie studi, sono una archeologa. Quando sarai più grande ti porterò lì e vedrai quanti scaffali di libri che aspettano di essere letti ci sono. – quando finì la storia notò che la sorellina si era appisolata.
- È  un’altra storia del tuo diario? – chiese il Dottore.
- Spoiler – rispose semplicemente River.
- Okey, bene, si tratta di me? di te? O di entrambi? – continuò a chiedere.
- Spoiler – sussurrò sorridendo giocosa.
- Mio futuro o tuo passato? Tuo futuro o mio passato? – chiese ancora.
- Arrenditi, spoiler – continuò guardandolo in faccia con un’aria furba di scherno.
 appoggiati comodamente al divanetto affianco alla console, i due Pond si scambiavano tenere effusioni gustando quell’attimo di pace.
- Diventeremo mai nonni di Mel…River? – sussurrò Rory ad Amy, lontano dalle orecchie del Dottore e di sua  moglie
- Non credo, sono ancora troppo giovane!- scherzò Amelia prima di picchiettare le spalle del marito, per farlo allontanare, e andare dal Dottore  facendo il meno rumore possibile.
- Attivalo. – sussurrò.
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa. L’alieno scattò in piedi e schiacciò un bottone sulla console ed Amelia andò a baciare sulla bocca Rory e sulla testolina Idris. Poi, si lanciò nel vuoto. Rory schizzò verso la porta, ma, in un battito di ciglia, sua moglie era sospesa nello spazio: un braccio era teso verso di lui; sicuro di lei prese la mano e la raggiunse; era una strana sensazione. Sotto di loro non c’era nulla, ma entrambi si sentivano stabili e al sicuro. Di nuovo Amy tese le braccia e River le passò Idris.
- Guardali, ho rovinato chiunque abbia viaggiato con me, ma loro, loro sono riusciti ad andare avanti. Insieme. – disse il Dottore guardando la famiglia Pond.
- Ognuno di noi ha lasciato o perso qualcuno. – cercò di rassicuralo River.
- Oh, Melody, più vivi, più le tue parti oscure vengono fuori. Questa volta voglio davvero fermarmi. Ho continuati a correre anche quando avevo deciso di smettere. Ora è il momento di farmi da parte.- disse con voce triste.
- Non mi hai mai chiamato Melody, come non hai mia smesso di viaggiare, l’universo è infinito e molti aspettano ancora il tuo arrivo. – gli diede forza stringendogli il braccio. Il dottore si alzò e fece alzare anche River. Sapeva che aveva totalmente ragione, l’universo era infinito e cambiava sempre, e lui non voleva perdersi neanche il più piccolo cambiamento. Sarebbe stato di verso, però; avrebbe viaggiato da solo, basta mettere in pericolo gente. Ma lui odiava stare solo, odiava il silenzio … troppi pensieri offuscavano la sua testa, era meglio distrarsi.
- Bene! Andiamo! – urlò per avvisare i Pond, aiutò Amy a rientrare. Tutti trovarono un appiglio e con uno scossone il Tardis ripartì.

 

