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Autore: Blacklu    23/01/2014    1 recensioni
|| Storia ispirata a Passing Fancy ||
A Mileena è stata data una medicina per farla calmare dai suoi attacchi di ira mensili.
Questo l'ha portata ad essere più calma ma imprudente.
La sera si terrà un banchetto con alcuni personaggi importanti per la conquista di una città.
Mileena, saprà che fare?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Torno. Dopo circa tre anni di assenza, torno.
Bhè, vorrà dire che cominceranno a verificarsi eventi come: uragani, saette, terremoti, tsunami e quant’altro in una volta sola.
Se devo essere sincero, a volte questo sito mi mancava, rimpiangevo di non scrivere più, di aver perso tutta la popolarità ed altro ancora. Comunque, che vi piaccia o no, sono tornato; ma vi avviso che farò tipo una fiction ogni tre/quattro mesi se va bene.
Torno qui, su questo fandom: Mortal Kombat. Merita davvero e … bhè, è anche uno dei miei giochi preferiti; di conseguenza scriverò molto su questo rispetto ad altri e, siccome molto probabilmente si saranno già dimenticati tutti di me, non mi aspetto di vedere recensioni. Quindi, o tu, leggendario lettore, che sei qui a leggere questa fiction, ti auguro buona lettura e buon divertimento.
Ci si becca a fondo pagina. ;)








Outworld, ore 17:50; Palazzo Reale.

Shao Khan aveva passato una terribile giornata. Il suo maestoso corpo era ricoperto di graffi, lividi e ferite profonde. Camminava stanco, zoppicando, con un respiro molto affannato; aveva smarrito le sue cinture che teneva al busto e si poteva benissimo vedere lo squarcio che ricopriva gli addominali dell’Imperatore, uno squarcio lucido e sanguinolento da cui sgorgava sangue ovunque. Il suo elmo era sprovvisto di un corno ed era pieno di ammaccature e tagli. Era ridotto piuttosto male, tanto da chiedere della semplice acqua, una volta sedutosi sul suo enorme e luminoso trono, invece che del solito vino di Ourworld.
Il servo corse a prendere molta acqua per il suo signore, sul vassoio c’erano anche antidolorifici, bende e altre medicazioni che avrebbero potuto curare il povero Khan, ridotto ad un mucchio di carne ambulante.
Khan con voce roca e affannata chiese l’aiuto del suo personale stregone Shang Tsung, un vecchio signore, che vedendolo in quelle condizioni, fece una magia curativa per rimettere in sesto Shao Khan e permettergli di soffrire di meno.
Una volta che l’aura verde sparì dal corpo dell’imperatore, esso, ripresosi le sue forze, si sdraiò sul trono, guardando con occhi pieni di stanchezza il povero vecchio Tsung, che domandò: “Ha bisogno di altro, mio signore?”
“Sì!” Rispose Khan furente e determinato. “Vorrei che esistesse un metodo, UNO, per far sì che alle donne non vengano gli attacchi di rabbia improvvisi.”
Shang Tsung guardò per terra, e si strofinò la barba con la mano destra. Poi arrivò alla conclusione: “Potremmo togliere loro il cervello e modificarlo, tagliando la parte sinis-“
“Non si può fare con Mileena! Oh no! Con lei no.” Sbottò Khan, interrompendo la teoria dello stregone.
“ Oh mio signore.” Disse Shang Tsung inginocchiandosi all’imperatore, “Le assicuro che ho provato e riprovato ad eliminare il ciclo mestruale a sua figlia ma… è una cosa naturale… non si può fare.” Finì giustificandosi.

Khan guardò Shang Tsung. Lo fissò con i suoi occhi rossi. Si alzò e gli andò vicino.
Tsung stringeva i denti e gli occhi, poiché si aspettava l’ennesima sberla dal suo signore.
Khan gli alzò il mento con l’indice si abbassò e gli disse a bassa voce: “Allora trovami un modo per far si che quella lurida tr-… mia figlia, la smetta di uccidere e massacrare la prima persona che incontra sul suo cammino. Altrimenti, farò in modo che tu sia quella persona. Voglio proprio vedere se riesci resistere a questo.” disse Khan, mostrandogli un morso profondissimo sul collo. “Hai capito, stregone?”
“Ho capito…” disse Tsung, tremando e pulendosi il muco dal naso.
“Ora va… e trova un metodo che rendi mia figlia meno… violenta. Nei miei confronti specialmente.” Disse l’imperatore congedando lo stregone, in preda a molta paura.


