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Autore: Lady_Wolf_91    22/01/2014    10 recensioni
La loro era una di quelle cittadine in cui non succedeva mai niente.
Solita vita, solita triste monotonia.
Capirete dunque che l'arrivo del circo aveva scatenato un certo entusiasmo soprattutto fra gli abitanti più giovani...peccato però che il circo Foolish di normale aveva ben poco...
Storia partecipante al contest AND THE CIRCUS COMES TO TOWN indetto dal gruppo su fb 'La crème della crème di efp'
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al contest "Horror's Tales" indetto da Hanna M. https://www.youtube.com/watch?v=CFZ9g9vEdbE
https://www.youtube.com/watch?v=QU3842KFYvk
*si schiarisce la gola*
consiglio VIVAMENTE l'ascolto di queste due tracce rassicuranti in sottofondo, che hanno fatto da 'guida' per la storia, buona lettura!





 

IL BRIVIDO DI HELENA



 

 

 

 

“Venite signore e signori, venite!
Entrate anche voi a far parte del mirabolante spettacolo del circo Foolish, su, non abbiate paura. Lasciatevi andare, lasciatevi pure guidare lungo il percorso che vi condurrà alla follia!
Nessun trucco ma solo puro talento, e tutto per voi. Non ci credete? Venite a vedere. Siamo qui e non aspettiamo altro che voi per cominciare. Accorrete quindi, forza!”