La porta della cabina si apre mostrando ai viaggiatori un corridoio, poco illuminato e grigio.
- Noi rimaniamo qui. – avvisa Amy bloccando Rory che era pronto a uscire.
Il Dottore e River escono. La cella è poco distante.
- Sai stanno per indire un processo, per me-  disse River a due passi dalle sbarre.
- E di cosa dovrebbero parlare? – chiese il Dottore, leggermente stupito.
- Pare che l’uomo che ho ucciso non sia mai esistito, come se avesse girato l’universo per cancellare ogni traccia di sé – continuò con fare accusatorio. Sulla faccia del signore si dipinse una maschera di indifferenza e colpevolezza. La strada era finita, River aprì la cella e ci entrò; il Dottore si appoggiò alle sbarre.
Lentamente la donna gli prese il viso tre le mani e si avvicinò sempre di più. Leggermente posò le proprie labbra sulle sue. Il bacio fu poco più di uno sfioramento, come al solito. Ma lei non voleva forzarlo, lo amava e sapeva che in qualche modo era ricambiata, questo gli bastava. Il Dottore la stupì approfondendo il bacio. Le labbra si toccarono e allontanandosi ci fu un leggero schiocco.
- Cos’era questo, marito? – chiese River ancora scossa da quella, per chiunque, ma non per il signore del tempo,quasi inesistente iniziativa.
- Nulla, solo un augurio per il processo, moglie – mentì, una sensazione strana lo aveva spinto a quel gesto e, sinceramente, non sapeva spiegarsela neanche lui .
- Non ti scioglierai mai completamente, vero? – chiese,ancora, prendendo le braccia- queste non dovrebbero rimanere inermi attaccate ai tuoi fianchi. – disse con fare fintamente accusatorio. Dopo questa frase i due arti divennero di marmo.
-  A presto – lo salutò abbracciandolo.
- A presto, moglie – la salutò.
River guardò il marito allontanarsi e salutò con la mano la madre che la guardava sorridendo.
- Andiamo? – chiese Rory.
- Il solito impaziente, centurione – scherzò il Dottore.

                                                                ***

Aperta la porta Amelia fu un po’ delusa di trovarsi davanti a casa propria.
- Eccovi a casa!- esclamò il Signore del tempo.
- Si torna alla vita normale. – la rossa mostrò tutta la sua delusione.
Rory le diede la bambina in braccio e la baciò appassionatamente attento a non schiacciare la piccolo tra loro.
- Ancora sicura che la vita normale faccia così schifo? – chiese riavvicinandosi.
- No, direi che mi hai convinta – sorrise lei uscendo dalla cabina blu.
- Comunque, non ho capito perché sei venuto di giovedì – disse rivolta al Dottore.
- Semplicemente perché i Giovedì sono noiosi, ed io non li capisco. – rispose atono.
La bambina tornò nelle braccia del padre ed Amelia andò a stringere forte il Dottore che a sua volta la strinse fortissima. Ci era riuscito, aveva salvato quei due, aveva dato un futuro a loro. Gli aveva dato un futuro dopo averglielo rovinato. Loro erano la prova dell’amore vero, quello che combatte e vince ogni cose; e lui non lo aveva fatto morire. Erano al sicuro. Gli scappò una lacrima.
- Alla prossima – si sussurrarono fino a che non sciolsero l’abbraccio, quando Idris iniziò a piagnucolare. Il Dottore salutò con una pacca sulla spalla Rory e un bacio sulla fronte della piccola. Con una faccia triste, perché si allontanava dai suoi migliori amici, ma felice, perché non rischiavano nulla, chiuse le porte del Tardis e ripartì.
I Pond continuarono a salutare la cabina blu che iniziava a svanire. Quando sparì completamente percorsero insieme, abbracciati, il vialetto che li portava a casa.
Mentre Rory sistemava per la cena, Amelia si sedette sul divano con la bambina in grembo.
- E così hai conosciuto il Dottore, il Dottore è un uomo buono. Ti capiterà di aspettarlo per molto, moltissimo, tempo; ti capiterà, anche, di odiarlo. Ma devi sapere che alla fine arriverà e ti salverà. I demoni hanno corso quando l’uomo buono è andato in guerra.- le raccontò sussurrando e cullandola. Come se fosse una delle più belle favole Idris si addormentò.
Nella cucina dove si trovava Rory , nel salotto dove Amelia cullava la bambina, nella testa della piccolina, nella cella di River e, soprattutto, nel Tardis regnava, dopo una giornata di storie, un silenzio assordante.






eccomi :) spero che sia andata bene... c'è un piccolo easter egg, non sul fandom di Doctor who.
ogni commento è gradito e ringrazio chiunque sia arrivato fin qui.

che la fortuna possa essere sempre in vostro favore (HG)

A presto,
Amy holmes_JW




 
  
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