SARY’S
SONG
La
canzone originale, “Adam’s Song”
è dei Blink 182.
“I never thought I'd die alone
I laughed the loudest who’d have known?
I traced the cord back to the wall
No wonder it was never plugged in at all
I took my time, I hurried up
The choice was mine I didn't think enough
I'm too depressed to go on
You'll be sorry when I’m gone? ...”
Non
sarei mai voluta arrivare a questo, ma non vedo altra
soluzione per questa difficile situazione... incredibile, vero? Proprio
io che
ridevo sempre come una deficiente e scherzavo con tutti... chi
l’avrebbe mai
detto che io mi sentissi così male dentro? Chi
l’avrebbe mai detto che io,
sempre sicura di me, sempre temeraria e orgogliosa, un pò
come Seto, insomma,
meditassi questa via d’uscita da codardi? Ho sempre pensato
di riuscire ad
evadere dai miei problemi, ma a scuola la cosa era insopportabile:
avere tutta
la classe che non ti considera quasi un essere umano non è
bello, è
straziante... Ecco, ho finito, la corda è a posto... Presto
finirà tutto, basta
mettermela attorno al collo e finalmente troverò la pace...
AHIA!!!
Lo
dovevo sospettare... non l’ho fissata bene, non ha retto il
mio
orrendo peso inutile... pazienza, cambierò metodo. Ormai ho
deciso, la faccio
finita: basta perdere tempo in questo mondo schifoso dove una merda
è più
considerata di me, basta illudermi che andrà tutto bene,
anche se Tea, Seto e
tutti gli altri me lo ripetono spesso... Sono parecchi mesi che la cosa
va
avanti, e io ho perso il mio smalto brillante per rivelare la mia
oscura depressione...
Sono troppo depressa per andare avanti, la morte è
l’unica cosa che mi
rimane... Spero solo che, una volta andata, qualcuno si ricordi di me
come una
ragazza pazza e allegra, cioè la me stessa di un tempo...
”...I
never conquered, rarely came
16 just held such better days
Days when I still felt alive
We couldn’t wait to get outside
The world was wide, too late to try
The tour was over, we survived
I couldn't wait till I got home
To pass the time in my room alone...”
Che
cosa ho fatto io in questa vita, poi? Non ho mai vinto niente,
mai un riconoscimento, mai una volta che contassi per qualcuno... sono
sempre
stata un peso per tutti, e quella stronza di Anne me l’ha
fatto notare:
litigare con lei, la ragazza più amata della classe, me lo
ha fatto capire, io
sono una delle poche che vorrebbe vederla andarsene via, sparire per
sempre...
Certo che lei se li è veramente lavorati bene i miei
compagni di classe, tutti
ai suoi piedi come dei cagnolini... A malapena gli incoraggiamenti e il
sostegno di Tea, Seto, Yugi, Joey e Tristan mi davano la forza di
andare a
scuola... Sono stata fortunata a conoscerli, loro sì che mi
capivano e che la
pensavano come me... peccato, però, averlo scoperto troppo
tardi...
Si
dice che a 16 anni la vita sia bellissima... io a 15 sono
già
stufa di vivere, non mi sento più viva, sono sola, sto
sempre male, vomito, ho
incubi orrendi, non mangio, piango di notte e non dormo, non ho la
forza di
uscire, non ho il coraggio di andare a scuola e cerco ogni giorno di
saltarla,
non ho il coraggio di guardare in faccia nessuno, prego Dio ogni giorno
per
darmi la forza di andare avanti, ma sembra che anche lui mi abbia
abbandonata,
come tutti del resto...
Prima
sì che vivevo: avevo degli amici, mi divertivo ad uscire e
mi annoiavo a stare a casa da sola, andavo ai concerti, facevo shopping
tranquillamente
con le mie amiche; da poco avevo conosciuto la banda di Yugi, che mi
aveva
accettata subito con loro... insomma prima vivevo... ora riesco a
malapena a
sopravvivere chiusa in casa completamente da sola...
“...I never thought I'd die alone
Another six months I'll be unknown
Give all my things to all my friends
You'll never step foot in my room again
You'll close it off, board it up
Remember the time that I spilled the cup
Of apple juice in the hall
Please tell mom this is not her fault...”