Tsung capì che se avesse fallito il compito avrebbe rischiato la vita, e la sua fine non sarebbe stata certo una delle migliori, considerando che Mileena prima di uccidere completamente la vittima, comincia a masticargli lentamente il collo, per poi aprirgli la pancia facendogli vedere le sue stesse interiora; o peggio ancora, che sia impiccato col suo stesso intestino. Ad ogni modo, Tsung voleva risolvere la questione al più presto, ma Mileena non sarebbe stata di compagnia, siccome le sue urla si sentivano a kilometri di distanza, perciò decise di cambiare rotta e andò dalla sorella della pazza maniaca, la principessa Kitana.
Tsung è sempre stato prudente anche nei confronti di Kitana. Se insultata o molestata, la principessa si sarebbe trasformata in una vera e propria macchina da guerra.
Tsung bussò alla porta di Kitana.
“Avanti.” Disse lei al di là della stanza.
Tsung aprì la porta e sbirciò. La principessa era seduta davanti al suo specchio argentato a lisciarsi i capelli con una bellissima spazzola. Ella si girò e sorrise allo stregone.
“Cosa ti porta da me, stregone?” Chiese lei con tono tranquillo.
“Suo padre, l’imperatore, è stato vittima di un attacco di sua sorella.” Disse lo stregone.
“Bhè, dovrebbe saperlo che Mileena non è a posto mentalmente. Cosa è successo di preciso?” Domandò Kitana, curiosa.
“Credo che lui stesse camminando e lei, in preda ad un attacco d’ira lo abbia aggredito. L’ho curato poco fa usando un incantesimo.” Rispose Shang Tsung.
“Mileena è solo psicopatica… ha bisogno di tempo per crescere. Stasera ci sarà l’assemblea per la conquista della città di Mickburt. Dobbiamo stringere l’alleanza con gli Shokan e col Netherrealm. Goro, Quan Chi e Scorpion saranno gli ospiti. Se lei rovinerà tutto, a te verrà tagliata la testa. Chiaro?” spiegò Kitana, tranquilla.
“Cristallino, principessa.” Disse lui, con un inchino.
“Esci ora. E lasciami sola.”
Senza dir nulla, lo stregone uscì dalla porta della principessa.

Passò per il corridoio e andò nelle sue Fosse di Carne a preparare una pozione.
Tagliò la pelle ad un uomo ancora vivo, la mise nel calderone con acqua bollente. Ci aggiunse anche sangue di drago, qualche goccia di lava, polvere di morto, piccoli teschi di cristallo, ed ecco fatto. Prelevò attentamente con un mestolo il prodotto, lo mise in una siringa e prese un respiro profondo.
Uscì dalle fosse di carne e si addentrò nel corridoio nel quale era situata la stanza di Mileena. La sua porta era ricoperta di sangue e un odore orribile proveniva dalla sua camera. Shang Tsung fece una magia e la porta si aprì. Mileena si voltò, col viso completamente ricoperto di sangue, e il corpo sporco di organi umani. Mileena corse verso lo stregone, ma Tsung le lanciò la siringa che le si conficcò nella spalla sinistra. Il prodotto le penetrò nel corpo, facendola addormentare.
Tsung prese il copro di Mileena e lo mise a letto.
Uscì da quel putridume e andò dall’imperatore.
“Mio signore, sua figlia è stata addormentata. Non darà fastidio questa sera.”
“Eccellente, stregone. Dopotutto conti qualcosa. Non voglio che Mileena rovini tutto ancora una volta per via dei suoi attacchi.” Disse Shao Khan felice.
“Indubbiamente, mio padrone. Ora, se non le dispiace ho dei lavori da compiere.” Disse Tsung andandosene con un sorriso malefico sulle labbra.