“Non mi piace questo posto!”
Disse Helena attorcigliandosi una ciocca dei lunghi capelli biondi intorno al dito.
“Non fare la femminuccia Helz!”
“ Si da il caso che io sia una femmina e che questo posto metta i brividi Paul”
Paul era uno di quei ragazzotti di provincia, dal faccino pulito e l’anima buona ma un po’ fessacchiotti.
E Paul era il re dei fessacchiotti.
L’idea del circo era però venuta a Klaus il più iperattivo dei quattro, sua madre aveva ricevuto in regalo quattro biglietti per il primo spettacolo del circo Foolish.
Un vero evento.
Una vera fortuna.
Klaus aveva subito mostrato i biglietti a Poul e insieme avevano deciso di invitare Helena e Geordie.
Volevano solo divertirsi al circo, nulla di così strano o anormale per ragazzi della loro età.
Per questo si erano riuniti, quel pomeriggio del venti novembre, dandosi appuntamento sotto il cipresso rosso proprio all’uscita da scuola.
Il circo stanziava nella piazza principale e quella mattina passandoci accanto avevano potuto sentire l’odore della sabbia nell’aria, pur non vedendola.
Era magia anche quella?
Non lo sapevano, non ancora almeno.
Avevano trascorso l’intera giornata scolastica fantasticando su quello che avrebbero fatto e visto.
Paul scommise un’intera busta di caramelle alla frutta sul fatto che tutti avrebbero trascorso momenti piacevoli, che si sarebbero divertiti alla grande per usare parole sue.
Quel che nessuno dei quattro amici sapeva era che il circo Foolish era noto per una grande misteriosa caratteristica: dopo ogni spettacolo, artisti, animali e spettatori scomparivano, senza lasciare traccia.
Ignari di questo fatto e fiduciosi nel futuro varcarono il grande tendone a strisce rosse, presero due sacchi di pop-corn, qualche bibita e si sedettero in platea, pronti a urlare di gioia di fronte alle esibizioni dei vari artisti.
Oh, se avrebbero urlato.
Il primo ad esibirsi fu un trapezista, volteggiava nell’aria con movimenti eleganti che rasentavano la perfezione, tutti guardavano a bocca aperta la performance d'apertura, estasiati dalla sua grande abilità.
Klaus, Helena Paul e Gerodie erano seduti nella terza fila e da lì non riuscivano a scorgere le altre persone,non che volessero concentrati com'erano sullo spettacolo.
Appena prima della fine della sua esibizione, il trapezista fece un abile salto sfiorando la rete che lo separava dagli spettatori, allungò una mano che come fosse fatto d’aria attraversò il reticolato e sfiorò un bambino risucchiandone l’anima.
Erano tutti come incantati e nessuno se ne accorse...
Tra gli applausi e l'entusiasmo generale il bambino si era ripiegato su se stesso, come se stesse piangendo, minuto dopo minuto si piegava sempre un po' di più fino quasi a rendersi minuscolo, la pelle tesa continuava a tirare mentre dalla bocca uscivano inquietanti larve e viscidi insetti.
Se qualcuno avesse puntato nella direzione del bimbo avrebbe visto i suoi occhi vuoti, completamente vuoti, proprio come quelli di uno scheletro.Ma nessuno guardò
Il trapezista volteggiò ancora e rifece esattamente la stessa cosa con un numero imprecisato di spettatori presi dalla prima fila, uno dopo l'altro questi si accasciavano su se stessi, diventando gusci vuoti, semplicemente ossa e carne senza più vita.
La piccola Helena continuava a sentirsi agitata senza capirne il motivo, era come se sentisse che ci fosse qualcosa di anomalo in tutto quello che la circondava.
In effetti, sin da piccola, aveva avuto capacità... come potremo definirle? Paranormali? Forse.
Sì, probabilmente è questo il termine giusto, non che l'avesse mai detto a qualcuno ma fin da piccola Helena, aveva la capacità di vedere oltre le semplici cose, lei sapeva cose che nessuno avrebbe potuto sapere e vedeva cose che nessuno avrebbe dovuto vedere.
Era da quando le avevano detto del circo che aveva sentito quella strana sensazione, proprio alla base dello stomaco, ma non era riuscita a spiegarsi cosa fosse, e quando quella mattina del diciotto, Klaus, con un enorme sorriso sul volto, aveva mostrato ai compagni i quattro biglietti di un colore molto simile a quello dell'oro, lei aveva sentito come un brivido scenderle lungo la schiena e aveva udito una voce, piccola e tremula, quasi sicuramente proveniente dalla sua testa, urlarle:
'Non andare'
Ma ormai l'aveva promesso, in realtà lo faceva più per Geordie, la sua amica dai capelli del colore della camomilla, aveva, per l'appunto, una cotta per Paul; per questo l'aveva pregata, quasi in ginocchio, di non abbandonarla e buona com'era aveva finito col cedere alla sua richiesta.
Ed ora che era lì, seduta su quella seggiola di plastica rossa in terza fila, accanto ai suoi amici, poteva giurare di aver visto, anche se solo per un istante, un bagliore rosso e per nulla rassicurante negli occhi del trapezista.
“Helz hai visto che figo? E tu che non volevi venire!”
Helena fissò gli occhi nocciola di Klaus, pensò di poterci vedere la sua anima e quasi come se stesse parlando a se stessa sussurrò:
“Moriremo tutti”
Klaus alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere:
“Dovresti fare il clown, saresti proprio divertente oh a proposito: eccoli lì, impara come ci si diverte Helz!”
L'entrata dei clown, i più amati e temuti da tutti i bambini del mondo, scatenò l'entusiasmo generale, entusiasmo che non toccò la prima fila.
Difficile essere entusiasti da morti, non trovate?
E dunque i clown entrarono, portando con loro trombette starnazzanti e macchinine improbabili, saltellavano ovunque facendo ondeggiare le enormi parrucche rosse, si strizzavano l'enorme naso a vicenda e sghignazzavano colpendosi con pale di gomma.
Il pubblico era come impazzito, quelli della seconda fila ridevano, si agitavano, alcuni boccheggiavano per la mancanza d'aria dovuta al troppo ridere.
I clown erano tre, uno alto dalla parrucca vivace e l'abito scolorito verde, l'altro basso con un fiore fra i capelli e l'abito azzurro e, l'ultimo, era goffo e grasso, ma emanava simpatia da tutti i pori con la sua sgargiante tuta arancione.
Tutti e tre ridevano perdendosi nei loro sketch mentre il pubblico perdeva sempre più il lume.
Anche stavolta Helena sembrò scorgere qualcosa, qualcosa sì, nel modo in cui i clown ridevano, nel modo in cui controllavano minuziosamente che anche gli spettatori ridessero, qualcosa nel loro modo di sorridere, qualcosa di totalmente inquietante nei loro denti stranamente appuntiti.
E stavolta, Helena vide ben altro.
Vide, ancora una volta verso la fine dello spettacolo, il clown grasso avvicinarsi al reticolato e abbassarsi appena spalancando la bocca, e badate non ho detto aprì, no lui proprio la spalancò, in un modo innaturale, inumano!
Helena poté quasi vederci attraverso, da quella distanza riusciva a vedere la sua gola, la lingua e quei denti appuntiti come quelli...come quelli di un animale.
Si guardò intorno ma nessuno, a parte lei, guardava nella sua stessa direzione, era come se quel clown lo vedesse solo lei, era come se tutti fossero così presi dagli altri due da non accorgersi del clown grasso che con le mani sulle ginocchia spalancava sempre di più la sua enorme bocca.
Emise poi come un breve rantolo e iniziò ad aspirare, come se stesse prendendo un grosso respiro, ma non era aria quella che aspirava, no, Helena era sicura, stava aspirando le anime degli spettatori, e più ne aspirava più la sua pancia diventava grande e lei era davvero certa che presto o tardi sarebbe scoppiata.
Invece, all'improvviso, con uno scatto il clown grasso chiuse la bocca, pulendosi il mento con il gomito, come quando si beve e l'acqua scivola sul nostro mento.
Helena rabbrividì, era davvero sicura di quello che aveva visto?
Si sporse leggermente e vide parte gran parte degli spettatori immobile, non erano semplicemente fermi, no, loro erano immobili come statue di cera.
Fece per alzarsi ma si ritrovò come incollata alla sedia, si girò verso i suoi amici e li trovò con lo sguardo fisso in quella finta arena dove il trapezista e i clown si erano appena esibiti.
'Ora tocca a loro sciocca'
Sentì un odore acre invadergli le narici, come quando un pezzo di carne lasciata al sole imputridisce, represse l'impulso di vomitare mentre la testa aveva preso a girarle vorticosamente.
“Signori e signore, è ora il turno di Sir Benninthon, il nostro addestratore di belve feroci”
Helena non capiva più nulla, un inquietante melodia risuonava nell'aria, e non era più tanto sicura fosse semplicemente la musica del circo.
“Paul, Klaus, Geordie, almeno tu, guardatemi, vi prego dobbiamo, dobbiamo uscire noi dobbiamo uscire...”
Era inutile, i suoi amici fissavano con lo sguardo vacuo il centro dell'arena, dove sir Benninthon aveva fatto il suo ingresso, sembrava quasi scintillare nei suoi abiti pieni di paillettes azzurre, insieme a lui quattro tigri dal manto candido e gli occhi come zaffiri fissavano gli spettatori come se fossero succulenti prede.
Iniziò a sudare freddo, gli abili felini saltavano in cerchi infuocati, provò a parlare ma la gola era così secca che nessun suono sembrava volerne uscire, il domatore iniziò ad agitare il frustino, le tigri sembravano quasi cantare una melodia invitante, alcuni spettatori si alzarono, tra questi vi furono anche Kalus e Paul, arrivarono al cancellino della gabbia di ferro, Benninthon lo aprì, ed educatamente, uno alla volta entrarono nel recinto.
Le tigri li fissavano fameliche, aspettando con pazienza un segno del loro domatore.
“Paul, Klaus!! Tornate indietro vi prego”
Da lontano si udirono alcuni bambini ridere, una risata che gelò il sangue nelle vene della nostra Helena e mentre loro ridevano, uno ad uno gli spettatori che si erano alzati venivano squartati abilmente da artigli che non sembravano più tanto felini.
Helena guardò meglio e intravide persone, persone sotto la pelle di tigre, come un travestimento, persone che con coltelli affilati squarciavano i corpi degli altri, persone che afferravano con le mani ancora coperte di pelliccia i cuori pulsanti e li divoravano come fossero caramelle.
Una mano afferrò il polso di Helena che si riscoprì incapace di urlare, vide che la mano era quella di Geordie:
“Salvaci Helz...salvaci”
Ed Helena, finalmente, urlò.