Quando
l’avrò fatta finita io non saprò
più niente, nemmeno dire
quanto tempo sarà passato... chissà tra sei mesi
cosa si dirà di me: molto
probabilmente che sono una caga sotto e che ha preferito uccidersi
piuttosto
che affrontare i miei problemi, che le voci orrende in giro su di me
sono vere,
qualunque cosa esse dicano... Ormai le conoscono tutti, saperle o non
saperle
che differenza fa? Nessuno ti crede se dici cose contrarie a quelle in
giro... Pensando
a questo vorrei che mi dimenticassero tutti, fare in modo che io non
sia mai
esistita, tranne per le persone a me più care, le uniche che
mi hanno
supportata quando tutti mi voltavano le spalle: Yugi e i suoi amici.
Non voglio
che loro mi dimentichino, sono gli unici a cui chiedo questo favore, e
ai quali
voglio lasciare le mie cose più care: il mio diario su cui
riportavo tutto ciò
che mi andava, il mio album di foto, che per metà
è pieno di immagini il cui
soggetto sono loro, il mio peluche a forma di gattino, che sanno che io
adoravo, il mio braccialetto fatto totalmente a mano e che Tea mi
invidiava...
Vorrei
anche che la mia stanza, questa stanza dove finirà tutto,
venga chiusa per sempre, sprangata, sigillata, chiusa ermeticamente, in
modo
che nessuno possa più metterci piede e incappare nella mia
disperazione...
Tanto profonda da arrivare a indurmi a tagliarmi le vene...
Buffo...
Mi è tornato in mente quel pomeriggio, dove Tea, Seto e
Yugi erano a casa mia: erano venuti a farmi visita perchè
erano alcuni giorni
che a scuola non mi facevo viva dopo quella litigata con Anne; mia
madre ha
portato del succo di frutta e io che ho fatto? Nel prendere il vassoio
l’ho
rovesciato tutto, perfino nell’ingresso! Che sfuriata che ha
fatto mia madre
dopo che i miei amici se n’erano andati... Mi ha rinfacciato
il fatto che ero
cambiata, che ero sempre chiusa in quella stanza a fare
chissà cosa, che a
scuola la mia media andava calando a vista d’occhio, che ero
sempre sola, che
se non mi venivano a trovare me ne infischiavo di tutti, e poi
piangeva...
Piangeva e si disperava perchè credeva di essere stata una
madre pessima, che
non ha saputo crescere la sua bambina...
Io
non ho il coraggio di dirle la verità, di dirle cosa era
successo a scuola, di dirle che non era una madre pessima... non ho
avuto il
coraggio di abbracciarla, di asciugarle le lacrime, di dirle che le
volevo
bene... sono proprio una vigliacca, lo so... vi prego di dirglielo al
posto
mio, perchè non ne ho proprio il coraggio...
“...I
never
conquered, rarely came
16 just held such better days
Days when I still felt alive
We couldn’t wait to get outside
The world was wide, too late to try
The tour was over, we survived
I couldn't wait till I got home
To pass the time in my room alone...”
Col
passare del tempo la cosa peggiorava: non solo io venivo
emarginata dalla classe, ma i miei unici amici ci andavano di mezzo,
erano
esclusi come me, trattati come cani solo perchè mi volevano
veramente bene e
che sapevano che in me c’era qualcosa di buono... quanto
vorrei andare da loro,
abbracciarli uno per uno e ringraziarli del loro affetto, ma non ho
tempo, ne
ho sprecato fin troppo: vado in cucina, prendo un coltello e mi
preparo. Chissà
com’è l’esperienza della morte,
chissà come ci si sente nel venire privati del
corpo ed essere sono anima... tra poco lo scoprirò.
Addio
a tutti. Grazie per il sostegno che mi avete dato, ma questa
è la cosa migliore, non voglio farvi passare altri brutti
momenti a causa mia.
Andate avanti a vivere: siete ancora quindicenni, avete tutta una vita
davanti
a voi... io non ho più niente, nemmeno la dignità
di ammettere che sono stata
un fallimento unico, sia come amica che come figlia. Vi auguro che, nel
caso
doveste cadere anche voi in questo stato, ne usciate a testa alta.
Ora
me ne vado, da sola, nella stanza che mi ha protetta dal mondo
esterno.
Addio.
“...I never conquered, rarely came
Tomorrow holds such better days
Days when I still feel alive
When I can't wait to get outside
The world is wide, the time goes by
The tour is over, I survived
I can't wait till I get home
To pass the time in my room alone.”
Un
taglio netto al polso destro.
Sento
tutto appannato, vedo offuscato, perdo le forze... sento
qualcosa che si avvicina a me e che mi dice qualcosa...
Buio
totale.
Mi
sembra di sentire dolore... non immaginavo che da morti la
sofferenza si sentisse...