Outworld, Palazzo reale. Ore 20:00
La grande sala era preparata, tutto era pronto. L’immenso tavolo era pieno di gustose prelibatezze cucinate dalla cuoca Sheeva. Il menù era di diversi tipi, dai pezzi organi al vegetariano.
Shang Tsung e Shao Khan aprirono le porte del palazzo, per ospitare i tre che avrebbero rappresentato i paesi della nuova alleanza. Goro e Quan Chi si inchinarono all’imperatore, Scorpion passò ribelle tra essi e si mise al centro della grande stanza, ornata di colonne imponenti e grandi quadri. Si guardò in giro e fissò le scale, laddove scese la magnifica principessa Kitana, che salutò gli ospiti con un leggero inchino. Kitana si avvicinò a suo padre, e agli altri ospiti. Una volta parlato tra di loro per qualche minuto, fece loro strada, per andare verso la sala da pranzo.
“Dov’è l’altra vostra figlia, imperatore?” domandò Quan Chi, curioso.
“Eh, oggi non si è sentita mol-“
“Sono qui.”

Dal nulla apparve Mileena, seguita da un alone rosa. Fissò gli ospiti dalla cima delle scale.
Tutti guardarono Mileena con occhi spalancati, esclusa Kitana, che pensò che qualcosa fosse andato storto.
Shao Khan si scusò con gli ospiti e si avvicinò alle scale.
Mileena scese ancheggiando per far eccitare tutti i presenti, strisciando il dito sul corrimano delle scale, accarezzò l’addome del padre e gli sussurrò all’orecchio: “Andrà tutto bene… padre.”
“Lo spero.” Rispose freddo l’imperatore.
Mileena andò nella sala da pranzo seguita da tutti. Lei si sedette alla destra del capotavola, Kitana di fronte a lei.
“Bene. Buon Appetito, ospiti. Spero che la nostra cuoca abbia cucinato bene per questo incontro.” Disse Khan per aprire il pasto.
Mileena non mangiò molto, solo qualche pezzo di carne al sangue e qualche dito spezzato.
Alla sua sinistra sedeva lo spettro del Netherrealm Scorpion, che fissava il suo arpione appuntito.
Mileena era molto curiosa di quell’arma, così guardò con attenzione la lama dell’arpione. La sua attenzione si spostò alle mani dello spettro, che accarezzavano l’arma come un tesoro prezioso. Seguì con lo sguardo i movimenti delle mani e spostò gli occhi sulle sue braccia muscolose. Poi, cono lo sguardo scese agli addominali, che si potevano intravedere dal leggero tessuto che indossava, poi scese ancora e..
“Che cosa stai facendo?” Domandò Scorpion.
Mileena si riprese, scuotendo la testa ed accarezzandosi i capelli, portandoseli dietro l’orecchio.
“Oh, niente.” Rispose Mileena innocente.
Scorpion appoggiò i gomiti a tavola e posò il suo mento sui pugni, pensando.
Mileena riprese a guardare la muscolatura possente del ninja, e notò che alcuni pezzi di armatura ciondolavano dai suoi fianchi. Gialli e neri, molto lucidi.
L’ibrido Tarkatan non resistette alla tentazione di toccare l’armatura e ci strofinò il dito.
Scorpion, la guardò, la prese e la buttò sul tavolo della cena, rompendo qualche piatto.
Mileena prese una grande botta dietro la schiena che la fece gemere, e Scorpion, estrasse la sua spada affilata e gliela puntò al collo.
Nel silenzio imbarazzante Kitana disse: “O, per gli Dei…”
Khan sbottò urlando: “Basta! E’ una cena, non un combattimento.”

Mileena rise e si alzò dal tavolo.
Scorpion le fece uno sguardo fulminante con i suoi occhi sprovvisti di pupille.
“Scusa padre, ma ho perso l’appetito” disse Mileena
“Anche io.” Disse gelido il demone.


Un altro lungo silenzio prese la meglio nella sala del banchetto.
Mileena se ne andò dalla sala, e Scorpion fece lo stesso.
Kitana era molto preoccupata e chiese di potersi alzare. Khan le diede il permesso, scusandosi con gli ospiti dell’accaduto e cominciò a parlare di tattiche per conquistare la città nemica.


