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Autore: Sghisa    24/01/2014    2 recensioni
La storia inizia dove finisce "Sulle tracce del passato". Duncan è stato arrestato. Perché? Come farà Veronica a tirarlo fuori di prigione? Ma soprattutto, riuscirà Veronica a sopravvivere in quel di Neptune?
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lilly Kane, Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars, Wallace Fennel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4. Kendall

"Veronica?"
Logan rispose mugugnando.
"Il mio ragazzino mi tradisce?"
Logan odiava quell'atteggiamento di superiorità, come se lei fosse troppo matura, troppo adulta, troppo donna. In realtà era quello di cui aveva bisogno in quel momento: doveva passare oltre, smetterla di pensare al suo passato. Guardare al futuro. Provò a raggiungere il telefono, ma Kendall lo allontanò rapidamente, alzando le mani sopra la testa.
"E' solo una compagna di scuola." Rispose allora, immobilizzato dalla donna nuda che sedeva su di lui.
"Ooooo, una scolaretta!" riprese lei "Beh, perché non la invitiamo? Due scolaretti potrebbero rendere le cose  più piccanti!"
"Posso cavarmela da solo!" Esclamò lui strappandole il telefono dalle mani e tirandola a sé.

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Logan si riscosse da quel ricordo che stonava con quanto Veronica gli aveva appena detto. "Kendall? Kendall Casablancas? Hai appena fatto il suo nome o sbaglio?" domandò ancorò assonnato.
"Proprio lei. Quella cara signora con la quale ti sei intrattenuto più e più volte… La matrigna del tuo caro amico… La moglie dell'uomo che ti ha insegnato a sparare… Ti sta forse suonando un campanello adesso?"
Logan si alzò dal letto e recuperò una maglietta. Prima che si potesse coprire, lo sguardo di Veronica scivolò sui pettorali scolpiti del suo ex ragazzo. Sulle sue braccia forti. E infine sulla grande schiena, martoriata dalle vecchie ferite, ricordo di un padre violento. Fu tentata di alzarsi, andare da lui e, come faceva un tempo, passare lievemente le punte delle dita su quei solchi chiari, imperitura memoria di dolore e sofferenza. Ma si fermò: non aveva alcun diritto di fare una cosa così. L'aveva perso molto tempo addietro.
Per non cadere in tentazione iniziò a tormentarsi il fondo della maglietta, e spostò lo sguardo sulla sveglia. Poi aprì bocca. "Pensavo fosse stata indimenticabile per te l'esperienza di andare a letto con una vera donna?"
Il volto irritato di Logan sbucò dalla maglietta. "Mi concentravo poco sul suo nome o sulla sua personalità, in quei momenti. Ero impegnato in ben altro!" E si avvicinò a lei. Le schiacciò il dito con il naso, e si sviò verso le scale. "Sei ancora gelosa?" concluse spegnendo la luce.
Veronica gli trotterellò dietro. Mentre scendevano le scale buie in perfetto silenzio, quel sentimento atavico s’impossessò dei lei e dei suoi ricordi.

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Quanto le era costato quella mattina alzarsi dal letto e affrontare la realtà?! Lei era fuggita. Lui li aveva definiti "epici" e lei era scappata. Lo aveva lasciato solo, con la sua bottiglia in mano, e una delle più belle e sofferte dichiarazioni d'amore che lei avesse mai sentito - e con Lilly ne aveva visti di film romantici!
A fatica si era infilata una maglietta e un paio di pantaloni. Con i capelli ancora spettinati e malamente raccolti in una coda di cavallo, Veronica si era precipitata nell'ascensore del Neptune Grande e aveva atteso che le porte si aprissero.
Aveva trascinato i piedi fino alla porta della stanza di Logan prima di alzare il pugno, e batterlo lievemente sul legno laccato. L'attesa le parve interminabile. Poi lui sbucò. Gli occhi socchiusi, l'aria di uno che aveva bevuto troppo.
"Ciao. Per prima cosa devo chiederti scusa per essere scappata in quel modo ieri sera. Ero un po' confusa. Dovevo riordinare le idee e pensare alle tue parole".
"Veronica…" provò a interromperla lui. Ma ormai il dado era tratto. Era arrivata fino a lì, nonostante ogni cellula del suo corpo si rifiutasse di farlo, e sarebbe andata in fondo a quella storia. Nemmeno l'aria confusa e assonnata di un Logan poco vestito l'avrebbe fermata.
"No, lasciami finire. Nemmeno io voglio che tu esca dalla mia vita. E non sto dicendo che voglio rituffarmi in una relazione con te… ma perché dopo il diploma non proviamo a uscire? A vedere dove tutto questo ci sta portando? Insomma, hai definito la nostra relazione epica".
Nessuna reazione, solo un silenzio imbarazzante. Le bastò un istante solo per capire che Logan non aveva alcuna idea di ciò di cui lei stava parlando.
"Oh cavolo!"
Quasi sussurrando Logan aprì finalmente bocca.
"Di ieri sera ho un ricordo… sfuocato…"
L'imbarazzo s'impossessò di Veronica, che attonita cercava metter in movimento i suoi piedi affinché la portassero il più lontano possibile da quel luogo. Ma non era ancora finita…
"Chi è? Il servizio in camera?" una voce femminile e sensuale la fece sprofondare nello sconforto.
"Oh, no, solo Veronica Mars. Che delusione!" affermò Kendall, come sbucata dal nulla, mentre abbracciava Logan. "Vieni - sussurrò al giovane nell'orecchio - andiamo a farci un bel bagno!" E poi prima di sparire, affondò il colpo. "Ciao Veronica!"
Logan inspirò profondamente, mentre Veronica si voltava verso l'ascensore.
"Qualunque cosa io abbia detto…"
Quelle parole suonarono poco credibili anche a lui, che le aveva appena pronunciate.
"Dovresti saperlo…" riprovò il giovane.
"Smettila" lo pregò lei, arrivata all'ascensore.
E mentre le porte si chiudevano, il dolore che provava si fece fisico e si materializzò sul dolce volto della giovane donna.