Un
momento: io non dovrei sentire nulla, non dovrei provare
dolore, non dovrei sentire delle voci che mi chiamano...
Non
sono morta!
Ma
com’è possibile?! Ho dato un colpo secco, ho visto
il mio
sangue uscire come un fiume in piena, sono caduta al suolo...
Ahia...
Il
polso mi fa male... non riesco a muoverlo... sento qualcosa di
caldo che si appoggia a esso... apro lentamente gli occhi...
Non
è possibile! I miei amici! Stanno mettendo le loro mani
sopra
la mia, come facevamo sempre per incoraggiarci!
Vedo
mia madre che si avvicina a me, piange, si stringe il
ciondolo che porta al collo... mi abbraccia... Mi prega di non fare
più una
cosa simile e di parlare con lei se ho dei problemi... arriva anche mio
padre e
anche lui mi abbraccia piangendo...
Appena
riesco a mettere più a fuoco l’udito e la vista
noto che
tutti stanno piangendo per me, anche quel cuore di pietra di Seto... mi
abbracciano tutti insieme e per la prima volta capisco: io sono
importante per
qualcuno, io ho sempre il sostegno dei miei amici e della mia famiglia!
Ognuno
dei miei amici, con le proprie parole, mi dice che, anche
se incapperanno nelle difficoltà mi rimarranno per sempre
vicini, anche se
dovessero essere ignorati da tutti e scherniti dall’intera
scuola.
Mi
lascio andare alle lacrime e cerco di abbracciarli, anche se mi
fa un male cane il braccio destro, e ora sono felice, FELICE!!!
Dopo
non molto sono stata dimessa dall’ospedale, sono tornata a
scuola e non potrei sentirmi meglio: sono tornata a vivere, sono uscita
dalla
depressione e mi sento più leggera, come una piuma portata
dal vento...
Finalmente quel tour mortale per me è finito e sono
sopravvissuta, ho
combattuto a testa alta le mie paure e i miei problemi e ne sono uscita
a testa
alta!
Basta
con la vita da carcerata: voglio uscire, divertirmi, godere
ogni attimo che la vita mi offre, VOGLIO VIVERE!
Al
diavolo cosa dicono di me, al diavolo Anne e i suoi cagnolini
da salotto, al diavolo tutto! Ciò che conta per me
è di essere amata per ciò
che sono e di avere accanto degli amici veri, che mi sono stati accanto
anche
nel momento del bisogno. In poche parole... I HAVE TO ENJOY MY LIFE!
FINE
SPAZIO
AUTRICEEEE-----------------------------------------------------------------------------------------
Questa è una fic vecchia, l’ho scritta 3 anni fa
quando in classe ero stata
emarginata per aver litigato per una cosa scema con la miss della
classe,
quella “ehi qui io dico chi può parlarmi e chi
è lo sfigato che deve stare
muto” , e che mi ha procurato veramente tanti problemi
durante l’anno: come ho
detto nella fic stavo sempre sola, non uscivo, vomitavo, non mangiavo,
facevo
di tutto per saltare scuola, a casa non mi concentravo nello studio,
passavo le
notti intere a piangere perchè ero una vigliacca che si
faceva dire tutto senza
reagire, nelle uniche notti che prendevo sonno avevo incubi orrendi, il
rapporto con i miei genitori era peggiorato, litigavamo sempre... le
mie amiche
mi dicevano di fregarmene, ma non ci riuscivo, era più forte
di me, sapere di
dover camminare in mezzo a molte persone che mi trattano da schifo e
che hanno
sentito cose totalmente false sul mio conto mi faceva stare male...
Non
nego che alcune volte ho pensato al suicidio...
Per
fortuna che avevo accanto a me Serena, Giulia e Graziana, le
mie uniche vere amiche, che non mi hanno mai abbandonata e che mi hanno
dato
tutto il loro sostegno, finendo per essere emarginate e prese in giro
anche
loro... Non le ringrazierò mai abbastanza!!!
Prendendo
esempio dal coraggio di Meiko ho voluto pubblicarla, con
la speranza che chi si trova in questa situazione riesca ad uscirne,
perchè la
vita è una cosa unica e bisogna affrontare le
difficoltà che ti pone davanti a
testa alta e con coraggio. Io sono riuscita ad uscirne in un modo o in
un altro
e ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino. La fic è
per tutti voi e
anche per le mie amiche citate poco fa: lo so che vi aspettavate una
dedica in
una fic demenziale, ma questa significa molto per me, quindi vi chiedo
di
apprezzare lo stesso il mio gesto.
ENJOY
YOUR LIFE!