Intanto, la principessa andò in camera sua e prese delle stoffe bianche, dopo, bussò alla camera di sua sorella, dall’altra parte del corridoio.
“Vattene, o ti faccio a pezzi.” Urlò Mileena dall’altra parte della stanza.
“Sono Kitana. Apri.” Disse la principessa.
“No!” Disse Mileena di colpo.
Kitana sospirò e aprì la porta di sua spontanea volontà.
Mileena era sdraiata sul letto a guardare il soffitto.
“Stupida sorella. Come osi entrare!” Disse Mileena sguinzagliando i suoi sai appuntiti.
“Hai bisogno di medicazioni.” Disse Kitana.
“E da quando te ne importa?” Domandò Mileena sospettosa.
“Perché so cosa provi!” Rispose la principessa.
Mileena spalancò gli occhi e si sedette sul letto, accavallando le gambe.
“Come hai detto?” Disse incredula l’ibrido.
Kitana rise e spiegò a Mileena: “Tsung ti ha fatto svenire o no!? Chissà cosa avrà messo quell’insulso stregone nella siringa.”
“Che intendi dire? Perché mi ha avvelenato? Rispondimi o ti ammazzo!” Urlò Mileena lanciandosi sulla sorella.
Kitana si tolse Mileena di dosso, allontanandosi di qualche passo.
“Avevamo paura che avresti creato qualche inconveniente. Cosa che… è successa.” Disse la principessa.
“Che cosa diavolo dici, lurida strega! Non è successo nessun inconveniente? Hai visto che è successo?” Domandò eccitata Mileena.
Kitana alzò un sopracciglio incredula e domandò: “Ti sei quasi spezzata la schiena. Papà è furibondo!”
“Hai visto con quanta passione e forza mi ha sbattuto sul tavolo! Hai visto!?” Disse ridendo Mileena.
Kitana sapeva che con Mileena sarebbe stato tempo perso, quindi passò subito al sodo del discorso.
“Era sposato.” Disse Kitana interrompendo i festeggiamenti della sorella.
“Era. Non ‘è’! Quindi tutto ok.” Disse Mileena con tono altezzoso.
“Non ci casca due volte. Non è stupido come sembra.” Disse Kitana.
“Mi stai dicendo che mettendosi con me sarebbe stupido. Mi stai dando della svitata?” Urlò Mileena impazzendo, minacciando di nuovo sua sorella con i sai.
“Non ho mai detto nulla di simile, è solo che…” disse Kitana bloccandosi “Lascia perdere, fai come vuoi. Io ti consiglierei di stare attenta, altrimenti ti ammazza. Buona notte, sorella!” Finì la principessa andandosene dalla camera tutto d’un fiato, sbattendo la porta.
Mileena ritirò i sai e guardò fuori dalla finestra.
Al di sotto c’era una grossa fontana con la statua dell’imperatore, e Scorpion era lì.
Mileena, tutta eccitata corse giù dalle scale e uscì dal palazzo, dirigendosi verso la fontana.
Scorpion la sentì e alzò gli occhi al cielo, tirando un grosso respiro.
“Stammi lontano.” Avvisò il ninja.
“E se mi rifiutassi?” Disse Mileena non ascoltando l’avvertimento di Scorpion.

Scorpion si girò e la guardò con aria furiosa. Mileena rispose al suo sguardo con un sorriso poco evidente, siccome la sua orribile bocca era nascosta dal velo.
Il ninja, tornò a fissare di nuovo l’acqua della fontana, lavandosi le mani sporche di sangue, sia del cibo, sia di Mileena, sia suo, per via dei vetri rotti che gli si erano conficcati nelle mani.
Mileena si avvicinò e Scorpion la guardò di nuovo.
“Vattene.” Disse lui gelido.
“Deve far male.” Disse Mileena con tono triste, guardandogli le mani graffiate dalle schegge di vetro.
“Non male quanto la tua schiena.” Disse lui retoricamente.
“In effetti brucia un po’, ma di sopra ho delle bende che metterò stasera, quindi non mi preoccupo. Sai, dovre-“
“Stai zitta. Dio…” Sbottò furibondo Scorpion interrompendo Mileena.
Il ninja se ne andò con passo veloce verso la porta. Mileena rise sotto il velo e si teletrasportò davanti a lui e con voce infantile gli disse: “Dove te ne vai?”
Scorpion perse la pazienza e sguainò la spada da dietro al schiena e la puntò al ventre di Mileena.
“Vattene.” Disse di nuovo il ninja.
“Corro il rischio.” Rispose lei a tale tono freddo.