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"Terra chiama Marte". Logan la riportò al presente, nonostante il dolore la tenesse ancorata profondamente a quel momento.
"Io, gelosa? No risponderò nemmeno a questa tua assurda insinuazione!" rispose Veronica, cercando di passare oltre.
"Kendall, Kendall, Kendall, cosa ci facevi nella stanza di Aaron Echolls la sera del suo rilascio, e della sua morte?" domandò Veronica a sé stessa. "Non ti facevo così ingenua, Veronica" esclamò lui, mentre metteva su la macchinetta del caffè. Il suo solito sorrisino stampato in faccia. Per Veronica era troppo presto: non avrebbe retto a lungo. Alzò lo sguardo al cielo e sospirò, tirando fuori le tazze dal mobile. "Ho capito, cercherò di farti immaginare la scena. Lui, sudaticcio sdraiato sul materasso, lei ansimante sopra di lui…"
"Oddio, Logan, grazie mille per questa terrificante immagine. Vorrei lavarmi le orecchie con la candeggina, adesso…"
Lui sorrise, versando il liquido scuro nelle tazze. "Non so perché mi stupisca", affermò con aria triste. Veronica si fece seria. "Perché mio padre è dovuto andare a letto con tutte le mie ragazze?"
Lei affondò la faccia nella tazza fumante. Sarebbe stata una lunga nottata.

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Erano le 4 del mattino. Il suono del telefono lo riscosse troppo bruscamente dal sonno tranquillo in cui si trovava fino a pochi secondi prima. Non guardò nemmeno il nome di chi lo stava chiamando. "Tesoro, spero per te che sia un'emergenza"
"Papà, tu hai idea di dove si possano essere conosciuti Kendall Casablancas e Aaron Echolls?"
"Tesoro, di cosa stai parlando?"
"Papà, ho bisogno che tu ti concentri. Forza, scuoti la testa e fai scontrare i neuroni. Rispondi alla mia domanda!"
"Erano tutti e due ricchi. Si saranno conosciuti a qualche festa…"
"Impossibile" sospirò lei, mentre il padre si alzava dal letto. "Kendall è arrivata a Neptune dopo l'arresto di Aaron. Io e Logan abbiamo verificato: le date non coincidono."
Keith indossò la vestaglia. E provò a ricordare. I file del caso, i documenti, le registrazioni. Schedari, date, firme… incontri! Incontri in prigione.
"In prigione, tesoro. Ora ricordo. Kendall è andata numerose volte a trovare Aaron in prigione!"
"Non sono tutti registrati?" domandò la giovane donna?
"Certo, registrati e conservati! Conservati nell'archivio della Contea!"

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Gli uffici erano deserti. Del resto alle 5 del mattino era difficile aspettarsi qualcuno in un ufficio pubblico. Anche il suo collega, Martin, stava sonnecchiando nella stanza degli interrogatori.
Sgusciò rapidamente fino al desk di Inga. Aprì il cassetto ed estrasse le chiavi dell'archivio generale. Poi salì al quinto piano. Silenziosamente cercò le cassette incriminate, e poi tornò a casa, dove il padre e Logan la aspettavano alzati.