Un urlo disumano squarciò la notte facendo tremare i vetri della stanza di Helena Barren.
Con il respiro ansante e la fronte imperlata di sudore, Helena si ritrovò nelle sue coperte, strinse forte il lenzuolo e si pizzicò il braccio.
Era proprio così?
Era stato solo un incubo?
Fissò il calendario, era il diciassette novembre.
Sì, era davvero stato solo un sogno.
Cercò di regolarizzare il suo respiro fissando la parete di un tenue giallo, il trapezista, i clown e infine il domatore, erano tutti frutto della sua mente.
'Salvaci'
Aveva solo sognato, non c'era nessun circo assassino e i suoi amici stavano bene, ripetendosi queste cose, quasi come un mantra, ritornò a dormire.




Il giorno dopo.
Helena era ancora leggermente scossa, camminava per strada reggendosi la borsa, quasi come se quella le impedisse di camminare, e quando Geordie la salutò quasi non la vide:
“Helz!! sempre con la testa tra le nuvole, hai capito cos'ho detto?”
“Mmmh?”
“Sei irrecuperabile, ho detto che dobbiamo muoverci, Klaus ha una notizia per noi!”
Insieme raggiunsero il loro albero preferito trovandovi i due ragazzi intenti a parlare fra loro.
“Allora? Cosa devi farci vedere?”
Klaus sorrise, infilò la mano in tasca e ne estrasse quattro biglietti del color dell'oro.
Quattro biglietti per l'imperdibile spettacolo del circo Foolish.
Helena fissò i biglietti per un paio di minuti, sentì il solito brivido scendere lungo la schiena e urlò.










Angolo giocoliere(?)
Salve salvino salvetto.
Ed eccomi qui con una nuova OS ispirata dal contest indetto dal gruppo 'La crème della crème di efp' sul circo, ebbene sì, un circo Horror.

Non ho molto da dire se non che spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e che vi abbia lasciato un pochino perplessi confusi e bla bla bla, avevate capito fosse un sogno?
Eh già la nostra Helena è na bella sensitiva v_v
Questa volta non ciarlo a lungo e vi lascio, addio!
oh sì, volevo ringraziare SuperNova che ha sopportato il mio sclero e la mia ansia le mie domande e mi ha aiutato con il titolo grazie *^*
Wof!!
 
   
 
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