Scorpion strizzò gli occhi e strinse i pugni. Lanciò la spada a terra e si lanciò contro Mileena, che finì per essere sotto il demone.
“Se vuoi uccidermi fallo.” Disse lui.
Mileena era diventata rossa. Sudava ovunque. Le sue mani era sul petto di Scorpion.
Non sentiva nessun cuore battere. Solo un gran calore che proveniva dalla sua pelle.
I suoi occhi erano spalancati e senza espressione.
Mileena divenne sempre più rossa e respirò affannosamente.
“Allora? Uccidimi.” Disse lui avvicinandosi al suo velo con la sua maschera.
Mileena svenne. Colo solo tocco della sua maschera e vedendo il ninja avvicinarsi col suo viso, lei crollò.
Scorpion assunse un‘aria interrogativa. Pensava fosse morta. Per assicurarsi di ciò, appoggiò il suo orecchio al petto di Mileena, per sentire se il cuore batteva ancora.
Mileena si riprese dal giramento di testa.

Avrebbe voluto averne un altro siccome il ninja aveva la sua faccia suo petto.
Così Mileena disse: “Guarda che se volevi fare “cose” di questo genere potevi dirmelo eh.”
Scorpion si alzò e con un ghignò camminò verso la porta.
Mileena rise di gusto, si alzò anche lei e si avvicinò a lui, che camminava sempre più veloce.
La distanza tra i due era minima.
Scorpion inarcò le sopracciglia, sempre camminando a testa alta.
Mileena saltellava di fianco a lui.
Lui strinse i pugni.
Lei abbracciò il suo braccio come una piovra.
Lui non poteva più sopportarla.
Lei era pazza di lui.
“HAI ROTTO! BASTA.” Disse lui urlando, coprendosi di fiamme per far distaccare Mileena dal suo braccio.
Mileena urlò dal dolore, che passò dopo poco tempo.
Cadde a terra e guardò lui con aria disperata.
“Che cosa vuoi? Dimmi cosa vuoi!” Continuò ad urlare lui, in preda ad un attacco di rabbia.
“Mi vuoi morto? Ottimo, uccidimi. MA FALLO. Altrimenti stammi lontano. Sei insopportabile.” Finì Scorpion, calmandosi.

Il ninja fece alcuni respiri profondi, cercando di rientrare nella calma più totale, camminando a destra e a sinistra.
Mileena era a terra, e guardava il pavimento.
Kitana era disgustata.
“Mi fai schifo.” Disse lei a Scorpion.
“Cosa hai detto tu!?” Disse lui perdendo la pazienza ancora una volta, trattenendosi dagli istinti omicidi.
“Guardala… secondo te cosa vuole.” Disse la principessa indicando Mileena, che piangeva.
L’espressione di Scorpion rimase tale e quale. Non gliene importava niente di Mileena; la voleva solo fuori dai piedi.
“Come posso capire cosa vuole? Vorrà ammazzarmi, ecco cosa. Una così… vuota dentro.” Concluse lui, sbraitando.
“Non si è mai comportata così. Fatti qualche domanda, specie di crematorio vivente.” Disse Kitana andandosene dall’atrio in cui erano tutti e tre.
Scorpion si voltò verso Mileena e la fissò.
Mileena si alzò, fissando a sua volta il ninja.
“Bene…” disse lei. “Addio.”
Mileena si voltò e camminò verso l’uscita, con passo veloce e determinato, per non farsi vedere debole.
D’altronde, nemmeno lei si sarebbe mai immaginata di piangere.
“Aspetta.” Disse lui seccato.
Lei continuò a camminare.
“Stai ferma!” Urlò Scorpion.
Lei fece finta di non sentire.
Guardando a terra e sbuffando, Scorpion si teletrasportò davanti a Mileena, avvolto dalle fiamme.
“Bloccati.” Ordinò lo spettro del Netherrealm.
“Togliti.” Disse lei acido, scansandolo col braccio.
“E se rifiutassi?” Disse lui tirandola dal braccio e portandola a sé.
I loro sguardi si incrociarono.
“Lasciami. Andare. Adesso… Non ti darò più fastidio, mi hai stancata. Levami le tue luride mani di dosso.” Disse lei cercando ti togliersi dalla sua presa.
“No.” Disse lui calmo. “Finche non mi dici che cosa vuoi da me.”
Lei rise maleficamente e gli disse: “Non voglio più nulla da te.”
“Cosa volevi prima allora?” domandò Scorpion.
L’ibrido non rispose. Cercò solo di togliere da sé le mani di Scorpion.
“Non mollo la presa.” Disse lui per far sparire la speranza di staccarsi da lei.
“Fai quello che ti pare. Da adesso non dirò una parola.”

