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Autore: athena_    23/01/2014    2 recensioni
[Sherlock/John] Unrequired love, ambientata nella 3x02.
John sta preparando il tè. Sherlock attende paziente sulla poltrona. Può già intuire il motivo della visita di quello che si è definito qualche giorno fa il suo migliore amico (splendida epifania quella).
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock

Disclaimer: non sono miei e non ci guadagno niente. Ambientata nella 3x02. Angst, Unrequired love. 


L'essenziale è invisibile agli occhi


John sta preparando il tè. Sherlock attende paziente sulla poltrona. Può già intuire il motivo della visita di quello che si è definito qualche giorno fa il suo migliore amico (splendida epifania quella).
Sherlock chiude gli occhi e lo immagina muoversi nella cucina, blaterare qualcosa contro gli alluci che si trovano tra le bustine dell'Earl Grey -
chissà se in qualche modo influiscano sul sapore, chissà se John li userà lo stesso. Sherlock ricorda un tè con un occhio galleggiante dal sapore così amaro (in realtà era sorprendentemente buono, ma John stava parlando del suo matrimonio con Mary e neanche un intero pacco di zucchero l'avrebbe reso migliore).
John ritorna in salotto - senza tè, evidentemente ha pensato che il bergamotto non si sposasse bene con le dita mozzate.
Niente tè? Vorrebbe chiedere, e poi bearsi dell'espressione di John stranita, del suo Sherlock con una punta di isteria e accondiscendenza nella voce, però sta aspettando con troppa ansia quello che John, ne è sicuro, sta per chiedergli per perdere tempo in chiacchiere.
"Umh. Bene." John si siede sulla sua poltrona e batte i palmi delle mani sui suoi jeans. "Sai Sherlock, credo di uh, avere un problema." Meccanicamente si lecca il labbro inferiore e Sherlock perde per un attimo contatto con la realtà - quella lingua sulla sua pelle (sarebbe calda? Morbida?) traccerebbe promesse infinite
Sono qui, Sherlock, rimango con te, per sempre, i denti lascerebbero un solco un po' più profondo e a lui andrebbe bene, davvero.

Assurdo che per la prima volta nella sua vita un contatto così fisico non gli faccia venire immediatamente da vomitare. (Assurdo che per la prima volta nella sua vita immagini di continuo un contatto così fisico).

"Allora?"

Sherlock non ha sentito una parola del discorso, ma è piuttosto sicuro di quello che John gli ha detto - panico prematrimoniale legato al non saper ballare. Non è che potresti darmi l'email di quel cliente che abbiamo aiutato tre anni fa, che aveva una scuola di danza? Magari può farmi un corso super intensivo.

Sherlock trema appena di attesa prima di dire: "Lo farò io." Se avesse una tazza di te calda tra le mani ora potrebbe bere fingendo naturalezza - invece sente il suo corpo scosso da non richiesti tremiti.

"Farai tu cosa?" Chiede John, come se gli avesse proposto di girare nudo per le strade di Londra. (Paragone decisamente senza senso, però è così semplice immaginarsi John nudo, la linea alba ancora ben tirata tra i muscoli retti dell'addome, le natiche sode, il... )

"Sherlock, ti sei appena proposto di farmi da maestro di danza?"

"Sono felice di constatare che non hai problemi di udito, John"

"Ma..."

(l'inguine teso e poi...Chissà se riuscirebbe a contare tutti i peli del pube di John, chissà se glielo farebbe fare. No, decisamente no. John è dolorosamente e certamente etero - però non sarebbe atto sessuale, no? Forse potrebbe dire di sì. Sherlock si potrebbe limitare a guardare, davvero.)

"Ok, facciamolo."
Sherlock sussulta:
posso contare i peli del tuo pube? No, quella è solo una stupida fantasia. John ha appena accettato di essere il suo allievo nella danza. Ma è già qualcosa e Sherlock sta imparando ad accontentarsi di ogni qualcosa che John gli dà.


~


Dopo un'ora di spiegazione teorica, qualche passo mostrato singolarmente, la sua mano va (finalmente) a stringere quella di John. Sherlock pensa alla gioia che stanno provando tutte le sue cellule epiteliali, così a contatto con quelle di John - perché non si possono creare delle giunzioni occludenti che leghino le loro cellule per sempre? Le cellule in un epitelio semplice pavimentoso come quello della cute sono fortemente adese l'una all'altra, come una sola cosa. Sono le basi dell'istologia queste, John capirebbe (Possiamo diventare una sola unità noi due?)
Si rende conto di star fissando la mano di John da troppo tempo a tal punto che sta diventando imbarazzante. Chiude gli occhi, espira, e inizia a guidare.


~


La musica è finita da un po', ma nessuno dei due si preoccupa di farla ripartire - né nessuno dei due pensa di fermarsi. Sherlock se si misurasse i battiti ora risulterebbe tachicardico.


~



Ad un certo punto John si stacca repentinamente e il cuore di Sherlock perde un colpo.

"Mrs. Hudson sta salendo. Non possiamo farci trovare così, no? Ricomincerebbe con quell'assurda storia della coppia e..." ridacchia un po' mentre lo dice.

Sherlock deve ricordarsi come respirare. Non aveva sentito neanche i passi pesanti della loro (ormai solo sua) padrona di casa tanto era concentrato dalla mano di John nella sua.

~


Odia John. Lo odia (un po' meno di quanto lo ama, ma lo odia). Come può non vedere quello che c'è tra di loro? La gente lo nota di continuo e John ne è un poco imbarazzato e tanto stufo, ma loro sono una coppia, questo Sherlock non se lo è immaginato mica.


Sono come il triangolo di Kanizsa - qualcosa che oggettivamente non esiste, ma che è percepito con una intensità tale da apparire su un piano superiore alle altre figure, la loro relazione è superiore a tutte quelle che John ha avuto, ha e avrà mai, questo è un dato di fatto.


(Lo ama così tanto e lui nemmeno se ne accorge)


Grazie ancora per...beh, la lezione. Ne farò tesoro, davvero.”

Sherlock fa una smorfia divertita: “Diciamo che ora sei discreto” (e bellissimo, leale, forte, coraggioso, deciso. Non mio)

E' già qualcosa Sherlock! Quando sono entrato oggi pomeriggio qui ero pessimo!” dice, e ride e passa la lingua ancora sulle labbra. Non eri pessimo, vorrebbe dirgli, eri bellissimo, leale, forte, coraggioso deciso...


Ora devo andare, Mary mia aspetta per cena.

(Non mio.)

Salutala da parte mia.”

Lo farò, stai sicuro.

(Che poi basterebbe che John lo amasse la metà di quanto lo ama lui: sarebbe molto più di quanto avrebbe mai pensato di meritare)

La porta del 221B di Baker Street si chiude. 
Sherlock non ha la forza di guardare dalla finestra John andare via.



Note autrice: questo è il triangolo di Kanizsa di cui parlo, una delle illusioni ottiche più famose. Come potete vedere il triangolo bianco centrale non esiste, eppure è la prima cosa che salta all'occhio. Ho pensato potesse essere un paragone azzeccato con la relazione che c'è tra Sherlock e John.

E niente, spero che vi sia piaciuta: a me ha fatto tanto male scriverla (così come mi ha fatto tanto male vedere la S3).

A presto!

  
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