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La registrazione era vecchia. L'audio gracchiava e le immagini in bianco e nero erano piuttosto "ballerine". Una Kendall decisamente in forma stava per alzare il ricevitore. Dall'altra parte del vetro, Aaron Echolls. "A cosa devo il piacere?". Domandò lui.
"Sono qui per tentarti, Aaron!" rispose lei, impassibile di fronte al fascino dell'attore.
"Missione compiuta" provocò l'uomo "O forse dovrei dire: con che cosa?"
Lei non si scompose e continuò a parlare con voce suadente. "Con distese di terreni. Più di quante io possa gestirne."
Aaron Echolls si mise comodo sulla sedia, finalmente interessato. "Allora Big Dick ha ancora le mai in pasta in qualche affare…"
Kendall sorrise. Veronica e Keith sapevano che stava mentendo. Come lei stessa aveva raccontato a Keith Mars, dietro alla Phoenix Land Trust non c'era Richard Casablancas, ma suo figlio minore, Cassidy. "Diciamo che mio marito ha un vasto campo d'azione. Qualcuno dice che potrebbe lavorare all'estero". Senza dare tempo all'uomo al di là del vetro di reagire, rincarò la dose. "Aaron, che ne diresti di uscire di qui ancora più ricco?"
Lui si fece guardingo. "Ahhh… capisco. Sei al verde. Posso aiutarti. Ma in cambio di cosa, signorina, in cambio di cosa?" domandò lui, facendo una pessima imitazione di Hannibal Lecter.
"Mi hanno detto che il vetro è a prova di proiettile" reagì lei con aria languida e cominciando a slacciarsi il succinto maglioncino leopardo. "Però forse posso fare qualcosa per te".
"Qualcos’altro" reagì lui, dopo aver ammirato brevemente l'abbondante e invogliante decolté della donna al di là del vetro.
"Sono tutta orecchi"
"Conosci mio figlio Logan?" domandò lui. Kendall riuscì a mascherare bene l'imbarazzo. "Quello che sta sempre con i ragazzi Casablancas?"
"Solo di vista…"
"Magari potresti andare  a trovarlo nella sua camera d'albergo"
"Può darsi" rispose lei, stando vaga. "Ci posso provare"
Il ghigno soddisfatto di Aaron Echolls fece correre i brividi lungo la schiena di veronica, che impotente assisteva alla scena registrata dalla telecamera della prigione. "Sono particolarmente interessato al ragazzo con cui divide la stanza, Duncan Kane. Dovresti recuperare qualcosa di suo per me…"
"Penso di poterlo fare… E per quanto riguarda i soldi?"
"Quanti zeri vuoi, dolcezza? Oggi potrei fare una telefonatina al mio avvocato…"
Poi i due si separavano.

"Papà!" urlò Veronica "metti su la prossima!"
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Le altre cassette non avevano registrato nulla di compromettente. Aaron e Kendall avevano parlato di tagli di capelli, delle statuette vinte da Aaron, del suo successo come attore, di malsane abitudini e di Logane e Duncan. Era chiaro quello che era successo, ma non sarebbero certo valse come prove incriminanti. Nessun giudice le avrebbe prese in considerazione.

"Quindi Kendall ha creato le prove che hanno incastrato Duncan e scagionato Aaron in cambio di denaro…" esclamò Veronica soprappensiero. "Ma come ha fatto?!"
"Lo so io" rispose Logan "Kendall ha gironzolato parecchio per la suite che dividevo con Duncan. Una volta l'ho vista entrare nel bagno della stanza di Duncan e uscirne con aria sospetta. Ne sono sicuro. La statuetta di mio padre, una delle poche cose che si sono salvate dall'incendio della mia casa, è sparita da sotto il mio letto proprio in quel periodo!"

Veronica aggrottò la fronte. "E il compagno di cella di tuo padre, non era molto simile all'uomo che aveva assoldato la escort che aveva derubato Cliff di tutti i documenti sul caso?"

I tre rimasero in silenzio a riflette. Poi finalmente qualcuno lo ruppe. "Sono solo congetture e illazioni. Noi abbiamo bisogno di prove!" Esclamò Veronica, esasperata da quella situazione.

Logan le poggiò una mano sull'avambraccio e, con aria rassicurante disse: "Però sappiamo cosa cercare, adesso! Forza, Bobcat, sono sicuro che ci riuscirai!"




Spazio autrice.
Ed eccoci qua. Possibilmente con meno errori ortografici e un capitolo di passaggio. La mia intenzione è di costruire runa storia molto più breve della precedente!
Scusate se i dialoghi presi dagli episodi 2x03, 2x15 e 2x20 sono leggermente diversi, ho cercato di mediare tra versione originale e versione italiana.
Thanks

Sghisa














  
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