Passò un’ora.
Entrambi non si parlarono. Si guardavano soltanto.
Lui cedette e mollò la presa.
Mileena si porto la mano al petto e lo guardò inarcando le sopracciglia.
“S-“ disse lui, guardando il pavimento con gli occhi
Mileena lo guardò stranamente, non capendo le sue intenzioni.
“S-“ disse Scorpion ancora.
Lei era sempre più dubbiosa.
“Scusa.” Disse lui guardandola di nuovo.
Lei capì, chinando il capo, tenendo sempre la mano al petto.
“E’ una parola che non ho mai detto. Ritieniti fortunata.” Disse lui freddo, girando i tacchi e camminando verso l’uscita.
“Ok.” Disse lei, facendo fermare Scorpion per un secondo.
Lui riprese a camminare. Aprì la porta e si voltò verso Mileena.
“Se ci tieni a dirmi quella cosa; sai dove trovarmi. Se vuoi uccidermi; digita questo numero. Verrò a trovarti per qualche altra botta sul tavolo.”
Lasciò cadere a terra una piccola pergamena con un numero di telefono.
“Altra botta sul tavolo!?” disse lei sconcertata. “Non vedo l’ora.” Finì leccandosi le labbra.
“Era un gioco di parole… E di a tuo padre che per la conquista non ci sarò. O altro da fare. Addio. O arrivederci.”
Scorpion uscì dalla porta, sbattendola. L’eco si sentì in tutto il palazzo.
Mileena corse a prendere il numero e annusò il suo polso.
Riuscì a sentire ancora il suo calore e il suo tocco possente.

Kitana scese le scale per controllare la situazione.
“Allora?” domandò “Com’è andata?”
“Il trucco della ragazza offesa funziona sorella. Mi ha dato il suo numero per… un’altra botta sul tavolo” disse lei ridendo di gioia.
“Ma stai scherzando?” disse Kitana incredula.
“No no… non vedo l’ora di aver voglia di ucciderlo.” Finì lei saltellando in camera sua.

Kitana non capì, ma sapeva, che quando sarebbe arrivato il giorno, avrebbe dovuto preparare molte bende e medicazioni.



Cimitero di Outworld, ore 09:15

La lapide era lucida e grigia.
I fiori erano appassiti.
Le sorelle, vestite con abiti mozzafiato color nero, lanciarono dei teschi sulla tomba, andandosene con passo lento.

Qui giace Shang Tsung. Stregone e schiavo dell’imperatore Shao Khan.
Giustiziato per aver sbagliato pozione, ha finito per rovinare la mente di Mileena, provocandole ancora più ira durante i suoi attacchi mensili.
Non ci mancherai
.”
 
 
 
                                                                                                        
Bhè. Rieccomi qui dopo anni a riscrivere una fiction.
La one-shot più lunga che io abbia mai scritto.
FTW!
Comunque, vi ringrazio, se siete arrivati fin qui per me conta davvero molto.
Ci si prende gusto a scrivere dopo un po’ ^^
A presto. Ciao, e Grazie ancora. :3
   
 
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